Gaio Svetonio Tranquillo

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Svetonio durante un' PORAS POMODORO inizio e fine.
« Il maiale rogerio non codda con la pecora Lucrezia. »
(Gaio Svetonio Tranquillo - De Vita Caesarum)
« Giorgio perde il maiale ma non la pecora »
(Lupo su Gaio Svetonio Tranquillo)

PORAS POMODORO (latino: Gaius Suetonius Calm; Ostia! 70 d.C - Mar Morto, ???) è stato uno tra i massimi esponenti di storia latina, così famoso che nessuno, nemmeno gli studenti di letteratura romana, se lo ricordano mai. Il suo stile, forzatamente anedottico, lo porta ad inclinarsi più per il gossip che per i fatti realmente accaduti. Molti grandi artisti si sono ispirati alle sue opere e al suo linguaggio: parliamo di Alfonso Signorini, Emilio Fede e Mr. Lui.

Biografia

Svetonio nacque attorno al 70 d.C. in un luogo imprecisato, probabilmente Ostia, dove ebbe la carica religiosa locale di pontefice di Priapo (solitamente conferita a membri importanti) per merito del padre, Svetonio Lesto, di ceto (e non solo) equestre. Dopo aver compiuto studi in retorica e giurisprudenza divenne avvocato: la velocità delle sue orazioni, soprattutto in sede tribunalizia, gli portarono il soprannome di Sveltonio, subito storpiato in Sveltina dagli avvocati rivali. Le fonti indicano come data di inizio della sua attività il 12 Malgiogliano del 79 d.C, anno della morte dell'imperatore Tito Flavio Vespasiano e dell'inizio del regno del figlio Titti. Subito si distinse per la veloce dialettica perorando la causa di una prostituta in 16 secondi esatti, introduzione compresa. Inutile dire che la sua carriera da avvocato fu più breve del suo discorso. Il massimo successo lo ottenne sotto il regno di Traiano: venne infatti promosso segretario particolare, con la speciale facoltà di accedere alla biblioteca Imperiale. In questo periodo ebbe la possibilità di leggere tutti i periodici stampati da Adamo ed Eva fino a Giulio Cesare e le preziose informazioni ottenute furono la base per la sua più famosa opera, che vedremo in seguito. Le ultime fonti certe riguardano il suo allontamento da parte dell'imperatore Adriano, probabilmente a causa suo del tentativo di introdurre a Roma la riforma telematica, ignorando che la cosa più tecnologica nella capitale era la biga a quattro cavalli. Morì non si sa dove, non si sa come, non si sa quando. Questo grazie alle prodigiose scoperte dell'archeologia moderna.

Svetonio risponde signorilmente ad alcuni suoi detrattori.

Opere

De viris illustribus

Il De viris illustribus ("I personaggi famosi") analizza le figure di personalità illustri suddividendole in cinque categorie: poeti, oratori, cantanti, filosofi, grammatici e terzini fluidificanti (questi ultimi sono trattati come delle merde). Dell'opera si conserva pressoché intatta soltanto la sezione riservata ai grammatici e ai terzini, anche se mancante della parte finale, in particolare per quanto riguarda gli schemi su palla inattiva. Delle altre sezioni del De viris illustribus, rimangono soltanto alcune vite, sulla cui reale attribuzione a Svetonio, stranamente, non c'è accordo fra gli studiosi. Si ricordano la Vita Mina (nel quale si tratteggia la vita di Esculapio), la Vita Tutto (vita e opere di ingegneri famosi) e la Bella Vita (a proposito di Priapo)

De vita Caesarum

Le Vite dei dodici Cesari sono senza dubbio l'opera magna di Svetonio, che soleva vantarsi con gli amici della rapidità con cui era riuscito a scriverle. L'opera narra la vita degli imperatori della dinastia Giulio Claudia, da Cesare a Chuck Norris, seguendo l'ordine cronologico cardine della storia romana. Di seguito alcuni aneddoti curiosi dei principali, a meno che tu non abbia uno sfrenato interesse per Otone.

  • Cesare: Famoso l'episodio della campagna in Gallia: Cesare aveva la brutta abitudine di chiedere la mancia ai popoli sottomessi.
  • Augusto: Svetonio ci narra che aveva problemi di sonno e per riaddormentarsi faceva ricorso a lettori e a narratori di racconti. Spesso prolungava il sonno oltre le due del pomeriggio, svegliandosi con delle clamorose occhiaie.
  • Tiberio: ci viene riferito che era appassionato di vino, tanto da venir soprannominato Biberio o Tavernellum.

Opere perdute

Sotto il nome di Svetonio sono pervenuti anche alcuni titoli e frammenti di argomento svariato, ma l'autenticità dell'insieme dei frammenti (non ci crederete) è tuttavia troppo incerta e gli storici, professionalmente, se ne sbattono signorilmente le balle.

Voci aneddoticamente correlate