Graffettatrice

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« Datemi una graffettatrice e vi graffetterò il mondo! »

La graffettatrice, o spillatrice, o pinzatrice, o maledetto strumento del demonio, è un attrezzo che serve a piantare graffette nei polpastrelli di chi lo utilizza.

Storia

La graffettatrice è stata inventata nel 1766 dallo scienziato Benjamin Franklin, già inventore delle lenti bifocali e di un complicato sistema per calcolare le misure anatomiche delle eroine degli anime giapponesi.
Franklin lavorò notte e giorno a quello che, secondo lui, doveva diventare il macchinario più pratico e sicuro per piantare piercing nell'ombelico. Purtroppo, a causa della sua dipendenza da metanfetamina e di altre circostanze sfortunate, Franklin si distrasse proprio nel momento cruciale e quello che ne uscì fu la graffettatrice.
Il design e la componentistica del modello ideato da Franklin sono pressoché gli stessi di quelli in commercio oggi:

1 - Pinna dorsale uguale a quella dello squalo.
2 - Occhio freddo e senza vita, anch'esso in comune con lo squalo.
3 - Molla pronta a conficcarsi nel cervello del malcapitato utilizzatore.
4 - Grilletto.
5 - Bocca perennemente piegata in un sorriso beffardo.
6 - Narici in grado di avvertire tracce di sangue a miglia di distanza.

Il 12 giugno 1766, in una dimostrazione pubblica tenuta a Filadelfia, Benjamin Franklin mostrò al mondo la sua invenzione. Sotto lo sguardo rapito di oltre seicento persone, lo scienziato alzò al cielo la graffettatrice e, con invidiabile sicumera, premette il grilletto.
Piantandosi una graffetta in un occhio.
Fu così che Franklin inventò la locuzione "Madonna bifolca".

Deluso e amareggiato, Franklin ripose la graffettatrice nel cassetto delle invenzioni destinate a non avere futuro, assieme al carrello portascroto e all'auto elettrica. Per il resto della sua vita portò una benda da pirata sull'occhio ferito, cosa che, con suo sommo disappunto, non servì a renderlo più attraente agli occhi del gentil sesso.

Applicazioni

A causa del suo potere mortifero, la graffettatrice è stata commercializzata esclusivamente come strumento di piacere tra i masochisti, fino a che, nel 1993, non è stata inventata la carta, che ha permesso alla graffettatrice di imporsi anche come articolo di cancelleria.

Prima dell'avvento della carta, infatti, si usava scrivere sul dorso delle moffette. Per realizzare dei fascicoli era quindi necessario legare tra loro più moffette, ma questa soluzione presentava molti svantaggi:

- Direttore: “Signorina, dov'è la pratica 231 che le ho chiesto venti minuti fa?”
- Segretaria: “Sto cercando di recuperarla, ma è andata a nascondersi sotto a un armadio e mi sta ringhiando contro! Provo a stanarla con una scopa!”
- Direttore: “È la quarta volta questa settimana! Dannate moffette!”

Come distinguere una graffettatrice da un'affettatrice

Le differenze sono sostanzialmente due:

Come ricaricare una graffettatrice

Attulmente l'umanità non dispone di conoscenze scientifiche tali da permetterle di ricaricare una graffettatrice. L'unica soluzione è di gettare quella vuota e di comprarne una nuova.
La NASA e il CERN stanno progettando un prototipo di graffettatrice ricaricabile, ma l'unico risultato apprezzabile che hanno ottenuto finora è stato quello di sprecare 180 miliardi di dollari.

Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 30 novembre 2014 col 50% di voti (su 14).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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