Conflitto russo-ucraino

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia lubrificata per il piacere di lui e lei.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Invasione russa dell'Ucraina
Parte del ciclo mestruale di Vladimir Putin

Un moderno blindato russo, temibile arma di distruzione in mano alle Forze del Bene.
Luogo: Ucraina, Russia e occasionalmente Polonia
Inizio:

24 febbraio 2022

Fine:

Boh

Esito:

{{{esito}}}

Casus belli:

Complesso di Edipo di Vladimir Putin nei confronti dell'Ucraina

Fazioni in guerra

Ucraina

Russia

Comandanti

Volodymyr Zelens'kyj
Olaf Scholz
Joe Biden
Boris Johnson

San Vladimir Putin
Pacifisti italiani[1]
Evgenij Prigožin

Forze in campo

Forze armate dell'Ucraina;
Battaglione Azov;
Volontari di Cecenia e Georgia;
Legione "Libertà alla Russia".

Forze armate della Russia;
Gruppo Wagner;
Volontari di Cecenia e Ossezia del Sud;
Associazione lettori del Fatto Quotidiano.

Perdite

Democratici, repubblicani, nazisti, capitalisti

Sovietici, italiani, fancazzisti

Il conflitto russo-ucraino è uno scontro iniziato dal febbraio del 2014 ma di cui l'Italiano medio si è accorto solo dal 24 febbraio del 2022, quando Sky News si ricordò di dire che la temibile Armata Rossa attraversò il confine di Stato dopo che il nuovo presidente Volodymyr Zelens'kyj decise di staccare pace alla Russia per andare alla festa di compleanno della NATO, dopo che Putin aveva espressamente detto che in tal caso, pur rispettando la decisione del vicino in quanto Stato sovrano, avrebbe utilizzato le proprie prerogative[2] per invaderlo lo stesso.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Conflitto russo-ucraino

Retroscena

Nel 2013 il presidente filorusso Viktor Janukovyč decide di non firmare il ricco trattato di associazione con l'Unione europea, favorendo un accordo di amicizia con la Russia, che avrebbe permesso di importare senza dazio beni tipici russi in quantità: alcolizzati, gas e foto di Vladimir Putin.

Il popolo scende dunque in piazza, portando il presidente alla fuga nei primi giorni del 2014 e lasciando il paese nell'anarchia: il buon Putin, applicando il principio per cui se non è di nessuno puoi prendertelo, decide di prendersi la Crimea, una penisola a larga maggioranza etnica russa, ceduta all'Ucraina da un dittatore pelato sovietico. La Comunità Internazionale risponde duramente non facendo nulla, d'altronde la Crimea è tutto sommato capitata in Ucraina per sbaglio, ma nessuno riconoscerà l'annessione russa, per paura di trovarsi senza badanti ucraine per ritorsione. Solo gli Stati Uniti ed i loro alleati sanzionano Mosca, continuando tuttavia ad acquistare gas in quantità dalla Federazione.

Nel prendere la Penisola Putin si rende conto che l'esercito ucraino fondamentalmente non esiste: l'unica resistenza incontrata era quella degli ausiliari del traffico, che contestavano il posizionamento dei carri armati sulle strisce pedonali. Così, decide di prendersi tutta l'Ucraina. In ciò, trova dei buoni alleati nei separatisti del Donbass che, con l'aiuto di soldati russi mascherati,[3] cacciano gli ucraini dalle città di Doneck e Lugansk instaurando delle autoproclamate Repubbliche Popolari, in pratica dei feudi privati, ma con Putin al posto di Carlo Magno.

Nonostante vari cessate il fuoco, la Russia ha continuato a sostenere, pur senza riconoscere, le due Repubbliche, che continuavano a tirarsi con le truppe governative patate, borsch e occasionalmente colpi d'artiglieria.

Antefatto

Porošenko intento a cagarsi addosso, per convincere i separatisti ad allontanarsi dalle negoziazioni accettando la posizione ucraina.

Nel 2014 viene eletto presidente l'oligarca diabetico del cioccolato[4] Petro Porošenko, noto per aver sia promosso la lingua ucraina - sino a quel momento un dialetto con poco meno dignità del bergamasco - sia per aver promesso un'elevatissima autonomia alle regioni del Donbass, incluso il diritto di incendiare le auto di chi parla ucraino.[5] Tutto sommato Porošenko a Mosca piaceva, poiché:

  1. I suoi sforzi per la lingua ucraina pesavano per il 50% del PIL, lasciando poco spazio per l'esercito
  2. L'autonomia, magari con un certo ruolo di garanzia moscovita, avrebbe permesso alla Russia di dire sempre la sua nella gestione del Paese
  3. Confondeva costantemente крем (crema) e Крым (Crimea), dunque il KGB era convinto di potergli far firmare un decreto sui dolci russi che cedesse ufficialmente la Pensiola a Mosca
  4. Nel mentre, comperava pure il carbone dai separatisti

BerlušenkoPorošenko viene dunque cacciato dagli elettori nel 2019, con l'elezione del già citato Zelens'kyj, che dalla scorsa citazione ha anche commesso numerosi crimini di guerra e di spaccio internazionale di droga, l'Ucraina dichiara nei fatti guerra alla Russia, infatti:

  • Zelens'kyj è ebreo, e gli ebrei sono nemici dei nazisti, che come ben dice Putin, governano l'Ucraina, rendendo dunque false le parole del Presidente Eterno, un evidente paradosso. Inoltre non piacciono a nessuno, soprattutto al Cremlino
  • Zelens'kyj è un comico, e l'unico leader che può far ridere la comunità internazionale è Putin o, occasionalmente, il suo burattino istituzionale
  • Zelens'kyj parla il russo meglio di Putin, cosa che lo fa vergognare non poco (ma non meglio di Aljaksandr Lukašėnka, che dall'alto della sua grande cultura norma la lingua russa, e anche quella bielorussa, semplicemente parlando)
  • Zelens'kyj pippa la cocaina, quando l'unico leader autorizzato a guidare il proprio paese in stato d'ebbrezza è Boris El'cin
  • Zelens'kyj è del partito Servitore del Popolo, mente in base all'inversione russa è il Popolo a servire il Presidente

Nonostante ciò il Cremlino, con grande bontà d'animo, decide di attendere prima di prendere decisioni dure, quali liberare il popolo russucraino dal proprio padrone nazista al soldo della NATO, ma quando fa una cosa inaccettabile, ossia esistere, viene presa la decisione in gran segreto.

Comunque, già da mesi prima del fatidico giorno gli Stati Uniti annunciavano che le loro fonti di intelligence prevedevano un'invasione dell'Ucraina, con anche foto aeree che mostravano grandi assembramenti di carri al confine, il mondo comunque era tranquillo, poiché analisti internazionali del calibro di Marco Travaglio avevano già smentito l'invasione, adducendo la presenza di carri al tipico carnevale di Belgorod.

A dispetto di ciò il presidente ucraino, l'ebreo nazista cocainomane[6] Volodymyr Zelens'kyj decide di schierare l'Armata al confine, consentendo al contempo ai civili di portare armi da fuoco in pubblico, dando dunque - complice anche l'avvicinamento culturale agli Stati Uniti - alla Russia una legittima[senza fonte] causa per invadere il vicino con questa grave provocazione.

La guerra

Zelens'kyj incontra Joe Biden, foto della TASS.

Aspettandosi una vittoria facile Putin ordina, nella notte del 24 febbraio, alle prime unità di entrare in Ucraina. L'unità di sfondamento era composta da una brigata dell'Esercito, uno squadrone dell'Aeronautica e ventiquattro pattuglie di vigili urbani provenienti da tutta la Russia.

Questa Armata[7] marcia rapidamente verso i centri di interesse del Paese, portando gli alleati a ritenere quella ucraina una causa persa offrendo a Zelens'kyj l'evacuazione in aereo. L'ex comico, guardandosi nelle mutande, nota delle palle d'acciaio e rifiuta, scegliendo di rimanere a guidare il suo popolo.

Nonostante Putin fosse venuto al fine di salvare gli ucraini, ossia un popolo russo, dal loro regime nazista[buona questa!], così da poter denazificare, demilitarizzare e infine riannettere l'Ucraina alla Grande Madre Russia, essi hanno stupidamente[senza fonte] preferito resistere, obbligando la Russia ad usare un po' di forza al fine di concludere quanto iniziato.

Infatti, sorprendendo il mondo, le forze armate dell'Ucraina riescono a cacciare l'invasore dal Nord del Paese e concentrando la lotta nell'Est, dove la Russia decide di annettersi quattro regioni ucraine, pur non controllandole totalmente, minacciando l'atomica in caso di invasione di queste regioni, salvo ritirarsi ordinatamente al ritorno degli ucraini.

Putin dunque dichiara la mobilitazione, mandando 300 mila persone al fronte tra giovani, ex militari e bambini che giocano a Call of Duty, ciò porta al panico, con più di 700 mila persone che abbandonano la Russia rifugiandosi in paesi vicini come il Kazakistan, la Georgia e, qualche volta, l'Ucraina medesima. Così, la Russia perde un milione di abitanti.

In sostanza, al momento, si combatte per villaggi sconosciuti e l'Armata Rossa, un tempo il secondo esercito più forte del mondo, non è nemmeno il secondo più forte in Ucraina.

Risposta internazionale

Sanzioni

Ad aver stupito il mondo è stata la reazione solidale del mondo, esclusa la Cina, che spera di poter far lo stesso con Taiwan, e l'India, che spera di poter invadere il Pakistan: i paesi occidentali hanno subito imposto durissime sanzioni a Mosca e anche numerosi brand si son tirati via dal mercato, lasciando solo dei cloni tarocchi locali, così i russi si son trovati ad andare da McPetrov con una Lada per mangiare un OrsoBurger, indossando una maglietta di Russ&Bear e pagando con la propria carta virtuale RusserCard, installata sul RusPhone. Anche la Coca Cola è scomparsa dagli scaffali, ma a nessuno importa, visto che tutti bevono vodka.

Soprattutto, la Nonciclopedia si è allontanata dalla Russia, così la Wikimedia Foundation ha aperto una brutta copia denominata Wikipedia, aperta anche ai cittadini russi.

In tutto ciò la Svizzera, che in nome della neutralità non ha mai sanzionato nessuno, ha deciso di applicare dure sanzioni agli oligarchi vicini a Putin, imponendo un limite di 5 milioni di franchi ai loro conti e proibendo loro di circolare con auto di grande cilindrata.

Invio di armi

La NATO si è prodigata nell'invio di armi all'Ucraina, per sostenerne lo sforzo bellico, ad oggi sono state inviate armi per Millanta dollari. Anche il Vaticano, in via del tutto eccezionale, ha inviato aiuti militari, fornendo all'esercito di Kyiv ben cinque alabarde modello 1513 prodotte in Svizzera, causando l'ira della Confederazione che ritiene tale mossa una violazione della propria neutralità. Una crisi diplomatica tra le due parti è stata evitata grazie all'intervento di San Marino, che ha ricordato alle parti il comune amore per l'evasione fiscale.

In ogni caso, il principale fornitore di armi all'Ucraina è la Russia i cui svogliati coscritti abbandonano carri perfettamente funzionanti per potersi fare una scopata con una ragazza trovata su Tinder.[8]

Coalizione pro Russia

Comunque, paesi di grande rilievo hanno costituito una Internazionale Antifascista a sostegno della missione russa per un mondo multipolare: Corea del Nord, Siria, Bielorussia e Nicaragua, con anche simpatie provenienti dal Burundi, dal Congo e dall'Eritrea.

Essi hanno deciso di sostenere Mosca dando un'importante parte del proprio budget militare all'Armata Rossa, acquistando per loro un Cessna con il motore rotto e un trabocco del 1913 costruito per una fiera mondiale.

Note

  1. ^ Organizzazione collettiva
  2. ^ che consistono nello sbattersene i coglioni
  3. ^ I cosiddetti Omini Verdi, poiché tutti con simpatie leghiste
  4. ^ Questa descrizione non è ironica
  5. ^ Un po' come in Alto Adige...
  6. ^ Fonte: Russia Today
  7. ^ Brancaleone
  8. ^ Oppure andando dalla polizia ucraina a chiedere benzina. Anche qui nessuna ironia

Altri progetti