Fermata dell'autobus

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Una tipica fermata dell'autobus alle 5.30 del mattino.
« È un'ora e mezza che aspetto il 740 »
(Signora alla fermata da 10 minuti)
« Oggi c'è sciopero? »
(Chiunque dopo anni di attesa alla fermata)
« Passerà tra 5 minuti tranquillo »
(Uno speranzoso Gesù durante il discorso della montagna)
« What your waiting for? »
(Gwen Stefani a persone che aspettano l'autobus)
« Vaffanculo »
(Marco Masini su autobus che non passa)

La fermata dell'autobus è il luogo di ritrovo per anziani logorroici e persone isteriche con problemi di dislessia (talvolta le due classi si fondono creando il temibile vecchiaccio rompicoglioni).

Alcune leggende metropolitane narrano che davanti a queste fermate passino addirittura gli autobus ma, come per l'esistenza del mostro di Lochness, non v'è alcuna certezza.

Cenni storici

La famosa vendetta degli autisti.

All'inizio del '900 in Inghilterra un fatto scandalizzò l'intera nazione: Sherlock Holmes, noto personaggio affetto da autismo, venne sorpreso mentre riceveva lezioni di danza classica nella scuola d'arte di Gayrrison. In poco tempo la notizia si diffuse in tutta Europa facendo nascere una nuova moda: il razzismo verso le persone affette da autismo.

Stanchi dei sopprusi, i discriminati crearono un'associazione: la Lega degli Autisti. La lega divenne ricca e potente, tanto da potersi permettere un nuovo tipo di mezzo di trasporto (gli autobus) per poter mettere in pratica il loro progetto di vendetta. Essi distribuirono volantini facendo credere che questo nuovo mezzo avrebbe accompagnato tutte le persone dove avrebbero voluto, a qualunque orario e con la facoltà di poter entrare anche senza timbrare il biglietto, purché tutti aspettassero in un punto dove l'autobus si sarebbe fermato: la fermata. Nessuno si accorse della trappola; l'autobus passò in ritardo di 3 giorni senza neanche fermarsi e da quel giorno la fermata rimase fino ad oggi solo un luogo di ritrovo.

Orientamento politico

Dato che la Lega Autista fu fondata in segreto e data la voglia della gente di prendersela con qualcuno, nacque inconsciamente un partito che vede tutti d'accordo: Uniti contro l'azienda.

Il pensiero politico di questo partito si fonda sul "lamento". La parte essenziale non sta né nell'organizzare manifestazioni o raccolte firme, né di fare attentati terroristici, né di protestare in qualsiasi altro modo, bensì sta nel parlare, parlare, parlare e ancora parlare con chiunque sia a portata di voce[1], prendendosela con l'azienda perché non comprano altri autobus, perché non puliscono, perché c'è la crisi, perché la bolletta dell'enel è aumentata e perché il figlio del vicino va male in geometria.

Per chiunque fosse interessato a iscriversi al partito, ricordiamo il motto: la colpa è sempre dell'azienda.

Sport

Gente che rincorre un autobus mentre si prospetta a fare il salto della fermata.

Oltre ad essere un luogo di ritrovo, la fermata dell'autobus funge da area sportiva per le competizioni della specialità sportiva preferita dagli autisti: il salto della fermata.

« FERMATAAAAAAAAAAAAA »
(Qualcuno su salto della fermata)

Divenne una disciplina olimpica tanto tempo fa a.C. e nella prima edizione a Bedrock vinse George Nate Slate davanti all'americano Fred Flinstones[2]. Col tempo la competizione si fece sempre più agonistica, questo comportò allenamenti sempre più frequenti. Ad oggi gli atleti si allenano ogni giorno per almeno mezza giornata[3] suscitando l'interesse e il tifo delle persone che incitano i loro idoli con frasi come "bussolaaaaaa" o con imprecazioni e frasi riferite alla dubbia moralità materna.

Il più grande campione della disciplina è stato il brasiliano Ambrogio, adesso ingaggiato come rappresentante alla Ferrero Rocher©.

Abitudini

Da quando la rivista "Vogue" ha pubblicato la classifica delle cose ganze da provare, è nata una nuova moda tra gli attendenti alla fermata dell'autobus, che è tra l'altro anche la number one della classifica: domandare (detto anche chiedere o ti-rompo-un-attimo-i-coglioni). Non è importante fare una domanda intelligente, neanche di farla sensata, ragionata, logica, divertente, retorica, fungiforme o Lipschitziana, l'importante è farla!

Una delle domande più comuni è "è già passato l'autobus?"; ovviamente questa domanda richiede un certo grado di genialità e quindi gli unici che possono porla ad un altro passeggero in attesa sono solo gli anziani con almeno 50 anni di esperienza di autobus alle spalle e con un certificato che dovranno esibire prima di farla.

Gli anziani, oltre le domande, hanno anche un'altra carta da poter giocare nelle giornate di attesa alla fermata: l'aiuto. Come nelle domande, anche negli aiuti non occorre usare il cervello, bensì richiedere sempre. Gli aiuti, fino a qualche tempo fa, consistevano nel leggere scritte cubitali, nel vedere l'orario o nell'attraversare la strada, però adesso i tempi sono cambiati e anche gli anziani si sono modernizzati per ricevere assistenze al passo con i tempi. Inizialmente comprano un telefono cellulare (con fotocamera, tostapane e macchinetta per il caffè incorporato) al modico costo di 2 pensioni e mezzo, e successivamente, avvistato un giovane pollo dall'aria gentile, chiederanno aiuto anche per tenerlo in mano[4][5].

In conclusione

Consigliamo vivamente di visitare la fermata dell'autobus o anche di passare quì le vostre vacanze da sogno, come avete visto non manca proprio nulla: c'è storia, sport, tradizioni, divertimento e per i più coraggiosi esistono storie di fantasmi di autobus che compaiono una volta all'anno.

Che aspetti? Affrettati! I posti sono limitati perché i vecchi si svegliano presto e occupano tutte le panchine.

Note

  1. ^ Con gli estranei è anche meglio.
  2. ^ Nella prima edizione venivano usati i brontosauri.
  3. ^ Durata di tempo del turno di un autista.
  4. ^ Il cellulare ovviamente.
  5. ^ Da qui deriva anche il termine "smanettare" il cellulare.

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