Aleksandr Vladimirovič Zacharčenko

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« Un uomo entra in un caffé...SPLASH!!! »
(Gigi Proietti in riferimento al suo attentato.)
Aleksander Zacharčenko nel consiglio di Donec'k mentre urina.

Aleksandr Vladimirovič[1] Zacharčenko (Donec'k, Ucraina, 26 giugno 1976 – Repubblica Autonoma di Donec'k, 31 agosto 2018), fu politico e leader, ma anche meccanico, rapper, elettrauto, prima di essere anche vittima di un attentato.

BIOGRAFIAVIč

Abbandonato sotto un portico per sbaglio da una madre stuprata da un ex colonnello russo, verrà cresciuto da due diplomatici senza figli perché sterilizzati dalle radiazioni e dai programmi eugenetici ex-sovietici.

All'inaugurazione dell'Euro prende parte alla manifestazione contro il libero mercato in quanto consapevole come tanti di essere sempre sotto una dittatura di qualcuno. Diventerà politico, eletto umanamente, s'impegnerà per liberare la sua amica d'infanzia chiusa gratuitamente in cella da anni, e morirà in una esplosione bomba ai danni proprio suoi.

Celebre da parte sua ogni iniziativa per liberare la città di Donec'k da funzionari strapagati eliminando loro ed autoproclamando la città regione autonoma in lotta contro le forze ucraine composte da delinquenti italiani, nipoti di nonni fascisti le cui badanti hanno rubato tutto ai loro anziani parenti e militari delle forze dell'ordine guidate dal neo-nascente movimento razzista di Salvini sotto lo slogan Aiutiamoli a casa loro! in riferimento a questa gente.

Alla sua morte seguirà una marcia neo-fascista e verrà issata una bandiera nera lutto/guerra come segno di parità in un paese dove veniva eletto un comico come presidente del consiglio, impegnato da subito a dimostrare come i cartoni animati utilizzino vere competenze per tutt'altro show a dispetto delle sanzioni dell'Unione Europea ai danni di Russia e tutti, tranne che di Willy Cojote[2] e degli Stati Uniti d'America.[3]

NOTEVIč

  1. ^ Articolo 1 della costituzione Russa. Studio Vladimirovič.
  2. ^ GDPR2016, il garante: "Non sappiamo più cosa vogliamo"
  3. ^ Warner Bros: ogni riferimento di willy cojote al testamento di Nixon è puramente casuale in quanto kla nostra costituzione non permette invasioni di questo tipo, pertanto il contesto con cui la si osserva è esule dal terrorismo e come critica può essere intesa in diverse opinioni che non tolgono che qualcuno rubi i soldi dal nostro paese, specie alcuni politici."