Congresso di Vienna

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Questo non è il congresso di Vienna.

Il congresso di Vienna, tenutosi nel 1815 contemporaneamente a L'Aquila, La Maddalena e Vienna (ma soprattutto a Vienna), è stato il primo G8[1] della Storia. Fu indetto con lo scopo primario di riportare l'Europa come era prima della Rivoluzione francese: la prima misura varata fu quella di uccidere tutti i nati tra il 1789 e il 1814 e riportare in vita coloro che in questo periodo erano morti. Poi, quando fu minacciato di uccidere il principe di Francia e, ancor più grave, di far resuscitare Maria Antonietta, venne optata una linea più leggera, che si può riassumere in quattro parole: non è successo niente. La formula venne ripetuta negli anni da numerosi regnanti, in varie versioni, tra cui la classica sono stato frainteso. Al congresso presenziarono numerosi stati, tra cui Francia, Spagna, Inghilterra, Regno di Savoia, Prussia, Russia (ovvero la Prussia con una P in meno e tanti chilometri quadrati in più), Oceania, Eurasia e, senza invito, il Regno di Arcore. Il periodo che seguì il Congresso venne detto Restaurazione e impiegò numerosi operai esperti nel restauro. Gli anni successivi furono infatti chiamati gli Anni della Disoccupazione.

Antefatti

Una causa della rivoluzione francese.

Tutto cominciò una calda mattinata francese del giugno 1789: erano stati convocati gli Stati Generali, ovvero un'assemblea che avrebbe dovuto decidere come risanare il bilancio, dopo che gran parte delle entrate fiscali erano state dilapidate per una serie di spese necessarie per la Francia: la manutenzione di Versailles, le brioche di Maria Antonietta e la festa del cinema di Parigi. Una festa decisamente innovativa, dato che il cinema ancora doveva essere inventato.

All'assemblea erano presenti quattro partiti, detti Stati (poiché passavano metà del tempo a dire: Sono Stati loro): il Primo Stato, rappresentante i Nobili, i Cortigiani e gli Aristogatti, guidato da Marina Lante della Rovere; il secondo stato, in delega per il clero ed i democristiani, che faceva capo a Giulio Andreotti; il Terzo Stato, ovvero il popolo francese di ogni ordine e grado, genere e numero, fante, cavallo e re e specie, senza distinzioni di razza (tranne che per i negri), rappresentato da nessuno (non Ulisse) perché non ci si capiva un cazzo. Il Quarto Stato invece era un quadro di Giuseppe Pellizza da Volpedo, ma in ogni caso durò poco perché fu usato come tovaglia durante la prima seduta e venne macchiato d'olio [2].

Dopo una contestazione sulla riforma elettorale (il famoso porcellum), il Terzo Stato si ritirò nella Sala della Pallacorda, antenata del Tennis, dove uscì guidato da Rougér Federée, antenato di Roger Federer, e prese la Pastiglia, cantando il famoso coro popolare Basta un poco di zucchero e la Pastiglia va giù.

La Rivoluzione tuttavia finì in una bolla di sapone[3] e il potere fu preso dal giovane Napoleone. Non tutto, eh, ma bona parte.

Napoleone conquistò si appropriò della Spagna dopo una partita a Tombola (aveva fatto ambo), poi invase l'Italia[4] e attaccò la Russia, trovando terra bruciata. Nell'atto di coltivare piantine sulla terra bruciata, che come sappiamo tutti è fertile come un coniglio, Napoleone venne sconfitto dagli slavi 2-1, ma per un rigore dubbio concesso da Trefoloni all'ottantasettesimo.

L'Imperatore fu esiliato all'Isola d'Elba, tuttavia scappò dopo aver fatto una strage di cinesi, rimasta alla storia come Stlage di Elba. Nonostante ciò, venne sconfitto definitivamente a Waterloo dalla Settima Coalizione e la Prima Colazione (infervorata dall'inno Cereali che cambian nella forma e nel colore, è la Restaurazione!) ed esiliato a Sant'Elena, dove morì probabilmente per un cocktail di farmaci. Oggi lo ricordiamo come una leggenda della musica pop... no, niente, ho sbagliato persona.

A Napoleone è dedicata, tra l'altro, una canzone dei Beatles, che recita: Ei fu, don't make it bad, take a sad king and make it better.

Dopo tutto questo casino, i regnanti di prima del 1789 organizzarono la rimpatriata austriaca, un po' perché era da tanto che non si vedevano, un po' perché il popolo aveva cominciato a farsi girare veramente le balle.

I moti rivoluzionari del primo Ottocento finirono comunque definitivamente nel 1816, quando la gente rinunciò alla politica distratta dai Mondiali di Calcio Brandeburgo '16, che avevano come mascotte il famoso Allegro carbonaro morto.

Il Congresso

Storia

Il Re di Arcore si presenta a sorpresa al congresso, cominciando ad affinare la tecnica del cucù.

Precisamente il Congresso durò dal 6 ottobre del 1814 al 1 giugno 1815. A dire il vero la Riunione cominciò un mese dopo la data ufficiale, poiché il Ministro degli Esteri spagnolo venne coinvolto in un maxi-incedente stradale sull'Aurelia (ufficialmente uno scontro frontale tra la carrozza di Giulio Andreotti, sopravvissuto alla Rivoluzione francese da buon Highlander,[5] ed il misterioso elefante Giuliano). Per ingannare l'attesa, il Conte von Metternich da buon tedesco ordinò un intero camion di birra.

Ora, lo scopo principale del congresso era quello di ridisegnare le cartine dell'Europa: due per ogni partecipante, una per riferimento geopolitico, l'altra per fumarsela.

Von Metternich era di sicuro una persona morigerata, ma per l'occasione bevve decisamente molto: di tutti i ministri, a fine novembre l'unico sobrio era proprio quello spagnolo. Una notte, decise di prendere l'occasione al volo: tracciò una linea al centro dell'Italia, scrivendo nella metà inferiore della Penisola Regno dei Disoccupati, ponendolo quindi per assonanza sotto la sovranità dei Barboni.

Quando l'ambasciatore dei Savoia gli chiese cosa stesse facendo, rispose: Non è la cartina, sto copiando un quadro di Kandinskij. Non sapendo chi fosse Kandinskij (un po' per ignoranza, un po' perché ancora doveva nascere), il buon uomo chiuse un occhio, poi pure l'altro, e tornò a dormire.

Per il tempo restante durante il Congresso non si fece assolutamente niente. Nulla. Nothing. 'Nu cazz. La riunione entrò nel vivo solo due mesi dopo quando il rappresentante del Regno di Arcore (autoinvitatosi), portò con sé un paio di veline e cominciò a raccontare barzellette, che solitamente cominciavano: Ci sono un inglese, un francese ed un italiano.... Alla sesta volta, Metternich si fece rodere il deretano affermando: L'Italia non è che un'espressione geografica. Sembrerebbe che il barzellettiere rispose: Lo dice anche Umberto. Non è chiaro a che Umberto si fosse riferito.

Provvedimenti presi

Von Metternich secondo Andy Warhol

Il Congresso realizzò numerosi provvedimenti politici. La messa in pratica del ritorno al passato fu affidata ai Miniver di ogni paese.

Fondamentale nei giochi diplomatici fu la questione tedesco-polacca: l'imperatore d'Austria aveva messo una tassa straordinaria sui lavavetri (sarà imitato dal Granducato di Toscana), e i polacchi si erano un pochino alterati. Pertanto la Polonia venne divisa in ventordici parti, assegnate ognuna ad uno stato europeo diverso, secondo il metodo del Gioco della bottiglia.

Non è ben chiaro il meccanismo logico che ha portato a questa soluzione. Ricordiamo a questo scopo che la bottiglia usata era di vodka, e vuota.

Anche in Italia ci furono cambiamenti territoriali: il Lombardo-Veneto fu assegnato al Re di Arcore, che ricevette tra l'altro anche il titolo di Sommo Venditore Porta a Porta di Enciclopedie. L'inizio di una lunga scalata.

Il Papa riottenne lo Stato Pontificio (ancora ce ne dobbiamo liberare) dopo una partita a poker con Ferdinando II, Francesco Ferdinando e Ferdinando Sprapocchio, un viandante napoletano che venne ammesso al tavolo solo per il nome.

L'Italia dopo il Congresso.

Sprapocchio in realtà vinse tutto il piatto dopo che il Pontefice puntò un clamorosso all-in nonostante avesse in mano solo una coppia di otto, ma prima che potesse vedere le carte venne bruciato vivo su un rogo di quattrocento assi di bastoni.[6]

Tra le altre cose, durante il congresso fu abolita la Tratta degli schiavi,[7] almeno che non fossero negri, ma comunque con un'aliquota IVA piuttosto alta. L'aumento delle tasse sulla Tratta dei negri portò diverse polemiche, perché la principale azienda del settore, la Calimero SPA, era controllata da un oppositore mediatico del Re di Arcore.

Altra misura economica clamorosa fu la creazione della Moneta Unica. Nel senso che il valore di tutte le monete di una sola nazione sarebbe stato coperto da un solo pezzo di ferro, di proprieta al 40% del Re, il 50% del Sire, il 10% del Monarca. La famosa Trinità.[8]

Il Congresso si concluse il 1 giugno 1815, inaugurando il periodo della Restaurazione.

Oggi stiamo ancora attendendo che finisca, questa benedetta Restaurazione.

La Santa Alleanza

Il papa in viaggio per Vienna.

Un effetto primario del Congresso fu la fondazione della Santa Alleanza.

Prussia, Russia, Austria ed Inghilterra fondarono questa associazione sotto lo stendardo della carità cristiana: impiccagioni, amputazioni, torture, ma sempre in nome della misericordia.

La Santa Alleanza, tra le altre cose, divenne azionista principale di Alitalia e della Trasporti delle Due Sicilie: infatti deliberò la creazione del Ponte sullo Stretto, da costruirsi completamente in salatini di origine russa.

L'Alleanza prevedeva l'intervento militare di ogni nazione a fianco dell'altra in caso di guerra, con l'unico vincolo di inviare ai Capi di Stato alleati un panettone a Natale ed una colomba a Pasqua, sennò che cristiani siamo? E chi sò, Pasquale?

In un secondo periodo entrò nella Santa Alleanza anche la Francia, e da lì (non nel senso Salvador) l'assemblea venne anche detta Santa Ammucchiata, volemose bene, o li mejo 5 de tutto er cucuzzaro.

L'Alleanza si sciolse (nell'acido) con la morte contemporanea del Re di Spagna (che era l'unico che non c'entrava un cazzo, ma è morto lo stesso) e dello Zar russo. Il re di Francia fece i suoi debiti scongiuri.

Un grande assente nel Super-Team dei Magnifici 5 fu il papa stesso. Sembra che l'anziano signore, convinto di essere un alieno in visita sulla terra per volere dei Rettiliani, affermò: e che c'entro io con il cristianesimo?.

Nessuno ebbe il coraggio di rispondergli, e tutt'ora in molti si pongono la stessa domanda.

Voci correlate

Note

  1. ^ Giotto, non rompere le balle che non c'entri un cazzo!
  2. ^ Tecnica detta olio su tela: da qui anche il termine macchiaioli
  3. ^ Ancora ne deve uscire.
  4. ^ Come se non fosse già abbastanza invasa...
  5. ^ Anche se si è grattato le balle quando ha sentito che di solito ai condannati a morte veniva tagliata la testa
  6. ^ Nel senso della carta.
  7. ^ Ma a quanto pare la misura non suscitò gli effetti desiderati.
  8. ^ Three, is the magic number.