Amedeo Guillet

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Il dodicenne Comandante Diavolo in posa alla sua prima comunione.
« Non è giusto! Ha vinto più battaglie di me solo perché lui aveva a disposizione un poderoso manipolo di contadini libici, mentre io mi sono dovuto arrangiare con l'esercito italiano, uffa! »
(Luigi "Attacco Frontale" Cadorna si arrampica sugli specchi.)
« Come diavolo hanno fatto a nominarlo capo dei rivoltosi nazionalisti eritrei senza accorgersi che era italiano? »
(Un povero pirla che non si è accorto nemmeno della dote nascosta della sua "ragazza".)
« Ma dai, non può aver fatto tutta 'sta roba, ci manca solo che abbia trovato il Santo Graal o l'Arca dell'Alleanza! »
(Lo stesso pirla prima di vedere una spina della corona di Cristo come soprammobile sul suo camino.)

Amedeo Guillet (1909-2010[1]) è stato il più grande generale, ambasciatore, cavallerizzo e agente segreto che l'Itaglia abbia mai avuto; infatti era così bravo ad agire in incognito che il suo fan club su Faccialibro fa a gara con quello dei Jalisse per il record del minor numero di iscritti.

Infanzia e olimpiadi di Berlino 1936

Il nostro eroe nacque a Piacenza per partenogenesi da una granata di suo padre, il generale Guillet Senior, a sua volta uscito dalla pistola del generale Guillet Senior Senior assieme a suo fratello, il generale-zio Guillet[2]. Dopo un'infanzia passata a saltare i fossi per lungo e vincere a The Sims, per la sua straordinaria

Lui non saltava le staccionate, era la Terra che si inchinava al suo passaggio.

abilità di cavalcare senza sella, senza briglie e volendo anche senza cavallo[3], sebbene non fosse stato ancora inventato l'air riding, venne scelto per far parte della nazionale italiana di equitazione ai Nazistissimi Giochi Olimpici di Berlino '36.


Appena giunse a destinazione, si distinse immediatamente per la grande naturalezza con cui montò il suo nobile animale e per i grandi successi con cui montò tutte le atlete del Villaggio Olimpico, forse per le dimensioni che suscitavano l'invidia del pene anche al suo collega equino. Fatto sta che, appena diffusa a livello internazionale la sua fama di trombeur de femmes, non fece in tempo a cominciare le gare che corse con inspiegabile ardore a combattere sul fronte abissino per la gloria della Madre Patria[4].

L'arrivo in Africa

Appena sbarcato in un punto qualsiasi del Continente Nero[5], arruolò una manciata di mercenari libici, imparò la loro lingua fissandone intensamente un paio per qualche secondo[6] e partì a conquistare tutto quello che trovava, senza aver nemmeno letto questo manuale. In breve il Fascisterrimo Italico Regno occupò l'allora Abissinia, riportando la più straordinaria vittoria della nostra gloriosa storia militare[7]. Ciò rattristò enormemente Guillet, visto che ancora gli scappava urgentemente di sparare raggi laser dagli occhi, ma non aveva più nessuno su cui espletare il bisogno.

La guerra civile spagnola

Fortunatamente però quel vecchio burlone di Francisco Franco pensò bene di far scoppiare una guerra in patria, e Amedeo non ci pensò due volte a teletrasportarsi là e massacrare allegramente un po' di comunisti. Non che ce l'avesse con loro, anzi, aveva molte cose contro il fascismo, ma non si sarebbe perso per nulla al mondo un'opportunità di far saltare cervella umane per di più goffamente abbigliato da contadino, mal armato e ostacolato dal dover guidare un battaglione di volontari imbelli: lui che sapeva apprezzare l'antico e sano gusto delle missioni suicide contro innocenti!

Ritorno in Eritrea e la carica di Cherù

Dopo aver ricevuto una badilata di medaglie da Francy² in persona, finalmente scoppiò la Prima guerra mondiale 2, la vendemmia e Guillet poté tornare in Etiopia, raccattare un altro po' di ladri di bestiame del posto e affrontare apertamente orde e orde di nemici provenienti da tutto l'impero coloniale inglese. Come ovvio, mentre l'esercito italiano effettuava un indietreggiamento tattico paraoffensivo, ossia darsela a gambe abbandonando tutto ciò che aveva conquistato finora, ma spostandosi mooolto lentamente e in fondo a delle vallate o in qualsiasi posto facile da attaccare[8], a Guillet fu lasciato il compito di rallentare con attacchi suicidi l'avanzata dei nemici mentre gli italiani finivano di stirare le tende da mettere nelle valigie.

Considerando che questo era dei più temibili veicoli in dotazione all'esercito italiano, forse non avevano tutti i torti a tagliare la corda.

Dopo aver concimato mezzo altopiano etiopico con i cadaveri dei suoi soldati, il nostro eroe cominciava a nutrire qualche dubbio sull'efficienza del Fascistissimo Stato Maggiore del regno. A questo punto, nei pressi di Cherù avvenne lo scontro fra il suo gruppetto di stanchi indigeni a cavallo contro tre file di carri armati inglesi più altre unità motocorazzate, l'esito della battaglia potete facilmente immaginarlo: un massacro dei nostri con successivo gaio party inglese a base di the e biscottini. Amedeo, dopo aver girato la testa di 360° e aver sputato demoni fiammeggianti, guidò per una decina di volte i suoi alla carica in mezzo alla colonna nemica, riuscendo ad annientarla, pur perdendo una metà dei suoi uomini. L'altra metà è ancora lì che si chiede come caspiterina abbiano fatto dei cavalieri armati alla leggera a distruggere dei carri armati.

Khadija, la fine della guerra e il fido Daifallah

Intanto, sempre pedinato da una CBCR locale, l'insaziabile Khadija, che cercava di stuprarlo ogni notte, Amedeo passava giornate serene, tra un genocidio e una razzia, con una taglia di mille sterline d'oro e centinaia di spie inglesi che lo cercavano. La sua fama lo precedeva col nome di Comandante Diavolo, e a volte oltre che precederlo, se lo portava anche in spalle e gli preparava il caffè. Un giorno, visto che non aveva più spiccioli per comprare le mentine, pensò bene di andare al quartier generale dei nemici mascherato solo con un turbante[9], di dare loro informazioni svianti su se stesso e così intascò la sua taglia, senza che nessuno sospettasse di niente.

Quando però tornò al campo, si accorse che gli italiani erano già partiti tutti senza di lui e che gli era rimasto un solo soldato con tutti gli arti ancora attaccati. La guerra sembrava persa, e infatti lo era. Dunque si scalpellò via di dosso Khadija e convinse il suo ultimo subalterno a seguirlo in capo al mondo con questo toccante discorso:

- Amedeo Guillet: “Tu, col turbante, d'ora in poi sarai il mio servo.”
- Uno che passava di lì per caso: “Cosa? Dici a me?”
- A.G.: “Non ho capito un accidente della tua lingua incomprensibile, ma lo prendo per un sì. Piuttosto, devo trovarti un nome.”
- U.c.p.d.l.p.c.: “Dài, falla finita...”
- A.G.: “Mi stai dicendo che ti vuoi chiamare Daifallah? Corpo di mille baionette, smettila di blaterare in negrese!”

Avventure sul Mar Rosso

Fu così che Egli si incamminò verso la costa col fido Daifallah, dove cominciarono a praticare la nobile arte dello scaricatore di porto per racimolare qualche soldo per pagarsi la traversata verso lo Yemen[10]. Guillet fu però presto licenziato per il suo lessico troppo aulico, inadeguato ad ogni buon scaricatore di porto che si rispetti. Fu così che affittò un mulo e cominciò a vendere acqua, sfruttando le abilità acquisite quando vendeva ghiaccio agli eschimesi, guadagnandoci anche più di quando lavorava per l'esercito italiano e mettendo da parte il denaro necessario[11].

Visto che c'era, organizzò anche una ribellione nazionalista contro gli inglesi, senza che nessuno si accorgesse che era un ufficiale fascista, e mentre i suoi seguaci cercavano di scacciare gli invasori, salì col suo etiope da compagnia su una barchetta di contrabbandieri, i quali, però, quando si accorsero che non potevano trasportare tutta la sua fighezza e rischiavano di affondare, li gettarono in mare. Fu così che i due si fecero qualche decina di miglia a nuoto, per poi raggiungere nuovamente la costa eritrea. Lì trovarono dei pietosi viandanti, che ebbero compassione e diedero loro tutto quello che avevano: un sacco di bastonate.

Dunque, nudi, senza denaro, dopo una mostruosa traversata

Un altro motivo per cui rischiava sempre di farsi scoprire era la sua mania di pubblicare ogni giorno su Facebook le foto dei suoi nuovi travestimenti; è stata una vera fortuna che gli ufficiali inglesi preferissero giocare a Farmville, piuttosto che sfogliare gli album di questo gran bel maschione.

a nuoto e con il calco di una decina di pezzi di legno in testa, fecero la cosa più ovvia: addentrarsi di più nel deserto[12]. Vagarono per una settimana senza acqua né cibo, nutrendosi solo della potentissima aura di Amedeo, fin quando furono salvati da un pio cammelliere del posto, che li portò nella sua casetta in un'oasi, dove riservò al nostro eroe un letto caldo, cibo a volontà e una figlia vergine ma non ancora per molto. Daifallah invece fu legato ad una palma in cortile e ogni tanto lo portavano a fare i bisogni dietro un sasso, ma questa pacchia per lui non durò tanto, visto che il suo padrone dopo pochi giorni sentì nuovamente il senso del patrio dovere risorgere in lui e scappò nella notte con l'etiope sapendo che solo lui poteva risollevare le sorti della nostra bella Italia[13].

Fuga in Yemen e circumnavigazione dell'Africa

Tornato al porto di Hodeida si rimise su il suo vecchio travestimento infallibile[14] e ancora una volta gabbò quelle vecchie volpi degli inglesi, attraversando il Mar Rosso senza problemi.

« E perché non l'abbiamo fatto prima? »
(Quello smidollato di Daifallah in cerca di randellate.)

Giunto là, il suo parlare destò subito sospetti negli indigeni: parlava troppo bene l'arabo anche per uno yemenita[15] e fu incarcerato come spia inglese. Chiarito il malinteso, fecero con lui ciò che si fa con qualsiasi immigrato clandestino appena uscito di galera[16]: lo nominarono Gran Maniscalco di Corte e Consigliere del Re. Che vi aspettavate, che lo caricassero su un traghetto della Guardia Costiera e lo buttassero a calci nel sedere in acque internazionali facendolo passare per un suicidio? No, avevano fiutato l'opportunità: infatti nell'unico anno in cui ebbe queste alte cariche, il paese si trasformò in una valle lussureggiante piena di cammelli giulivi che saltellavano fra la tenera erbetta assieme a fanciulli paffuti che giocavano a tirare pietre al fido Daifallah.

Ma anche questa volta arrivò il momento di partire. Certo, sarebbe potuto partire con un volo di Stato alla volta della patria, ma che gusto ci sarebbe stato? Fu così che diede l'addio al suo compagno di mille avventure etiope con un'amichevole ma virile ginocchiata nei testicoli e salì su una nave inglese della Croce Rossa che stava raccogliendo tutti gli invalidi di guerra dalle colonie per riportarli in Europa. Questa volta, stanco di non rischiare la vita oramai da qualche mese, si imbarcò addirittura dicendo di essere italiano, senza travestimento e rivelando di essere un ufficiale dell'esercito regio[17]. Non avendo nessuna ferita e non riuscendo a procurarsene, venne caricato fingendosi pazzo, cosa che risultò a tutti credibilissima quando cominciò a raccontare le sue avventure.

Matrimonio, promozione e furto degli archivi del fascismo

Tornato in Italia, scoprì con suo grande dispiacere che lo avevano a sua insaputa nominato il nostro più giovane generale di sempre, approfittando della sua assenza. Pur di non salire di grado così facilmente, aveva addirittura approfittato della legge fascista che proibiva le promozioni a celibi rifiutandosi di sposare la sua cuginetta Beatrice[18]. Ma oramai che il danno era fatto, acconsentì ad unirsi a quella povera ragazza che lo aspettava dai tempi della sua prima missione: infatti lei non solo lo aveva aspettato per dieci anni fedelmente, ma quando venne a sapere dell'insaziabile Khadija, fu felice per lui e gli chiese di ritornare in Etiopia e di regalarle il loro anello di fidanzamento come ringraziamento per averlo allietato al posto suo[19].

Prima di tornare laggiù voleva andare a bersi un'ultima birretta con Vittorio Emanuele III, temendo che al suo ritorno gli italiani lo potessero averlo già ringraziato alla francese,

L'unica foto pervenutaci delle sue imprese nei servizi segreti ce lo mostra in compagnia di suo fratello, l'ennesimo generale Guillet, mentre si apprestano a conquistare Atlantide[20].

ma sarebbe stato da maleducati presentarsi a mani vuote. Fu così che da Napoli attraversò tutta la penisola lacerata dalla guerra civile fin quando raggiunse la Repubblica di Salò, trafugò tutte le pagine più segrete degli archivi del fascismo e dopo aver riattraversato la linea Gustav e tutte le altre linee militarizzate che trovava[21] arrivò a Brindisi e con un maestoso Bubu settete! comparve al re con in mano i fogli spuntando fuori dal suo taschino[22].

Ritorno da Khadija, Ras Tafari e servizi segreti

Fatto ciò, si riparacadutò nei più inospitali reconditi dell'Africa ancora nel caos, combatté contro un po' di gente a caso, si fece una delle sue solite traversate in solitaria del deserto senza acqua né cibo pur essendoci un comodo servizio di bus navetta tre volte al giorno, diede l'anello a Khadija e visto che c'era passò anche da Ras Tafari[23] e gli restituì la sua corona, che aveva precedentemente rubato a qualche associazione criminale random e che oramai portava nelle tasche dei pantaloni da un anno.

Visto che dopo l'armistizio del '45 non si trovava un campo di battaglia a pagarlo oro, Egli decise di entrare nei Servizi Segreti, in cerca di nuove emozioni, travestimenti e attacchi alle spalle del nemico. Lo so che vi aspettate una squallida battuta sui trans, ma non la farò, perché Lui è Lui. Non si sa nulla su cosa abbia fatto in quegli anni, altra prova della sua sconvolgente professionalità. Sicuramente per avrà scoperto qualche straordinario ed arcano mistero o occultato un segreto inenarrabile; c'è chi dice che abbia persino lavorato al Segreto dei Misteri Nascosti[24].

Ambasciatore e altre imprese assurde

Non solo fu ambasciatore ovunque stesse per succedere qualcosa di importante, non solo sopravvisse a due colpi di stato, non solo fece venire voglia a Ghandi di

mandare a quel paese la nonviolenza e baggianate varie con i suoi racconti di guerra, non solo salvò il re del Marocco da un attentato, ma sopravvisse anche a due incidenti aerei nello stesso giorno[25]!

Il Presidente Ciampi riscopre dopo decenni l'orgasmo sfiorando la mano di Guillet.
« Io mi considero l'uomo più fortunato che abbia mai visto! »
(Amedeo Guillet)
« Grazie al cazzo! »
(Chiunque)
« Prego, non c'è di che. »
(Un pene ben educato)

Vecchiaia e morte[26]

Giunto in età pensionabile, decise di ritirarsi a vita privata nella sua grande villa in Irlanda, essendo troppo figo per vivere in Italia e lontano dai suoi vecchi nemici, i quali se ne andavano ancora a spasso per le bocciofile a vantarsi del fatto che Guillet fosse fuggito da loro. Subito raccolse intorno a sé uno stuolo di giornalisti smaniosi di conoscere la sua storia. Fu così che cominciò a narrare la versione integrale delle sue avventure: era il lontano 1975, e finì solo più di trent'anni dopo, circondato da mucchi di carcasse putrefatte di scrittori morti di vecchiaia o di esplosione cerebrale da eccesso di informazioni. Nei giorni successivi la ditta di pulizia chiamata a sgomberare il salotto dai cadaveri racimolò un po' di appunti e di video, dai quali sono stati tratti un documentario e due libretti sulla sua vita.

Si dice che per rinchiudere le sue ceneri nell'urna abbiano dovuto usare la Master Ball.

Stanco di questa lunghissima inattività, decise di compiere la sua più grande impresa: sconfiggere Satana in persona. Dunque, giunto alla veneranda età di centouno anni, fece una chiamata alla sua vecchia amica Morte e scommise la sua vita a rubamazzo come ai bei vecchi tempi, perdendo volontariamente. Molto probabilmente ora starà tendendo un agguato al Maligno travestito da demone[27] con la buon'anima del fido Daifallah che fa da scudo umano, tanto più morto di così non può diventarci. La sua scomparsa è stata annunciata da tutti i giornali nazionali il 16 giugno 2010, ma giustamente spostata nella ventunesima pagina, sotto la pubblicità delle figurine dei Gormiti, per far spazio alla ben più importante rivelazione del nuovo colpo di fiamma fra Fabrizio Corona e Belen Rodriguez.

Curiosità

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  • Se si togliessero i superpoteri, questa pagina dovrebbe essere accusata di fatti reali, ma anche quella di Kiwipedia è fin troppo esagerata per essere credibile.
  • Lui usava solo gli ultimi rarissimi discendenti del cavallo di Maometto, non perché fossero migliori degli altri, giusto per essere ancora più epico.
  • Come si deduce dallo spezzone di Rai Storia qua sotto, lui a cent'anni saltava ancora in sella da solo, tu a sedici non riuscivi a salire su uno skateboard. Fatti delle domande.
  • Esistevano altre curiosità, ma sono tutte misteriosamente scomparse, goditi queste poche coraggiose superstiti, prima che facciano anche loro una brutta fine.

Note

  1. ^ Anche se si sospetta che stia solo tendendo un agguato al becchino
  2. ^ In quella casa i generali uscivano dalle fottute pareti. Letteralmente.
  3. ^ Lui PUÒ, punto e basta.
  4. ^ Non tanto inspiegabile, visto che si era dimenticato le precauzioni con le sue groupie...
  5. ^ Paraponzi ponzi po'.
  6. ^ Mietendo le sue prime due vittime.
  7. ^ Anche perché non me ne vengono in mente altre fatte senza l'aiuto altrui...
  8. ^ Secondo la logica ferrea del se noi non vediamo loro vuol dire che neanche loro vedono noi
  9. ^ Un po' come Superman che diventa irriconoscibile mettendosi gli occhiali.
  10. ^ Perché tornare direttamente in Italia, quando ci sono tanti bei deserti roventi dove si combatte ancora?
  11. ^ Davvero.
  12. ^ Vi sfido a dire che non fosse masochista.
  13. ^ O forse perché anche questa volta era a corto di preservativi.
  14. ^ Un normalissimo turbante, per chi non lo ricordasse.
  15. ^ E anche questa pare essere vera.
  16. ^ O almeno credo...
  17. ^ Se le avessero già inventate, si sarebbe messo al collo anche un'insegna lampeggiante con su scritto il suo nome.
  18. ^ Probabilmente era incesto e con anche una grossa differenza di età, ma nessuno ha mai osato farglielo notare.
  19. ^ Sì, Amedeo poteva avere questo ed altro, tu invece devi cospargere la tua ragazza di sciolina pur di non farla attaccare al primo che passa.
  20. ^ Della quale però non rivelarono mai la posizione, altrimenti che missione segreta sarebbe stata?
  21. ^ Spingendosi fino nei Urali pur di non fare la strada più noiosamente facile
  22. ^ Non chiedetemi come ci sia entrato.
  23. ^ Quello del rastafarianesimo
  24. ^ Del quale non si sa nulla, se non che è citato in AISE e in Polpo Paul, a riconferma della sua segretezza misteriosa e nascosta.
  25. ^ E il bello è che è tutto vero!
  26. ^ Anche se io non ci scommetterei.
  27. ^ Era pur sempre il Comandante Diavolo!