Artista di strada

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(Rimpallato da Cantastorie)
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È un lavoro difficile, ma qualcuno deve farlo.
« Mamma guarda, c'è un saltimbanco! »
(La piccola Jessica[1] Cecioni.)
« Che so' 'ste parole?! Co' tutti li sacrifici che fa tu' padre ar cantiere pe' fatte studià, vergognate! Nun se inzurta la ggente! »
(La signora Deborah Sgarullo, in Cecioni.)

Un artista di strada (in inglisc busker, in lombardo andè a laurà barbun) è un artista che si esibisce in luoghi pubblici (piazze, strade, vagoni della metropolitana, incroci letali, zone pedonali) gratuitamente o richiedendo un'offerta, indispensabile per non essere guardati parecchio male. Le esibizioni sono molto varie, l'unica costante è quella di offrire al pubblico uno spettacolo d'intrattenimento, ricavandoci soldi e fama internazionale[da verificare]. La sua più grande soddisfazione è quella di riuscire a strappare un sorriso ad un bambino e qualche applauso, ma più che altro fare soldi.
A titolo esemplificativo, si possono individuare spettacoli di giocoleria, musicali, clown, statue viventi ed arte circense; ogni tanto capita l'esibizione di qualche borseggiatore, a suo modo artista anche lui, che passa quasi sempre inosservata. Per sua fortuna.
Oggigiorno, con l'industria dell'intrattenimento che si indirizza verso forme più sofisticate e tecnologiche, gli artisti di strada sono sempre più rari, ma diamo tempo al Nuovo Governo di lavorare e tenderanno ad aumentare molto presto.

La normativa

A volte rischiano la vita anche solo per un pasto.
Vigile urbano : Mi fa vedere il permesso per esibirsi?!
Statua vivente : Non sapevo che ne servisse uno!
Vigile urbano : La legge non ammette l'ignoranza!
Statua "scappante" : Però ammette al suo servizio i cretiniiiiiiii...

La prima legge che regolasse gli artisti di strada la troviamo nell'antica Roma, nel 462 a.C. Le Leggi delle dodici tavole, così chiamate perché scritte su sei tavole che qualche teppista maledetto si era divertito a spezzare, prevedevano il potersi esibire pubblicamente, a patto di evitare versi satirici o canti diffamatori nei confronti di altri. In caso di violazione della regola, l'artista veniva invitato a dare prova di sé davanti all'imperatore e ad una platea molto più ampia, replicando il suo spettacolo in compagnia delle tigri.
Il Regio Decreto n. 121 del 1931, avente a rubrica "Dei mestieri girovaghi, di alcune classi di rivenditori e dei fancazzisti senza fissa dimora", disciplinava l'esercizio di tale attività attraverso l'iscrizione degli artisti di strada in appositi albi[2]. Prima di avere la licenza, il candidato doveva esibirsi davanti a Mangiafuoco, Moira Orfei e Mara Maionchi, collezionando almeno due "Per me è un sì".
Nel 2001, l'abrogazione di tale articolo ha di fatto creato un vuoto legislativo, ogni amministrazione comunale si regola quindi a proprio piacimento, con risultati diametralmente opposti:

La Puddu Quartet -1 Soul Band alla sua prima esibizione. Quando iniziarono l'iter burocratico per ottenere le autorizzazioni avevano tredici anni. Nel frattempo, uno di loro è morto di vecchiaia.
  • Comune di Borgosatollo (BS)
Artista di strada : Buongiorno, cosa devo fare per potermi esibire in strada?
Impiegato comunale : Dovrebbe prima riempire la domanda sul Modulo H34, che può ritirare all'Ufficio Cultura del secondo piano. In allegato serve una fotocopia del documento, una del codice fiscale, tre foto formato tessera e il nulla osta della Polizia Municipale in bollo da 16 euro. Poi, deve pagare la tassa di occupazione del suolo pubblico, col bollettino postale da ritirare all'Ufficio Economato. Quando ha tutto pronto, prende un appuntamento con l'Ufficio Protocollo al sesto piano e consegna la domanda. Gli orari sono importanti: l'Ufficio Cultura riceve il martedì e il giovedì pomeriggio dalle 14 alle 15; la posta è aperta di mattina; l'Economato solo il mercoledì dalle 9 alle 11; l'Ufficio Protocollo il venerdì dalle 16 alle 17. Se vuole la mappa dei luoghi ammessi, si rechi al quarto piano e la chieda all'Ufficio Tecnico, ma adesso è chiuso.
  • Comune di Ravanusa (AG)
Artista di strada : Buongiorno, cosa devo fare per potermi esibire in strada?
Impiegato comunale : Trovati un posto e non mi scassare più la minchia!

Nel frattempo, Milano ha approvato il più avanzato regolamento ad oggi esistente in Italia. Attraverso una piattaforma online è possibile prenotare uno dei luoghi dove è permesso esibirsi, in tempo reale. Per iscriversi bisogna prima riempire la domanda sul Modulo H34, da ritirare all'Ufficio Cultura del...

Le categorie

I circensi

Scarti di pista.
  1. Saltimbanchi: si muovono in branco, generalmente guidati da un maschio alfa dotato di fischietto e punzone elettrificato, usato per evitare che si disperdano. Quello sui trampoli serve da vedetta in caso di arrivo dei vigili urbani; il resto della combriccola si limita a zompettare a destra e manca, irritando i presenti.
  2. Acrobati: scarti di circo, spesso ex trapezisti che non si rassegnano all'immarcimento fisico e cercano, con nuovi numeri, di rivivere i fasti del passato. Quello che rendeva interessante il loro precedente lavoro era che si sarebbero potuti schiantare in terra, ora al massimo ci potrebbero rimettere qualche falange. Interessanti come un libro sui quarzi.
  3. Fachiri: ex proprietari di ferramenta con tendenze suicide. Di solito iniziano mangiando le lampadine invendute, per poi passare a numeri che includono chiodi e martelli (peccato che non siano per la crocifissione). Quelli che non possono permettersi l'acquisto di spade, o comunque alle prime armi[3], si esibiscono ingoiando manici di vanga.
  4. Giocolieri: fanno ruotare veramente di tutto, spesso le apposite clave o cerchi, altre volte solo le palle.
  5. Mangiafuoco: oramai quasi estinti per i costanti rincari della benzina. I pochi che si ostinano a fare questo mestiere ricorrono spesso alla grappa fatta in casa, sostanza il più delle volte tossica e vietata perfino nel Sudan.
  6. Pallonari: in genere ex calciatori, gente che ha passato gli ultimi due anni a telefonare al proprio procuratore ricevendo sempre la stessa risposta: "Un campione come te non posso giocarmelo in una serie minore. Aspettiamo l'occasione giusta."
  7. Ginnasti: individui dotati di fisici fuori della norma, per questo scartati da tutte le squadre di atletica a cui hanno fatto domanda. Lungi dal partecipare alle olimpiadi, l'unica medaglia a cui potranno mai aspirare sarà quella fatta sulla tuta dal sugo all'amatriciana, tipico piatto delle sagre di paese in cui sono soliti esibirsi.
  8. Funamboli: gente a cui è mancato il coraggio quando si è presentata l'occasione giusta. Avevano corda e albero, per quale motivo non si sono più impiccati?!
  9. Saponari: sono in genere ex shampisti di cani, buttati fuori dal posto di lavoro con due scatoloni di sapone liquido come liquidazione. Persone prive di scrupoli, che si divertono a rendere viscido il marciapiede e causare traumi, spesso letali, alla gente che passa da quelle parti.

I mimi andrebbero considerati una categoria a sé stante. Per molti versi sono assimilabili ai saltimbanchi, ma allo stesso tempo sono anche clown e statue viventi, di cui ci occuperemo più avanti. In tutti i casi è comunque gente che vorresti frustare a morte, una rappresentazione grottesca del male assoluto che tenta di "fare il simpatico".

Sì, può infastidire.

Ce ne parla il teologo benedettino Hugo Jérôme de La Rochefoucauld, autore del saggio Se Dio ci voleva mimi non ci donava la parola, venduto solo nel Benin e in un mercato rionale di Alghero.

Intervistatore : Quindi secondo lei i mimi sono malvagi...
Mons. Jérôme : Ne ha mai visto uno tirare la corda immaginaria?
Intervistatore : Sì, certo. E allora?
Mons. Jérôme : Non le sembra che stia tirando fuori da una dimensione infernale un demone?
Intervistatore : Ma potrebbe benissimo essere la mucca viola della Milka.
Mons. Jérôme : Vabbè, se iniziamo a dubitare della parola di Dio allora non abbiamo più niente da dirci. Se ne vada!

I musicisti

Scarti di conservatorio.
  1. Il solitario: propone un repertorio di vecchi classici, roba che si può suonare con cinque accordi massimo, pescando tra le canzoni di Lucio Battisti, Pino Daniele e Claudio Baglioni. I più audaci si avventurano tra gli evergreen stranieri, contando su una padronanza delle lingue che sfiora quella di Matteo Renzi e con la pronuncia tipica di un kebabbaro.
  2. Il raffinato: con una fisarmonica potrebbe fare soldi a palate, ma lui rifugge la banalità e sceglie strumenti come il baryton, l'hang o la glassarmonica. Il repertorio comprende brani che causano temporaneo disorientamento, avvizzimento dei testicoli e forme croniche di narcolessia.
  3. I maestri: ciascun componente è diplomato in conservatorio, dirige un orchestra e compone sinfonie mentre è al cesso, o a fare la spesa al supermercato. Nonostante il talento, guadagnano meno di un manovale di Cosenza e quindi, per pagare le bollette, devono scendere a compromessi.
  4. I caucasici: puntano su un pubblico di nicchia, una ristretta cerchia di appassionati di musica folkloristica russa che superano, seppur di poco, il numero degli estimatori dei madrigali bizantini. I brani suonati sono Katjuša, Kalinka e Oči čërnye, gli unici tre scritti in Unione Sovietica nel corso della storia.
  5. Lo zappatore: ha imparato da poco i sette accordi maggiori, un bagaglio culturale che ritiene sufficiente a guadagnare i soldi per il pranzo. Ascoltandolo viene voglia di strappargli la chitarra dalle mani, estrarre le corde, farne una treccia e strangolarlo con quella. Un bambino di sei anni senza braccia suonerebbe meglio di lui.
  6. Il vaccaro: il suo genere è il country, un tipo di musica che interessa meno di un intervista a Flavia Vento. Il tizio però è generalmente un bellocio vestito[4] da cowboy, cosa che attrae in maniera irresistibile una nutrita schiera di vacche.
  7. Il cantastorie: una figura che purtro sta scomparendo, perché trova un numero sempre più esiguo di estimatori. D'altra parte, a chi vuoi che freghi delle gesta dei paladini carolingi, o della storia del Bandito Giuliano, disegnate su tabelloni di cartone e decantate da un tizio più triste di Marco Masini?!
  8. I celtici: un genere che vanta un buon seguito, soprattutto tra gli alcolisti nella periferia di Edimburgo. Per ragioni che sfuggono alla comprensione umana, che forse spiegherebbero anche l'esistenza di Maurizio Gasparri, c'è anche chi ci incide dei dischi facendoci un fottìo di soldi.
  9. Il vagabondo: quasi sempre accompagnato da un amico a quattro zampe, indispensabile da esporre, accanto alla ciotola per le offerte, il cartello "Per le crocchette". Una mezza verità, il bastardo parla di quelle della rosticceria, quelle di cui è ghiotto e fanno schizzare il colesterolo a duemila. Mai che gli vadano di traverso.
  10. L'esagerato: detto anche "lo sborone". Parte da un ragionamento infantile: "con uno strumento piccolo la gente sarà indotta a dare piccole offerte". Per questo motivo suona normalmente il contrabbasso, il pianoforte, la batteria o un organo a canne, sottratto nottetempo dalla vicina chiesa.
  11. Il one man band: un vero factotum della musica, che riesce ad eseguire brani arrangiati per orchestra in modo fedele. Quelli particolarmente bravi introducono anche il flauto, anche se non è mai visibile.

Non tutti gli artisti di strada sono però degli avidi accaparratori di mancette. Dall'impegno di molti di loro è nata la Playing for Change Foundation, che si prefigge il compito di edificare scuole di musica destinate all'infanzia nei luoghi più disparati del mondo.

« Per chi non avesse mai visto il seguente video, è caldamente consigliato un momento di poesia. »

I disegnatori

Aspiranti imbianchini.
  1. I graffitari: in grado di disegnare su qualsiasi superficie, anche in movimento. Non di rado, vengono avvistati addosso ai vagoni della metropolitana, appiccicati con le ventose. Spesso braccati dalla polizia, vivono un'esistenza vampiresca, fatta di fugaci scorribande notturne. Come i cani cercano di coprire i segni lasciati dalla concorrenza, quella che appare come una progressiva erosione del marciapiede, è in realtà il muro che continua ad avanzare per colpa degli strati di vernice che si sovrappongono.
  2. Gli stradaioli: che prediligono le superfici piane, sulle quali disegnano normalmente soggetti religiosi come madonne, santi e gesucristi. Altre volte si avventurano invece in riproduzioni di quadri famosi e, per la mancanza di un'adeguata prospettiva, capita che una Monna Lisa finisca per assomigliare ad un termosifone. Per colpa della posizione accovacciata che sono costretti ad assumere, vengono colpiti spesso da forti dolori alle articolazioni, altre volte dal manganello del poliziotto che gli sconsiglia di continuare.
  3. I tridimensionalisti: variante estrema dei soggetti precedenti, gente che non si rassegna all'idea che non è possibile disegnare l'aria. Per ottenere il giusto effetto tridimensionale si servono di telecamere, droni volanti teleguidati e complici appollaiati sui lampioni. I risultati sono comunque apprezzabili, a patto di stare in un punto ben preciso altrimenti: l'immagine che ci appare davanti, oltre che incomprensibile, può causare vertigini e spiacevoli attacchi di vomito.

Ci scusiamo con i lettori, l'immagine numero 4 è finita lì per sbaglio. In realtà trattasi della passeggiata sul lungomare di Palermo, leggermente penalizzata dall'incuria dell'amministrazione comunale.

« Io uso quello che serve. A volte questo significa solo disegnare un paio di baffi, o un pisello, sul volto di una ragazza su qualche cartellone, talvolta invece significa sudare per giorni su un disegno intricato. Il fattore più importante è l'efficienza. »
(La filosofia di Banksy, vate della street art.)

Alcune celebri opere

Gli statici

Dulcis in fundo arriviamo all'ultima categoria, la più odiata, quella che comprende mimi e statue viventi. Non esiste essere umano che, incontrando uno di questi soggetti, non abbia pensato: "Adesso ordino mezza betoniera di cemento e lo lascio così per sempre". A parte loro ovviamente. Le caratteristiche che accomunano gli appartenenti a tale marmaglia sono:

  • la prima (e unica) volta che hanno tentato di fare una capriola si sono sbriciolati l'osso sacro;
  • hanno lo stesso talento musicale di Sabrina Salerno, ma senza le sue tette;
  • quando all'asilo disegnavano la loro casa, la maestra la scambiava per un pitale.

La totale assenza di una benché minima abilità, nonché la spiccata propensione a combinare disastri, li costringe quindi a non fare nulla.

Diplomati CEPU.
  1. Il tirchio: il suo costume è costato in tutto meno di 10 euro, in gran parte assorbiti dallo scopino del cesso usato per fare lo scettro. La corona è ricavata sezionando un cappello da somaro, che ha potuto portare a casa dopo che all'asilo se l'è aggiudicato per tre volte consecutive.
  2. I santoni: stupefacente esempio di come si possa vivere abbindolando qualcuno. Il vero fenomeno, che desta l'interessa delle masse, non è quello paranormale evocato dall'esibizione, ma l'idiota che resta stupito e inizia a cercare di capire come possa essere possibile.
  3. Il missionario: lui ci crede veramente e vuole regalare al suo pubblico un'emozione indimenticabile. Ha studiato meticolosamente i dettagli del trucco per due anni; si alza alle 4 di notte per iniziare a prepararsi; si mette in posa alle prime luci dell'alba; resta immobile in posizione per tutto il giorno; passa due ore a riacquistare le facoltà motorie; si reca in rosticceria a comperare due supplì con i 3 euro guadagnati e va a letto.
  4. L'ironico: fondamentalmente vuole solo strappare un sorriso alla gente, ci ha già provato esibendosi come comico in un teatro di periferia, riuscendo ad ottenere sporadici attestati di stima e tangibili minacce di morte, anche per i familiari.
  5. Il perfezionista: incrocio ben riuscito tra un "santone" e un "missionario". Dal primo ha ereditato l'inventiva, dal secondo la passione per i particolari curati. Per ottenere i soldi necessari alla sua esibizione, ha venduto il suo corpo per tre anni in un centro massaggi cinese, per rientrare dell'investimento dovrebbe essere imbalsamato ed esposto per nove secoli.
  6. Il filosofo: lui ha raggiunto il nirvana, consapevole appieno dello scopo della sua esistenza. È l'unico che ha capito esattamente cosa vuol dire essere una statua vivente: non bisogna fare niente. Al termine della sua performance è già pronto per andare a cena, deve solo abbassare il risvoltino dei pantaloni e scendere dal trespolo.
  7. Il terrorista: è finanziato in modo occulto dall'INPS, il suo scopo è quello di far prendere un infarto ai passanti muovendosi improvvisamente. È capace di restare completamente immobile per giorni, finché non gli capita a tiro un soggetto a rischio come un ciccione con l'affanno, o un anziano stremato dalla calura estiva. A quel punto si muove, compiendo così il suo letale disegno.
  8. La salma: seppur molto simile ad una statua vivente, è in realtà un vero cadavere, lasciato sbadatamente in strada dal medico legale della scientifica. Per la sua naturale bravura nello stare immobile ottiene generalmente, nonché immeritatamente, più soldi di tutti gli altri.
  9. Lo scapocciato: forse il più furbo dell'intera categoria, è l'unico che non sarà mai preso a sberle per quello che ha fatto. Ci rimette però in termini di notorietà, non potrà mai dimostrare che era proprio lui quello che ha strappato tanti applausi. Ma probabilmente non ci sarà mai bisogno di farlo.

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

Una star può finire sulla strada? Chiedilo a loro.
  • Nel maggio del 2005, Sting si camuffò da busker e guadagnò 40 sterline in offerte. Doveva fare il bancomat e gli si era smagnetizzata la tessera.
  • Nel 1994, Jon Bon Jovi si esibì al Covent Garden di Londra, radunando una folla impressionante. I festanti spettatori furono subito dispersi a manganellate da alcuni "bobbies" particolarmente zelanti e privi di gusto musicale.
  • Nel gennaio del 2007, il celebre violinista Joshua Bell suonò nella metropolitana di Washington in incognito, guadagnando 32 dollari. Tale esibizione venne eseguita con un violino Stradivari, la cui attuale quotazione è esattamente il valore della metropolitana di Washington.
  • Bruce Springsteen, il 23 luglio del 1988, si è esibito per le strade di Copenaghen improvvisando un concerto. Come risaputo, i danesi non conoscono la musica, quindi l'artista ci ha guadagnato solo un brutto raffreddore per l'umidità presa.
  • Il 6 maggio del 2015, gli U2 hanno eseguito una loro canzone alla Grand Central station di New York, camuffati da artisti di strada. Ovviamente nessuno li ha riconosciuti a parte tutti.
  • Nel 1993, Biagio Antonacci si esibì in incognito nella Stazione centrale di Milano... ah, no scusate, stavamo parlando di gente famosa.

Note

  1. ^ suo malgrado
  2. ^ tanto per cambiare
  3. ^ ci sta tutta
  4. ^ a occhio e croce

Voci correlate