Achei

Da Nonciclopedia, cioè, 'sti cazzi.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
« A' Gay »
(Leonida mentre si riferiva ad Agamennone )
« Noi Achei daremo al mondo la civiltà che insegnerà la cultura al mondo e saremo i padroni del mondo! Fino a che non inventeranno l'euro. »
(Generale acheo incita le truppe)

Gli Achei sono quel popolo che gli antichi Greci chiamavano "gli antichi Greci". Pensate un po' voi che storia. Cioè, da paura, allucinante...
Poi 'sti Achei hanno fatto altre cose memorabili, ma non vi voglio rovinare il finale dell'articolo.

La questione del nome

Chiunque si addentri nello studio della storia degli Achei, verrà prima o poi al contatto con numerosi altri nomi: Danai, Argivi, Micenei. Tutto ciò di solito porta confusione, perdita delle proprie certezze, mancanza di autostima e suicidio.
Tuttavia non c'è niente di cui preoccuparsi: un team di ricercatori delle università di Oxford, Harvard, Yale e Carugate, sotto l'alto patronato dell'ONU, dopo svariati decenni di studio ha stabilito all'unanimità che tutti questi nomi significano più o meno la stessa cosa. Insomma, sono quelli che nel gergo specialistico sono chiamati "sinonimi".

Resta comunque l'interrogativo del perché esistano così tanti nomi per indicare lo stesso popolo. Una scuola di pensiero si riallaccia a un passo dell'Iliade, in cui si afferma:

« Molti forse, stolti senza ritegno, cervello di sterco, occhi di formaggio

foderati, con bocca aperta e sguardo dubbioso, come di protagonista
del Grande Fratello dianzi a un quiz di cultura generale, anche minima,
nel futuro vagheranno e pensosamente con fugaci parole diranno:
"Ma come mai, come mai mi dico, i prodi Achei dalle lunghe navi
chiamavan se stessi in molti modi, quanti la sabbia del mare,
quante le stelle che il sommo cielo splendenti ornano di notte?"
Essi non sanno, sciocchi, che noi Achei, o Danai, o Argivi, o Micenei
un popolo colto siamo, e di tante alate parole e frasi disponiamo gloriosi

e che quindi d'usar sinonimi multiformi gran vanto ci facciamo. »
(Iliade, Canto XXV)

Come sempre in questi casi, le testimonianze antiche non vengono mai troppo prese sul serio, e quindi il dibattito prosegue.

Origini e sviluppo

Agamennone col tipico suo sorriso sornione. Da esso deriva la famosa espressione micenea "faccia d'oro".

Gli Achei, come tutti gli altri Greci, appartenevano alla grande tribù degli Indoeuropei: un gigantesco popolo nomade, che vagava per le steppe dell'Europa orientale con uno stuolo di camper e roulotte e frotte di cani al seguito, al suono di musiche travolgenti in cui violini e tamburelli la fanno da padrone. Si guadagnavano da vivere soprattutto rubando fili di rame e rivendendoli a civiltà più evolute. Durante una delle migrazioni stagionali, una grossa banda di Indoeuropei, all'altezza dell'attuale Skopje, sbagliò strada e finì in Grecia.

Quando si accorsero dell'errore marchiano, oramai la frittata era fatta, per questo decisero di prendere possesso di quelle terre.
Drammatico fu l'incontro con gli antichi abitanti della Grecia, i Pelasgi.

- Achei: “Sentite, amici, dovete sloggiare di qui.”
- Pelasgi: “Per quale ragione? Chi vi dà il diritto di cacciarci via? Chi siete?”
- Achei: “Siamo i nuovi padroni di queste terre, e voi chi siete?”
- Pelasgi: “Noi siamo i padroni di queste terre, noi siamo i Pelasgi!”
- Achei: “Ah, bel nome di merda!”
- Pelasgi: “Ah, beh, sarà bello il vostro!”
- Achei: “Certamente: noi siamo gli Achei, ma potete chiamarci anche Danai, Argivi o Micenei.”
- Pelasgi: “È un po' difficile: Argo e Micene non le avete ancora fondate, come fate a farvi chiamare "Argivi" o "Micenei"?”
- Achei: “Beh, ehm, ecco... allora, se vogliamo fare delle domande scomode, vogliamo tornare al vostro nome? Come diavolo si pronuncia "pelasgi"?”
- Pelasgi: “Già, bella domanda. Forse, tipo "Vosgi".”

Fu così che gli Achei presero possesso della Grecia.

La gloriosa espansione

Un gruppo di Achei sbarca nelle prossimità di Alicarnasso.

Gli Achei, divenuti i padroni della Grecia, abbandonarono lo stile di vita nomade e cominciarono a fondare città a tutto spiano: curiosamente, la prima città che fondarono non si chiamava né ArgoMicene, bensì Tirinto. Accortisi dell'errore, per timore di essere derisi da qualche superstite Pelasgo (sì certo, mi ero dimenticato: li avevano massacrati tutti, com'è giusto che sia), rasero al suolo Tirinto, costruirono in contemporanea Argo e Micene, aspettarono un tempo sufficiente perché le città fossero celebri e quindi il popolo potesse essere chiamato con naturalezza anche argivo o miceneo, dopodiché riedificarono Tirinto. Della quale al giorno d'oggi rimane solo qualche sasso, per ironia della sorte.
Gli Argivi si trovarono così bene in Grecia che cominciarono ad emigrare oltremare e diedero vita a quella ch'è conosciuta come prima colonizzazione greca: il che è strano, poiché l'Ellade tradizionalmente non è una terra con pochissimo spazio coltivabile, pochi corsi d'acqua e un clima tremendamente arido.
Si stabilirono quindi in molte terre dell'Asia Minore, rendendola così splendente da farle cambiare il nome in Asia Minore/Uguale. Non contenti, diressero le loro attenzioni verso l'isola di Creta.
Se avessero voluto, anche qui gli Achei avrebbero potuto ripetere il giochino dei nomi per umiliare gl'isolani, ma nel frattempo s'erano evoluti, erano diventati raffinati, perciò desistettero. Nessun cretese, in sostanza, fu accusato di essere cretino.
Nonostante questo sfoggio di civiltà, i Micenei prima portarono via il lavoro ai Cretesi, poi rapirono i loro bambini (antico retaggio indoeuropeo), poi s'inserirono nelle leve di governo e modellarono Creta secondo i loro gusti e desideri. E poi fecero un bel massacro, tanto per cambiare.

Il risultato di queste imprese eroiche fu che nel corso di qualche secolo, i Danai, partendo da un paese povero ed arido, giunsero a colonizzare altre terre povere ed aride.
In qualche modo che comunque non ci è dato di comprendere, essi divennero una grande potenza economica e militare, tanto da meritarsi il rispetto dell'Egitto e dell'Impero Ittita. In questo caso si dimostrò però l'idiozia di questi popoli, che non sapevano pronunciare bene "Achei": gli Egizi dicevano Aqiyava, gl'Ittiti invece Ahhiyawa. Voglio dire, ma si può? Non è mica tanto complicato dire A-C-H-E-I! Se poi contiamo che c'erano anche altri tre sinonimi eventualmente a disposizione (ricordiamoli: Danai, Argivi, Micenei), l'idiozia di Egizi e Ittiti diventa palese e manifesta. Gli Achei però, che erano dei gran signori, non ne fecero un dramma.

La Guerra di Troia

Sulla Guerra di Troia gli storici e gli archeologi hanno molto dibattuto, disputato, litigato e, all'occasione, organizzato delle piccole guerre tra loro, sia per vedere un po' l'effetto che faceva, un po' perché a discutere non si era giunti a un bel nulla.
Il mito e l'epica infatti ci raccontano che la guerra venne fatta per interessi commerciali, dovuti al desiderio degli Achei di prendere il possesso della Troade, strategicamente vicina allo Stretto dei Dardanelli ma al tempo controllata dalla città di Troia, abitata da una popolazione asiatica. Dopo alcuni scontri e un breve assedio, la cittadella cedette agli aggressori, che la ridimensionarono considerevolmente, lasciandola però in piedi.

Gli scienziati del XXI secolo però, liberi e scevri da ogni superstizione e retaggio romantico, oramai rifiutano questa storiella, buona solo per i poeti e le fantasie dei fanciulli. Recenti studi infatti ci rivelano una realtà ben più prosaica: la guerra fu condotta dall'intera Grecia contro la potentissima città di Troia e le sue innumerevoli schiere di alleati per vendicare l'oltraggio del rapimento di Elena, moglie del re spartano Menelao (fratello del gran re miceneo Agamennone). L'assedio pare sia durato dieci anni e ha visto le gloriose imprese di eroi quali Achille ed Ettore, e la partecipazione come guest star degli dei dell'Olimpo.

L'ignominiosa fine

Tornati carichi di gloria dalla guerra iliaca, gli Achei organizzarono una grande competizione sportiva ad Olimpia per celebrare la vittoria. A questa grandiosa celebrazione presero parte atleti da ogni parte del mondo greco. Tutto ciò però lasciò un gran buco nel bilancio della confederazione micenea, che nel giro di qualche anno, contestualmente a una grave crisi economica che colpì tutta l'area mediterranea, portò la Grecia sull'orlo del default. Molti governi si succedettero l'un l'altro e cercarono di attuare delle riforme economiche molto dure, che però incontrarono il deciso rifiuto della popolazione e crearono un'enorme incertezza politica. Tutto ciò indispettì molto i Dori, popolazione greca del Nord, che era così evoluta da essere già passata dal bronzo al ferro e all'uranio. Il re dei Dori, Ànghelos Mérkelos, perse la pazienza e, dopo aver minacciato di far uscire la terra dei Danai dall'unione monetaria panellenica, decise di commissariare le terre a sud, e le invase con il suo esercito, portando dolore, miseria e morte con quelle riforme economiche strutturali di cui aveva bisogno il paese. Tutto ciò in effetti salvò l'economia, ma portò alla fine dell'avanzato stato sociale instaurato dai Micenei e quindi alla fine della civiltà achea. Ah, già, ovviamente ci furono anche un sacco di morti ammazzati.

Gli Achei trovarono rifugio a Cipro e tra le montagne dell'Acaia e dell'Arcadia. Qui, in particolare, inventarono i videogiochi.

La società

Una tipica armatura NON micenea.

La società micenea assomiglia a quella del feudalesimo medievale per molti versi, per esempio "bau", "miao", "muuh", "chicchirichì", "cip cip" e "bee".
Questo ci collega al tema del rapporto tra i sudditi, che vivevano nella campagna, e i signorotti locali, che vivevano nelle loro città-fortezza in cima a delle colline mentre guardavano Sparta Hills 90210300. Al contrario dell'antica Grecia, le donne venivano trattate molto bene dagli Achei. Venivano chiamate con la sacra parola che rappresentava la loro dea prottettrice "Puttana", e spesso era preceduta dalla frase: "Fai questo".

La religione

Nella lingua degli Achei non esiste la parola religione, che è sostituita con i fatti del giorno. Difatti l'età achea è quella in cui sono ambientate tutte le storie della mitologia greca. Quindi a quel tempo la Grecia era un viavai di Dei che giravano in lungo e in largo per portare pestilenze, fare scherzi ai contadini e ingravidare principesse e ninfe.

Quest'ultimo particolare, a livello giuridico, portò molti problemi, perché bisognava stabilire lo status dei semidei. Una proposta di legge del 1350 a.C. non riuscì ad andare in porto per le molte dispute che aveva suscitato nell'Assemblea dei Saggi e nell'opinione pubblica. Alla fine i semidei costituirono un partito e decisero di risolvere la situazione di stallo ammazzando tutti i re e prendendo il loro posto, instaurando nuove dinastie e attendendo che nuove generazioni di semidei li soppiantassero. Questa la dice lunga anche sulla stabilità sociale ai tempi degli Achei.

L'arte della guerra

Gli Achei erano dei grandi artigiani del bronzo. Per questo andavano alla guerra con grandi corazze di cuoio, scudi in pelle (di coccodrillo, però) ed elmi fatti di zanne di cinghiale. Nessuno stupore che poi venissero sbaragliati dalle super armi in ferro dei Dori, a dirla tutta. Per questa ragione, l'età micenea è chiamata in certi ambienti specialistici anche come l'epoca degli imbecilli.

Per scagliare delle frecce, di norma venivano impiegati degli archei.

La lingua

Il greco dei Micenei è stato decifrato e codificato solo nel 1952, il che è un peccato: il primo testo che venne tradotto era un libro profetico molto accurato chiamato Tutti i risultati del campionato di calcio del 1951.

Dagli studi linguistici, filologici e aerospaziali apprendiamo che il miceneo era studiato nei licei classici dell'Antica Grecia, e che era molto complicato. Tanto per dirne una: oltre ai normali casi del greco antico (ossia nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo), erano presenti anche il caterinabalivo, il sieropositivo e, soprattutto, l'argivo. Inoltre aveva delle W messe a caso a destra e a mancina che un po' destabilizzavano lo studente ateniese inesperto, ma che al contrario galvanizzano ai giorni nostri lo studente gallese. Sfortunatamente per i giovani gallesi, recentemente - e solo per un giorno - in Regno Unito è stata ristabilita la monarchia assoluta per proibire, per ordine della Corona, l'insegnamento del miceneo nelle scuole superiori. Quindi non se ne può far niente, a meno che non venga accettata la scappatoia di insegnare l'acheo, o il danao, o l'argivo.

Curiosità assolutamente veritiere e degne di fede

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Nella società micenea, i pederasti erano chiamati Agay.
  • Per aprire le porte, al tempo venivano usate le akeys.
  • Il frutto più mangiato (tuttora) in Acaia è l'acacia.
  • Il ballo più in voga nei territori sotto giurisdizione achea era la tirintella.

Voci correlate