Fahrenheit 451

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia libera con l'indulto.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La locandina originale del film, con l'attore principale Adolf Hitler, nome d'arte "'Adler"


Fahrenheit 451 (edito in Italia anche con i titoli: “Gli anni della fenice”, “Gli anni del rogo”, “Gli anni della nostra vita”, “Gli anni, degli 883) è un romanzo di genere distopico del 1953, scritto da Ray Bradbury. Tuttavia su Internet gira da tempo la voce che Bradbury non esisterebbe come entità autonoma, ma sarebbe in realtà una creazione distopica di George Orwell (ideatore del Grande fratello, dell'Isola dei famosi e de La talpa). Alcuni siti ancora più distopici ribattono che invece sia Bradbury che Orwell sono personaggi distopicitatissimi dell'opera utopica “L'Utopia”, di Tommaso Moro.[1] Lasciando da parte queste sterili polemiche, inutili all'interno di Matrix, dove nulla è reale, passiamo alla descrizione del film, no aspettate... Libro, è un libro, giusto. Anche un film, però.

Trama

Guy Montag è un milite del fuoco, vale a dire, contrariamente a quanto si pensi, che nella società immaginata da Bradbury egli ha il compito di appiccare il fuoco invece che di spegnerlo. Le case infatti sono totalmente ignifughe, tecnologicamente avanzate, c'è un diffuso benessere e la guerra, quella sì, c'è ancora, ma all'estero, lontano dagli occhi, lontano dal cuore, quindi va bene. In questo scenario edificante si riscontra solo una piccola macchia: la lettura e la detenzione di libri è severamente vietata[2], mentre quella di marijuana è vivamente consigliata. Perciò Guy e i suoi colleghi bruciano tutta la carta stampata che riescono a trovare, qualche volta anche delle simpatiche vecchiette, per sbaglio. Montag va avanti con la sua vita di piromane a tempo indeterminato nel settore pubblico, senza farsi domande, per molti anni. Finché un evento inaspettato non sconvolge la sua routine: la moglie Mildred, una sera, ingerisce una mastodontica quantità di sonniferi, bastante per mettere a nanna in via definitiva un paio di rinoceronti. Montag la trova ancora viva, riflette con calma se sia il caso di salvarla o no, accarezza l'idea di trovarsi un'amante più giovane e bella[3] e decide infine di chiamare un'ambulanza, ma solo perché una morta in casa porta male. In questo frangente emerge con prepotenza la natura fantascientifica dell'opera, i medici di fatto non la portano nemmeno in ospedale, non si preoccupano di richiedere un'assistenza psichiatrica per un'aspirante suicida, ma le schiaffano un tubo in gola, tirano su un po' di robaccia, compreso un polmone, e tanti saluti.

Montag, la mattina dopo, chiede alla donna il motivo dell'insano gesto, costei si limita ad una alzata di spalle.

Mildred in una foto d'archivio.
« Non mi ricordo cos'ho fatto un'ora fa, figurati ieri sera. »
(Mildred sui motivi dell'insano gesto.)

La donna conclude informandosi sulla quantità di erba rimasta in casa. Il nostro sulle prime rimane un po' perplesso, si rende conto che è ora di andare a lavurè e se ne strafrega altamente della vacca autolesionista, come i due medici, terminando con una teatrale uscita.

« Il vomito per terra lo pulisci tu, battona. »
(Montag chiude il discorso in modo pragmatico.)

La giornata lavorativa di Montag scorre tranquilla, dà fuoco ad un paio di manuali sul giardinaggio, alla Repubblica di Platone, al Giornale di Sallusti e ad una caterva di libri dei comici di Zelig.

Sulla via del ritorno, Montag fa la conoscenza di Clarisse, un'attraente pasionaria della CGIL. Lo scopo dell'uomo sarebbe solo quello di farsela al più presto, sfortunatamente dalla ragazza riceverà solo pistolotti impegnati sulla sua formazione scolastica, sulla società superficiale e dittatoriale in cui vivono e bla bla bla...[4] In sintesi non batte chiodo, e va a finire che Clarisse viene investita in stile gatto randagio da una comitiva di giovani skinhead.

Un recente riadattamento dell'opera.
« Clarisse, mi permetti di mostrarti altri modi di usare la bocca, oltre che per descrivere tutta la tua esistenza minuto per minuto? »
(Montag tenta di dare il suo contributo ai monologhi dell'amica.)

Gli avvenimenti degli ultimi giorni, comunque, spingono Montag a riflettere sul significato profondo delle cose, sul vuoto di ideali che si nasconde dietro gli orpelli della loro vita iper-tecnologica, su come diavolo facciano Mildred e quelle cornacchie delle sue amiche a vedere una televisione che occupa un'intera parete, da vicino, senza accecarsi. Un processo di nuova consapevolezza si è avviato nel milite del fuoco[5] che inizia così a sottrarre alcuni libri che dovrebbe bruciare, e a leggerli di nascosto. Il timore costante lo accompagna in questa fase, dovuto in non poca parte ai discorsi sornioni dico-non dico-potrei sapere tutto-oppure no del capitano Beatty, suo diretto superiore. Un uomo con la rara capacità di non pronunciare mai una frase con un unico significato, di modo tale che non si capisca mai, MAI, cosa sta pensando davvero.

Risultato standard del porsi la domanda: "cosa avrà voluto dire?" Quando si parla con il capitano Beatty.

Montag, spinto dall'ansia di saperne di più sull'arte della narrativa, nonché di sciogliere finalmente un dubbio che lo divora da settimane (il diario di Melissa P è un vero diario? Cioè, li ha fatti lei tutti quei numeri? Sul serio?[6]) si rivolge tramite amici comuni ad un vecchio intellettuale – inventore occasionale, di nome Faber. Costui vorrebbe solo provare su di sé il rude amore virile del milite del fuoco, facendoglielo capire con tute al lattice aderenti ed altre tenute piuttosto succinte[7], ma viene sistematicamente ignorato in questo senso. Dunque non gli resta che imbastire discorsi impegnati con Montag sulla letteratura, sul senso della vita e bla bla bla... Ottiene una mezza vittoria solo quando Guy lo autorizza ad infilargli nell'orecchio un auricolare, dal quale l'anziano può sibilargli varie oscenità da mane a sera.

« Guy, ti dispiacerebbe chinarti per prendermi quel volume? »
(Faber ci spera un po'.)
Faber... Non sono sicuro dell'utilità di questo metodo di apprendimento.

La situazione, già precaria di suo, precipita quando quella grandissima troia delatrice di Mildred lo denuncia ai militi. Beatty, accorso sul posto[8], costringe Montag a dare alle fiamme la sua casa con il lanciafiamme di servizio, non pago, obbliga la sua vittima ad una conversazione filosofica con lui. Durante questa tortura con parole, Beatty dichiara, forse, che anche lui ha letto libri, ma probabilmente no, e ne è rimasto affascinato, o li ha odiati ancora di più, oppure che ha scelto di odiarli, per non soffrire come Guy nel comprendere che il loro mondo tutto sommato fa piuttosto cagare. O no. Montag, sfinito, decide di dare a fuoco anche Beatty, che si accascerà a terra urlando di un dolore atroce, ma con un mezzo sorriso che potrebbe far pensare che non aspettava altro. Inizia una caccia all'uomo condotta da tutta la polizia municipale della sua città, coadiuvata da uno strano attrezzo chiamato “segugio meccanico”, un cane\ragno robotico, con otto zampe e la capacità di fiutare le persone, appunto, che però ha anche un pungiglione velenoso tipo scorpione. Il suo creatore potrebbe presumibilmente essere il capitano Beatty. Montag, con il prezioso soccorso di Faber, e delle clamorose botte di culo,[9] riesce a fuggire dalla città. Lungo la vecchia linea ferroviaria, in un bosco, trova dei fuggitivi come lui, che hanno l'hobby di imparare libri a memoria e ripeterseli a vicenda. Montag, trovandoli troppo noiosi perfino per uno che è stato amico di Clarisse e Faber, tenta di tornare in città tra le braccia del segugio meccanico, ma una provvidenziale bomba atomica sganciata proprio in quel momento lo convince a desistere. Almeno quella stronza della sua ex-moglie è stata fatta arrosto.

Accoglienza della critica

Molti critici hanno accostato il romanzo alle opere precedenti di Orwell e Huxley. Sebbene ciò non sia stato fatto in termini denigratori, ma solo di paragone, l'autore ha fornito una risposta infuocata, provvedendo di persona a mettere al rogo i suddetti critici.

Un critico osserva stupito la reazione "fiammeggiante" di Bradbury.

Significati nascosti

Il titolo, Fahrenheit 451, viene da alcuni riferito alla temperatura di autocombustione della carta, secondo le unità di misura imperiali. Va detto che nel romanzo 451 è solo il numero sull'elmetto di Montag.[10] Fine dei significati nascosti.

Il Signore degli anelli? Ma sei matto? Sono millemila pagine! Adesso sono troppo preso da questo reality, dove Paris Hilton cerca la sua nuova migliore amica...

Significati evidenti

Il libro mostra come una società di persone superficiali, burine ed ignoranti come capre sia facilmente governabile da un regime dispotico, tramite l'illusorio senso di benessere che viene propagato anche attraverso la cultura di massa. Cultura si fa per dire. Cittadini che non leggono una riga di niente nemmeno sotto tortura [11] e credono costantemente alla visione più o meno strumentale che la TV da del mondo, non sono cittadini davvero liberi e consapevoli. Qui si notano anche le differenze tra la distopia di Bradbury e la realtà. In Italia, ad esempio, non c'è bisogno di dare fuoco alla carta stampata. Tanto nessuno ha voglia di leggere, in ogni caso, aspetteremo che esca il film.[12]

Note

  1. ^ Storici di epoca recente affermano che Enrico VIII, orripilato da tali invenzioni, ne avrebbe ordinato la decapitazione per impedirgli di mettere al mondo altri abomini.
  2. ^ Anche quelli delle ricette di Benedetta Parodi.
  3. ^ La crisi del settimo anno...
  4. ^ Un problema classico con le gnocche di sinistra.
  5. ^ Tra le altre cose si rende conto che Mattino 5 è una cagata pazzesca.
  6. ^ Perché in caso, la voglio conoscere!
  7. ^ Successivamente vietate dalla Convenzione di Ginevra.
  8. ^ In verità, la giornata di Beatty è solo un lungo aspettare di fronte al telefono che qualcuno lo chiami per un incendio. Il dramma della solitudine.
  9. ^ Il soccorso di Faber e le botte di culo sono intimamente connessi.
  10. ^ Sulla pagina di Wikipedia c'è un ragionamento molto cervellotico sul punto, se così non ti sta bene, veditelo.
  11. ^ Sì,siamo noi.
  12. ^ No, non uscirà un film di questa pagina.