Cesto della biancheria
Il cesto della biancheria sporca, parallelepipedo cavo sito nell'angolo buio del bagno, svolge una funzione elementare: accogliere al suo interno i capi di biancheria usati. Solitamente gettati appallottolati, essi causano sgradevoli effetti estetici, quali la multipla sovrapposizione di mutande chiazzate a canottiere unte di grasso; il mucchio generatosi offende tre sensi su cinque, a rotazione.
Pur essendo utilizzato giornalmente (a meno che l'usufruente non sia della sottospecie Homo domesticus neandertahalensis) a scopo ludico - come surrogato del canestro da basket - esso rappresenta per l'Homo domesticus uno dei principali misteri dell'habitat appartamento.
Sono anni che l'umanità evoluta brancola nel buio, tentando di comprendere:
- Perché la biancheria appallottolata nel cesto si materializza pochi giorni dopo in un cassetto del comodino?
- E com'è possibile che si trovi lì dentro stirata? E pulita?
In decenni di moderna vita domestica non si è mai voluto indagare sino in fondo: con questa voce si intende colmare la lacuna.
Premessa sull'Homo domesticus - Sottospecie alla quale lo scrivente si vanta di appartenere
L'Homo domesticus è una sottospecie di Homo sapiens sapiens molto diffusa nell'Occidente civilizzato. Egli rappresenta un unicum in natura, a causa dell'inscindibile e ambivalente rapporto con il suo habitat naturale - il cosiddetto appartamento. Specie dominante, l' Homo domesticus (d'ora in poi Homo) unisce una quasi totale padronanza del territorio ad una completa ignoranza delle leggi naturali che regolano il suddetto habitat: nel caso rimanga l'unico abitante dell'habitat causa assenza della specie complementare (la foemina casalinga), le sue possibilità di sopravvivenza calano infatti del 10% ogni 24 ore.
Teorie varie ed eventuali
Dagli studi effettuati, è emerso come due beni domestici siano legati al funzionamento del cesto della biancheria sporca: il comodino e la macchina cubica dall'oblò rotante[1]. Di seguito le teorie ritenute più attendibili. Nota: le seguenti teorie sono state raccolte grazie alla collaborazione spontanea di numerosi homini domestici, unici esseri dotati di una capacità cranica superiore a 1.400 cm3. E di conseguenza, razionali.
invisibile Teoria del nero
Cos'hanno in comune i film d'azione, i polizieschi, i comici e gli horror?
Esatto: i neri. C'è un nero in ogni film, e, in senso lato, c'è un nero in ogni elenco. Basandoci su questo assunto, è plausibile che il funzionamento del cesto sia spiegabile grazie a un nero. Partiamo dall'inizio:
Così le nonne di una volta spaventavano i nipoti. Altre etnie antropologicamente pericolose non erano contemplate (la televisione del pomeriggio non era ancora la migliore compagna delle anziane), e l'uomo nero era visto come una minaccia alla stabilità e all'economia domestica.
Infatti, un nero/a in casa - Via col Vento docet - avrebbe sottratto parte del lavoro domestico alle massaie d'epoca, togliendo loro l'unico divertimento quotidiano. Le sante donne facevano quindi ricorso a quella minaccia più per esorcizzare le loro paure che per spaventare i pargoli.
Come tutte le tradizioni popolari, anche questa ha un fondo di verità logicamente dimostrabile: ad esempio, puoi negare che ci sia un uomo invisibile là in fondo? No. Perché non puoi vederlo. E allora non puoi neanche escludere la presenza di un nero nella penombra casalinga.
Così, nella notte buia, il nero potrebbe uscire dalle tenebre per pulire e sistemare di nascosto la biancheria sporca.
Perché mai dovrebbe farlo? Non ha senso, dite?
E perché dovrebbe averne? ...dai andiamo, di chi stiamo parlando? Li abbiamo civilizzati da poco, in fondo.
Teoria del nano iposviluppato nella lavatrice
La macchina cubica dall'oblò rotante è, inspiegabilmente, presente in quasi tutti i bagni; voci non confermate parlano di indumenti puliti trovati al suo interno. Si ignora chi li abbia riposti, e per quale motivo.
Analizzando diametro dell'oblò e profondità del vano cilindrico interno, si può dedurre che all'interno di tale macchinario siano soddisfatte le condizioni per lo sviluppo della vita nanense. Inoltre, sempre secondo i suddetti rumors, l'occasionale frastuono della macchina è in relazione con la presenza della biancheria al suo interno. Com'è possibile? Non se ne esce, dev'esserci un nano lì dentro.
Si sa, i circhi di una volta non ci sono più, e la domanda di nani nel mercato del lavoro è ulteriormente calata, dopo che il Sindacato dei Nani ha ottenuto la loro esenzione dal lavoro in miniera. Per sopravvivere, i nostri piccoli amici hanno cambiato settore: entrando, ad esempio, nel mercato delle lavatrici. Dove entrando va inteso alla lettera. Così, prima il nano bagna i vestiti, con l'acqua che il potere del nano gli concede a intervalli standard. Poi si mette a correre nel vano, come un criceto nella ruota. La forza centrifuga fa asciugare gli indumenti, spingendo fuori l'acqua[2].
Purtroppo mancano prove documentate; nessun nano è mai stato fotografato all'opera. Il che non è comunque un motivo sufficiente per accantonare questa teoria: anche dell'abominevole mostro di Cogne non ci sono foto, ma esiste lo stesso. Almeno, così sosteneva l'avvocato Taormina.
Teoria dell'asiatico nella pianta di plastica
La pianta di plastica nell'angolo del salotto è un mistero nel mistero. Di provenienza ignota, essa viene solitamente posta nell'anfratto più isolato del salotto per sostituire le piante precedenti, morte causa trascuratezza, siccità o sifilide, nel caso il padrone di casa sia un Homo domesticus particolarmente perverso.
La relazione della pianta con il funzionamento del cesto della biancheria è lampante. È sicuro che essa, essendo di plastica, sia stata prodotta in Cina per poi essere venduta sul mercato Occidentale. Ed è altrettanto sicuro che la Cina ambisca ad essere la prima potenza economica del pianeta; perciò, come Tom Clancy insegna, deve disporre di un efficiente servizio di spionaggio: quindi, dentro la pianta finta c'è un orientale omino giallo.
Appena spente le luci l'omino di probabili origini asiatiche frugherà dunque nel cesto della biancheria per scovare informazioni sui nostri usi, e a spionaggio avvenuto, reciterà la frase magica Niente scontlino, niente bianchelia per tre volte: la frase, tramandata da generazioni di lavandai Cinesi[3] pulisce immediatamente gli indumenti. Compiuto il suo dovere, tramite twittercinesi, informa la patria dell'esito della missione. La Cina è vicina.
Teoria dell'uomo pantalone
Teoria alternativa alle precedenti, solo apparentemente razionale
Per amor di completezza, si cita anche quest'ultima teoria, seppur parziale e contradditoria.
Alcuni studiosi sostengono che l'attività domestica delle foemine casalingue abbia a che fare con il cesto della biancheria. La teoria si basa su palesi leggende metropolitane, che raccontano di donne intente a trafficare detersivo in mano con la lavatrice, e a stirare in ore tarde. Ora, se una cosa è certa, è che in casa le donne toccano i vestiti solo per prenderli/riporli nell'armadio. O per toglierli dalle borse se tornano dallo shopping. No?
Quindi questa teoria parte già da un presupposto fallace. Poi, non si vede il nesso logico tra l'uso del ferro da stiro con la biancheria sporca: ma sopratutto, basterebbe questo elementare sillogismo, mutuato dagli antichi, a smentire siffatta bizzarra teoria.
- In casa, tutte le donne stanno in cucina.
- In casa, il cesto della biancheria è in bagno.
- La donna non usa il cesto della biancheria.
Sì, il sillogismo non rispetta le forme canoniche, ma è valido. Date le premesse, eccome se lo è. Inoltre, gli studiosi assertori di questa teoria sono in realtà donne. Non c'è bisogno di dire come questo vada a discredito della credibilità e coerenza della teoria stessa.
Che poi, su, possono votare da sessant'anni scarsi e pretendono di avere ragione? Siamo seri.