Chrétien de Troyes[1], come si evince dal nome, fu un chierico francese, ritenuto il più grande rappresentante della letteratura in stile a cavallo con gentilezza[2].

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Chrétien de Troyes
« Per colpa di 'sto Cretìn, i miei colleghi mi ridono dietro! »
(Lancillotto, lamentandosi del titolo dato da Chrétien alla sua opera maggiore: "Lancillotto o il cavaliere del carretto")
« Per colpa di 'sto Cretìn, Re Artù ha scoperto che le nostre spade si sono incrociate... »
(Lancillotto, lamentandosi della minuziosa descrizione redatta da Chrétien sui suoi incontri amorosi con Ginevra.)

Biografia

 
Chrétien de Troyes, con quel suo sorrisetto malizioso.

Chrétien, senza cognome, poiché la madre si dimenticò di questo piccolo dettaglio il giorno del battesimo, nacque un po' prima del 1160 d.C. nelloa Champagne. Sin dagli albori della sua carriera, riscosse un tale successo da esser definito il più grande poeta medievale del tempo[citazione necessaria]: celeberrima la fama delle sue canzoni d'amore, scritte alla maniera dei trovatori, lette e utilizzate dall'Inquisizione come tortura per far confessare gli eretici. Dal momento in cui divenne così famoso, però, Chrétien sentì la necessità di crearsi un cognome, affinché egli potesse distinguersi da tutti gli altri Chrétien del mondo. Ne pensò uno che fosse singolare ma d'effetto, senza troppe pretese, facile da ricordare... insomma, qualcosa che potesse resistere al tempo e alle menti grovierate degli studenti del futuro. Così, essendo, egli, il prediletto di Maria di Lambrusco, la quale gli aveva offerto lavoro presso la corte di Troyes, il cognome da scegliere non poteva essere altro che: de Troyes. Purtroppo per lui, però, il distinguersi dalla massa di Chrétien, portò un piccolo effetto collaterale: il popolo, da quel momento, seppe chi era la causa di quelle terribili, nuove, torture utilizzate dalla Santa Setta, peggiori della pera e della Vergine di ferro. Difatti, da qui in poi, altre informazioni riguardanti la vita di Chrétien risultano non pervenute, poiché il suo fascicolo fu secretato dalla Santa Inquisizione stessa. Quest'ultima, però, si prese la briga di diffondere, come copertura al poeta cantautore, il mestiere cui egli era incaricato presso la corte di Troyes; mestiere estratto, ogni volta, con l'algoritmo del Bubblesort, giusto perché le voci sembrassero uguali tra loro:

Opere

 
Illustrazione rappresentativa di quanto fosse amato Chrétien dal popolo e dal mondo della cavalleria.

Tra le maggiori opere del gran maestro, oltre che le celeberrime canzoni d'amore, i cui testi sono dimostrazione di così grande intensità emotiva e fascino da essere scomparse dal panorama letterario, troviamo titoli illustrissimi, quali:

  • Erec et Enide, ovvero Erec ed Enide[3]
  • Lancelot ou Le chevalier de la charrette, ovvero Lancillotto o il cavaliere del carretto
  • Yvain ou Le chevalier du lion, ovvero Yvain o il cavaliere del leone
  • Perceval ou Le Conte du Graal, ovvero Perceval o il Conte del Graal
  • Cligès, ovvero Isotta e Tristano[4]

Erec ed Enide

Poema in otto sillabe, in rima limonata, che tratta della difficile conciliazione tra il perfetto valore cavalleresco e il perfetto amore[5].

Primo tentativo di Chrétien di scrivere qualcosa che non fossero le canzoni d'amore, questo romanzo narra delle vicende di un cavaliere, Erecto, e di una bella fanciulla, Enide. Il tutto condito con battaglie e parentele degne della migliore soap opera. Caratteristica peculiare dell'opera in questione, è una trama così ripetitiva e ciclica da poter essere definito un antenato di anime nipponico. A dimostrazione di ciò, qui di seguito è riportata la funzione, con relativo algoritmo ricorsivo, esplicativa di codesta trama (il linguaggio è volutamente scorretto ed esemplificato per una maggiore comprensione):

 
100
 
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Lancillotto o il cavaliere del carretto

« E la regina stende le braccia verso di lui e lo abbraccia, lo avvince strettamente al petto e lo trae presso di sé nel suo letto, e gli fa la migliore accoglienza che mai poté fargli, che le è suggerita da Amore e dal cuore. [...] Ora Lancillotto ha ciò che desidera, poiché la regina ben volentieri desidera la sua compagnia e il suo conforto, ed egli la tiene tra le sue braccia, ed essa tiene lui tra le sue. Tanto gli è dolce e piacevole il gioco dei baci e delle carezze, che essi provarono, senza mentire, una gioia meravigliosa, tale che mai non ne fu raccontata né conosciuta una eguale; ma io sempre ne tacerò, perché non deve essere narrata in un racconto. »
(Chrétien de Troyes su: scena di sesso.)
« Ma vaffanculo! »
(Tu, dopo aver letto il passo sovra riportato.)
« AHAHAHAHAHAHAH! »
(E. L. James, dopo aver letto il passo sovra riportato.)
 
Il carretto sul quale dovette salire Lancillotto... e poi si parla di perdere l'onore.

Chrétien scrisse questo romanzo perché, per una volta nella sua vita, volle soddisfare le aspettative dei suoi pochi lettori. Non ci riuscì e, dopo questo ennesimo fallimento, si difese dalla gogna e dalla pubblica fustigazione con la scusa del voler essere, per una volta nella sua vita, un burlone. Ebbene, la burlata gli riuscì felicemente: dopo aver illuso, per tutta la durata del libro, il povero lettore, il quale si aspettava di poter finalmente leggere un favoloso porno, Chrétien decise di censurare la scena erotica, lasciando lo sventurato compratore con 15 soldi in meno e della carta igienica in più.

L'opera apre col rapimento di Ginevra, moglie di Re Artù, da parte del malvagio Meleagant. Costui abita nella fantomatica terra di Corre, terra misteriosa nella quale è difficile entrare e dalla quale gli stranieri non possono uscire; in pratica: un'autostrada francese. Molti cavalieri partono per liberare la regina e, tra questi, vi è un cavaliere misterioso: Lancillotto, amante segreto e fedele di Ginevra. Per entrare nella terra di Corre, Lancillotto scende a patti con un nano: questi lo condurrà in quella terra se il cavaliere si farà trasportare seduto su di un carretto[6]. Lancillotto esita, prima di salire sul carretto, indeciso se salvare il proprio onore o la propria regina[7]. Opta per quest'ultima e sale sul catorcio. Il cavaliere viene, così, condotto in un castello e questi gli insegna come superare i caselli autostradali, per entrare e uscire da Corre. Terminato il periodo d'addestramento, Lancillotto si avvia verso l'entrata dell'autostrada, incontrando parecchi ostacoli: una coda di due chilometri; un camion in seconda corsia; un ponte, chiamato Ponte della Spada; un nano, che gli regala un anello magico, anche sì detto Telepass. Grazie a questo fantomatico oggetto, Lancillotto riesce ad entrare nel regno di Corre. Salva Ginevra e lei gli si concede[8], dopodiché, caricatosi di testosterone, Lancillotto sconfigge Meleagant e salva tutti.

Yvain o il cavaliere del leone

Durante la sua permanenza presso la corte di Troyes, Chrétien ebbe modo di leggere la collezione completa delle Agiografie dei Santi e, da una di queste, tale La Via di San Mungo, trasse l'ispirazione per redigere Yvain o il cavaliere del leone. Probabilmente lesse anche le antiche fiabe greche, perché copiò[9] spudoratamente anche da quelle. La trama è talmente ricca e appassionante da aver ispirato una moltitudine di opere di tedeschi e gallesi[citazione necessaria].

La storia vede come protagonista il cavaliere Yvain, ispirato al celeberrimo Owain mab Urien, il quale si reca nel pioppeto di Brocelianda per uccidere Esclados. La scusante di cui si serve per andarlo ad ammazzare è: "mi ha ucciso il cugino Calogero". Il vero motivo è: "quanto è gnocca la moglie di Esclados, la voglio io". Yvain riesce nel suo intento, dopodiché, con la complicità della damigella Lune-te, si sposa la vedova di Esclados: La-udinì. Subito dopo il matrimonio, e il consumo di esso, Yvain parte all'avventura. La-udinì si arrabbia e gli impone un ultimatum entro il quale cambierà le chiavi del castello, grazie alle sue arti magiche, e non lo farà entrare mai più. Yvain si guarda bene dal rispettare codesto ultimatum e si ritrova a vagabondare. Fato vuole, però, ch'egli incontri un leone minacciato da un serpente[10]. Yvain sconfigge il serpente; il leone, riconoscente, si unisce al cavaliere aiutandolo nelle sue imprese. Ed è grazie all'aiuto del felino salvato che Yvain riesce a farsi ammettere di nuovo nel castello, e nel letto, di La-udinì.

Perceval o il Conte del Graal

 
Il Santo Graal viene offerto a Perceval al posto di una tazza da tè.

Chrétien cominciò a redigere "Perceval" durante il periodo delle Fedi Incrociate[11], forse perché glielo aveva chiesto un suo amico[12], forse perché aveva bevuto troppo Champagne. Ebbene, la seconda ipotesi è ritenuta la più probabile: si narra, infatti, che Chrétien, dopo aver vuotato l'ennesimo calice di vino, e dopo che l'aggettivo ebbro non era più sufficiente a descrivere lo stato della sua mente, cominciò a veder vorticare all'interno del bicchiere delle immagini mistiche che, a suo dire, non potevano esser altro che frutto di Dio. Gli venne, così, l'incredibile idea del Santo Graal; idea, questa, che, qualora l'avesse brevettata, farebbe riempire ancor oggi la sua bara di trilioni di soldi, dal momento che è stata ripresa e riutilizzata da chiunque, in qualunque modo, dalla letteratura, alla cinematografia, ai fumetti.

Perceval o il Conte del Graal è un poema che Chrétien non si prese la briga di finire[13]. Il protagonista si chiama Parzival, Perceval per comodità, ed è figlio di una vedova nera. Costei cerca in tutti i modi di tenere il figlio con sé, ma egli, una volta cresciuto, preferendo la compagnia di virili cavalieri, decide di unirsi alla tavolata di Re Artù. La madre di Perceval muore, ma questo non interessa. Dunque, Perceval, vestito da boscaiolo[citazione necessaria], si unisce alla congrega dei Cavalieri della Tavola Rotonda e viene nominato cavaliere da ben due persone: Re Artù e un tale Gornemant. La divisa da cavaliere gioca buono al giovane e inesperto Perceval, il quale riceve attenzioni dalla bella Biancaneve Biancofiore. Ma, come si dice, l'abito non fa il monaco; in questo caso, l'abito fa proprio il monaco: Perceval, difatti, pur volendo[14], decide di non ricambiare le attenzioni di Biancofiore, preferendo rimanere vergine[citazione necessaria]. Dopo questa grande dimostrazione di applicazione del Carpe Diem, Perceval se ne va all'avventura, incappando alla corte del Re Jeremy Pescatore[15]. Qui giunto, Perceval si accorge che c'è qualcosa di strano: durante la cena, gli vengono offerte anche una lancia sanguinante[16] e un bicchiere/piatto/calice pieno di pura luce[17]. Perceval, da buon boscaiolo, decide di non chiedere nulla in merito, facendo finta di non aver visto nulla. Va a dormire e la mattina si sveglia completamente solo; anche il letto lo ha abbandonato. Tutto questo perché egli non ha chiesto nulla in merito al Graal o alla lancia. Però Perceval non è del tutto scemo[18]: capisce che deve ritrovare il Graal per salvare tutta la corte scomparsa. Cominciano altre sue avventure, degne di una soap: il Re Jeremy Pescatore si scopre essere lo zio di Perceval; Perceval incontra un eremita che è il fratello del Re Jeremy Pescatore; Perceval scopre di essere parte della Famiglia del Graal e... Chrétien ha smesso di scrivere. Al lettore la libera immaginazione del "to be continued".

Isotta e Tristano

Quest'opera fu redatta da Chrétien perché, stufo di essere stipendiato da Maria di Lambrusco, volle cercare di catturare l'attenzione del conte Henri le Libéral. Difatti, questo romanzo narra delle vicende di codesto conte, ma attraverso un percorso inverso. Inoltre, Cligès, è definito un "Tristano e Isotta" al contrario. Insomma, questo romanzo è tutto il contrario di tutto e ciò porta un'incredibile confusione nella testa del lettore. Perciò, qui di seguito, si semplificherà la trama: il protagonista è Cligès, un uomo (quindi una donna), ma la storia parte da prima ch'egli ella nascesse, col racconto delle peripezie dei suoi futuri genitori[19]. Poi Cligès nasce, cresce e corre e diventa aultoa e si trasforma in Tristano Isotta e poi la storia è uguale a quella di Tristano e Isotta, ma con un lieto fine e senza adulterio[20].

Curiosità

 
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Chrétien de Troyes si ritirò a vita privata dopo che Dante lo scavallò nella classifica del miglior rompipalle poeta del tempo.
  • Tutte, ma proprio tutte, le opere di Chrétien sono state d'ispirazione per altri scrittori, che le riscrissero migliori.
  • Chrétien è talmente famoso, importante e degno di nota che la maggior parte delle voci correlate, alla sua vita e alle sue opere, non esistono su questa enciclopedia, ma per scrupolo sono state indicate comunque.
  • Chrétien ha scritto più soap opera di Irna Phillips, William J. Bell e Lee Philip Bell messi assieme.

Voci correlate



Note

  1. ^ Si pronuncia Cretìn de Tròies, trasposto in italiano: Cretino da Troie
  2. ^ cortese-cavalleresca
  3. ^ Tradurre codesto titolo ha richiesto un immenso sforzo a livello filologico-letterario, per poter sostituire, infine, la "t" alla "d"
  4. ^ senza Isotta e senza Tristano
  5. ^ E dato che la perfezione non esiste, si immagini quanto perfettamente è riuscita la trama
  6. ^ Una Smart
  7. ^ La sua fonte di piacere
  8. ^ Scena censurata
  9. ^ Pur non essendone capace, visti i miseri risultati
  10. ^ Particolarmente realistica la cosa
  11. ^ Quel periodo durante il quale andavano di moda cotte di maglia, abbellite con magliette della crocerossa, ed era considerato "in" andare a massacrare i Mussulmani, incrociando le fedi con le Mussulmane
  12. ^ Tale Filippo I da Al Sazia
  13. ^ La trama stava diventando troppo interessante e ben costruita per i suoi gusti
  14. ^ E per ciò gli si attribuisce una necrosi cerebrale
  15. ^ Vedi Beatrix Potter o Le Avventure di Peter Coniglio per conoscere la sua storia
  16. ^ Già, è la lancia a sanguinare!
  17. ^ Sì, è il Graal
  18. ^ Béh... ricordiamoci di Biancofiore, eh
  19. ^ Perché, come in Storia, se si vuol sapere della Rivoluzione Francese, bisogna partire dall'Era dei dinosauri
  20. ^ Ed ecco spiegato il motivo per cui Tristano e Isotta è famoso e Cligès non lo conosce nessuno