Franco Neri

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« Franco... Oh, Francooo! »
(Franco Neri mentre risponde alla domanda "lei chi è?")
Lo sguardo sveglio di Franco Neri... Chi?

Franco Neri (Calabria, prov. di Calabria, 12 dicembre 19000) è uno dei più tristi e inutili personaggi partoriti dalla TV.

Caratteristiche

Grazie evidentemente a qualche santo in Paradiso riesce ad arrivare a "Zelig", una trasmissione che dovrebbe far ridere ma che invece fa spesso piangere pietosamente. Soprattutto, durante gli interventi di Franco Neri, che assomigliano più a un trattamento riabilitativo post-trauma che a un monologo comico. Il Neri, infatti, per tutta la durata di ogni suo sketch non fa che ripetere ossessivamente ogni mezzo secondo la parola "Calabria" e "Franco, oh Franco" non tanto per far ridere, essendo il tormentone più scialbo della storia dei tormentoni, ma perché non può farne a meno. Si vocifera che l'uomo, infatti, conosca non più di 20 parole. La compulsività con cui il Neri rimugina ostinatamente sulla Calabria è un segno, oltre che della sua pochezza e laidezza di comico, anche della nevrosi che lo ha colpito in giovane età e che lo ha condotto a un ritardo marcato che alla veneranda età di 77 anni gli ha permesso di apprendere solo il nome della sua regione di appartenenza e nulla più. Gli autori di Zelig, Gino e Michele e Giancarlo Bozzo, premi Nobel del cabaret nostrano, hanno voluto dargli una possibilità e lo hanno inserito nel loro cast con la speranza di riuscire a sbloccarlo psicologicamente e sfruttare la sua psiconevrosi per esibirlo come freak per un pubblico di beoti.

Nonostante però un pubblico che si beve tutto, e l'aiuto seguente della crew di "Striscia la notizia" Franco Neri non riesce a fare a meno di questa ruminazione mentale e questo blocco lo porterà a ripetere la parola "Calabria" in televisione un numero oramai incalcolabile di volte. "Forse", è il pensiero del mio gatto, decisamente più lungimirante di un uomo medio, "stiamo assistendo a una sorta di messaggio para subliminale che, sfruttando i meccanismi psicologici della ripetizione ossessiva, sta cercando di rincretinirci e sfracassarci gli zebedei".

È quindi probabile che il Neri non sia così tonto come parrebbe, ma sia in realtà un subdolo calcolatore, e intenda prenderci tutti per sfinimento visto che, in questo modo, è riuscito a raggiungere platee che qualche altro cabarettista si sognerebbe, oltre ad avere pure girato un film (anche se l'hanno visto in due: lui e il mio gatto). Siamo quindi, secondo il mio pesce rosso, di fronte a un attivo collaboratore della Regione Sicilia che facendo odiare, grazie a lui, la Calabria e i calabresi ad almeno 7/8 milioni di italiani, conta di vendicarsi di confinanti mai troppo amati ai quali intende rubare fette di turismo.

Franco Neri è, quindi, la vergogna dei cabarettisti italiani, che ancora, a livello sindacale, non capiscono perché dare così tanta fama e visibilità a un comico dotato di un'unica battuta, cioè "Calabria". La risposta del Neri è che, oltre alla parola "Calabria", il suo repertorio contiene altre sfavillanti battute, come "calabrese", "sopresssata" e "Franco, oh Franco".

Il libro

Interessante, a tal proposito, il libro di Franco Neri, dal titolo "Calabria". All'interno 120 pagine di foto della Calabria, disegni della Calabria, link a siti sulla Calabria nonché le parole "calabrese", "Calabria" e "sopresssata" scritte a caratteri cubitali su ogni pagina per mantenere alto il livello comico. Mentre l'acme viene raggiunto nell'ultima pagina, quando si arriva alla geniale astrazione comica "Franco oh Franco". Un'esplosione di risate che ha portato più di un lettore alla morte. Per suicidio.

È certo, comunque, che questo suo metodo abbia fatto proseliti. Molti hanno infatti attinto dal suo geniale repertorio. Uno dei più rimarchevoli allievi è a tutt'oggi Pino Campagna, col geniale "Ci sei, ci fai, sei connesso?", un tormentone per il quale Woody Allen ha dichiarato: "Sorry, I don't speak Italian".

Il film

Franco, oh Francoooo!!!

Nel 2006, come sopra accennato, viene distribuito in qualche rosticceria italiana il film "Sono Tornato al Nord", diretto da Steven Spielberg dietro lauta minaccia di morte. Il film vede Franco protagonista assoluto: già dal titolo (che sostituisce in extremis il working title "Sopresssata") capiamo di assistere a uno dei più grandi capolavori dell'arte diuretica. La pellicola del film avrebbe, a tal proposito, dichiarato: "Avrei preferito essere smagnetizzata". Purtroppo il pubblico italiano, già troppo impegnato a schifare i nuovi film di Pozzetto e Jerry Calà, non ha tributato all'opera il successo che meritava. Il magro incasso (2 banane e un peperone: dati Cinetel aggiornati al settembre 2007) è dovuto, però, più che alla qualità mai in discussione del film, al fatto che sia uscito in contemporanea (oltre che coi summenzionati film) al blockbuster "Uomo sul cesso che legge Star Tv" (nuovo esperimento della rediviva factory di Andy Warhol, che riprende per 7 ore filate Joe D'Alessandro colto da stipsi), il successo annunciato della stagione che oscura, con tutto il suo afrore, l'opera prima del Neri. Uno dei pochi ad avere visto il film, mai distribuito in DVD (ma si parla di un'imminente uscita in floppy disk e diapositive Powerpoint), è, come accennato, il mio gatto che, intervistato dalla troupe del programma "Cinematografo" all'uscita dalla sala ha detto: "Marzullo è un idiota e il motivo per cui col vaglia del canone mi ci pulisco la lettiera". Franco Neri, sconsolato, ebbe a dire: "Calabria, oh Calabria" lanciando nell'etere un nuovo tormentone con cui prendere le distanze dai suoi vecchi cavalli di battaglia. Cosa che già aveva tentato di fare col film, durante il quale la parola "Calabria" viene ripetuta solo 962 volte.
Per il resto, l'abile sceneggiatura scritta su uno scontrino dell'Esselunga in collaborazione con Pippo Franco, le chiappe della Marini, un clistere e Steven Spielberg (che avrebbe però suggerito solo di inserire la parola "Fine" per indicare il momento in cui il film termina) prevede un mucchio di scene in cui i protagonisti tirano fragorosi peti, però girate fuori fuoco e con l'immagine mossa per fare tendenza. Al che Lars VonTrier avrebbe sbottato: "Mi hanno fregato l'idea" subito prima di sporcare di palta l'obiettivo della sua macchina da presa per impressionare il pubblico del suo prossimo film.