Venere (astronomia)

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(Rimpallato da Venere (pianeta))
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Una foto di Venere inviataci dal satellite Sputnik.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Venere (astronomia)
« Venere mi ha sempre affascinata, anche perché io ho un debole per i calciatori. »
(Flavia Vento su Venere)
« E chissà se è da Venere che provengono i marziani dai quali proviene la vita sulla Terra... »

Venere è il secondo pianeta del Sistema solare in ordine di distanza dal Sole, secondo solo a Mercurio. Questo perché è una donna e deve sottostare al sessismo imperante nella galassia.

È l'oggetto più luminoso osservabile nel cielo notturno dopo la Luna, Marte, Alfa Centauri, la stella polare, il Sole mannaro e i capelli di Aldo Biscardi. Per questo motivo viene molto spesso chiamato con il pittoresco e romantico nome di "oggetto più luminoso osservabile nel cielo notturno dopo la Luna, Marte, Alfa Centauri, la stella polare, il Sole mannaro e i capelli di Aldo Biscardi".

Venere è il pianeta più caldo del sistema solare (sempre che non si consideri Megan Fox un pianeta), non è dotato di anelli. Il 7 giugno 1989 l'astronomo Pico De Paperis scoprì il primo satellite naturale del pianeta, al quale diede il nome di Clarabella. L'8 giugno però si accorse che non era veramente un satellite, ma una mosca morta davanti alla lente del telescopio.

Caratteristiche

Classificato come pianeta di tipo terrestre, Venere è spesso definito il pianeta gemello della Terra. Dio, notoriamente creatore della Terra, si è rifiutato di commentare la diceria o di sottoporsi a un test di paternità.

Venere, visto da qualcuno che di astronomia non capisce un cazzo.

La massa di Venere è pari a circa l'81% di quella terrestre, per questo, munendoci di abaco e facendo i debiti conti, sulla superficie venusiana l'accelerazione di gravità è minore rispetto a quella terrestre. Per esemplificare, un uomo che sulla Terra pesa 70 kg, là peserebbe circa dieci chilogrammi in meno. E Giampiero Galeazzi potrebbe perfino concorrere per mister universo. Ma tanto tutte queste nozioni sono completamente inutili: su Venere il peso non si misura chili, ma in libri di Dostoevskij.

Il clima di Venere è piuttosto mite. Se paragonato a quello del Sole. Generalmente, in una giornata tipo su Venere può succedere che il piombo si fonda al suolo a causa dell'effetto serra, che dalle nubi piova acido solforico, che l'intero globo sia spazzato da uragani di violenza inaudita e soprattutto che l'unica stazione radio che si prende bene sul pianeta sia Radio Maria. Un posto ideale dove trascorrere il ponte di Ferragosto, insomma.

Osservare Venere dalla Terra

Poiché il pianeta si trova molto vicino al Sole, la sua osservazione è possibile solo per poche ore e nelle vicinanze del Sole stesso. Per osservarlo al meglio, ad un qualsiasi astronomo dilettante che si voglia avvicinare all'osservazione interplanetaria, saranno necessarie una rudimentale conoscenza dell'astronomia, un telescopio e il permesso di vostra nonna ("Ti rovini gli occhi se guardi fisso il sole, pirla!").

Una volta procuratovi tutto ciò che è necessario - soprattutto il permesso della nonna - non resta che cominciare a scrutare il cielo. Venere apparirà come una stella molto brillante, dalla colorazione cangiante. Il suo fascino esotico e il suo colore giallo-biancasro, in effetti, hanno per secoli ispirato poeti e scrittori terrestri, i quali spesso associavano il pianeta a innamorati infoiati, orge di gruppo, pratiche sessuali semi-clandestine. E tutto già secoli prima della nascita di John Holmes.

Un'astronoma dilettante si appresta ad osservare Venere. Probabilmente ne verrà fuori con un gran mal di testa.

Le osservazioni nell'antichità

Essendo uno degli oggetti più luminosi in cielo, Venere era conosciuto e venerato da tutte le antiche civiltà terrestri, per quanto preistoriche e sottosviluppate potessero essere, inclusi i molisani. La prima testimonianza storica scritta della sua osservazione ce la forniscono gli antichi babilonesi, nell'antico testo in scrittura cuneiforme "Men's Health", nel numero di giugno 2301 a.C. in un articolo intitolato: "I piaceri dell'uomo: donne assire, bighe & l'osservazione delle misteriose luci che gli Dei hanno sospeso nel cielo". In esso i babilonesi chiamavano il pianeta Isthar, perché avevano esauriti i nomi belli.

Anche gli egizi osservarono il pianeta, ma non è merito loro. Come infatti Roberto Giacobbo ha dimostrato, tutto quello che gli egizi sapevano di astronomia, l'avevano imparato dai rettiliani.

Venere ha anche un ruolo significativo nella cultura eschimese. Secondo un'antica leggenda tramandata dagli anziani per via orale e successivamente via Twitter, il pianeta permetteva agli uomini puri di cuore di comunicare con i loro parenti morti, e senza spendere un centesimo di scatto alla risposta. Che nelle interurbane è un bel vantaggio, con le compagnie telefoniche che si ritrovano in Groenlandia.

Del canto loro, i cinesi non conoscevano Venere. Ma d'altronde non avevano tempo per riempirsi la testa con inutili nozioni di astronomia, erano troppo impegnati a imparare le coreografie dei combattimenti di La tigre e il dragone.

Esplorazione di Venere

« Ma non si riesce a capire un cazzo!! »
(Germano Mosconi sulle prime immagini del suolo di Venere)
File:USSR Venera 10 Venus ground 1975 colorized by Don P. Mitchell.png
E finalmente ecco la superficie di Venere in tutto il suo splendore. Sì, abbiamo per davvero speso tutti quei soldi per questa merda.

Sono state effettuate moltissime esplorazioni su Venere. Di queste solo una, la prima, era dotata di un equipaggio: la sonda Melevisione 1, fiore all'occhiello del programma spaziale del Fantabosco, partita dalla Terra nel 1962 doveva infatti essere la prima esplorazione interplanetaria compiuta con un equipaggio di soli Teletubbies. Inutile dire che i poveri mostriciattoli morirono non appena abbandonata l'atmosfera terrestre. A quanto pare lo zucchero filato e i palloncini non sono un buon materiale per costruire astronavi.

La sonda statunitense Mariner 2 fu la prima a raggiungere l'orbita di Venere, e riuscì a misurarne la temperatura superficiale. Fu un risultato straordinario, provate voi a infilare un termometro gigante nel culo di un pianeta, non è facile.

Il primo atterraggio vero e proprio fu quello della sonda sovietica Venera 3. Purtroppo atterrò di faccia a una velocità di 300 km/h e si disintegrò quasi subito. Meglio lì che in Kazakistan, comunque. Finalmente, nel 1970 la sonda Venera 7 riuscì ad atterrare senza incidenti e a trasmettere le prime immagini del suolo venusiano. Erano due polaroid sfuocate di una serie di sassolini, ma resta comunque il più grande successo del programma spaziale sovietico. I russi ancora oggi se ne vantano. Fu poi il turno degli Stati Uniti, che con la sonda Mariner Millemila riuscirono a loro volta a oltrepassare lo strato di nubi e raggiungere la superficie. Memorabili e storiche restano le parole di Thomas Paine, allora direttore della Nasa alla vista del suolo alieno:

« Ok, non c'è un cazzo. Frank ti devo una birra, vecchia spugna. »

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