E poi è morto

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« E poi [alzare occhi al cielo] è morto… [alzare le braccia e fingere silenzio di circostanza]… Silvia me li fai 2 spritz? »



Credo che questo prodotto sia solo l’inizio…
E poi è morto…

Il “e poi è morto” è dicitura conclusiva di una generica vita ben vissuta. Solitamente frase fatta a concludere il discorso da bar iniziato Campari fa con un “sai chi è morto?” E in effetti si scopre sempre che il malcapitato/a aveva proprio una vita disinteressata e dedita al prossimo, con un’esaltante forza vitale spesa per rendere il mondo un posto migliore senza chiedere mai… e poi è giustamente morto/a… avrebbe fatto meglio a chiedere di più, mah. La frase trae origine da una misteriosa mania dei vecchi di paese più informati, concludere parlando delle gesta solitamente positive fatte da persone conosciute, ma che è da un po’ che non si vedevano per il paese[citazione necessaria]; in modo da avere a che ridire del prossimo, sottolineando che tanto è morto.

Etimo

E poi è morto pare essere locuzione a se stante nella lingua italiana, accanto a: “lo sapevano tutti” e dopo il “hai più visto [nome del morto] in giro”? Ottima conclusione che se usata a dovere fa intendere un lieve interesse e vicinanza… mentre si palesa l’unico intento menefreghista di diluire l’amaro senso di colpa prima di allungare la giornata con un altro amaro. Chi suole destreggiarsi in questa nobile arte sono i soliti vecchietti di paese, ma anche gente che non conosceva così bene il defunto, ma ha letto il necrologio o semplicemente gente a cui stavi in culo prima del decesso. La frase pare essere stata cognata nel neolitico quando vicino alle tracce rupestri delle caverne francesi, si è scoperto disegni epici di una grandiosa caccia di un ignoto Sapiens, al quale l’amico superstite avrebbe commentato con un “e poi è morto” come una merda pestata da un Mammut.

Significato

Le formulazioni di questa frase scaramantica puntano ad allontanare lo spettro che la persona della quale si sta parlando così bene è in effetti morta e pertanto inutile lodarla. La frase porta in seno significati multipli, ma tutti convergenti al chissene o allo schivare tutto il bene (soldi prestati inclusi) che il defunto possa avere fatto come le pallottole di Matrix o la gente senza mascherina. Il rituale inizia quando il ricordo di un qualcuno (deceduto per overdose di siringhe) interrompe l’aperitivo e la risposta d’obbligo alle insistenze di chi vuole sapere di più, è che poi è morto, ma che in compenso il market sotto casa ha esaurito le uniche siringhe comode al diabetico per le insuline, lo stesso di cui si parlerà al bar il giorno dopo, aggiungendo che avevano finito le siringhe e poi è morto.

Esempi

« […] Era un caro padre, vigile e servo dello stato in vita e amorevole marito, grande lavoratore ha costruito pezzi di questa comunità… soffermandosi nel dolore dei miserevoli e dando spazio al perdono, più volte avrebbe dovuto e ha perdonato… è sempre stato ligio al dovere e fonte di sicurezza per i suoi cari […] »
E poi è morto…
Una voce fuori campo, passando in bicicletta in contromano dopo un semaforo rosso, investendo di striscio la vedova dinnanzi alla chiesa.

Collegamenti