Beach volley femminile

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Il concetto di sabbia è abbastanza discutibile a volte

Il beach volley femminile (o bitch volley che dir si voglia) è l'unica versione del beach volley che vale la pena di guardare. Sport lesbo nato sul lungomare di Milano nel lontano 1751 i.C., anche se fonti attendibili ne fanno risalire l'origine al Quattro pirla col Super Tele praticato sul litorale domizio sin dal 1860.

È molto simile alla pallavolo, ma è giocato sulla sabbia invece che in palestra, anche se il concetto di sabbia è discutibile.

Storia

Narra la leggenda che alcune donzelle locali, dopo un'intensa nottata di lavoro, decisero di fare una pausa rilassandosi in spiaggia. Fu in quell'occasione che casualmente trovarono la testa di una loro collega, tal Mila Azuki, da poco decapitata da un amico deluso. Per testarne l'aerodinamicità la lanciarono in aria passandosela tra loro, attirando l'attenzione dei vu-cumprà e dei lavavetri di passaggio: da qui l'invenzione del gioco che ha fatto la felicità di tutti i registi porno della storia.

Regolamento

La giocatrice indica dove inserire l'attrezzo...

Il regolamento ha vari punti, i più importanti sono qui elencati:

  1. Essere donne (alle olimpiadi partecipano anche froci, ma li guarda solo Lapo);
  2. Essere gnocche;
  3. Indossare bikini succinti e poco resistenti;
  4. Essere disponibili;
  5. Usare spesso le inquadrature da fondo campo se la partita è trasmessa in TV.


Queste invece sono le regole secondarie:

  1. Lanciare la palla, o la testa se si vuole, dall'altra parte della rete, che per regolamento è alta 4,15 m;
  2. Max 3 tocchi per squadra. Le toccate di culo non sono incluse nel conteggio.
  3. Colpire gli eventuali bimbiminkia ai lati del campo con schiacciate a velocità non inferiore ai 917 Km/h;
  4. Finire a calci i bimbiminkia eventualmente rimasti vivi.
Anche a Samara piace giocare a beach volley

Differenze con la pallavolo

  • L'abbigliamento è ancora più succinto.
  • Si gioca in 2 invece che in 6. Questo non significa che restringeranno il campo o abbasseranno la rete per farti correre e saltare di meno, brutto ciccione sfaticato che non sei altro!
  • Le linee possono essere ridisegnate a piacimento, se l'arbitro non vede.
  • L'invasione sotto rete non esiste: sono permessi pestoni, calci rotanti, toccate di culo e tunnel sotterranei scavati nella sabbia per sbucare nella metà campo avversaria e assaltare gli avversari (schema di gioco inventato dalla nazionale coreana).
  • Non si può ricevere in palleggio, ma è permesso utilizzare una mazza da baseball.
  • La traiettoria del palleggio deve essere perpendicolare all'asse delle spalle, qualsiasi cosa significhi.
  • I falli di doppia, acco mpagnata e trattenuta non esistono: questo permette anche a un cactus di essere in grado di arbitrare una partita di beach volley.
  • Il set finisce quando si arriva a 21 punti invece che 25, ma dato che per praticare questo sport non è necessario saper contare, di solito vince chi bara meglio nel conteggio.
  • A fine partita ci si può sputare sulla mano prima di stringere quella dell'avversario.

Curiosità

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  • La maggior parte del pubblico è formato da vecchi bacucchi che paga il biglietto (341 €) solo per vedere le beach voller in costume (non possiamo biasimarli).
  • Le beach voller sono al 90% del nord Europa (Svezia, Norvegia) essendo praticamente le uniche a soddisfare tutti i requisiti.
  • Vedere una partita di beach volley equivale ad assumere 3 pastiglie di viagra. Consultare il foglietto illustrativo prima della visione.
  • I bikini delle beach voller sono appositamente studiati per essere il più aderenti possibile.