Armando Diaz

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Armando Diaz mentre posa per la foto su Instagram.

Armando Diaz (alias Diego Armando Maradiaz, Lanus, 1861 - Casa sua, ieri) è stato un monaco benedettino, cuoco, un mito, addetto alla posta d'amore in trincea e cantante neomelodico ricordato come l'unico generale italiano, e su questo si ha qualche dubbio, che abbia partecipato ad una guerra senza fare figure di merda. Non solo, fu ministro della guerra, eroe nazionale, salvatore dell'Italia e poiché volle strafare anche suggeritore di battute di Francesco Crispi, vincitore della XXVI sagra di abbuffata di babbà e cannoli e se non ci fossero stati impegni improrogabili col padreterno avrebbe ammazzato Hitler e vinto la resistenza da solo. Non si sa molto di lui, ma i molti studiosi affermano nell'affermare le affermazioni che:

  • È esistito
  • Probabilmente aveva una Fiat Romeo di bassa cilindrata

Storia

Purtroppo non si sa nulla di precedente alla sua nascita. Armando Diaz nasce a Mercato San Severino, cittadina molto allegra se non fosse per il fatto che in quel periodo vigeva il colera, una banda camorristica che non si faceva alcun scrupolo ad ammazzare donne, vecchi e bambini. Nonostante la sua residenza si concederà anche un viaggio a Napoli dove venne operato d'urgenza da un meccanico laureato geometra ex detenuto con un ictus alla mano improvvisatosi infermiere. Armando Diaz nasce da padre Bertino Diaz detto bertuccia e madre Guglielmo. Già da bambino dimostrava forti doti militari dando ordini a madre e padre, bevendo talmente tanto che gli esami del sangue glieli facevano alla spina ed esibendo un linguaggio volgare e scorretto, soprattutto in presenza di altri bambini. A causa del suo comportamento verrà espulso da scuola dopo aver:

  • bestemmiato in presenza del prete
  • buttati nelle minestre dieci kg di lassativo
  • esser venuto nelle mutande in classe per convincere i suoi compagni che i suoi sogni prevedevano il futuro

Espulso dalla scuola, sappiamo che per un certo tempo faceva il cantante neomelodico. Era per lui un periodo oscuro: forse perché non aveva una lira, forse era costretto alla delinquenza e forse perché era affetto da una miopia tremenda che lo faceva sbattere ripetutamente contro i pali. Un giorno, mentre distraeva alcuni vecchietti col trucco del coniglio che esce dal cilindro, morto per soffocamento, incontra per caso Orescio Cocazzo, il reggente dell'Accademia militare di Torino, il quale si complimentò col giovane per il trucco di magia chiedendogli di insegnarlo alle truppe in caso di fuga. Arrivato in accademia, su invito del maggiore Alberto Pollio, tenta di insegnare la tattica militare mangia e fuggi, applicata alla perfezione dagli studenti, che consisteva nello svuotare la mensa e scappare con i soldi.
Nel 1916, dopo aver requisito un carro armato, inizia a correre (2,1 km all'ora) per le strade di Roma scatenando il panico, un gesto che gli costerà la spedizione al fronte per la prima guerra mondiale.

La prima guerra di Armando Diaz

Armando Diaz dopo aver mangiato quattro panettoni per scommessa.

La prima guerra mondiale o prima guerra mondiale, fu presa al volo come una granata dal governo italiano, il quale non vedeva l'ora di far saltare in aria la penisola. Dopo un rapido consulto dedito a trovare il paese con la più bassa probabilità di farci figure di merda, venne scelta l'Austria. Non sapevano purtroppo che l'Austria costituiva solo una parte di un impero piuttosto grosso e temibile e per di più alleato della Germania. Fatta l'amara scoperta, il governo italiano la prende con ottimismo preparando in anticipo torte su cui era scritto: Sarà per la prossima volta.
Il comando delle azioni passò a Luigi Cadorna, uno che di guerra se ne intendeva come Mozart della musica funky giapponese. Dopo aver passato circa sei mesi a capire dove si trovasse quel luogo a forma di X rossa sulla cartina, scelgono di accamparsi a Caporetto. Qui, dopo aver fatto delle avances ai militari austriaci biondi scambiati per procaci donne d'oltralpe, inizia una battaglia durissima in cui a dirigere tutto era proprio Cadorna. Quest'ultimo comandava le truppe col pugno di ferro, poiché una volta aveva messo la mano in un forno fusorio dopo che ci aveva fatto cadere il panino al salame dentro. Non permetteva ai suoi commilitoni di riposarsi mai, né di dire che ne avessero bisogno. La tattica utilizzata da Cadorna era la guerra lampo: purtroppo la zip si bloccò e il tutto divenne più difficile. Le tattiche applicate dall'esercito italiano non erano sufficienti, correre all'impazzata contro il nemico armati di soli coltello e forchetta si rivelò una mossa folle e i soldati austriaci si divertivano a giocare ad un acchiappa la talpa umano.
Allora si ricorse al reclutamento obbligatorio: chiunque avesse i testicoli sarebbe dovuto diventare un soldato, quindi un babbuino non castrato schizofrenico sarebbe stato preferito ad una donna guerriera e di conseguenza furono arruolati:

  • Lucio Afonte, il primo ultracentenario col Parkinson nella storia dell'esercito italiano, era addetto a fare il tè, ma gli riusciva meglio lo zabajone.
  • Paul Cessescu, il primo rumeno nella storia dell'esercito italiano, giunto lì per rubare un po' di ferro ma si trovò a fare l'elemosina ai soldati nostrani che erano armati di spade di cartone.
  • Rick Ione, il primo omosessuale nella storia dell'esercito italiano.
  • Emilio Cadappezzi, il primo lebbroso nella storia dell'esercito italiano, lanciava i propri arti a mo di granate.
  • Leo Uculele, il primo strabico nella storia dell'esercito italiano, riuscì a colpire un soldato austriaco da un angolo di 180º.

Il fallimento era dietro l'angolo e Cadorna da buon generale si cagò addosso e prese il primo aereo per Haiti, nonostante non esistessero ancora gli aerei in Europa. Diaz, che si trovava lì per chiedere dove fosse una casa chiusa, venne nominato generale delle truppe italiane e come prima mossa spiegò i fondamentali alle truppe:

« Allora, il fucile non è difettato, il buco serve per sparare... Marzullo smetta di farsi una sega col fucile! »
« Non dovete mettervi i panni fosforescenti di notte, chi cazzo passa alle due del mattino in zona di guerra? »
« Dormite cazzo! Avete vene oculari così grosse che ci si possono fare le montagne russe! »

Armando Diaz era già considerato migliore di Cadorna, cosa semplice visto che il suo predecessore aveva confuso per tre mesi la trincea per il diminutivo del trinciapollo e che aveva fatto rimuovere le canne dei fucili credendo che fossero una sostanza allucinogena.

Al comando dell'esercito

Le altre mosse di Diaz furono:

  • Due passi in avanti.
  • Comprare nuove armi: asce bipenni, mazze ferrate, archi e frecce.
  • Comprare carta igienica (sapere che i cuochi si pulivano il culo con le mani non piaceva affatto al generale).
  • Due passi a destra.
  • Uno in avanti e scacco matto.

Diaz pensava solo a vincere, se avesse fallito avrebbe perso la dignità e le palle, come promessogli dall'allora presidente Giolitti, perciò dopo un rapido consulto con se stesso e due pupazzi con i vestiti dei generali che erano scappati travestendosi da mucche, decide la ritirata. Con un colpo di culo clamoroso le truppe austriache si trovarono spiazzate: pensavano che sarebbero andati verso sud ma, non sapendo il totale analfabetismo del generale che non riusciva a capire la differenza tra le varie lettere presenti, si trovarono con le spalle al muro. Il 4 novembre 1918 l'Austria capitolò, e per la storica occasione Diaz stilò il famoso Bollettino della Vittoria:

  • 10 euro per i tramezzini e le fragole
  • 558 euro di multa per guida in stato d'ebbrezza
  • 15 centesimi per le buste di plastica
  • altri 233 euro di multa perché mi sono dimenticato di riconsegnare il carrello
  • figa, è un anno che non scopo, porca puttana!
  • 26.000 euro per i mille ettolitri di birra per festeggiare
  • 1 milione di euro per ricostruire Trento dopo che abbiamo provocato una valanga con il nostro super rutto sincronico.

Dopo la guerra

Il suo ritorno in Italia fu acclamato dalle folle, soprattutto perché scambiato per un altro, e venne decorato dal presidente Giolitti di una stella per il valor civile, brillantini, palle di natale e luci. Non solo, venne chiamato in ogni parte del mondo a parlar della sua esperienza approfittandone per farsi delle belle crociere, piene di donne e magnà. Inutile dire che apprezzasse tutto, ingrassando così tanto che quando saltava provocava eclissi lunari. Il 28 ottobre 1922 un pugno di mosche agghindate con pantaloni ascellari e menti volitivi si diresse sulla Salaria in cerca di parcheggio e, non trovandone, decise di fare uno scherzo al re Vittorio Emanuele III: conquistare il potere. Il re, che li credeva quelli che dovevano bastonare i macchinisti colpevoli degli innumerevoli ritardi, lasciò fare. Diaz fu il primo ad accorgersi del tentativo di instaurare una dittatura xenofoba, soprattutto perché era fermo lì da due giorni davanti ad un misterioso segnale: lo stop. Non perse tempo, prese il cellulare e chiamò Giolitti, ma il buon uomo che aveva 80 anni ed ormai credeva di essere un ballerino tip tap barese rispose:

« Ma che dice lei, tip tap, sò brevi reghezzi »

Capita la situazione, Diaz cerca di convincere un poliziotto ad intervenire:

Diaz : Mi scusi, signor poliziotto, ma quei loschi figuri vogliono conquistare Roma.
Poliziotto : Ma che stai a dì, mo pure quelli della Dolce e Gabbana vole fa' i politici.

Conquistato il potere, Mussolini, che aveva scambiato il generale per quello delle previsioni meteo, lo nominò ministro della guerra. Finito il periodo in politica, si ritira dalla vita sociale scrivendo libri sulla prima guerra mondiale e barzellette su Badoglio. Muore il 28 febbraio 1928 in un incidente motociclistico, avendo perso l'equilibrio per fare le corna ad uno che per poco non lo ammazzava.

Libri e pellicole ispirate a lui