Articolo 41 bis

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(Rimpallato da Carcere duro)
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« [...] chiusura delle super-carceri, carcerazione vicino alle case dei familiari, annullamento del decreto legge 41 bis, mezzo chilo di pane, latte scremato, fette biscottate, due etti di parmig... Ma porca...! Ninetta, che cazzo di foglio mi hai dato?! »
(Riina legge la famosa "lista")
Un'immagine del carcere di Marino del Tronto. La freccia segnala una delle celle d'isolamento per detenuti aggressivi.

L'articolo 41 bis (detto anche carcere duro o carcere raffermo) è un ramo della disciplina intrighi e ladroni, castighi e detenzioni previsto dall'ordinamento penitenziario italiano.

Storia

L'articolo 41 bis nacque e crebbe in Sicilia dal ventre della Legge Gozzini, per poi essere adottato, a seguito della strage di Capaci, dal Decreto antimafia Martelli-Scotti. Suddetto decreto consentiva al Ministro della Giustizia la sospensione per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica delle regole di trattamento e degli istituti dell'ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti facenti parti dell'organizzazione criminale mafiosa. In soldoni, ai prigionieri più cattivi niente dessert a fine pasto né film d'animazione Disney alla domenica.
I primi a collaudarlo sarebbero stati proprio i criminali coinvolti nell'attentato terroristico alle porte di Palermo, non fosse stato per il fatto che i due principali sospettati, Giovanni Falcone e consorte, perirono nel disastro.
Qualche anno dopo un'ispezione del Comitato europeo per la vigilanza delle carceri capitò a sorpresa nel braccio detentivo di Rebibbia, a Roma, facendo tremare il direttore, colto alla sprovvista. Dopo due settimane di permanenza a spese dello Stato i membri del comitato constatarono degradazione degli impianti e atti inumani nei confronti dei reclusi.

- Comitato: “In questo penitenziario la vita è estremamente difficile!”
- Direttore del carcere: “Sa com'è, "duro" non si riferisce al cognome del carcere...”

Non furono le uniche critiche rivolte al 41 bis: un telecomunicato di tal Leoluca Bagarella e una lettera firmata da 31 boss mafiosi protestavano contro presunte promesse da marinaio da parte dei politici italiani e Dell'Utri a proposito di precise indicazioni segnalate sul papello di Riina. Dell'Utri, dal canto suo, giurò sulla vita dei suoi uomini di scorta che non era mai stato marinaio.
Dal momento che la norma era temporanea si provvide numerose volte alla proroga della sua efficacia:

  • La prima volta per 1 anno, dal 1992 al 1993;
  • La seconda volta per un altro anno, dal 1993 al 1994;
  • La terza volta per 2 anni, dal 1994 al 1995 (s'accorsero dell'errore mesi dopo, ma giammai l'ammisero);
  • La quarta volta per 3 anni, dal 1995 al 1992 (in seguito l'Accademia della Crusca precisò ai magistrati il significato del termine "retroattività");
  • La quinta volta per 5 anni, dal 1992 al 1996 (nessun pecca, questa volta: il '96 era bisestile e 5 anni risultarono insufficienti per giungere al '97);
  • La sesta e ultima volta per 6 anni, dal 1996 al 2002.

Fibonacci si sta ancora rivoltando nella tomba.

Caratteristiche

Nel carcere duro persino il sostegno morale gioca a tuo sfavore.

Il decreto è applicabile ogni qualvolta vengano soddisfatti i requisiti necessari: reati di stampo mafioso, terrorismo, alto tradimento, adulterio, tratta dei negri, diploma di istituto superiore professionale.
Il regime del carcere prevede delle precise misure restrittive in riferimento ai detenuti:

  1. Il soggetto dev'essere completamente isolato, coltivato in vitro e inoculato in un elemento sano per verificarne l'infettività... No, un momento... questo è il postulato di Koch...
  2. È escluso qualsiasi contatto fisico, anche con se stesso. Il soggetto non può accostare lembi della propria epidermide e deve pisciare lasciando libero l'uccello. In caso di pronunciato sovrappeso del recluso lo stesso sarà obbligato a camminare a gambe larghe per evitare lo sfregamento delle cosce e a dormire assumendo la posizione dell'Uomo vitruviano. In caso di dermatiti pruriginose gli è comunque consentito strusciarsi sulle sbarre arrugginite della cella.
  3. Sorveglianza strettissima. Al soggetto è imperativamente proibito l'allontanamento dal raggio di battuta delle mitragliatrici delle torrette e la meiosi delle proprie cellule germinali senza un regolare permesso di una commissione di vigilanza.
  4. I contatti con l'esterno sono limitati: la posta è permessa solo per inviare risposte di insulti alle associazioni umanitarie bisognose di grana. È altresì permessa una chiamata telefonica al mese, ma solo al 118 e solo con un Nokia 1100[1].
  5. Alimentazione controllata: prima di essere passato sotto la porta il rancio deve essere setacciato, passato al microscopio a scansione e sminuzzato a livello peptidico per evitare qualsiasi utilizzo illecito dello stesso.
  6. La cacca deve essere fatta tassativamente sotto gli occhi di un artificiere e un batteriologo della polizia penitenziaria e consegnata integra, in caso si spezzi in due o più parti durante l'atto sarà necessario ripeterlo.

La situazione attuale

Sono tuttora attivi e perfettamente funzionanti ben 18 carceri attrezzate per il 41 bis. Gli altri 396 sono tutti in attesa di fondi per il completamento della struttura o la ristrutturazione totale. L'elenco è disponibile, con relative note e dettagli riguardanti l'immobile, sul sito di Striscia la Notizia.

Note

  1. ^ Una volta veniva fornito il 3310, ma, dal momento che veniva spesso trafugato e usato dai detenuti al posto del cucchiaio per scavare gallerie di fuga nel calcestruzzo dell'edificio, fu presto sostituito.

Voci correlate