Fratelli Cervi

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(Squadrista impegnato a fucilare i fratelli Cervi)
I sette fratelli Cervi ritratti in un francobollo del Bazookistan.

I sette fratelli Cervi sono stati i fratelli più famosi del cinema prima dell'avvento delle gemelle Olsen. Si chiamavano:

  • Gelindo;
  • Antenore;
  • Aldo;
  • Ferdinando;
  • Diego Armando;
  • Elvis;
  • Giosciua.

Tra il primo e l'ultimogenito passavano ben vent'anni d'età, un lasso di tempo che i coniugi Cervi hanno evidentemente passato a trombare come conigli.
Ai fratelli Cervi sono stati dedicati un piazzale a Rovigo, una scuola a Macerata e una linea di preservativi poi ritirati dal mercato perché difettosi.

Carriera

Il successo

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Fratelli Cervi

Tra i più brillanti alfieri della commedia all'italiana, i fratelli vennero introdotti nel mondo del cinema dal padre, il popolare attore Gino Cervi. Dopo alcune particine di secondo piano, i fratelli Cervi si affermarono come validi caratteristi nella pellicola Guardie e ladri, nel ruolo della gang di strada che massacra di botte Aldo Fabrizi.
Da allora parteciparono a più di cento film, tra i quali non possiamo non ricordare:

La separazione

Nella seconda metà degli anni '30 la stella dei Cervi iniziò ad offuscarsi, a causa della concorrenza di emuli che avevano copiato la loro formula (i fratelli Baldwin, le sorelle Bandiera, i Cugini di Campagna) e soprattutto di dissidi interni alla famiglia. Nel 1938 i fratelli Cervi vennero scritturati nel peplum Orazi e Curiazi, ma visto che i protagonisti della vicenda erano solo sei, i produttori intimarono che uno dei Cervi lasciasse il set. Dopo essersi consultati tra loro, i fratelli Cervi decisero che l'escluso doveva essere Giosciua, perché era il più giovane e lasciava sempre i suoi calzini sporchi in giro per casa.

L'assicuratore che aveva fatto stipulare una polizza sulla vita ai fratelli Cervi vinse il premio di Mentecatto del Mese.


Giosciua, per vendicarsi, diede alle stampe un'autobiografia in cui raccontava segreti piccanti sul conto dei fratelli, come ad esempio che Antenore portava il parrucchino, che a Ferdinando piaceva vestirsi da marinaretta e che Cervi non era il loro vero cognome, ma un nome d'arte che si erano dati dopo aver scoperto di essere tutti fidanzati con la stessa ragazza.
Ne nacque una lunga querelle giudiziaria che ebbe fine solo nel 1942, quando i fratelli Cervi, grazie all'intervento di Pippo Baudo, si riconciliarono in diretta a Domenica In.

La morte

Di nuovo riuniti, nel 1943 i fratelli Cervi parteciparono al loro ultimo film, La Seconda Guerra Mondiale, sequel de La grande guerra di Mario Monicelli. Mentre si stava girando la scena della fucilazione dei prigionieri partigiani da parte dei fascisti, i fratelli Cervi e Brandon Lee, che interpretavano appunto i partigiani, vennero uccisi da un mitra che avrebbe dovuto essere caricato a salve.
L'attore che aveva fatto partire il colpo, tale Giorgio Almirante, fu fortemente colpito dall'incidente, tanto che per una settimana non ebbe le forze di andare a giocare a tennis. Almirante non fu comunque accusato di omicidio perché ignaro del fatto che il mitra fosse carico e perché una giuria di bambini down lo giudicò incapace di intendere e di volere.

Voci correlate