Fegato alla veneziana

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(Rimpallato da Fegato alla Veneziana)
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"La figà in gondoeta
l'altra sera gò menà
dal piasser de la zeóla ea povareta
la s'à in bota indormensà."


« Guardalo: a te sembra carne? Ti sembra che somigli alla carne? Ma non dire cazzate. Il fegato è... fegato »
(Quella volpe del tuo compagno di banco)

Il fegato alla Veneziana (o, come lo chiamano gli intenditori, fegato cotto tre minuti in più per renderlo più morbido) è un piatto tipico molisano. Tra i vari piatti tipici, questo è sicuramente uno dei più conosciuti in tutto il mondo[e la marmotta confeziona la cioccolata] per il suo profumo inconfondibile e particolare, per il suo sapore deciso e perché una volta un signore lo guardò e notò che, unendo le macchie d'olio sulla carne, veniva fuori un uomo che pescava.

Storia

Ho l'acquolina in bocca!

Io ho formulato diverse teorie sull'origine della pietanza; di seguito riporto le principali.

Prima teoria

Le origini di questo piatto, chiamato in veneto figà àea Venessiana, risalgono addirittura al tempo dei Romani, che usavano cucinare il fegato dei gatti insieme ai fichi.[1]

I marinai veneziani, col passare del tempo, sostituirono i gatti con i prigionieri morti nella stiva delle galere[2]. Aggiunsero poi la cipolla e ne fecero un piatto che oggi è apprezzato in tutto il mondo.

Seconda teoria

Il nome originario della ricetta è cipolla con fegato. Le testimonianze più antiche a noi note sono tracce ritrovate sulle pareti di alcune grotte e noi pensiamo che risalgano al protolitico. Può anche darsi, però, che sia stato un orso a lasciare i segni dopo essersi mangiato il fegato di un boyscout di passaggio, a testimonianza del fatto che gli scout sono veramente buoni (in tutti i sensi).

La ricetta venne scoperta (e, poi, pubblicizzata) da una dolce cuoca sexy del Molise e per questo divenne nota con il nome di fegato alla iserniota. Quando un furbone del Nord si accorse che il Molise non esiste, decise di approfittarne: impegnò le sue energie nel reinterpretare l'idea della giovane molisana, la mise sotto copyright (l'idea, non la cuoca) e rilasciò la ricetta sotto il nome di fegato alla veneziana.

Ingredienti

La dichiarazione d'amore al fegato da parte della cipolla. Da allora vissero felici e contenti per tutta l'eternità.
  • Vino bianco o urina di gatto;
  • Alcol denaturato
  • Cipolla;
  • Colorante naturale E45F.9779
  • Tanta cipolla;
  • Un cuoco disposto a partecipare ad un sacrificio umano agli dei (possibilmente veneziano, per dimostrare ai vostri ospiti che è fegato alla veneziana[citazione necessaria] e non alla terzignese).

Preparazione

Fegato e cipolla, dopo la dichiarazione d'amore passano ai fatti: l'accoppiamento.

Passo 1: fate dei prigionieri

Il modo più comune per ottenere dei prigionieri è iniziare una guerra contro un'altra nazione. Questa fase è molto importante: infatti, un sano italiano che segue la dieta mediterranea non ha lo stesso fegato di un tedesco dopo l'Oktoberfest.

Quindi, la scelta deve essere calcolata e ragionata. I nostri generali raccomandano di appoggiare una cartina sul tavolo e di far ruotare una bottiglia sulla cartina: il caso deciderà per voi.[5]

Passo 2: estraete il fegato

Prendete un prigioniero, sacrificatelo agli dei (o ai Grandi Antichi a seconda della vostra fede), contattate telefonicamente Bear Grylls invitandolo a cena, in modo che vi aiuti ad estrarre il fegato.[6]

Si raccomanda di sacrificare solo soldati uomini (le soldatesse serviranno per placare le vostre truppe, irritate perché quella squisitezza del fegato alla veneziana ve la mangiate solo voi e i vostri cortigiani, nel vostro palazzo).

Passo 3: cucinatelo

Condite il fegato con olio di cuore, un pizzico di colorante E45F.9779[7] e lasciate marinare nel vostro frigo a legna per almeno 24 ore girandolo, ma non vi diciamo ogni quanto tempo perché siamo bastardi geneticamente.
Passate le 24 ore prendete il fegato e immergetelo in una casseruola affogandolo con l'alcol denaturato, possibilmente a 90 gradi.[8]
A questo punto, tagliatelo a julienne e passatelo nella farina. Nel frattempo, prendete una padella, immergetevi l'olio di ricino, rosolate per circa quattro secondi. Prendete un tagliere e affettate tutte le cipolle. Questa è un'operazione delicata, in quanto verserete lacrime come le Cascate del Niagara, che arricchiranno ancora di più la pietanza, dandole un forte sapore deciso, dolce ma con quel non so che di salato.
Ora saltate le cipolle con del burro e sfumatele con l'urina di gatto. Una volta che le cipolle sono appassite unite e amalgamate molto bene il restante degli ingredienti, e continuate la cottura per altri cinque minuti stando attenti a non farlo essiccare troppo. Dopo circa 5 minuti il piatto sarà pronto e si potrà gustare con un buon bicchiere di vino.

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

Note

  1. ^ Lo so perché l'ho letto su Focus junior.
  2. ^ i gatti servivano vivi, visto che almeno cacciavano i topi
  3. ^ inutile perdere tempo a cercarlo, buttati direttamente nella pentola.
  4. ^ Da servire a temperatura ambiente nel caso il piatto non dovesse risultare gradito
  5. ^ Si raccomanda di fare guerra alla nazione che è sotto il collo, e non il centro, della bottiglia...
  6. ^ Consiglio dello chef: per avere un fegato freschissimo, non uccidete il prigioniero. Limitatevi a stordirlo, in modo che resti vivo.
  7. ^ Per i meno esperti: è lo stesso che usa la FIAT per le sue macchine
  8. ^ Non preoccupatevi se, nel frattempo, diventa cirrotico ed ingrossato: in cottura rende meglio!

Voci correlate


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