Drifters

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In primo piano, una tematica cara all'autore: i problemi di postura.
« Questo è lo stile di combattimento di Satsuma: concentrarsi unicamente sul primo colpo. »
« E se l'avversario si scansa? »
« Morite con eleganza. »
(Shimazu Toyohisa, genio militare)
« Fermi tutti, ho una grande idea. Yoichi, insegna agli elfi il tiro con l'arco! Nessuno se lo aspetta. »
(Oda Nobunaga, maestro delle strategie a sorpresa)

Drifters è uno scenario di Age of Empires giocato sotto acidi, ideato dalla fervida mente del maestro del trash nipponico Kouta Hirano.

Trama

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Gli spoiler rendono il testo più aerodinamico aumentandone la velocità, quindi attenzione ai colpi d'aria.

Eroi nazionali di mezzo pianeta vengono prelevati magicamente dalle loro epoche e sbalzati nella terra dei cliché fantasy a condurre una sanguinosa guerra, voluta da due divinità rivali per stabilire la precedenza al bagno la mattina. Tutto perfettamente logico, stiamo parlando di uno che ha fatto i soldi con la storia di Dracula che ammazza le SS vampiro.

Anche questa volta, il mangaka ha usato la sua consueta tecnica di scrittura creativa, ovvero raccogliere spunti letterari casuali, chiuderli nei bussolotti e estrarne una quindicina, per poi aggiungere gli immancabili nazisti, di cui Hirano è perdutamente innamorato dai tempi in cui disegnava hentai con Hitler che si scopa le catgirl[1].

L'intreccio risente di queste scelte narrative, ragion per cui i primi volumi possono essere figurativamente rappresentati con il nostro intento a mettere al fuoco il fabbisogno di carne di un comune mediamente popolato, coinvolgendo nella vicenda ogni personalità presente nei programmi di storia del liceo, rivisitata in chiave tamarra. Tranne Annibale, presentato come un vecchio rincoglionito e incontinente. Beccatevi questo, latinisti.

Sul piano strutturale l'opera consta finora in un pugno di volumi di venti pagine ciascuno, di cui due terzi sono esplosioni e inquadrature dei protagonisti in posa scoliotica (gambe larghe, busto pendente a destra, spalle asimmetriche e testa inclinata dal lato opposto al busto), cifra stilistica del mangaka. La cadenza dei volumi, teoricamente bimestrale, si adatta alle rate del mutuo dell'autore.

Tutto ciò, complici i tradizionali ritmi di produzione di Hirano, ci porta a prevedere la fine di Drifters per il 2019, sempre che non sopraggiunga prima quella di Hirano, per il colesterolo.

La trama è finita, leggete in pace.


Fazioni

La marmaglia storiografica che popola Drifters è divisa in due fazioni, riconducibili a una delle due divinità in lotta cui abbiamo accennato. Svegliatisi nella nuova dimensione, gli eroi iniziano a mulinare mazzate per una fazione o l'altra così, a pelle: l'approfondimento psicologico dei personaggi è da fighette, ci pensino i lettori a capire le ragioni delle loro scelte. Proprio questi ultimi sono giunti alla conclusione che i Drifters siano personaggi storici scomparsi in circostanze misteriose, mentre i loro rivali Offscourings siano morti cruentemente maturando così l'odio per l'umanità. Sul perché invece solo questi ultimi abbiano poteri sovrannaturali, ponendo in inferiorità i primi, l'opinione diffusa è riassumibile nell'assunto anglofono "Because fuck you, that's why".

Drifters

Scipione e Annibale discutono delle strategie da adottare.

I Drifters sono i tradizionali buoni alla Hirano: in teoria si dovrebbe tifare per loro, nella pratica sono dei sadici figli di puttana. Ma il fatto che fosse un mostro sanguinario e abbia stuprato Rip van Winkle col suo stesso fucile non ci ha impedito di adorare Alucard, per cui fatevi andar bene anche questi. Li guida Oda Nobunaga, stratega astuto ma erotomane grossolano, nonché maestro nell'uso bellico della merda, che grazie a Hirano scopriamo essere l'arma batteriologica dei poveri. Al suo fianco, Shimazu Toyohisa, protagonista spesso come un foglio d'alluminio, e Nasu no Yoichi, un arciere che riporta il lettore all'epoca dei dubbi sul sesso di Heinkel Wolfe.

Accanto al trio principale, Scipione l'Africano e Annibale, un gruppo di pistoleri direttamente dal far west e un kamikaze della seconda guerra mondiale, selezionati sfogliando velocemente un libro di storia e puntando il dito su un paragrafo a caso, inutili ai fini della trama.

Offscourings

In una storia in cui i buoni sono capitanati da un collezionista di teste e dal capo di stato più stronzo dai tempi di Cossiga, il leader dei cattivi dovrà essere per forza l'incarnazione del male assoluto. E invece...ma andiamo con ordine.

Gli Offscourings sono composti da figure storiche vittime di morti cruente e pertanto assetati di vendetta: con le loro azioni efferate avrebbero rinnegato la propria natura umana, acquisendo così capacità sovrannaturali. Invece Nobunaga e i suoi, che si fabbricano la polvere da sparo coi cadaveri decomposti dei nemici, sono degli eccelsi esempi di umanità. Traspare limpido il messaggio dell'autore: "Fottiti, coerenza".
Ciascun Offscouring possiede un potere connesso in qualche modo alla sua biografia, per cui Giovanna d'Arco usa la pirocinesi, un improbabile Rasputin imberbe manovra la principessa Anastasia come una marionetta, Gilles de Rais è un colosso indistruttibile. Per inciso, le gesta mondane di quest'ultimo sono state concluse da un esecuzione per omicidio plurimo, eresia e sodomia. A voi stabilire quale di queste attività gli abbia conferito una soglia del dolore sovrumana.

Ma il fiore all'occhiello della serie è il nemico principale, il Re Nero, signore degli Offscouring e guida di un esercito di draghi, troll e orchi dalle fattezze suine. Una figura ieratica, avvolta in un mantello nero da cui escono solo due mani piagate dalle stigmate, dotata di poteri curativi e animata dal rancore per gli uomini, che lo hanno condannato quando era sceso fra loro per redimerli. Insomma, Gesù si è stracciato le palle di noi e preferisce dedicarsi ai porcorchi, che effettivamente gli mostrano molta più gratitudine.

Ricordatevi questo momento, perché difficilmente leggerete qualcosa di più trash del Messia che gioca a fare Sauron.

Abitanti di Stereotipolandia

Il luogo dove si svolge la vicenda è una non meglio identificata dimensione dove gli umani convivono con creature fantastiche quali elfi, nani e i sopracitati mostri. Fin qui uno scenario fantasy banale, manca il tocco dell'autore: cosa si potrebbe mai inserire per renderlo una location alla Hirano?

Che razza di domande...Hitler!

Impero di Orte

Eccezionale sforzo di Hirano, che per ben due vignette prova a fare un paio d'occhi simmetrici.

Cinquant'anni prima della storyline, l'immancabile Führer compare nel regno degli uomini e inizia una campagna nazionalista che ispira la nascita di un impero, da decenni impegnato in guerre di conquista e genocidi. Stando alla sceneggiatura, il buon Adolf non viene mai chiaramente identificato come Drifter o Offscouring: del resto era impossibile attribuire un orientamento morale a un personaggio così controverso. Al contrario, le azioni di Giovanna d'Arco la qualificano chiaramente come un malvagio Offscouring. Cazzo, lei era una strega, no?

Comunque, all'epoca in cui si svolge la trama Orte è sull'orlo del collasso, e la sua leadership tra l'imminente invasione di mostri e lo sterminio degli elfi preferisce concentrarsi sul secondo. Ai vertici dell'impero spicca il conte Saint-Germi, intimo di Hitler e suo alleato nell'ascesa al trono. Trattasi di un effeminato cinquantenne, viscido e fastidiosissimo, anch'esso ispirato a una figura storica: Cristiano Malgioglio.

Organizzazione di Ottembre

Gli ottembristi sono i tour operator di questa dimensione: raccolgono i Drifters e li aiutano a orientarsi, malgrado essi si presentino già con le idee chiare. Non che ne abbiano molte, per cui è difficile che si confondano. In sostanza è un gruppo di prestigiatori, presieduto dal dispenser di fanservice shota che Hirano non fa mai mancare, per bilanciare il cospicuo numero di tette disegnate male che infesta le sue tavole. In effetti, le ragioni decorative sono il principale motivo della presenza degli ottembristi nella trama: da un lato abbiamo l'efebico Abe no Seimei, la cui potentissima magia nasconde i segni deturpanti della pubertà, dall'altro l'impacciata Olmine, due palloncini anatomicamente imprecisi accompagnati da una struttura di sostegno a forma di maghetta incapace.

A lei l'arduo compito di gestire il trio di protagonisti, soprattutto Nobunaga, che in sua presenza trasfigura in Lino Banfi e tenta di usarla come antistress.

Elfi

Non si può scrivere un fantasy senza elfi. Né con i nazisti, peraltro, ma la presenza degli elfi è praticamente dogmatica. Fiero popolo di zerbini, gli elfi diventano oggetto di persecuzioni nell'impero di Orte, subendo angherie varie finché un trio di scoppiati dalla dimensione accanto non viene a insegnar loro la lotta partigiana.

Per la caratterizzazione del tradizionale popolo dei boschi, Hirano si è ispirato ai classici del genere, così che i suoi elfi hanno l'aspetto di Legolas e la personalità di Dobby. Il fatto che stando ai baloon il loro alfabeto sia composto da ghirigori è invece di origine ignota, probabilmente ha eseguito il lettering da sbronzo.

Curiosità

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  • Malgrado si accenni alla loro presenza, i nani non hanno ancora fatto la loro comparsa perché il mangaka sta cercando di disegnare i loro corpi umanoidi ma deformi, senza che somiglino ai corpi umanoidi ma deformi che di solito disegna per gli umani.
  • Come di consueto, l'insostenibile scadenza di venti pagine di storia ogni due-tre mesi influenza l'artwork dell'autore: tornano le classiche vignette completamente nere (creano atmosfera, e tutta quella china si dovrà pur consumare), le scenette ultrastilizzate e gli intramontabili primi piani ciclopici, in cui i personaggi sfoggiano un espressivo monocolo perché a Hirano pesava disegnare il resto della faccia.
  • Non potendolo stabilire dal testo, il Re Nero potrebbe tranquillamente parlare in barese, ed essere quindi Padre Pio.
  • Nel capitolo 26 è stato confermato che Hitler è un Drifters, ovvero uno dei buoni.

Voci correlate

Note

  1. ^ E credetemi, questa vorrei davvero fosse solo una mia invenzione.