Lupino

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(Rimpallato da Fusaje)
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Il celebre "Cartoccetto de fusaje". Fa parte della Razione K di sopravvivenza per le missioni allo stadio

Le Fusaje o come dicono quelli "Fori Porta" i Lupini, sono tra i prodotti agroalimentari tradizionali del Lazio.
Il Lupinus luteus (variante più diffusa in Italia) è una leguminosa della famiglia delle Fabacee che consta di circa 120 specie.
Il suo nome viene dal greco e significa "sapore amaro" derivato proprio dal gusto che hanno i semi prima della cottura.
Il nome romanesco (fusaja) significa all'incirca "se vai allo stadio a vedere la Maggica, portami con te".
Sono piante annuali e perenni, i fiori si mostrano in svariati colori e danno vita a un eccellente colpo d'occhio. I frutti sono commestibili, anche se danno vita ad un eccellente colpo al fegato.
Si trovano in un baccello ricoperto di peluria, contenente fino a sei semi di forma, colore e grandezza assai variabile.

« Prego te oh Fusaja che sei bona e cara, che possa la Roma vince la gara! »
(Rito propiziatorio di Ignazio Sifone (poeta carpentiere), nel pre-partita del Derby romano.)

Distribuzione e habitat

I lupini sono diffusi soprattutto in America ma, seppure in numero modesto, sono presenti anche nell'area mediterranea. Lazio, Puglia, Sardegna e Sicilia sono le regioni italiane che ne producono in maggioranza.
La Germania ne ha recentemente incentivato la coltivazione, allo scopo di utilizzarli per fabbricare birra scadente, da esportare in Romania.

Il pioniere della fitotecnia tedesca Klaus Heynemann, titolare della Cattedra di Genetica Avulsa all'Università "Josef Mengele" di Günzburg, tentò un ardito esperimento nel 1993. Portò alcune piante di Lupinus Mutabilis (geneticamente modificate) a Mururoa, per studiarne l'attecchimento nei luoghi salmastri. Una delle piante sfuggi al controllo e generò un baccello enorme, conteneva una sola fusaja grande come Cipro. Fu distrutta dal cannoneggiamento della Corazzata Bismarck VII, intervenuta tempestivamente.
Due anni più tardi, a seguito dell'incidente, è stato avvistato un Pesce Pagliaccio che mangiava uno Squalo Balena.

Usi in agricoltura

Le fusaje (o Lupini), messe in un piatto umido, si riproducono per divisione mitotica, 6 minuti fa erano solo due

I lupini contengono un alto tasso di azoto che, dal legume adagiato sul terreno, viene rilasciato lentamente. Sono utilizzati per migliorare la fertilità dei terreni destinati soprattutto agli agrumi. Piantando un seme di Lime in una buca, nella quale vengono messe 3 fusaje, due foglie di menta e mezzo bicchiere di Rum, si ottengono 6 damigiane di Mojito.
Ricoprono un ruolo particolarmente importante anche nell'alimentazione del bestiame, infatti le vacche (specie mentre giocano a canasta) amano passare il tempo mangiando fusaje e il latte migliora.

Il consumo umano

I lupini, per il loro apporto proteico, sono consigliati anche nell'alimentazione dei bambini. Risultano però poco digeribili per cui, al di sotto dei 10 anni, si consiglia di accompagnarli a un buon bicchiere di grappa o due di limoncello.

Il lupino Tarwi

La temibile "focaccia di Lupini" boliviana. Una volta ingerita resta nello stomaco 3 mesi e, assorbendo acqua, genera il simpatico "Effetto Pregna"

Il tarwi o chocho (Lupinus mutabilis) è una variante originaria della Cordigliera delle Ande della Bolivia, Ecuador e Perù. Ha una grande importanza nella gastronomia di questi paesi sin dall'epoca pre-ispanica. Il suo alto contenuto di proteine, maggiore di quello della soia, lo rendono una pianta di grande interesse per la nutrizione umana ed animale.
Nel 2004, fu scoperto dalla Drug Enforcement Administration (DEA) un container di "Focacce di Tarwi", provenienti dalla Bolivia e destinate al mercato americano, nel quale erano state occultati 3 quintali di cocaina. I trafficanti sapevano bene che l'odore dei chochos confonde l'olfatto dei cani, ma non avevano calcolato che "Titan" (un Chihuahua antidroga in forza alla polizia del Texas) è ghiotto di fusaje. Quando il suo padrone l'ha visto ballare facendo il "moonwalk" come Michael Jackson si è insospettito.

Il lupino al cartoccio

Gli storici "Fusajari de Roma" insigniti con la Croce al Merito del Lavoro

Il "Cartoccetto de Fusaje", a Roma, è praticamente stato istituzionalizzato col D.L. 64 Barrato del 6 Giugno 2010. Può sostituire la "Tessera del Tifoso" per l'accesso allo Stadio Olimpico.
Gli anni '70 registrarono il boom delle richieste di licenze VARATC ("Venditore Ambulante di Roba da Asporto Tendenzialmente Commestibile"). Sugli improvvisati banchetti, nei pressi dello stadio, era tutto un fiorire di noccioline, bruscolini, callaroste e le immancabili fusaje. Sottobanco potevi trovare pure tricche tracche, petardi, bengala e razzi fischioni, insomma tutto l'occorrente per una rilassante giornata sportiva.
Non avendo il tempo di pranzare a casa, il tifoso si recava alla partita con largo anticipo. A mezzogiorno consumava il panino (tipicamente una ciriola con la mortadella) poi, per ingannare il tempo fino alle 15, ricorreva al cartoccio dei lupini.
Una volta consumata la parte commestibile, venivano raccolte le pellicine (di cui si era fatta accurata catasta) e reinserite nel cartoccio. Lo scopo era quello di disporre, all'occorrenza, di un balisto da lancio contro la tifoseria avversaria.
L'ordigno ha la caratteristica, durante la parabola discendente, di aprirsi a circa 3 metri dal suolo e spargere (su un raggio di 4,7 metri) le pellicine sbavate sui sottostanti. L'infamante atto è il segnale di via alla guerriglia vera e propria.