Festa della mamma

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Madre non è contenta del tuo regalo, puoi dire addio alla tua collezione di giarrettiere D&G.

La festa della mamma è una ricorrenza festeggiata solo nei Paesi mammoni, in cui si celebra la mamma, la maternità[1], il ruolo della madre nella società[2], e la solita vendita di cianfrusaglie, che tanto fa felice i cinesi. Serve inoltre a far stare male gli orfanelli e incasinare le idee ai figli di famiglie "Arcobaleno", che un po' se lo meritano.

Ogni Paese del mondo festeggia la mamma in un giorno a caso di maggio, altrimenti rischia che attaccano la chiacchiera tutte insieme e non la smettono più. In genere si festeggia in maggio, specialmente perché le mammine giovani cominciano a vestirsti leggero e sale un sentimento materno che levati.

In Italia la festa cade tutti i giorni. Nei Paesi che invece odiano le mamme si festeggia un solo giorno, possibilmente lavorativo.

Storia

L'interesse per la celebrazione della figura materna è stato piuttosto tiepido per qualche migliaio di anni, quando il mammonismo non era stato ancora inventato e i giovani andavano a morire al fronte prima di poter sviluppare qualunque forma di sentimento per quella tizia che cucina e lava per terra.

In Italia

A parte alcune celebrazioni fasciste di cui non si può parlare perché il fascismo è brutto, la festa nasce negli anni cinquanta quasi per caso, quando qualcuno si accorse che ci si poteva fare soldi.

Nel 1956 il sindaco di Bordighera e il presidente della locale Fiera del Fiore scoprono che i fiori non se l'incula nessuno, e quindi di comune accordo inventano una festa in cui regalare fiori sia obbligatorio pena lo svergognamento pubblico. Decidono quindi che il soggetto ideale sia la mamma perché quella se le manchi di attenzioni, o sono pianti da Madonna del Tormento, o sono mattarellate sulla schiena. Il piano funziona alla grande.

Nel 1957 un prete di Assisi si chiede che è 'sta sconcezza di una festa popolare che la Chiesa Cattolica ancora non s'è accaparrata, e passa quindi a scrivere pallosissimi editoriali in cui sostiene, con un raffinato sillogismo, che se la Madonna è la Mamma fra le Mamme, e se la Madonna se la sono inventata i preti, allora anche la mamma è roba loro. Nessuno se lo caga.

Nel 1958 torna alla carica il sindaco bordigherino, proponendo al Senato l'obbligatorietà dei regali floreali su tutto il territorio nazionale, pena lo schiaffeggiamento sulla pubblica piazza. L'iniziativa suscita un forte dibattito riguardo il cosa fare di questo coglione bordigherasco, e infine bocciata per manifesta imbecillità.

Comunque l'ascesa della festa dei mammoni è inarrestabile. Negli anni successivi si impegnano nella causa mammista politici, giornalisti, vescovi, amatori di MILF e quant'altri, ed eccoci qui dopo più di 50 anni che ancora dobbiamo decidere se facciamo più bella figura regalando saponette profumate con cui nessuno si laverà, creme "anti-età" che alludono al fatto che sia ormai una vecchiaccia rugosa, o massaggiatori per il collo che rischiano di finire in altri posti.

In altri Paesi

Meglio ancora è quando è la mamma a farti la festa.

Nel 1870, negli Stati Uniti, una femminista propone il Giorno della madre per la pace, ma non ha successo perché molti quando pensano a "pace" e "madre" ricordano lunghi pomeriggi confinati in una stanza con l'ordine di non fare il minimo rumore.

Nel 1914 è il presidente Woodrow Wilson, ufficialmente il primo mammone entrato nella Casa Bianca, a ufficializzare la festa. La legge, tutt'ora in vigore, impone alle madri di portare la famiglia a mangiare fuori a sue spese, in cambio di ridicoli lavoretti di cartoncino e muco nasale realizzati dai figli a scuola. Il marito invece può invocare il diritto alla "scopata annuale". La mole impressionante di carabattole che si vendono negli USA in questo periodo invece non è imposta per legge, è che sono fatti così.

Negli anni '20 la festa si diffonde in vari paesi dove fa freddo e avere una che ti sferruzza i maglioni fa molto comodo; seguono quindi agli USA la Svervegia e la Danimacchia.

Note

  1. ^ Dio ce ne scampi
  2. ^ che purtroppo da tempo non include più il prendere a mestolate in testa i figli discoli

Voci correlate