George Armstrong Custer

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Custer su un pacchetto di sigarette del 1888. Lo slogan: "il fumo nuoce alla salute, ma neanche i Sioux scherzano".

George Dabliu Bush Armstrong Ajeje Brazorf Custer, o più brevemente Generale Dabliu Bush Armstrong Ajeje Brazorf Custer (nato chi se ne frega, morto come un coglione il 25 giugno 1876) è stato un ufficiale dell'esercito degli Stati Uniti d'America esemplare, e l'esempio che diede è quello del tipico acume americano: attaccò sul loro terreno una coalizione di tribù di pellerossa incazzati come gatti bagnati, armati fino ai denti dallo stesso esercito americano, e quattro volte più numerosi delle sue truppe, lasciandoci la pelle nello scontro finale contro il suo acerrimo nemico Toro Seduto nel match più sanguinoso che la storia degli sport da combattimento ricordi.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. George Armstrong Custer

Biografia

Nella sua vita si contraddistinse sempre per la mancanza di disciplina, a causa della quale i suoi genitori erano soliti riprenderlo con "questa casa non è un albergo!", e per l'innata capacità di fare sempre la cosa sbagliata; cosa che lo rendeva più intelligente della media dei suoi concittadini e che gli permetterà di scalare rapidamente la gerarchia dell'esercito americano fino ai massimi gradi.

Carriera

West Point

Nel 1857 fu raccomandato per essere ammesso all'Accademia di West Point da un politico, come l'ultimo dei portaborse democristiani. Da cadetto si contraddistinse sempre per la mancanza di disciplina, a causa della quale i suoi superiori erano soliti riprenderlo con "questa caserma non è un albergo!". Nonostante il carattere di merda e l'analfabetismo funzionale, terminò gli studi grazie a qualche altra raccomandazione, e in parte anche al fatto che eccelleva in tutto ciò che comporta colpire bersagli immobili.

Da ufficiale, si rese famoso per varie azioni da bravo boy-scout quali:

  • abbandono del posto di comando (era solito appartarsi con una nota baldracca abbandonando il reparto in pieno combattimento, prendendo alla lettera il detto secondo il quale "in guerra ogni buco è trincea");
  • crudeltà verso i propri soldati, che obbligava a leggere i libri di Fabio Volo (benché i soldati in genere a malapena sapessero leggere, ma d'altronde anche Fabio Volo a malapena sa scrivere);
  • abbandono dei corpi di due suoi soldati nelle mani dei nativi americani, ma portandosi via le teste;
  • mancato intervento in difesa di una postazione attaccata dai nativi americani (era in...ehm..."trincea");
  • aiutare le vecchiette ad attraversare gli incroci, salvo poi abbandonarle nel mezzo allo scattare del verde.

Little Big Horn

George Armstrong Custer mentre riceve il premio di consolazione dopo la battaglia del Little Bighorn. Non ha mai digerito quella sonora legnata.
« Eravamo nella valle con le palle a penzoloni. Arrivarono gli indiani e ci tagliarono i coglioni »

Massima espressione delle sue doti strategiche fu la battaglia del Little Big Horn, l'episodio più famoso della Guerra delle Colline Nere, che giunse al culmine nel 1873 con la tensione salita alle stelle a causa dei lavori per la ferrovia Northern Pacific, il cui percorso attraversava un'area che, secondo i nativi del No NPR, era sacra (o piena di amianto, o lo sa il cazzo cos'altro).

Dopo aver costretto i suoi reparti a marce forzate, privazione di sonno, ronde notturne massacranti, rancio razionato, levate all'aurora per la recita del rosario e prostitute messicane brutte come la fame, Georgino giunse finalmente sulla sommità del colle che dominava la vallata dove il piccolo villaggio di straccioni, male armati e senza difese, si era accampato inconsapevole del pericolo incombente che stava per...

No, 'spetta, fammi vedere meglio...

Il villaggetto è un accampamento di tipì a perdita d'occhio, che manco la riviera romagnola... Winchester ultimo modello e coltelli in lega di titanio sono a tracolla in bella vista a uomini, donne, anziani, bambini e animali destinati a sacrifici rituali... e quel tizio con tatuato sul braccio la scritta io sono il guerriero più docile e inoffensivo di tutta la tribù sta tenendo con una mano sola il teschio di un bisonte e ne usa le corna per pulire le zanne, le sue...

La lapide eretta dal comitato dei Darwin Awards

La situazione non era dunque esattamente rosea. Sarebbe stato più contento di giocare alla roulette russa con il suo scroto, non fosse per la carenza di pallottole. Ciononostante, riuscì a mantenere uno spudorato ottimismo:

- Scout pellerossa: “Compà, non vorrei fare il menagramo, ma... temo che i guerrieri Sioux siano più numerosi delle cartucce che il 7° cavalleria dispone”
- Custer: “Dici? Uhm... Però ne possiamo uccidere di più, se si mettono in fila”

Nonostante l'organizzazione e disponibilità di armamenti dell'esercito americano, Il Generale Custer riuscì, in circa 25 minuti, a far ammazzare se stesso e tutti i suoi uomini tranne uno, il trombettiere di origini t̶e̶r̶r̶o̶n̶e̶ diversamente italosettentrionali John Cyrus Martin from Nocèr, al secolo Giovanni Ciro Martini da Nocera, arrivato in America facendo il cantante neomelodico sulle navi da crociera e successivamente arruolato coattamente per saldare un debito con l'erario dovuto all'abitudine di parcheggiare il cavallo in seconda fila; costui fu scelto personalmente dal Generale tra i suoi 647 uomini per essere inviato a comunicare l'ordine di attacco decisivo all'ala destra della cavalleria. La sua risposta, prima di darsi alla macchia per sempre, fu stay without thoughts.

A seguito di questa impresa il Generale Custer si guadagnò la nomination per il premio di "fesso dell'anno 1876", che comunque perse, perché era troppo fesso. In compenso stravinse il Darwin Awards dello stesso anno, insieme ai suoi 646 uomini caduti, tutti tranne il napoletano (e da lì il detto a Napule nisciuno è fess').

Soprannomi

Il disappunto di Custer dopo che i Sioux gli fecero lo scalpo.

Gli Indiani assegnarono a Custer diversi soprannomi:

  • "Culo d'acciaio": perché, in realtà, riuscì a spararsi in testa un attimo prima di essere infilzato. Quindi, tecnicamente, nessuno glielo ha messo in culo.
  • "Sansone": per via dei suoi capelli dai quali traeva la forza e la fortuna. Ma il pirla se li fece tagliare a raso prima della sua ultima battaglia...
  • "Grandissimo figlio di una grandissima zoccola": nessuno ha idea del motivo di questo nickname.
  • Per la moglie Elizabeth invece era semplicemente "Donkey" (vai, vai pure in giro a fare la guerra. Venite avanti, Bufalo Soldiers!).

Voci correlate