Dario Franceschini
Dario Franceschini è un noto e apprezzato[risata necessaria] uomo politico della sinistra italiana. In seguito alla decapitazione in pubblica piazza di Valter Weltrony, ha ricoperto la carica di Persona che deve Inveire Contro Berlusconi Fingendo di Costituire un'Alternativa Politica (conosciuta anche come "Segretario del Partito Democratico"). Il suo passato di militante nella Democrazia Cristiana spiegherebbe la sua tendenza a impossessarsi di qualsiasi incarico istituzionale si trovi a portata di mano.
Da ceppo di legno a leader politico
Dario Franceschini non nacque, fu semplicemente intagliato nel febbraio del 2008 da Massimo D'Alema a partire da un malconcio pezzo di legno di noce tutto nodoso appartenente alla vecchia scrivania di Romano Prodi, il quale aveva da poco rassegnato le ennesime dimissioni da Presidente del Consiglio dei Ministri dopo che gli avevano negato la fiducia i partiti comunisti, ambientalisti, radicali, cattolici e berlusconiani che componevano il suo governo. Il piano di D'Alema era quello di creare un burattino politico che avesse un faccione pacioccoso (ma meno forfora di Giuliano Ferrara) e che fosse facilmente manovrabile da dietro le quinte, mediante gli appositi fili di nylon.
Purtroppo, non tutte le ciambelle riescono col buco, e il miglior risultato che D'Alema ottenne fu, appunto, Dario Franceschini. Dato che, dopo i primi test di gradimento effettuati dall'ufficio marketing del PD in collaborazione coi ricercatori Oral-B, risultava che il pupazzo Franceschini terrorizzava col suo brutto muso i pampini e causava gravidanze isteriche alle loro mamme (si situava, quindi, poco al di sotto di Rosi Bindi e Gabriele Paolini nella scala di rischio biologico), si dovette ripiegare sul viso più rassicurante di Walter Veltroni, il quale, essendo ricco di fibre, aveva anche piacevoli effetti benefici sulle funzioni gastrointestinali dell'italiano medio.
Ma D'Alema non si perse d'animo e riuscì a inserire la sua creatura nell'organico del nascente Partito Democristiano Democratico, con l'incarico di viceVeltroni e sottosegretario ai ribaltoni.
Il duro percorso di formazione
Il povero Franceschini, pur conservando un'intelligenza superiore a quella di Oliviero Diliberto, doveva essere educato velocemente ai sani valori della politica italiana per rimettersi in pari con la gloriosa tradizione politica del Partito Democratico. Ma il tempo a sua disposizione era scarso, e dovette essere iscritto in fretta e furia a un corso accelerato del CEPU prima delle elezioni di aprile.
Nella prestigiosa sede scolastica CEPU di Ferrara, Franceschini si contraddistinse per meriti accademici e per l'alto profilo intellettuale dei suoi dibattimenti alla macchina del caffé durante il quarto d'ora accademico, che vedevano sempre la presenza tra il pubblico di una folta schiera di luminari, tra i quali spiccano Alessandro Del Piero, Valentino Rossi, Christian Vieri, Harry Potter e il pupazzo Uan di Bim Bum Bam.
Durante i mesi di intenso studio, particolarmente feconde si rivelarono le lezioni di Diplomazia Politica Avanzata, corso tenuto dall'eminente docente Antonio Di Pietro, durante il quale Franceschini imparò le basi della dinamica del dialogo politico. Tra gli insegnamenti di maggior rilievo si ricordano:
- Essere contrario a qualsiasi decisione presa dal Governo, perché Berlusconi è il male.
- Se proprio non si può essere contrari con una decisione del Governo, per evitare figure di merda, meglio astenersi dal voto in Parlamento e fingersi indignati per qualcosa (il colore della camicia di Calderoli, ad esempio).
- Ribadire che il PD è un partito laico, ma che rispetta e incoraggia il diritto del Papa di ingerire pesantemente nella vita politica italiana.
- Ribadire che il PD è un partito a vocazione centrista, ma che rispetta e incoraggia il diritto alla lotta armata, alla guerriglia e alla sterminazione di massa delle correnti comuniste al suo interno.
- Dare del coglione almeno una volta al giono a Berlusconi, questo per guadagnarsi la stima delle giovani leve del centrosinistra.
- Dare del coglione almeno una volta al mese a Napolitano, ma farlo come se gli si stesse facendo un complimento.
- Esprimere il proprio più viscerale stato d'animo per marcare il territorio di caccia, non si sa mai che a Mara Carfagna o a Mary Star Little Gelms venga in mente di invadere il tuo incontaminato territorio.
- Fare velati riferimenti all'impotenza di Giulio Tremonti se si è in difficoltà durante una puntata di Ballarò.
Completato il duro iter di studi, Franceschini, laureatosi con il massimo dei voti e pompino accademico, poté ritirare la sua laurea scritta a mano da Antonio Cassano sul retro di una confezione di corn flakes e prepararsi per lo sfavillante mondo della politica.
L'inarrestabile ascesa
La carriera politica di Dario Franceschini comincia all'ombra del doppio mento del suo leader e compagno di merende Walter Veltroni quando questi viene eletto alla segreteria del Partito Democratico.
Il contributo di Franceschini a indirizzare l'operato di Veltroni, pur mantenendo un profilo discreto, non è stato affatto ininfluente. È infatti l'autore della campagna politica di enorme successo "Se po' ffa'", grazie alla quale il PD perse il favore degli imprenditori, dopo essersi giocato quello degli operai candidando Matteo Colaninno.
Tra le altre idee geniali di Dario Franceschini, meritano di essere menzionate:
- L'aver suggerito a Veltroni di usare la formula del "ma anche" per contraddirsi apertamente all'interno di una frase senza sembrare un coglione.
- La scelta, da una parte, di usare come slogan "Stiamo cambiando la politica" e dall'altra parte di candidare, nelle liste del PD, tutti gli ex ministri del governo Prodi.
- L'aver scelto il nome PD per il partito, facendo incazzare i cattolici, che vedono nella sigla riferimenti a una locuzione che fa piangere il Papa e, contemporaneamente, l'aver fatto incazzare i comunisti candidando Paola Binetti.
L'elezione a segretario del PD
Nel febbraio del 2009 la leadership politica di Veltroni era quantomai traballante. Il partito aveva infatti perso il controllo di molte regioni considerate strategiche, di quasi tutte le province della Sicilia, dell'Abruzzo, della Sardegna e perfino dell'albergo in Parco della Vittoria, e la linea tenuta dal segretario del PD, che continuava a rassicurare tutti dicendo: "Gli italiani sono con noi, e poi possiamo istituire ben sette nuovi consigli provinciali-ombra", turbavano parecchio le alte sfere del partito.
Con un colpo di mano, Pier Luigi Bersani riuscì a rapire il criceto di Veltroni, intimandogli di rassegnare le dimissioni quanto prima, se l'avesse voluto rivedere vivo. Veltroni, che aveva promesso di andare a occuparsi di volontariato in Africa alla fine della sua carriera, cercò con ogni modo di restare al comando, per non doversi mischiare con tutti quei neri, ma dovette infine cedere. A quel punto, il gran consiglio superiore del PD in seduta plenaria, ossia composto da Massimo D'Alema e una penna a sfera raccattata su una scrivania, decise di investire del potere di segretario proprio Dario Franceschini, con un voto favorevole, zero contrari e zero astenuti (la penna, difatti, era dovuta uscire prima del voto per impegni famigliari).
Congedato ufficialmente Veltroni, che non ritirò nemmeno il suo frigo a pedali di consolazione, cominciava ufficialmente l'era Franceschini, il cui primo provvedimento fu di trasformare il Governo ombra del PD in Governo orgia, licenziando tutti i finti ministri, ad eccezione di Giovanna Melandri, e assumendo al loro posto sedici modelle estoni. Quest'ultima è attualmente considerata la sua iniziativa politica più rilevante e meglio riuscita.
Le reazioni del mondo politico
Non appena Veltroni fu rispedito a casa col due di picche e Franceschini fu eletto segretario, il mondo politico e intellettuale si divise tra chi sosteneva e chi guardava con scetticismo alla neoeletta figura istituzionale.
Tra i commenti più rilevanti meritano di essere ricordati:
Ministro della Qultura
Il 22 febbraio 2014 è stato nominato Ministro dei Beni e delle Attività Culturali (o della Qultura). E no, non è uno scherzo di cattivo gusto.
Foto secsi dal Myspace di Franceschini
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"Noi pensiamo che le politiche del Governo siano qualunquiste e demagogiche. Hasta la victoria siempre!"
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Dario Franceschini, indicato dalla freccia per non essere confuso con l'aria che lo circonda.
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Franceschini, in stato confusionale, scambia l'assemblea del PD per la folla dell'Angelus domenicale.
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Franceschini chiede la parola durante la convention del PD, non accorgendosi di essere il relatore.
Voci correlate