Giovanni Aldini

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Aldini dopo l'ennesima "rata" di zio Galvani.

Giovanni Aldini (17621834) è stato un uomo di scienze e di spettacolo, bokor per passione e figlio di mignotta a tempo perso che terrorizzò le platee di mezza Europa rianimando cadaveri di animali e uomini con l'elettricità. Visse all'ombra di Galvani, suo zio, e ne divenne il più grande sostenitore nell'eterna sfida col rivale Volta, ma soprattutto diede vita (letteralmente) al sotto-genere horror in cui lo scienziato pazzo fa muovere le robe morte.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Giovanni Aldini

Biografia

L'infanzia di Aldini è costellata da piccoli e grandi traumi. Forse per il fatto di vivere all'ombra del celebre zio Galvani che il piccolo idolatra o perché proprio lo zio stesso lo costringe a frequenti immersioni nello stagno per fargli catturare rane da esperimento, Giovanni cresce con una dura scorza temprata dalla malaria, un animo sensibile per l'arte e uno insensibile per la scienza. Pratica la sua prima vivisezione a cinque anni su una lucertola, ma esaltato dal successo esclama:

« Zio, guarda! Cazzo! Ce l'ho fatta questa volta! »

Zio Luigi, che non tollera l'insubordinazione, gli spacca il naso con una pila (che all'epoca pesava circa 60 kg).

- Zio Galvani: “Ora confido che ti rammenterai di non osare mai proferire tale vocabolo in mia presenza!”
- Aldini: “Ma... ma... zio! Perché ho detto c...?”
- Zio Galvani: “Lo vedi che sei scemo? Perché hai detto "volta"!”

Il povero Aldini, sfigurato dalle botte dello zio, con un naso alla Pippo Franco e le spalle a bottiglia, viene umiliato dagli amici e scansato dalle donne. Per di più è continuamente costretto a trovare sinonimi per non dire quella parola. Ciò mina seriamente la sua sanità mentale.

Studi

Nonostante le sventure Aldini frequenta brillantemente le scuole, prima all'IPSIA dove consegue un diploma di elettrotecnico, poi all'università, dove si distingue nei campi della medicina legale, della fisica e del teatro fenicio. Mentre continua gli studi collabora agli esperimenti dello zio. Nel 1790 Aldini sta cazzeggiando con alcune apparecchiature elettriche quando tocca per sbaglio una rana morta con un elettrodo e questa comincia a muoversi. Forse a causa di quella incredibile rivelazione, forse a causa della badilata nella nuca di zio Galvani, Aldini rimane folgorato. Da quel giorno si dedica con dovizia allo studio dell'elettricità animale attaccando pile a qualsiasi cosa gli riesca di procurarsi.

Il successo

Aldini durante il primo trapianto di capelli su di un cadavere.

Nel 1798 zio Galvani tira le cuoia. Il nipote ne approfitta per attaccarlo a una pila di Volta. Il riflesso condizionato del braccio senza vita tira l'ultimo pugno nei coglioni di Aldini.

Dopo la morte dello zio, Aldini approfitta delle sue esperienze e se ne va in giro per l'Italia allestendo spettacoli teatrali nel retro dei tribunali dove avvengono le esecuzioni. Lo spettacolo, chiamato La scossa, che più tardi diventerà un format, inizia non appena il condannato di turno viene decapitato; a quel punto Aldini preleva il cadavere e gli infila un elettrodo nel culo e uno nel collo. Acceso l'interruttore il corpo senza testa viene scosso da violente contrazioni. A fianco del corpo, la testa, lo spettacolo più agghiacciante, anch'essa collegata ad elettrodi, si contorce in orribili smorfie, sorrisi grotteschi e scatti rabbiosi:

« AIUTO! È BRUNETTA! »
(Gli spettatori inorriditi)

Tra il 1802 e il 1803 le cronache dei giornali sono strapiene delle performance di Aldini, finalmente elevato dalla condizione di nipote di Galvani, ma il suo scopo è un altro, sconfiggere la morte, resuscitare un cadavere. Probabilmente il suo pene. Aldini però è stanco di corpi senza testa, quindi si reca in Inghilterra dove c'è ancora l'impiccagione.

Aldini durante l'ultimo, grande spettacolo.

Qui trova subito una cavia allettante: un tale è stato accusato di aver ucciso la famiglia, i vicini, e una coppia di inseparabili. Sfortunatamente poi si scopre che era morto uno degli inseparabili, la moglie aveva incolpato e quindi accoltellato la figlia, poi si era suicidata, di conseguenza l'altro pappagallino era morto di solitudine. In realtà, i vicini avevano semplicemente lasciato aperto il gas. Tutto questo mentre il pover'uomo non era nemmeno in città. Aldini, stanco dei continui contrattempi, compra i giudici e lo fa impiccare ugualmente.[carognata necessaria] Applica velocemente gli elettrodi al cadavere, per qualche istante i polmoni e il cuore riprendono a funzionare. Lo spettacolo è talmente raccapricciante che in platea aleggia da subito un terribile odore di cacca, qualcuno scappa, altri si fanno il segno della croce poi svengono vomitando.

La notte stessa l'assistente stesso di Aldini muore di infarto. Aldini usa il suo cadavere per l'ultimo indimenticabile spettacolo facendogli ballare Thriller per mezzo di una torre Tesla. Terminato il tour europeo Aldini appende al chiodo i pupi in carne umana e si dedica ad altre invenzioni tra le quali l'elettroshock e un simpatico regalo cancerogeno per i pompieri: una bella tutina d'amianto.

Influenza culturale

Una hacker diciannovenne di nome Mary Shelley, dopo aver rubato la password di Aldini per l'account di Facebook, copincollò il suo diario, sostituendo soltanto il nome di Aldini con Frankenstein per mezzo di un bot e spedì tutto agli editori, i quali le rispedirono il tomo tutto imbrattato di vomito. Shelley dovette leggersi tutto il diario e tagliare le situazioni più rivoltanti e gli abomini più osceni.

Con la sua opera Aldini scosse profondamente il mondo scientifico, la Chiesa non gli cacò mai il cazzo e questo è, forse, il lato più misterioso della faccenda.

Opere

  • Elettricità animale: Per alimentare un koala è meglio la stilo o la mezza torcia?, Bologna, 1794.
  • Prove pratiche di galvanismo su sprovveduti di passaggio, Parigi, 1804.
  • Perché Galvani vuol dire fiducia, Londra, 1806.
  • Saggio di osservazioni sui mezzi atti a migliorare l'orgasmo femminile elettricamente, anche post mortem, Milano, 1823.
  • 7 modi per indirizzare un fulmine sulla suocera, Bologna, 1825.

Voci correlate