Ex gay

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia biologica a km 0.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
« OMOSESSUALITÀ: GUARIRE SI PUÒ! »
(CCSG sugli ex gay )
« IDIOZIA: per quella ci stiamo ancora attrezzando... »
( Tutti sul CCSG )

Un ex gay è una persona matura e serena[citazione necessaria] che lottando contro il mmmale satanico che lo pervadeva è riuscito a liberarsi dal terribile germe omosessuale.

Un ex gay ad una convention balla con gli amici sulle note di Madonna.

Definizione

Per spiegare al lettore cos’è un ex gay, ricorreremo ad una testimonianza convenientemente anonima di uno che a cambiare ce l’ha fatta. Useremo a questo scopo un nome del tutto convenzionale, Luigino. Avevamo pensato di optare per il tradizionale Luca, ma siccome è inflazionato per questo genere di racconti vi rinunciamo, pur se ciò impedisce di fare simpatici giochi di parole come “Luca Lucazzo” o “Luca lo suca”. Precisiamo che noi vogliamo solo raccontare una storia, la SUA storia vera[citazione necessaria], SUA e solo SUA. Ma come ogni buona storia-stereotipo, la racconteremo in modo che sembri (sembri?) applicabile a tutti gli ex gay del pianeta.

Gli inizi

La storia di Luigino è triste, ma anche bella; allegra eppur malinconica; asciutta, ma anche umida.

Fin dall’età di sei anni, il povero Luigino si rivelò essere un ragazzo problematico: tanto per cominciare guardava con troppo interesse i telefilm di Tarzan; poi giocava soltanto con i pupazzetti di Action Man o a fare la mamma col Cicciobello, si eccitava visibilmente quando si guardava allo specchio, insegnava ai compagni di classe i segreti dell’autoerotismo. La madre, donna moderna, istruita e niente affatto superstiziosa, era già così vagamente preoccupata dal comportamento di suo figlio. Ma quando in casa iniziarono a verificarsi strani fenomeni sovrannaturali, come la sparizione improvvisa e inspiegabile di numerosi oggetti (fra cui un matterello, un lettore mp3, una cassa intera di zucchine scure, tre bottiglie di Levissima e un criceto), la santa donna, religiosa ma non superstiziosa, fu illuminata dalla comprensione:

«  Qui c’è lo zampino di Satana! »
(La laica e moderna madre di Luigino )

L’unica cosa sicura è che, se una parte del corpo di Satana era coinvolta, quella di sicuro non era lo zampino … Ad ogni modo, presa coscienza della tragica verità che il povero Luigino era posseduto nientepopodimenoché dal principe delle tenebre in persona, la mamma corse ai ripari: bruciò tutti i libri di Harry Potter che aveva in casa e portò il figlio a farsi esorcizzare. Povera ignara! Non ci fu esorcismo violento, preghiera accorata o lassativo potente che potesse salvare il giovane: ormai Satana era entrato in lui, e dalla porta posteriore (in buona compagnia). Nonostante i pianti disperati della madre, Luigino continuò imperterrito sulla sua strada di perdizione, masturbazione e porno, fin quando, a vent’anni, realizzò “Ma… ma… a me piace il cazzo! Non è che sono gay?”.

Ebbene sì, il genio aveva ragione. Ora, c'è chi l'amore lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione, Luigino né l'uno né l'altro, lui lo faceva per passione. Aveva una passione per i cazzi di ogni genere; gli piacevano proprio tutti e tutti allo stesso modo (forse con una lieve predilezione per quelli enormi). Col tempo aveva messo su una pregevolissima collezione di pornazzi gay, così da poter vedere ogni giorno un cazzo diverso. Ma immaginate la sorpresa che ebbe quando scoprì che anche lui poteva fare come i suoi amici etero, e portarsi ogni sera a letto una persona diversa! L’unica differenza era che il sesso occasionale con un altro uomo di rado comportava lacrimucce e legami sentimentali (che sono roba da femminucce), quindi ciò rendeva la scopata molto più semplice e divertente. Da allora, in sette anni, Luigino assaggiò più di diciottomila cazzi diversi, un numero che sale considerevolmente se consideriamo anche quelli che assaggiò solo con la bocca; inoltre aveva sperimentato tutte le malattie veneree conosciute (e scopertone anche un paio di nuove) e si era naturalmente beccato l’AIDS, perché la madre ci aveva tenuto ad insegnargli che il preservativo è uno strumento peccaminoso.

Il ravvedimento dalla vita di peccato e perdizione

Eppure, nonostante questa vita così ricca e piena di soddisfazioni, si sentiva sempre questa specie di vuoto dentro … Intendiamoci, se Luigino avesse saputo che da piccolo aveva subito la lobotomia, si sarebbe spiegato quel vuoto molto più facilmente. Anche tener conto del fatto che era disoccupato, troia dentro, sieropositivo, stronzo con tutti e quindi senza amici, drogato e fan di Povia, avrebbe aiutato a spiegare questa strana sensazione di infelicità. Sta di fatto che lui la attribuì al fatto di essere gay. Insomma, gira che ti rigira, a ventotto anni Luigino decise che dopo essersi fatto rompere il culo tutta la vita ed esser diventato ormai sofferente di una grave forma di diarrea cronica, la sua dignità ormai se l’era già giocata e cadere più in basso di così non era possibile, nemmeno partecipando ad uno di quegli strani gruppi pseudoreligiosi di guarigione.

Non sapeva quanto si sbagliava.

Le tecniche per la guarigione

I metodi per guarire cui il nostro Luigino ha potuto ricorrere sono numerosi, e tutti funzionano a meraviglia. Elenchiamoli in ordine di efficacia:

Metodo nazista

Il metodo senza dubbio più efficace, con una percentuale di guarigioni dall’omosessualità prossima al 100%. Questo metodo consiste nel mettersi a spaccar pietre all’aperto, tutti i giorni, millemila ore al giorno, in qualsiasi condizione climatica, fino ad avvicinarsi al suicidio o alla morte per stenti. La maggior parte degli omosessuali sottoposti a questa terapia ne escono che sono uomini nuovi oppure non ne escono proprio. Nei rari casi in cui tutto questo non funzioni, si possono sperimentare trattamenti leggermente più duretti, tipo l’iniezione intraperitoneale di qualche litro di ormoni maschili o il trapianto di testicoli. La morte è un rischio accettabile, e per lo meno dopo si va in paradiso.

Terapia riparativa

In pratica è una versione edulcorata del metodo nazista, consigliata da un medico su dieci e diventata il metodo più usato dopo che quest’ultimo è stato dichiarato ingiustamente violazione dei diritti umani (sotto pressione delle potenti lobby gay). Secondo i sostenitori di questo trattamento, il soggetto deve fare delle pratiche mascoline, così diventerà un bell’omaccione fascista fiero di sé, in grado di sottomettere la moglie a letto e di farla strillare di piacere come una piccola scrofa, nonché di avere dodici figli da poter mandare in guerra quando sarà necessario. Molto del lavoro è affidato all’autodisciplina del paziente: autoflagellazione, martellate sul pene, cilicio, sono tutti strumenti molto d’aiuto nel superare le proprie deleterie tendenze omosessuali.

Un ex gay prima e dopo la terapia. Notare le rilevanti differenze.

Inoltre, per uscire dalla terapia vittoriosi, bisogna sempre negare di essere omosessuali, anche quando lo si è a tutti gli effetti. Se ti beccano a infilare una damigiana nello sfintere tu devi dire qualcosa tipo:

“Io gay? Ma che dici!? Lo facevo per una scommessa … E poi io non ho nulla a che fare con quei froci di merda, gli dessero fuoco! Io sono etero, avrò dodici mogli e a letto farò strillare mio figlio di piacere come una scrofa … cioè, no! Il contrario!”

L’unica novità sostanziale rispetto ai nazisti è la storia dell’identificazione col padre: in pratica l’aggiunta è che il bravo dottore ti fa parlare tanto di papà. Le percentuali di guarigione sono assai più basse rispetto al succitato metodo brevettato Himmler: si va intorno al 30% ad essere ottimisti, e comunque il dottore ti avverte sin da subito che “la terapia è un lavoro che in realtà dura tutta la vita”. (Parafrasi: “finocchio sei e finocchio rimani. Fatti una bella collezione di porno.”)

Preghiera

Questo metodo non serve davvero a un cazzo; ci credono solo i testimoni di Geova. Consiste nel pregare e aspettare che Dio faccia qualcosa. Avete presente, no? Tutti i credenti pregano per qualcosa: sicurezza economica, guarigione dal cancro, salvezza della propria famiglia. Tutte cose serie ed importanti. Questi tizi invece vanno a pregare per farsi piacere la figa. Il bello è che, a sentirli, a loro Dio li accontenterebbe pure. Certo che se fosse vero sarebbe la prova definitiva che è davvero un gran coglione …

Come riconoscete gli ex gay?

Questo è un tipico ex gay. O forse solo un coglione.

Ma, vi chiederete, come sta un ex gay dopo esser guarito? E come lo riconosciamo se lo vediamo per strada e vogliamo evitarlo? Be’, quale metodo ha usato per “guarire” non ha grande importanza, perché in ogni caso dovreste poterlo riconoscere facilmente per strada scambiandoci due parole, grazie ad alcune caratteristiche chiave:

  • Al 90% è imbottito di antidepressivi, ansiolitici e altra robaccia … e ciò si vedrà anche dalla faccia perennemente assonnata e dall’aria rincoglionita.
  • Nonostante la vocazione religiosa, non si fa MAI prete perché scoparsi le donne (o almeno raccontare in giro di farlo) gli serve a dimostrare la ritrovata insaziabile mascolinità, e perché in generale i preti sono gay.
  • Ne dirà di tutti i colori dei gay, che a suo dire saranno “poco seri” e tutti portatori di malattie, mica come lui che ora è guarito.
  • Convinto che lo stile sia una roba da checche, vestirà peggio di un nerd incallito, ma non sarà altrettanto bravo col C++.
  • Parlerà come un disco rotto. Se gli chiederete la sua storia comincerà a farvi un elenco sempre uguale di pippe mentali sulla sua infanzia che di solito gli hanno raccontato durante la terapia o ha letto in qualche libro tipo “La psicologia raccontata ai babbei”. Vi racconterà di come è "diventato" gay perché suo padre era ballerina di Cancan del moulin rouge e sua madre da piccolo gli dava da mangiare solo cetrioli, vi dirà che con gli uomini non si può costruire nulla di serio, che ha capito che la diversità delle donne è la cosa più bella che si possa desiderare anche se non gli dà l’erezione, e che l’unico cazzo che gli serve è il suo. Ripeterà sempre cose del genere, in loop.
  • C’è una frase particolare che non dirà mai: se la sentite dire ad uno, quello sicuramente non è un ex gay. La frase è: “Mamma mia come scopo bene adesso con le donne, non c’è confronto con prima!”
  • Ogni tanto infilerà nei discorsi una fantomatica lobby gay. Ignoratelo.

Però ricordate che, in ogni caso, lui è felice e contento perché finalmente è guarito. Se è guarito davvero bene, probabilmente inizierà a riempire qualche blog di testimonianze-puttanata fotocopiate le une dalle altre e avrà in orrore non dico i diritti gay, ma la semplice esistenza dei gay. Però andrà in paradiso. Beato lui.

Voci correlate