Babaco

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Babaco

Babaco (Carica pentagona Heilbornii)
Classificazione scientifica
Regno Piante
Famiglia Stranezze della natura
Genere Forse è un frutto

Il babaco è un ibrido naturale tra due specie di arbusti affini alla papaya: il Carica papaya e lo Scarica mango. Quindi deve la sua esistenza ad un'incredibile coincidenza di eventi favorevoli, non ultimo il fatto che la papaya è una gran troia e ha sempre il ricettacolo esposto all'impollinazione di chicchessia.
Il frutto si presenta come un siluro pentagonale di ragguardevoli dimensioni (può arrivare a 50 cm di puro piacere); la forma è quella del peperone, la polpa ricorda quella del melone bianco, il sapore invece è più simile al luccio.
Molti saranno sorpresi di apprendere che esiste: qualcuno magari sarà passato davanti a una frutteria e non l'ha considerato per niente, credendolo un cetriolo troppo grosso e sfaccettato; tanti altri invece mangiano la macedonia pronta del supermercato e pensano che nasca già così nella vaschetta.
Per gli amanti della natura è qualcosa di veramente affascinante: è la conferma che se metti due specie viventi vicine, anche se non si parlano, prima o poi trombano.

« Ma c'era davvero bisogno di parlare del... come si chiama?! ... Del babaco? »
(Utenti perplessi sulla necessità di farci un articolo.)
« Pensavo che interessarsi degli emarginati fosse in qualche modo nella mission. »
(Autore perplesso sulla perplessità del farci un articolo.)
« Ma perché nun ve fate 'na bella fiamminga de cazzi vostri? »
(Alter ego dell'autore sfuggito al controllo.)

Per chi non è mai pago di sapere, l'occasione di conoscere il babaco è comunque ghiotta[1].

Origini

Il criminale internazionale (e contadino part-time) Macedonio Orozco nella sua piantagione in Bolivia.

La pianta del babaco è originaria della foresta pluviale montana delle basse Ande in Ecuador e Bolivia. Per secoli gli indios del Río Desaguadero hanno chiamato il suo frutto mhë pë so napë shípo, che significa "quel coso lungo che non sa di un cazzo ma lo mangiamo per fame".
Si dovette aspettare che passasse da quelle parti Che Guevara con la sua cricca per fare conoscenza di questi frutti. In effetti il primo approccio fu quello di usarli per allenarsi a sparare col fucile di precisione; chi ne buttava giù dieci vinceva una razione di gallette di mais deidratato che, come scientificamente dimostrato, in assenza di acqua "fanno la mappazza" (fenomeno che provoca alla lunga disidratazione e arresto cardio-respiratorio). Nessuno si era però reso conto che le borracce erano praticamente vuote. El Che, accortosi dell'imminente tragedia, rivolse un appello ai valorosi soldati:

« Compañeros, quiero un hombre que tiene los cojones! »
(El Che ai suoi fidi.)

Il caporale Olegario Cortázar, da sempre distintosi per audacia, addentò la polpa di un babaco e la trovò sorprendentemente dissetante. Peccato che avessero già sparato a tutti i babaco in circolazione e dodici soldati morirono lo stesso, praticamente il 30% dell'intera forza bellica. Alcuni storici pensano che proprio questo episodio abbia compromesso la riuscita dell'impresa.
Per diversi anni nessuno si è più interessato al babaco, vuoi perché di frutta buona in giro ne trovi parecchia, vuoi perché Dio l'ha piazzato nel buco del culo del mondo.

Coltivazione

Negli anni '80 in Italia lo coltivarono in molti.

Negli anni '80 l'Italia era in pieno boom economico e la frutta esotica tirava parecchio. Già, sembra impossibile che sia esistito un tempo in cui una famiglia italiana, anche di ceto medio, potesse permettersi di comperare un babaco a 5000 lire invece di 10 kg di mele, eppure è successo[2]. Oggi se vuoi mangiare un kiwi devi tagliare il caffè per due giorni.
L'importazione però non bastava a coprire l'enorme richiesta, il babaco era diventato uno status symbol e le donne uscivano dalla frutteria ostentandolo in mano, come con la baguette. Cosa ne facessero poi... (forse come con la baguette).

Un turpe scienziato mostra orgoglioso la sua creazione: il BabacOGM. A destra: un esperimento sfuggito di mano.

Si arrivò alla coltivazione. Essendo un ibrido il frutto non ha semi, quindi l'unica maniera di ottenere il prodotto è quella di mettere una pianta femmina e una maschio vicine. Si possono mischiare le due specie necessarie a piacimento; in un caso si otterranno dei frutti giallo-verdi, nell'altro verdi-giallo. Il sapore invece varierà, dal luccio alla trota salmonata (oppure saprà di copertone se nelle vicinanze c'è una macchina col motore acceso). Fu un successo (per un paio di anni)!
Quelli che avevano sognato di arricchirsi, togliendo la vigna per dedicarsi alla coltivazione del babaco, ebbero un brutto risveglio. Il frutto scese molto di prezzo (fino a costare poco più di una banana) e sparì dal mercato. Ancora oggi il mio vicino di campagna ci ripensa e piange, soprattutto se sono io a ricordarglielo.
Secondo fonti bene informate, in alcuni laboratori segreti sparsi per il mondo oggi si stanno studiando dei babaco OGM. Lo scopo è quello di potenziare la capacità di attecchimento della pianta nelle zone desertiche ed aumentare le dimensioni del frutto. Obiettivo della FAO (che ha finanziato il progetto) è quello di sconfiggere la fame nel mondo oppure, nel caso gli affamati muoiano prima, rivendere il tutto ai militari per usarli come ogive per missili.

Alimentazione umana

Il frutto, apprezzat idoneo per l'alimentazione umana discretamente commestibile, può vantare eccellenti valori nutrizionali[da verificare] (ma si guarda bene dal farlo per pudore).

Abituali consumatori del babaco.
Valori nutrizionali Per quintale
Forfora 15 g
Manganese 7 g
Grassi unti 25 g
Intonaco 13 g
Vit. B Boh!
Vit. E Eeeh?

Ad ogni modo, ai bambini piace... non tantissimo... diciamo all'incirca... se uno insiste un paio di giorni alla fine lo mangiano.

Quiz

Puoi mascherarlo come ti pare, un babaco resta un babaco.

Ora che sappiamo cos'è un Babaco, chi o cos'altro potrebbe fregiarsi di tale appellativo?

Un demone sumero della IV dinastia
Un gioco d'azzardo con le carte fatto a Siracusa
Una categoria nella rubrica del cellulare per definire segretamente i rompicoglioni
Un calciatore brasiliano che ha militato nella Associação Desportiva Colegial
Un prodotto oleoso per grafitare il sottoscocca dell'auto
Un insulto per gli chef troppo creativi o che mettono poca roba nei piattoni enormi
Un nomignolo affettuoso per il partner poco intelligente
Nulla. Chi sarebbe tanto scemo da farlo?!

Note

Template:Legginote

  1. ^ l'occasione... non il babaco!
  2. ^ io c'ero!

Voci correlate


Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 25 dicembre 2016 con 100% di voti (su 2).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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