Canale di Suez

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Il Canale di Suez. A sinistra, la piramide dello schivo Isolatis III.

Il Canale di Suez (arabo: Qanāt al-Suways) è un canale artificiale navigabile (a senso unico alternato il marvedì) situato in Egitto, ad ovest della penisola del Sinai, tra Porto Said (Bûr Sa'îd) sul Mar Mediterraneo e Suez (al-Suways) sul Mar Rosso. Trovarlo è facile, quando arrivi a Porto Said chiedi ad Aziz (il kebabbaro vicino a quello che vende i datteri) che ti dice lui. Se invece vuoi andarci da Suez, chiedi a mio cuggino che lui c'è arrivato con l'escursione da Sharm El Sheik.
Il canale fa andare dall'Europa all'Asia senza circumnavigare l'Africa e scansando quindi i pirati somali.
Prima dell'apertura (17 novembre 1869) le merci venivano scaricate, trasportate via terra dal Mediterraneo al Mar Rosso e poi reimbarcate. Alcune amare testimonianze dell'epoca furono raccolte nel libro "Ghigne di mare" da Luigi Bertelli (detto "Vamba").

« « Maremma impestata... vedrai ci torno dall'arabi! ...Meglio Palaia!! » »
(Il marinaio livornese Tito Ceccarini mentre reimbarca un carico di tubi in piombo sulla "Libeccio 3" (Ghigne di mare: Ed.Montatori 1898))

I realizzatori

L'ingegnere Luigi Negrelli mentre lavora al punto chiave del "Progetto Suez": "dove minchia si trova Suez?"

Il canale venne realizzato dal francese Ferdinand de Lesseps su progetto dell'ingegnere trentino Luigi Negrelli.
Il primo completò gli studi al "Lycée Liberté, Égalité, Pretaporté" di Parigi, si iscrisse in seguito ai corsi di "Raggiro Commerciale Internazionale" per prepararsi alla carriera diplomatica.
Il secondo iniziò a studiare presso il seminario "Sacerdos Abusi Filii" di Feltre e successivamente a Padova, dove ricevette il plauso accademico per il saggio "Importanza sociale della mutanda di ghisa". Si laureò in Ingegneria presso il Politecnico "Idioten Konstruktionen" di Innsbruck.
Prima di loro, si erano già posti il problema gli antichi egizi, in seguito i mercanti veneziani e anni dopo Napoleone. I Vichinghi, invece, attraversavano in diagonale il Sahara, pisciando simultaneamente a prua della loro nave.

Storia della costruzione

Il faraone Disonestis III, della XVIII dinastia egizia, pensò di affidare l'incarico a Mosè e chiese consiglio al suo architetto di fiducia Ak-selciut. Costui non fu d'accordo, Mosè era pratico di separazione di mari, non di collegamento. Disonestis ne convenne e il progetto fu accantonato per quasi mille anni. I finanziamenti previsti furono destinati allora alla costruzione di impianti di risalita e di innevamento artificiale sul Sinai. Di questa mirabile opera resta il progetto e l'ammanco nelle casse.

Il canale nell'antichità

Il progetto del Canale dei Faraoni (oggi di Suez) all'epoca di Nekao II. In evidenza il tracciato originale.

Secondo le Storie del greco Erodoto, intorno al 600 a.C. il faraone Nekao II intraprese lavori di scavo, senza però terminarli. Quello che terminò furono i soldi, fece default e le obbligazioni che aveva emesso non valevano nemmeno il costo del papiro su cui erano scritte.
Il canale fu terminato dal re Dario I, il conquistatore persiano dell'Egitto. Dario commemorò la sua opera su diverse steli di granito disposte sulle rive del Nilo, fra cui quella di Kabret. L'iscrizione di Dario dice:

« Sono Dario di Persia, oggi contemplo navi che vanno da un mare all'altro,
volevo una piscina nei pressi di El Teyal, gli egizi non capiscono una sega! »
(Iscrizione sulla Stele di Kabret (Egitto - 400 a.C.))

Il canale fu restaurato dal faraone Tolomeo II nel 250 a.C., per essere adibito a latrina. Plinio il Vecchio ne descrive i tentativi di bonifica per piantarci i broccoli, fino al definitivo abbandono nell'VIII secolo sotto il califfo al-Mansur detto "Braccino minimo".

Il canale nell'Era moderna

Suez 1799, Napoleone effettua dei rilevamenti per il suo progetto del Canale.

Già nel 1504 alcuni mercanti veneziani proposero ai sultani regnanti in Egitto di tagliare l'istmo di Suez. Il gran visir Mehmed Pascià, che era mamelucco ma non era scemo, disse: "« Io vi faccio passare nel canale, ma lo scavo lo pagate voi »". Il mercante, che era veneziano ma di madre romana, rispose: "« Te vòi fa er frocio col culo mio! »".
La cosa andò a puttane.
Nel 1799, durante la spedizione in Egitto, il generale francese Napoleone Bonaparte contemplò l'idea di fare il canale: i rilievi conclusero (erroneamente) che il dislivello fra i due mari era di 10 metri, quindi servivano:

  1. un sistema di chiuse comandate da un computer,
  2. navi equipaggiate con almeno 2 motori diesel da 8000 kW,
  3. una stazione di servizio intermedia per fare carburante,
  4. l'accordo commerciale con Autogrill,
  5. circa un fantastiliardo di franchi,

Nonostante l'impegno profuso, la tecnica fu decisamente restia ad adeguarsi alle ambizioni di Napoleone.

Il canale diventa possibile

A metà del 19° secolo la tecnologia è finalmente pronta, il canale ora è realizzabile.

Come risaputo i francesi sono "zucconi tremendi", se si mettono in testa una cosa, son duri come le pigne verdi. Costituirono nel 1846 una "Société d'étude pour le canal de Suez et le mal qui va nous allons Panama", che rilevò con grande precisione la topografia della zona del canale, dimostrando che la differenza d'altitudine tra i due mari era all'incirca solo quattro pertiche.
Nel 1854 si festeggiarono le nozze d'argento tra la lingua di Ferdinand de Lesseps (diplomatico francese) e il culo di Sa'id Pascià (Khedivè d'Egitto). In dono la Francia ottenne l'autorizzazione a costruire e gestire il canale marittimo, con una concessione di 99 anni. Praticamente uguale alle spiagge di Rimini.
Unica condizione posta fu che il progetto fosse affidato a qualcuno con un quoziente intellettivo collocabile al di sopra del lombrico della Papuasia. Ovviamente, per questo requisito si doveva uscire dai territori francesi.

L'ingegnere Negrelli mentre esclama: "Il canale?... Si... può... fare!!!"

La scelta cadde su Luigi Negrelli, un ingegnere trentino nato a Fiera di Primiero. I suoi studi sulla quadratura del cerchio l'avevano portato a un passo dalla demenza, però i suoi lavori parlavano per lui:

  • 1847, direzione dei lavori di consolidamento del terrazzino del comune di Gorgo al Monticano (TV),
  • 1849, costruzione della fossa biologica per acque reflue presso il condominio Zappedin a Lonate Ceppino (VA).
  • 1851, progetto sul rifacimento di un tratto di spurgo fognario a Tramonti di Sopra (PN),
  • 1853, costruzione di un castello di sabbia a sei guglie presso il "Bagno Teresa" sul lungomare di Riccione (RN).

Nel 1854, presenta un progetto per consolidare la Torre di Pisa. Crolla il prezzo delle case nelle immediate vicinanze, il monumento viene ritrovato nei pressi di Livorno mentre tenta di farsi passare per un silos.

La costruzione

De Lesseps e Negrelli fanno le ultime misurazioni. Sullo sfondo gli operai egiziani ansiosi di cominciare la gloriosa opera.

Il canale fu costruito tra il 25 aprile 1859 e il 1869 dalla "Compagnie Universelle du Canal Maritime de Suez e Zonè Limitrique", diretta da Ferdinand de Lesseps. Furono utilizzati macchinari appositamente concepiti per l'opera come il trivellone modello "Siffredi 34-Evoluscion", capace di perforare agilmente qualsiasi pertugio. Alcune cifre:

  • il canale si estende d'Alì - Allah;
  • circa un milione e mezzo di egiziani lavorarono al canale, di cui un buon 20% davvero;
  • l'impresa durò 10 anni, di cui 7 spesi a cercare le pale;
  • i morti furono 125.000, il 13% per la fatica e gli altri per la mensa aziendale "Chez Omar";
  • costò il doppio delle stime originali, la metà di quanto auspicato dalla mafia egizia;

Il canale venne inaugurato il 17 novembre 1869, alla presenza dell'Imperatrice Eugenia di Francia con una cerimonia sfarzosa. Per l'occasione Johann Strauß Jr. compose la Egyptischer-Marsch (Marcia egizia), che causò narcolessia nel 65% degli astanti e sei costole fratturate al compositore.
Era di proprietà del governo egiziano (44%) e della Francia. Nel 1875 il debito estero dell'Egitto costrinse Isma'il Pascià (successore di Sa'īd) a vendere (per un fantastilione di sterline) la quota del suo paese al Regno Unito. Il 29 ottobre 1888, la convenzione di Costantinopoli confermò la neutralità del canale, che fu dichiarato:
« libero e aperto, in tempo di guerra come in tempo di pace,
a qualsiasi nave civile o militare, senza distinzione di bandiera »
.
I presidenti di un paio di banche inglesi fecero harakiri in Piccadilly Circus, davanti ad una folla festante. In una nota successiva, dopo aver riacquistato le quote a prezzo stracciato, puntualizzarono che "libero" non significava "gratis".

Il transito oggi

Anche a Suez a ferragosto è meglio stare a casa!

Il transito delle navi è organizzato in tre convogli alternati al giorno (da nord a sud, da nud a sord e da chi a quando), che si incrociano al Grande Lago Amaro e al by-pass di al-Balla. Grazie a questa perfetta organizzazione[citazione necessaria], la traversata dura in media circa 15 ore.

Le navi si susseguono a una distanza di circa un miglio marino, e la velocità è di circa nove nodi. Nel 2004, il comandante italiano Francesco Schettino, alla guida della petroliera "Buzzicona IV" della Sudan Petroleum, ha tentato il sorpasso ad al-Balla e, quando si è visto inseguito dai guardacosta egiziani, ha fatto un testacoda ed ha tentato la fuga.
Catturato, è stato punito con trenta nerbate sul culo e l'obbligo di prestare servizio volontario sulle navi da crociera per 10 anni.
Quando una nave attraversa il canale, deve imbarcare personale egiziano (a pagamento) alla partenza. In genere: due piloti, un elettricista, un imbianchino, tre manovali, un comico, un meccanico e una cantante. A parte il meccanico, gli altri sono a perdere.

Voci correlate