Farinelli

Da Nonciclopedia, la cosa che cosa.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca


Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Farinelli
Potrebbe sembrare un po' pedofilo, ma a quei tempi queste pose facevano fighi.
« Cazzo.... non funziona!!! »
(Ex ragazza su calcio nelle palle)


Farinelli (nome d'arte di Carlo Broschi) era un eunuco (un altro termine per dire: castrato, evirato, scoglionato, detesticolato eccetera) forse il più famoso, soprattutto perché ossimoricamente aveva più donne di Casanova, questo infatti scrisse: "Con un busto ben fatto, aveva la vita di una ninfa e, sembra quasi incredibile, il suo petto non era per nulla inferiore, né per forma né per bel..."

« BASTA! mi sono rotto i coglioni!Che tu sia dannato!  »
(Tu su Me dopo aver letto)

Gli inizi

Suo padre era musicista, ma ancor di più sadico ed alcolizzato: quando non suonava il clavicembalo, suonava Farinelli e per sua volontà fu privato della propria mascolinità. In seguito venne mandato a Napoli da un noto maestro di canto dell'epoca. In questo periodo durato 5 anni Farinelli affrontò una dura routine che però gli avrebbe assicurato la preparazione adatta per fare il suo grande debutto, in realtà venne brutalizzato a ogni singolo sbaglio, ogni santo giorno, con i metodi più sorprendenti, finché non imparò a cacciare grida, acuti, cinguettii e a simulare il verso di un ornitorinco paraplegico.

Il debutto

Ormai gli erano rimasti solo il suo cane e la sua frangia.

Nel 1720 dopo 5 anni di brutali soprusi nei quali non poté vedere la luce del sole, fu pronto per il grande debutto, anche se questi anni di prigionia non lo avevano reso molto dissimile da Gollum: infatti sviluppò una malattia della pelle analoga a quella di Michael Jackson, rimanendo però abbastanza presentabile anche se più pallido dei poveri cristi che in seguito lo avrebbero sentito cantare. Da qui gli venne affibbiato il nome di Farinelli. Dopo il primo concerto uno dei pochi superstiti lo indirizzò verso il grande pubblico. Farinelli cantò spesso nei teatri di Venezia e Milano, dove era solito fare strage di cuori e non solo, tanto che in alcuni episodi venne utilizzato come alternativa atroce all'esecuzione tramite fucilazione per traditori e disertori. Ma solo quando trovò lavoro alla corte di re Luigi XV di Francia, che fra i tanti passatempi che aveva oltre ad amare il buon cibo e il bel canto, amava anche il bel cantante, raggiunse il completo successo e la ricchezza. Oltre ad essere conosciuto come uno dei più famosi castrati, venne anche pagato prodigalmente dal re per farselo adagiare dolcemente laggiù. Questo non fece altro che bene al famosissimo evirato che vide la sua voce dotarsi di una grazia sublime che lasciava desiderose le donne e affliggeva con quegli acuti le gonadi maschili.

Morte

Nel 1759 si allontanò dal sipario, e si ritirò in una villa a Bologna nella quale dopo un breve periodo conobbe la morte, ci fece amicizia e si dice che era solito tutti i sabati sera giocarci a briscola, ma quando se ne andò anche quest'ultima, rimase solo e depresso, anche se la morte gli assicurò che in futuro gli avrebbe fatto una visita di cortesia. In questo periodo iniziarono a manifestarsi le prime demenze senili, diventò emo e si chiese se nella sua vita avesse mai fatto qualcosa di utile all'umanità. Ovviamente cercò di suicidarsi molteplici volte, non riuscendoci. Rendendosi conto di non riuscire nemmeno a suicidarsi, si rassegnò all'idea di vivere il resto della sua esistenza giocando a briscola nei bar con i vecchi. La morte gli fece visita un'altra volta nel 16 settembre del 1782, per fargli una sorpresa, ma quando la rivide con grande gioia il suo cuore non resse e così trapassò.