Caccia alla pantegana
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« Oggi è un buon giorno per cacciare pantegane! »
(Cacciatore di pantegane appena alzatosi dal letto)
« Quale ne l'arzanà de' Viniziani bolle l'inverno la tenace pece a rimpalmare li scopi lor non sani, che le pantegane bastonar non ponno »
(Dante Alighieri mentre descrive nella sua Commedia la caccia alle pantegane)
La caccia alle pantegane è una nobile attività venatoria, paragonabile alla caccia alla volpe inglese, che si esercita da millenni nel nord-est italiano.
Le Origini
Questa nobile disciplina nasce più di mille anni fa quando, caduto l'Impero Romano, il comune di Venezia, città nata da poco, perdendo dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali i fondi per gli spettacoli gladiatori, fu costretto a trovare una soluzione per la cittadinanza, che in qualche modo doveva sfogare la sua rabbia repressa. Vista l'abbondanza di ratti esageratamente grandi, detti anche pantegane, la soluzione arrivò velocemente. La prima battuta di caccia fu leggendaria: allo squillo delle trombe, centinaia di cittadini armati di scope si lanciarono contro le pantegane con una furia inaudita, che fece terrore perfino ad Attila, il quale decise di ritirasi ed accettare l'oro del Papa, piuttosto che affrontare tale furia di saggina.Le Regole
La caccia alle pantegane ha delle regole piuttosto semplici, che sono rimaste intatte per secoli. I partecipanti, stabilito un orario di partenza e un orario di ritrovo, si sparpagliato tra calli e callette, alla ricerca dei roditori. Alla fine, quando il tempo è scaduto, si ritrovano tutti per contare le pantegane uccise, e vince chi ne ha prese di più. La caccia dura di solito otto ore, ma di fatto il tempo si riduce a due, in quanto tutti i partecipanti si fermano sempre in qualche osteria per un bicchiere di vino e qualche stuzzichino.