Marcello Dell'Utri

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
(Rimpallato da Dell'Utri)
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NOTA: Sembra incredibile, ma le citazioni riportate qui sotto non sono inventate, sono vere!
Dell'Utri con due suoi picciotti elettori. Si noti l'espressione intelligente e il buon gusto estetico di entrambi.
« Mi processano solo perché sono mafioso... ehm... volevo dire perché sono siciliano[1] »
(Marcello Dell'Utri su sé stesso)
« Se esiste l'antimafia esisterà anche la mafia »
(Marcello Dell'Utri sull'esistenza della mafia)
« La mafia non esiste. Non è che tu vai in un posto, bussi e chiedi «È qui la mafia?». Non ha un direttore generale. La mafia è uno stato d'animo »
(Marcello Dell'Utri sulla mafia)
« Vittorio Mangano è un eroe... è morto per salvare me e Berlusconi »
(Marcello Dell'Utri su un boss di Cosa Nostra)
« Dell'Utri: senza dubbio un uomo colto. Sul fatto »
(Indro Montanelli su Marcello Dell'Utri)
« Il padrino lo faccio io »
(Marcello Dell'Utri a una cresima)


Porcello Dell'Utri è il primo criminale italiano con ambizioni da politico, di solito succede il contrario.

Durante i governi Berlusconi è stato prima Ministro della Famigghia, nel 1994, e poi Ministro per i Rapporti con la Mafia dal 2001 al 2006. Insieme a Cesare Previti, altro fidatissimo scudiero del Cavaliere, è stato autore della legge 156/2004 denominata Previti-Dell'Utri che regolamenta le quote sporche, ossia quanti mafiosi, per obbligo, devono essere candidati da ciascun partito.

Vita e reati

Uno scagnozzo consiglia a Don Dell'Utri gli imprenditori a cui chiedere tangenti voti.
Saggezza popolare.

Nacque a Palemmo, città ricca di picciotti promettenti. Tra tanta concorrenza per lui non c'era spazio per emergere, così decise di tentare la fortuna a Milano, dove si iscrisse all'università per studiare legge.[2]

Qui conobbe un simpatico immobiliarista del posto, di piccola statura ma grande ambizione, di cui divenne subito amico inseparabile. Il giovane lombardo era Silvio Berlusconi.[3] Dopo la laurea, ottenuta da entrambi con il massimo dei voti (relatore prof. Gaetano Badalamenti), Marcello andò a dirigere un gruppo sportivo legato all'Opus Dei. Tale gruppo sportivo vinse diversi trofei, ma sulle vittorie gravano alcune ombre, come le proteste da parte di gruppi rivali per arbitraggi troppo favorevoli e direttori di gara rinchiusi negli spogliatoi. Ad ogni modo, l'esperienza servì a Dell'Utri per fare nuove conoscenze nell'ambito della Chiesa Cattolica, che fanno sempre comodo.

Terminata la fruttifera stagione sportiva, le vite di Marcello e Silvio tornarono a incrociarsi. Infatti Silvio, che nel frattempo aveva intrapreso l'attività di costruttore edile, assunse Marcello come suo collaboratore. L'attività principale di quest'ultimo (si sa come vanno certe cose) era facilitare la vincita degli appalti da parte di Silvietto, addolcendo le autorità competenti con regali (teste di cavallo mozzate). Per la gestione della scuderia dalla quale i cavalli provenivano, si avvalse della collaborazione di un autentico guru nel campo della decapitazione equina, Vittorio Mangano. Per una coincidenza del tutto casuale, costui si rivelò un boss di Cosa Nostra latitante e venne arrestato.

Dopo questo spiacevole incidente la magistratura giacobina e bolscevica iniziò a indagare sul passato di Silvio e Marcello. Così i due si accorsero di vivere in un paese che penalizzava e perseguitava le persone talentuose, e decisero di cambiarlo con la forza dei loro sogni. Silvietto si candidò presidente alla testa di un partito fondato dal fido Marcello, il partito stravinse le elezioni, e l'Italia risorse a nuovi splendori.

Oggi

Marcello Dell'Utri ha fatto parte della potente macchina elettorale del neonato Popolo delle Libertà, girando le città e bussando a ogni porta per convincere la gente a votare Berlusconi. A riprova della sua incredibile capacità di persuasione, è stato dimostrato che nelle zone dove è passato lui il voto per il PDL ha raggiunto e superato il 90%. È stato anche a capo della divisione di Conversione Schede Bianche.[4]

Dopo la vittoria ha ottenuto come premio il Ministero delle Attività Produttive non Legalmente Riconosciute, dove potrà continuare a dare prova del suo valore.

Curiosità

  • Il comune di Corleone gli ha recentemente intitolato una piazza, all'incrocio tra via Bagarella e corso Riina.
  • Dell'Utri è un accanito collezionista di documenti storici. Tra i pezzi più rari vi sono pizzini autografi di varie epoche: oltre ai più comuni Provenzano, Brusca e Greco, possiede degli autentici Bontate, Inzerillo e Gambino, nonché un quasi introvabile pezzo anonimo, datato 1861 e attribuito a un capobastone di Acitrezza.
  • Dell'Utri è soprannominato dagli amici "PI Greco" per la sua nota tendenza nello spuntare continuamente in qualsiasi discorso inerente la mafia, caratteristica analoga a quella del famoso numero in ambito matematico.

Note

  1. ^ Lapsus freudiano?
  2. ^ Non c'è niente da meravigliarsi, mai sentito il detto "conosci il tuo nemico"?
  3. ^ Quando si dice che Dio li fa e poi li accoppia...
  4. ^ Non bastava Cosa Nostra, anche la 'ndrangheta... tsk tsk...
COMUNICATO STAMPA

L'autore di questo articolo si dissocia completamente da quanto scritto fin qui, ed è indignato che le sue parole siano state distorte da questo sito di chiaro stampo giustizialista. Il fatto che la sua casa sia bruciata non ha alcun rapporto con questa dichiarazione spontanea.

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