Vespa 400

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(Rimpallato da ACMA Vespa 400)
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Tutto ciò che romba, impenna e sgomma, è in queste pagine!
Non guidare dopo la lettura.

Lo spot avrebbe dovuto suscitare il pensiero "Con questa farò morire d'invidia la vicina", nella realtà era invece "Ma che cazzo ha comperato quel deficiente di mio marito?!"



La ACMA "Vespa 400", conosciuta anche come "quella bojata che abbiamo rifilato ai francesi", è una microvettura progettata dalla Piaggio negli anni '50, anche se la società continua a negarlo ancora oggi.
Fu costruita in Francia, dal 1957 al 1961, dopo che tutti i sindacati dell'azienda toscana avevano proclamato lo sciopero ad oltranza ritenendo il progetto "lesivo per la dignità dei lavoratori". Ad occuparsene fu la consociata ACMA, nata come Azienda per la Costruzione di Motozappe Agricole e subito ribattezzata dai mangialumache Ateliers de Constructions de Motorcycles et Accessoires.
Ne furono venduti poco più di trentamila esemplari, segno evidente che nutrirsi di rane non danneggia la corteccia cerebrale come invece affermato dalla scienza.

Storia

Il fantomatico Tom McCahill (spacciato per pilota esperto nei test driver) altri non era che l'attore di Frankenstein Junior.
« Ecco un vero divertimento... questa macchina ha una fantastica corsa! »
(L'entusiasta e strapagato pilota Tom McCahill.)

Nei primi anni del dopoguerra le condizioni di precarietà economica non consentivano l'acquisto di vere e proprie automobili, come per il caffè andavano forte i surrogati. La FIAT e le altre industrie italiane lo avevano capito bene, tanto da sfruttare la cosa a proprio vantaggio. Il perché abbiano continuato in seguito a fare macchine di merda è ancora oggetto di studio.
Enrico Piaggio decise di costruire la microvettura in Francia e di non importarla in Italia, al fine di evitare rapporti conflittuali con gli Agnelli e, soprattutto, di non finire sgozzato come un capretto dai clienti inferociti. Secondo gli esperti del marketing l'automo... l'attrezzo avrebbe dovuto minare facilmente il successo delle utilitarie Fiat 500 e Bianchina, forte del nome Vespa e del fatto che riusciva a spostarsi anche in presenza di un moderato vento di maestrale. Quasi sempre. Tale previsione si rivelò tuttavia avventata: l'italiano medio associava il marchio Vespa alla libertà di movimento offerta dal celebre motociclo, qundi segava la vettura in due per ottenere gli stessi benefici. Inspiegabilmente il veicolo[Bum!] smetteva di funzionare, probabilmente a causa di un lieve difetto sottovalutato da qualche ingegnere.

Erano da poco in vendita e l'autista del carro attrezzi non aveva mai recuperato una Vespa 400.

La vetturetta[ora ci siamo] venne presentata al Salone dell'automobile di Parigi del 1957, inizialmente come carrello per la spesa. Sull'opuscolo erano comunque evidenti gli altri possibili impieghi: carriola, vettura giocattolo da usare nei vialetti, rimorchietto leggero, carrozzina per gemelli e, non ultimo in ordine d'importanza, carrello portascroto. In pochi mesi ci furono circa 20.000 prenotazioni, numero che coincideva curiosamente con quello dei malati di mente censiti nel Paese. Le linee di montaggio sfornavano circa 30 vetture al giorno, ma gli operai avevano le potenzialità per arrivare a 100, se solo avessero smesso di ridere. Per la sua classe... Per il suo asilo di appartenenza era una minivettura confortevole ed elegante, a patto di guidare in posizione Padmasana oppure, in alternativa, lasciare le protesi delle gambe a casa. Le minime misure d'ingombro, la facilità di guida e il tetto apribile in tela, ne facevano un mezzo particolarmente gradito alle signore della buona borghesia, perché riuscivano a parcheggiarlo senza grosse difficoltà, ossia con appena diciassuno manovre.
La Vespa 400 era mossa da un bicilindrico 2T, un prodigio tecnologico che la rendeva particolarmente scattante per via della particolare disposizione dei due cilindri, montati in modo che si fanculassero a vicenda. Grazie ai soli 380 kg di peso a vuoto, e con un favorevole vento di poppa, poteva raggiungere gli 85 km/h. Tale velocità era solamente presunta, giacché il costruttore non aveva trovato nessuno abbastanza incosciente[1] da effettuare quel collaudo.

Caratteristiche

Dettagli di pregio.
  • Ingombro: era più piccola di una Fiat 500. L'unica vettura ancora più piccola in commercio era la Iso Isetta, venduta però solo ai pigmei Bantu nel Gabon.
  • Plancia: essenziale, volutamente spartana, non fosse stato per lo sterzo poteva definirsi assente. Era comunque presente un contachilometri con tre cifre, visione altamente ottimistica riguardo la durata dell'auto.
  • Interni: due spiaggine reclinabili, un'asse da stiro per i passeggeri posteriori e un comodo vano portaoggetti in cui mettere un pacchetto di chewingum, o magari il fazzolettino smocciolato.
  • Motore: c'era, a guardar bene. In effetti, una volta aperto il cofano, ci si doveva convincere che quella specie di macchinetta per cucire fosse un motore. L'unico indizio era rappresentato dal serbatoio, storicamente assente nei prodotti Singer.
  • Portabagagli: opzionale. Al momento dell'aquisto si poteva scegliere tra la scatola di cartone con lo spago, un sacco di juta e la valigia in pelle di vitello[2].
  • Ariete spingi-ciclista: opzionale ma richiestissimo, soprattutto per la totale assenza di piste ciclabili dell'epoca. Era azionabile dall'interno tramite un pulsante rosso collegato ad un contascatti, ogni dieci ciclisti si poteva ritirare un Arbre Magique in regalo presso i distributori Total.

Essendo dotata di un motore a due tempi la vettura era alimentata con una miscela olio-benzina. Per risparmiare molti utilizzavano l'olio di palma, col risultato che si intasavano spesso i filtri a causa del colesterolo alto.

Modelli

La vasta gamma.
  1. Orange: versione base impreziosita da un colore visibile anche dalla Luna. Dettaglio di pregio i sedili interattivi, che emettevano un gradevole profumo di fiori d'arancio ad ogni scoreggia sganciata.
  2. Côte d'Azur: sbarazzina vettura da mare dotata di spiaggine in vimini, dispenser con crema solare e tettoia. Quest'ultima, realizzata con una tovaglia da fraschetta, permetteva al ricco ma spilorcio di risparmiare sull'affitto di sdraie e ombrellone.
  3. Casinò: vettura caratterizzata da una grossa visiera da croupier posta sul parabrezza. Era usata a Montecarlo come Casinò mobile, di serie: la roulette sul sedile posteriore e il telo del tettino con i numeri per le puntate.
  4. Pizzardón®: veicolo prodotto per la Gendarmerie nationale, ideale per gli inseguimenti nei vicoli di Marsiglia e per arrestare i membri delle baby gang.
  5. Cyclette: messa in commercio sull'onda del successo dell'optional Ariete spingi-ciclista, qui fornito di serie. Obbligatoria, all'atto dell'acquisto, la stipula di una polizza assicurativa con copertura legale, che garantiva la presenza di un penalista al processo per omicidio volontario.
  6. Vespa 400x4: vettura a trazione integrale ispirata alla Jeep Willys americana della Seconda guerra mondiale, almeno nelle intenzioni, l'unico punto in comune era il fatto che sparassero addosso all'autista.
  7. Vespa Dakar: bolide[da verificare] prodotto per il prestigioso Rally Paris-Dakar. Grazie al motore sovralimentato da 27 cv e spicci, e al badile saldato sul cofano, era in grado di attraversare le dune invece che scavalcarle.
  8. Convertible: piccola spider molto popolare tra i truzzi della Provenza. Era disponibile anche con gli interni panterati, fanali stroboscopici e tergicristalli collegati allo stereo che si muovevano a tempo di musica.
  9. Bateau: modello anfibio progettato per navigare la Senna. Grazie alla speciale miscela benzina-olio di fegato di merluzzo, e alla rete a strascico fornita di serie, garantiva una pesca abbondante e grossa popolarità tra i gatti.

Curiosità

  • È l'auto blu di Renato Brunetta.
  • È più facile perdere l'auto che le chiavi.
  • Il modellino della Bburago è più grande della vera auto.
  • Il testimonial della presentazione ufficiale era Brigitte Bardot; fu l'unica volta che l'auto venne inquadrata con qualcuno famoso.

Note

  1. ^ o comunque stanco di vivere
  2. ^ disponibile solo sulla versione "De luxe"

Voci correlate

Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 14 gennaio 2018 col 60% di voti (su 5).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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