Pronto soccorso
- Paziente diabetico: “Dottore dottore faccia qualcosa: ho un piede in cancrena”
- Medico: “Non dica le parolacce!”
Il Dipartimento d'Emergenza e Accettazione, noto alla plebaglia con il termine di pronto soccorso, è un luogo di aggregazione che ogni ospedale offre ai propri pazienti per crescere, invecchiare e morire a spese del sistema sanitario nazionale.
Triage
- Genitore: “Mio figlio è caduto dal terzo piano, sta sanguinando copiosamente”
- Infermiere: “Mi spiace ma deve aspettare il suo turno per morire!”
Triage è una parola francese che non so che significhi però volevo farci un capitolo con questo titolo per far vedere che ne so un sacco di medicina. In ogni modo è un sistema per "mettere in coda" i pazienti per dar loro assistenza, solo che dirlo così fa brutto e quindi abbiamo assunto un po' di francesi per indorare la pillola. La priorità del paziente è assegnata a seconda di:
- Decibel delle urla di dolore
- Raccomandazioni all'interno del personale sanitario
- Insistenza nelle lamentele allo sportello Triage
Ai pazienti viene assegnato un codice, a seconda della gravità:
Codice Bianco | Il paziente non necessita del Pronto Soccorso, ma se paga possiamo chiudere un occhio. Se non paga gliene chiudiamo due, col filo di sutura. Se nonostante tutto il paziente insiste nell'essere visitato gli si assegna il codice nero (paziente deceduto). |
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Codice Verde | Per i pazienti in overdose da erba. |
Codice Giallo | Assegnato agli abitanti di Springfield e ai pazienti con ittero. |
Codice Rosso | Il paziente è in grave pericolo di vita, ormai è spacciato, quindi è inutile perder tempo con le cure. Fategli 10cc di morfina così smette di lamentarsi. |
Codice nero | Riservato ai pazienti di colore, che vengono direttamente trasferiti nel reparto crematorio dell'ospedale. |
In ambito ospedaliero possono essere utilizzati altri codici:
- Codice Arcobaleno: il paziente è sotto l'effetto di acidi, quindi non ha importanza il colore del codice, tanto lo percepisce alterato.
- Codice penale: riservato ai pazienti con ferite d'armi da fuoco, da taglio e con sensi di colpa.
Ricordiamo inoltre che:
- La maggior parte dei pazienti daltonici solitamente muore allo sportello triage.
- Di solito i brianzoli sono i primi ad essere visitati, così ce li si leva dalle palle e non rischiano di scatenare risse nella sala d'attesa.
- Gli ultimi sono gli immigrati, che tanto ce ne abbiamo anche troppi in Italia, perciò qualcuno in meno non è di certo un problema.
Sala d'attesa
La sala d'attesa costituisce il reparto principale del Pronto Soccorso. Spesso ce ne sono anche due o tre, organizzate in serie stile Matrioska. I pazienti vengono fatti accomodare su moltissime sedie blu con il loro numerino in mano. I pazienti più gravi vengono fatti stendere in letti d'attesa, che all'occorrenza si trasformano anche in bare pieghevoli. Nella sala d'attesa tutti attendono; ogni tanto passa di lì anche La Morte, le viene dato un bigliettino e aspetta pure lei il suo turno. I tempi di attesa sono così lunghi che i reparti di Pronto Soccorso vengono costruiti per comodità accanto ai geriatrici.
La sala d'attesa è dotata di moltissimi comfort e personale altamente specializzato:
- Animatori - per ingannare il tempo organizzano spettacoli d'intrattenimento[1], visite guidate ai pazienti più strani[2] e toto-scommesse sui pazienti più gravi[3].
- Un parroco che impartisce l'estrema unzione.
- Onoranze funebri - prendono le misure ai pazienti e offrono preventivi convenienti.
- Sala ricevimenti - per festeggiare compleanni, matrimoni e funerali.
- Sgabuzzino per amori clandestini - nella pausa-sigaretta alcune infermiere si concedono in tutta fretta.
Ricordiamo che in sala d'attesa sono nati grandi amori come quello tra Michael Jackson e sua moglie. Peccato che siano finiti subito dopo, ma in fondo si sa: l'amore è eterno finché dura. Va inoltre menzionato che mio nonno è entrato in pre-pensionamento mentre aspettava di essere visitato per una frattura alla tibia.
Visita preliminare
- Paziente sanguinante: “Dottore, mi sono tranciato due dita nel tritacarne!”
- Medico: “Eh questi pazienti d'oggi, che arrivano in PS già con la diagnosi. Mi dica piuttosto dove ha dolore...”
Il paziente, se nel frattempo non è guarito spontaneamente o deceduto, viene condotto nella stanza della visita preliminare, dove un medico alle prime armi, spedito in PS per farsi le ossa con soggetti ormai senza speranze, passa il suo tempo attaccato al PC, compilando scartoffie su scartoffie, mentre partecipa al torneo di poker on-line che l'ospedale organizza ogni settimana per tirar su un po' di fondi[4].
Ogni tanto si gira per controllare che il paziente non sia caduto dal lettino, poi lo rifila allo specialista di turno, sbologna la pratica e impartisce qualche ordine insulso alle infermiere già super indaffarate, giusto per ricordar loro chi è che comanda lì dentro.
Dopo la visita preliminare il paziente può finire:
- Terapia intensiva o rianimazione: il paziente è in condizioni troppo critiche per poter essere curato dal medico in questione.
- Radiologia: se il medico non ha la minima idea di cos'abbia il paziente.
- Reparto: il medico ha intuito una diagnosi e per questo motivo non se ne vuole occupare, quindi lo ricovera.
- Casa: il paziente sopravviverà ugualmente.
- Obitorio: gli studenti di medicina avranno qualcosa di nuovo su cui vomitare oggi pomeriggio.
Rianimazione
In questo reparto d'urgenza c'è Pamela Anderson che, con indosso un costume arancione 2 taglie più piccolo, ti pratica la respirazione bocca a bocca mentre ti fa rimbalzare davanti le sue enormi tette. In Baywatch funzionava. La medicina ha fatto passi da gigante.
Radiologia d'urgenza
Solitamente ci arrivano i pazienti con traumi osteo-articolari o che si sono infilati oggetti nel culo che non riescono più ad estrarre. Alcuni riuscirebbero anche da soli a farli uscire, ma sono degli inguaribili esibizionisti. Un video testimonianza:
Sala gessi
La sala gessi è uno stanzone dal pavimento bianco, soffitto bianco, pareti bianche, medici vestiti di bianco, gessisti dai capelli bianchi vestiti di bianco, che se non ci fosse scritto "Sala gessi" sulla porta, sarebbe scambiata per la cella di isolamento di un carcere psichiatrico.
Il personale è sempre gentile e, sempre sorridendo, chiede al traumatizzato la dinamica dell'incidente, in modo che possa contraddirlo, perché si sa che i pazienti mentono sempre e loro sono ortopedici da così tanti anni che ste cose ne hanno già viste a bizzeffe ed è sempre la stessa storia e bla bla bla.
- Traumatologo: “Come si è slogato il gomito?”
- Paziente: “Stavo giocando a tennis e ho fatto un movimento sbagliato.”
- Traumatologo: “Ma non dica fesserie, su su, ce le siamo fatti tutti le pippe da giovani.”
- Paziente 2: “Guardi, stavo camminando in corsia, sono inciampato e mi sono procurato questa distorsione.”
- Ortopedico: “Ah, perché adesso ci si fa male anche camminando? Non guarda dove mette i piedi?”
- Paziente 2: “No, di solito guardo il culo alle infermiere.”
Vabbè dai ho capito: un mese di gesso e ci rivediamo tra due. E smetta di farsi le seghe che poi diventa miope.