Faccia di pietra

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Busto in pietra della faccia di pietra di Aristotele mentre gioca a faccia di pietra.
« Sono una donna, non un oggetto! Non cederò mai il mio corpo per un gioco così depravato... »
« Faccia di pietra!!! »
(Appassionato di faccia di pietra giunto all'Isola di Pasqua)
« Scusa capo... forse meglio che stia io capotavola »
(Immigrato congolese prima di sedersi a giocare)


Faccia di pietra è considerato uno dei più divertenti e appaganti giochi da tavolo, probabilmente per la controversia originale secondo la quale la maggior parte delle azioni si svolge non sopra il tavolo ma sotto di esso.[1] È un gioco facile da realizzare e alla portata di tutti; infatti, i materiali necessari sono abbondanti in natura[citazione necessaria] e semplici da trovare, come il legname e la femmina (o l'aspirapolvere in alcune varianti), e anche il regolamento è facilissimo da imparare.

Come giocare

Uno degli elementi fondamentali per giocare.

Giocare è semplice! Basta avere un tavolo preferibilmente rotondo, magari anche delle sedie anche se non necessario, una quantità indefinita di maschi, una ragazza[2] e tanto, tanto autocontrollo. È così semplice che non serve nemmeno avere i pantaloni!

« Sono stufo di questi giochi da tavolo che prevedono l'uso di pantaloni! Pretendono che tu li metta e non li danno nemmeno compresi nella confezione... poi sono piccoli, leggeri, volano via e si perdono facilmente... sai poi che noia ritrovarli??!! »
(Un ragazzo con le sue ragioni)

Per iniziare i ragazzi si siedono a pacco scoperto[citazione necessaria] intorno al tavolo e la ragazza prende posizione sotto di questo al centro (se il tavolo è rotondo) o in corrispondenza dell'intersezione delle diagonali (nel caso sciagurato in cui il tavolo fosse quadrato o rettangolare[3]). A questo punto, la ragazza sceglie una fava a piacimento, senza rivelare a nessuno quale ha scelto, e inizia a lavorarsela come fosse un Calippo. Il proprietario della fava deve cercare di rimanere impassibile, in pratica non deve far notare agli altri che sta subendo del sesso orale dalla baldracca che sta di sotto. Il nome del gioco "faccia di pietra" deriva proprio da questa inespressività che deve mantenere il fortunato giocatore, che, se lascia trapelare cosa sta accadendo nelle parti basse, autorizza gli avversari a urlare "faccia di pietra!!!" e scatafasciargli un metro quadro di travertino in piena ghigna.

Venuto[citazione necessaria] un concorrente si passa al successivo, sempre con la casualità tipica della roulette russa. Attenzione a non farsi beccare!

Regole fondamentali

Berlusconi dopo aver perso a faccia di pietra e aver subito la penitenza.
  • La lunghezza del pene in erezione dei partecipanti non deve essere superiore a quella del diametro del tavolo. Se, per qualche malaugurato caso, questa regola non fosse rispettata, colui il quale venisse scelto dalla ragazza per il lecca lecca, si rivelerebbe al giocatore che sta di fronte appoggiandoglielo e perderebbe istantaneamente la sfida. Il divertimento sarebbe rovinato.
  • Mentre la ragazza è all'opera[citazione necessaria], il pene va tenuto in posizione orizzontale. Tenerlo in verticale vorrebbe dire per la ragazza sbattere la testa a ripetizione contro il bordo del tavolo, avvisando gli avversari con segnali acustici.
  • La ragazza ha la possibilità, mentre ciuccia, di spucigare con le mani i cetrioli di al massimo altri due giocatori (o anche quattro, se è in grado di usare bene i piedi[4]) per confondere le idee.
  • Si vince quando si raggiunge l'orgasmo senza che gli altri se ne accorgano.
  • Si perde quando la dentatura va a puttane per colpa della roccia sedimentaria sopracitata.
  • La ragazza non è un vero e proprio giocatore, ella non può né vincere né perdere, ma in questo gioco torna ad essere considerata proprio com'era considerata la donna in generale fino a qualche decennio fa: uno strumento.
  • A gente con funghi, infezioni, altre schifezze purulente all'inguine e ai vecchietti in andropausa non è permesso giocare.[5]
  • Se la tavola fosse di vetro trasparente, è obbligatorio l'utilizzo della tovaglia.

Origine ed evoluzione

La mascotte ufficiale dei giochi olimpici di faccia di pietra.

Il gioco fu inventato dai vichinghi, i quali, dopo la sbronza, non sapevano come impiegare le fanciulle rapite dal villaggio appena saccheggiato e le mettevano sotto i tavoli a pulire i rifiuti del banchetto o, in alternativa, a fare pompe ai commensali. In poche sceglievano la prima opzione.[6] All'inizio, il gioco veniva usato come pretesto per bere, la ragazza aveva solamente la funzione di sollazzare ulteriormente i giocatori. Successivamente, i vichinghi si resero conto che i maschi erano più interessati a trovare un buco in cui infilarlo che non alla brocca di idromele che avevano sul tavolo; per questo decisero di rendere faccia di pietra un vero e proprio gioco a sfondo sessuale.

Il gioco si diffuse in tutta Europa, in particolare tra il popolo greco e quello romano. A quel tempo, per colpire la faccia dei giocatori durante la penitenza, veniva utilizzato un capitello corinzio, introdotto al posto del comune Martello di Thor utilizzato dai nordici, il quale causava danni cerebrali ben più gravi e ferite antiestetiche permanenti.[7]

In Italia, durante il periodo rinascimentale, i capitelli classici vennero ulteriormente sostituiti dai blocchi di travertino, in uso ancora oggi, o dai più economici[citazione necessaria] tondi del Michelangelo, caduti in disuso dopo l'avvento di Napoleone a causa della difficile reperibilità.

Varianti del gioco

Oltre alle meno conosciute varianti faccia di merda e faccia di cazzo, le quali hanno avuto poco successo a causa della scarsa igiene della penitenza, esistono altri adattamenti di faccia di pietra, che si distinguono dall'originale per alcune piccole modifiche introdotte allo scopo di renderlo piacevole anche a quelle categorie di persone che non si rispecchiano nella descrizione del maschio rozzo, buzzurro e porcellone.

Una probabile partita di poker faccia di pietra a soldi. Da notare le espressioni impassibili dei giocatori.

Nerd faccia di pietra

I giocatori si siedono attorno a una tavola rotonda[citazione necessaria], vestiti da cavalieri di Re Artù o da personaggi di World of Warcraft, e sotto il tavolo è presente uno sfortunato giocatore scelto con un tiro di dadi che usa l'aspirapolvere (a cui naturalmente viene tolto il tubo). La complicazione sta nel riuscire a rimanere impassibili anche nell'eventualità in cui la "punta del piffero" entri in contatto con la ventola d'aspirazione dell'elettrodomestico.

Faccia di pietra al femminile

In questa variante, le ragazze stanno attorno al tavolo e un ragazzo sotto. Il difficile qui è trovare un gruppo di ragazze disposte a farsi slinguare da un uomo, o dalla propria amica lesbica del cuore, o trovare un maschio etero che riesca a stare sotto il tavolo senza masturbarsi ininterrottamente. Dato che le donne hanno sempre tempi più lunghi dei maschietti, è consigliabile l'utilizzo da parte del ragazzo di un trapano con un sughero in punta per accelerare i tempi.[8]

Faccia di culo

Giocato soprattutto da omosessuali o, in ogni caso, da persone con scarsa dignità. Si svolge come il normale faccia di pietra, con la sola e unica differenza che, dopo aver perso, non è la pietra a essere sbattuta in faccia.

Para faccia di pietra

La variante del gioco per paraplegici e individui affetti da paralisi periferica o centrale del nervo facciale. La cosa divertente è che, finché nessuno viene scoperto, la ragazza è costretta a continuare il suo lavoro per un tempo potenzialmente infinito, insomma, fino a quando non riuscirà a generare una qualche smorfia in un paralitico o a far godere un paraplegico.

Note

  1. ^ Ho già detto "tavolo"?
  2. ^ O qualunque femmina disposta a giocare.
  3. ^ Occhio agli spigoli!
  4. ^ Solamente per troie esperte.
  5. ^ In una versione alternativa del gioco è permessa la partecipazione ai vecchietti in andropausa, purché gli si rizzi ancora.
  6. ^ Aaah le donne del Nord... sempre le migliori!
  7. ^ I greci si sa che siano fissati con la bellezza.
  8. ^ Lasciando ai più esperti l'utilizzo di mani e lingua.