Christiane Vera Felscherinow

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(Rimpallato da Christiane F.)
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« Insomma, vuoi smollarmi 20 marchi o no? »
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Christiane Vera Felscherinow
« Ehi tipo, devo farmi quindi ti smollo mein kartoffel e tu mi smolli 20 marchi. Ok? »
(La routine adolescenziale di Christiane F.)
« Ehi tipo, devo farmi quindi ti smollo mein kartoffel e tu mi smolli 20 marchi. Ok? »
(La routine della maturità di Christiane F.)
« Ehi tipo. ...coff coff... cazzo, sto sputando sangue! Beh, smollami 20 euro che devo farmi. Mein kartoffel è meglio per te che non te la dia! »
(La routine attuale di Christiane F.)

Christiane Vera Felscherinow, nota agli adolescenti degli anni '80 come Christiane F. (Amburgo, 20 maggio 1962 - pressappoco vivente), è un'eroinomane di lungo corso prestata - e prontamente restituita al mittente - alla musica, al cinema e alla letteratura. Ciò costringe a rivedere il concetto di tossicodipendenza che, lungi dal rappresentare l'abiezione più profonda in cui può cadere un essere umano, sarebbe in grado di schiudere opportunità carrieristiche inimmaginabili.
Oppure bisogna rivedere i concetti di musica, cinema e letteratura.
Oppure ancora si dovrebbero deportare in Siberia tutti i Soloni che dettano trend e mode in campo musicale, cinematografico e letterario.

Christiane F. è salita alla ribalta mondiale essenzialmente per due motivi:

  1. a soli 17 anni ha pubblicato un libro pieno di parolacce facendo schiattare d'invidia le sue coetanee.

Il libro è stato scritto in realtà da due oscuri scribacchini crucchi, poiché lei era troppo impegnata a vomitare, mettendo insieme una serie di interviste sostenute dalla Felscherinow nel 1978, quando era sotto processo per detenzione di droga e ricettazione. In quell'occasione fu condannata a cinquanta badilate sulle gengive con la condizionale in quanto minorenne all'epoca dei fatti contestati. Tutto con il solo avvocato d'ufficio.
Il libro autobiografico, intitolato Wir Kinder vom Bahnhof Zoo (titolo italiano Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino) descrive il trasloco a sei anni dalla campagna di Amburgo al quartiere-dormitorio berlinese di Gropiusstadt, l'infanzia difficile, la tossicodipendenza e la prostituzione iniziate fin dalla prima adolescenza. Da subito destò molto scalpore in tutto il mondo e fu tradotto in molte lingue, diventando un controverso simbolo per la generazione che più di tutte fece la fortuna del narcotraffico internazionale.
Le cattive idee sono come le ciliegie: una tira l'altra. Pertanto al libro è seguito nel 1981 il film che, come sempre accade in questi casi, ha scatenato aspri dibattiti tra i sostenitori dell'aderenza sostanziale all'originale cartaceo e gente a cui sostanzialmente non fregava un cazzo.

Vita e opere

AVVERTENZA
Le notizie che seguono sono tratte dal libro di Christiane F.
Esse vanno prese con le dovute riserve poiché sull'attendibilità di un tossico non è opportuno mettere la mano sul fuoco. Anche se suffragate da riscontri oggettivi sugli atti giudiziari dell'epoca, non vanno accettate supinamente perché neanche sull'attendibilità di certa magistratura è opportuno mettere la mano sul fuoco.
Quando rientrava a casa troppo "fuori", Christiane si perdeva in quell'immenso alveare di condomini e spesso bussava alla porta dei coniugi Kuntz-Müller, che non ci facevano caso perché anche i loro figli erano tossici.

L'infanzia

A causa di un contesto familiare precario ma tutto sommato nella norma, in cui il padre era violento e ubriacone, la madre persa dietro al maquillage e ai giovanotti aitanti e la sorella minore Annette una piccola stronzetta spiona, Christiane si annoiava. Tanto. Una ventata di entusiasmo le giunse quando la famiglia si trasferì dalle campagne amburghesi alla periferia di Berlino. I grigi casermoni del quartiere di Gropiusstadt, il contesto sociale deprimente, l'assenza di prospettive, le continue frustrazioni del padre... No! È facile pensare che tutto questo possa indurre qualcuno a cadere nel tunnel della droga, ma ciò non accadde con Christiane. A peggiorare la situazione intervenne la separazione dei genitori. La madre si prese in casa un neo-maggiorenne maggiorato, il padre se ne andò portandosi dietro la sorellina a bordo della sua Goggomobil. La madre, presa dalla sperimentazione di delizie erotiche mai provate prima, dimenticò di avere una figlia a carico. Per dare una svolta alla propria vita, Christiane prese a frequentare la Haus der Mitte (Casa del mitto, ossia Pisciatoio), il centro giovanile della chiesa luterana di Gropiusstadt. L'ambiente ecclesiastico le avrebbe sicuramente garantito la serenità di cui aveva tanto bisogno.
E invece fu la causa di tutto.

Le droghe e l'indotto ad esse collegato

Il centro giovanile luterano era frequentato da un gruppo di fricchettoni che, tra una partita a calcio Balilla e una schitarrata di Adeste fideles si sparavano di quei cannoni che lèvati! La domanda che nasce spontanea è: sì, ma quando si tromba? cosa ci facevano degli spostati in un oratorio di periferia? È stato già detto, ci andavano per farsi le canne in santa pace: a nessuno, nemmeno a Matula e a Derrick sarebbe venuto in mente di cercarli in un posto simile.

Il Sound, i cui cessi vincevano ogni anno il concorso "Sangue & Vomito".

All'età di dodici anni Christiane e la sua compagna di scuola Kessi sperimentarono l'hashish, che gradirono assai, in fondo due tiri non hanno mai fatto male a nessuno. Proprio per questo in breve provarono l'LSD e farmaci come Valium, Mandrax, Aspirina con la Coca-Cola, Gatorade con lievito di birra e Guttalax con curry. Le droghe in qualche modo allargano la mente e spingono a cercare nuovi orizzonti, infatti è risaputo che i viaggiatori sono tutti drogati. Durante una di queste ricerche di orizzonti le due sbarbine giunsero alla discoteca Sound. Definita dai cartelloni pubblicitari "la più moderna discoteca d'Europa", a Christiane sembrava un semplice sottoscala dal soffitto basso, quando ci entrava da sobria. Dopo qualche tiro di bocca e di naso diventava però tutta un'altra cosa, molto simile al Paese delle Meraviglie. Era situata in una zona nota per essere un centro dello spaccio di eroina e della prostituzione giovanile. Una questione tuttora molto dibattuta era se i giovani si prostituissero per drogarsi o si drogassero per prostituirsi. Non sono mai apparse risultanze di rilievo a riguardo. Gli stessi giovani, più volte interpellati, non erano in grado di dare risposte soddisfacenti, l'unica frase intelleggibile era una cosa tipo: "Datece la smorfa!"

All'interno del Sound l'incontro con i veri tossici era tutt'altro che occasionale. Poco prima del suo quattordicesimo compleanno, dopo aver assistito a un concerto di David Bowie più deprimente di tutta la discografia dei Death in June, Christiane assunse eroina per la prima volta, per via inalatoria. Non fu una bella esperienza perché la sostanza, anziché passare regolarmente in trachea, scavalcò l'epiglottide e fu ingerita, regalando a Christiane tre giorni di stitichezza. Ma ci voleva ben altro per farla desistere, così, dopo appena un anno, si praticò la prima iniezione. Iniziò così una doppia vita, di cui la madre venne a conoscenza solamente all'inizio dell'anno successivo. In quell'occasione esclamò:

« Figlia mia, perché non ti trovi un bel manico come ho fatto io? »
La stazione dello zoo. Ancora oggi è possibile imbattersi in qualcuno che cerca di sniffare le striscie sull'asfalto.

Tutte le mattine Christiane frequentava normalmente la scuola e passava i pomeriggi a procurarsi l'eroina alla stazione dello Zoo a Charlottenburg. Quel posto era apprezzato dai tossici perché garantiva loro una certa riservatezza: tra loro e le scimmie dello zoo sembrava non esservi alcuna differenza.

Mi dicono che la Gilda delle scimmie si è offesa. Come dargli torto? Mi sarei offeso anch'io.

Ben presto Christiane iniziò a prostituirsi insieme alle sue due amiche Babette Döge, detta Babsi, e Catherine Schabeck, detta Stella. Avevano notato che il solo chiedere spiccioli ai passanti non bastava nemmeno per prendere appuntamento col pusher. L'esordio sui marciapiedi avvenne con un distinto signore in Mercedes anch'egli frequentatore del Sound e che da tempo l'adocchiava. Anche il suo ragazzo, Detlef, era un tossicodipendente che si prostituiva con clienti omosessuali per procurarsi la roba. In quel periodo a Berlino era molto più facile fare il pieno di droga e malattie correlate che pasteggiare a birra, würstel e crauti.

Christiane tentò varie volte di disintossicarsi, ma festeggiava ogni successo con una pera, ritrovandosi nuovamente fatta come una pigna. Tutta questa frutta non apportò benefici al suo già minato stato psicofisico. La morte si divertiva a fare continue apparizioni accanto a lei: assistette alla morte di Atze, suo ex fidanzato, di Axel, migliore amico di Detlef e suo confidente, e della sua amica Babette. Quest'ultimo evento la scosse a tal punto da farle tentare il suicidio sparandosi in vena un'overdose che però era abbondantemente tagliata con Alka-Seltzer. Non morì e per molto tempo non soffrì il mal di stomaco. Nel novembre del 1977 la madre riuscì ad allontanarla da Berlino, mandandola a vivere da alcuni parenti in un paesino nei pressi di Amburgo. Il suo arrivo nella sonnacchiosa località provocò scompiglio: i parenti che la ospitavano divennero anch'essi tossici e cominciarono a prostituirsi dal salumiere o nel confessionale. Per questi motivi le fu proibito di frequentare il ginnasio e l'Istituto Tecnico. Si iscrisse così alla scuola professionale, che accettava cani e porci, conseguendo il diploma di imbalsamatore di axolotl, che le tornò molto utile quel giorno in cui rimase sprovvista di carta igienica.

ULTERIORE AVVERTENZA
Qui finiscono le notizie tratte dal libro "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino".
Le notizie che seguono sono invece il risultato di un lungo e meticoloso lavoro di ricerca nei meandri della contro-informazione, attendibile almeno quanto l'informazione senza contro-.
A queste condizioni è possibile mettere la mano sul fuoco su quanto appresso dichiarato. Parola di mancino.
Un racconto-verità[citazione necessaria].

Il successo

Durante il seiennio[1] 1978 - 1984, grazie al libro e al film, Christiane ottenne un botto di popolarità, denaro ed eroina, per la prima volta senza doversi prostituire. Nello stesso periodo tentò la carriera come cantante e attrice. Purtroppo le sue interpretazioni furono considerate troppo di nicchia e restarono al di fuori di ogni circuito: troppo hipster per il mainstream, troppo mainstream per gli hipster.

Il libro e il film

Nel 1979 uscì il libro, due anni dopo il film, per la regia di Uli Edel, che in seguito avrebbe dichiarato:

« Tutti possono sbagliare! »

La trama del film è molto semplificata rispetto al libro e, quel che è peggio, non si vede una tetta neppure per sbaglio. Contemporaneamente il libro venne tradotto in tutte le lingue, persino in marzianese. Ovviamente la versione italiana è quella maggiormente zeppa di errori di traduzione, di toponomastica e di grammatica. Il successo dell'opera portò Christiane a un periodo di assidua frequentazione della televisione e dei rotocalchi giornalistici che la rese famosa in tutto il mondo. Quando transitava in una dogana i cani antidroga si accucciavano in segno di sottomissione, la folla la acclamava lanciandole siringhe, spicchi di limone e lacci emostatici.
Non durò a lungo, la gente si stanca presto e ha continuamente bisogno di nuovi idoli, perciò in pochi anni Christiane tornò coi piedi per terra, dove trovò ad aspettarla la sua vera ed unica amica: l'eroina.

La musica

Una hit che nemmeno i Kraftwerk...

Tra il 1981 ed il 1984 Christiane tentò la carriera musicale fidanzandosi con Alexander Hacke, componente dell'allora giovane band Einstürzende Neubauten. I due formarono il gruppo Sentimentale Jugend e produssero alcuni pezzi su musicassetta che circolarono per conto proprio nel circuito underground berlinese, senza che alcuno ci facesse caso. Sarebbe bello descrivere testi e sonorità delle canzoni, ma non è possibile dal momento che le tracce sono state sovraregistrate nel tempo, il più delle volte con roba dei Napalm Death o degli Impaled Nazarene.

Christiane tentò anche la carriera solista, pubblicando nel 1982 un EP intitolato Gesundheit!. Il disco, inciso negli Stati Uniti, contiene sul lato A la canzone principale Wunderbar e un pezzo di nome Heimweh (Homesick), mentre sul lato B una versione di durata maggiore della stessa Wunderbar. In copertina appare il nome di Christiane F. Tra le note di copertina si leggono dei ringraziamenti a San Patrignano. Musicalmente siamo ben distanti dalle vette raggiunte da Gianni Drudi, ma per i più fanatici del genere costituisce un ottimo supporto per livellare le gambe del tavolo.

Il cinema

Christiane appena restaurata e pronta[ehm...] per il set.

Nello stesso periodo, Christiane recitò in due notissimi[citazione necessaria] film della scena berlinese. Nel 1982 prese parte al film Neonstadt, interpretando se stessa con un enorme sforzo creativo: fu necessario girare ogni scena per almeno 546 volte. Nei titoli apparve per la prima volta come Christiane Felscherinow, con il suo nome e cognome annunciati per intero.

Nel 1983 partecipò al film Decoder, prodotto dalla Silvio Berlusconi Communications®, nel quale interpretava il tasto ON/OFF del decoder stesso. Il film uscì nel 1984 perché nel frattempo l'83 si era concluso. Christiane prese parte anche alla colonna sonora interpretando l'asta del microfono. Sempre nel 1983 si recò negli Stati Uniti per la promozione della prima del film Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. I vari rotocalchi dell'epoca hanno riportato la notizia secondo cui avrebbe avuto una storia fugace con David Bowie, autore della colonna sonora, salvo poi sbandierare ai quattro venti che ce l'aveva piccolissimo e veniva in un petosecondo . Tuttavia non sappiamo quale attendibilità dare a questa informazione.

Nel corso di questo stesso anno Christiane fu scaricata da Alex, a causa del fatto che la ragazza aveva ripreso il consumo di droghe. Si trasferì in Svizzera, presso la pittrice Anna Keel. La pittrice era molto entusiasta di Christiane e cercò di avviarla al mondo del teatro e dell'arte. In questo periodo Christiane conobbe alcune persone importanti del mondo culturale di allora, tra cui Federico Fellini, che comprese subito chi non avrebbe dovuto chiamare per i suoi prossimi film.

In Svizzera Christiane frequentò la Platzspitz (Piazza dell'ago) di Zurigo, dove era lecito drogarsi. Tra i tossici, non si sa come, si è intrufolata anche una vecchia che fa la spesa.

L'oppio L'oblio

In Svizzera Christiane tentò due volte il suicidio con overdosi di cioccolato, ma ne ricavò in entrambi i casi solo una quintalata di brufoli. La vita elvetica era talmente noiosa da indurla a tornare a Berlino. Qui Christiane tentò di guadagnarsi onestamente da vivere, riprendendo a prostituirsi. Per via di un fastidioso riflesso condizionato riprese anche a farsi, entrando e uscendo ripetutamente di galera. E tutti la dimenticarono. Tra arresti, comunità di recupero, ricadute e altri arresti, Christiane si è trascinata in tutti questi anni, riuscendo tuttavia a farsi la doccia con una certa regolarità. Nel frattempo ha avuto un figlio che le è stato tolto dai servizi sociali perché lei gli rubava di nascosto la paghetta settimanale per comprarsi la roba.

La "seconda vita"

L'ultima "fatica" di Christiane F.

Nel 2013 Christiane ha pubblicato, con la collaborazione di una giornalista, essendo incapace di usare la tastiera del pc, il suo secondo libro, dal titolo Mein zweites Leben (La mia seconda vita) che non è altro che un sequel del precedente. Non che ci fossero orde di funs in disperata attesa di notizie fresche, ma Christiane avrebbe dichiarato:

« Oh, mi è andata di lusso l'altra volta. Hai visto mai... »

Il libro è stato presentato alla fiera del libro di Francoforte subito dopo la sua chiusura e ha riportato Christiane alla ribalta delle casalinghe di Voghera. Nel settembre 2013 è stata intervistata dopo quattro anni dall'ultima intervista, ma in quel momento eravamo occupati e ce la siamo persa. Christiane ha adesso anche un sito il cui blog presenta un elenco di risposte, date insieme alla giornalista, alle ricorrenti domande che nessuno ha ancora fatto. Le risposte riguardano l'uso del metadone, il rapporto interrotto con entrambi i genitori e l'affidamento del figlio che le sarebbe stato restituito, pur continuando a vivere in una casa famiglia per ricongiungersi con la madre i fine settimana. Ma allora non le è stato restituito! O sì? Mettiamola così: glielo concedono in leasing.

Oggi come oggi Christiane si gode un'epatite C contratta durante i suoi trascorsi giovanili, beve metadone a secchiate ed è divenuta espertissima di cocktail a base di psicofarmaci. La prostituzione non le rende più come una volta, quindi non è infrequente vederla guadagnarsi qualche spicciolo rifilando porta a porta a dei vecchi babbioni contratti di fornitura di energia elettrica[2].

Ora, va bene gli stravizi, va bene la droga, va bene che gli anni passano per tutti... ma una tintura per capelli decente no?

Altri relitti umani degni di menzione[citazione necessaria]

Note

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  1. ^ Se sei Ennio non tirartela troppo per essere stato citato qui.
  2. ^ Questa nota in realtà è stata inserita solo per tenere compagnia alla prima, che altrimenti avrebbe potuto sentirsi sola e darsi alla tossicodipendenza.


Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 23 marzo 2014 col 41.7% di voti (su 12).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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