Vasco da Gama

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Vasco da Gama all'età di diciotto anni. Ma potrebbe anche essere Hernán Cortés all'età di ottanta o Margherita di Savoia a trentasei.
« Perché mai qualcuno dovrebbe dedicargli una via: ha scopertu zeru continenti »
(Josè Mourinho si fa beffe del connazionale Vasco de Gama)
« Tra celebri navigatori del Cinquecento ci raduniamo ogni venerdì in una fumosa taverna di Lisbona e discutiamo di paramezzali e di alberi di trinchetto o se durante le tempeste oceaniche sia meglio prendere il mare al giardinetto o al mascone. Colombo la pensa in un modo, Vespucci in un altro, Caboto in un altro ancora. Vasco da Gama spazza per terra. »

Vasco da Gama conosciuto anche come Roberto Da Crema, (Gama, 1469 - Crema, 1524) fu, insieme ad Amerigo Vespucci, Giovanni Soldini e il TomTom, uno dei grandi navigatori a cavallo del Cinquecento.
Certamente, navigare a cavallo era complicato, ma non con le speciali bisacce galleggianti che l'ingegnoso Vasco aveva applicato al suo purosangue.
Fu il primo europeo a navigare fino in India passando per la complanare di Foggia.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Vasco da Gama

Biografia

Figlio del nobile portoghese Don Rigoberto de Mecojones e della dama di Toledo Antonella Vaccarozzi, il giovane da Gama fu avviato allo studio dell'arte marinaresca presso la prestigiosa Scuola Radio Elettra di Torino, allo scopo di farne uno dei grandi navigatori a cavallo del Cinquecento.
Appena diciottenne, riuscì a conseguire la licenza media senza minimamente sospettare dell'esistenza del mare né tanto meno delle navi, dato che la Radio Elettra era una scuola per corrispondenza. Il titolo di studio gli permise comunque di fare il figo al bar disquisendo di fasci e sartiame, senza sapere nemmeno lui di cosa stesse parlando.
Esaltato dalle gesta di Colombo, che si diceva avesse scoperto l'uovo nel 1492, chiese al padre di comprargli un pacchetto di caravelle, perché anch'egli potesse andare all'avventura e scoprire l'America, l'Australia, l'Adispoli. Il padre gli rispose sì-sì e riprese a leggere Libero lasciando il piccolo de Gama come uno stoccafisso.
"No, Vasco, niente caravelle! Lo sai che ti fanno la bua ai dentini."

Fortunatamente l'intraprendenza non gli faceva difetto e, per racimolare i denari sufficienti ad acquistare una caravella, improvvisò un fiorente commercio di pus dei brufoli, che in capo a pochi anni gli fruttò la bellezza di trecentomila fiorini, pari a, al netto dell'inflazione corrente nel Portogallo di quel periodo e tolte le spese di produzione, 1 euro e 40 centesimi attuali.
Con questo malloppo si recò dal caravellivendolo, che per quel tanto poté dargli solamente un cazzotto sui denti.
Intanto su Sky TG24 avevano annunciato che Bartolomeo Diaz aveva doppiato il Capo di Buona Speranza e aveva buone possibilità che il Capo non lo raggiungesse più. Vasco da Gama rosicò come un castoro.
Ma la dea bendata[citazione necessaria] gli venne incontro: si seppe che Manuele I, appena assunto come re del Portogallo, dopo una vita passata a fare lo spaventapasseri nei campi di granturco dell'Algarve, cercava un idiota da mandare allo sbaraglio alla ricerca delle Indie che - fatto non secondario - erano state scoperte circa cinquemila anni prima ed erano collegate con Lisbona da voli giornalieri della TAP.
Sentendosi perfetto per il ruolo, Vasco si fece ricevere dal re preceduto dalle sue credenziali e da una lettera di raccomandazione di Mastella. Ottenne l’incarico.

Il viaggio

La San Rafael, la San Gabriel e la San Tanchè.
La San Rafael, la San Gabriel e la San Tanchè salparono da Lisbona nel luglio del 1497 e, mentre Colombo, Vespucci e Joachin Cortès si dirigevamo verso le Americhe a fare incetta di oro e pietre preziose, l'anticonformista Vasco da Gama faceva rotta verso le Indie per provare a farsi vendere qualche confezione di .
Convinto che i colleghi fossero degli imbecilli, fu il primo capitano nella storia a navigare in alto mare invece che sotto costa, secondo lui per sfruttare i venti migliori. Tempo due giorni e l'esplosiva combinazione tra venti migliori e perizia al timone di Vasco da Gama condusse la San Rafael alla deriva in Groenlandia, la San Gabriel in secca a Molfetta e la San Tanchè in guepière in una nota discoteca di Ibiza.
Proprio mentre fingeva di svolgere complicatissimi calcoli con l'astrolabio e il sestante per convincere l'equipaggio inferocito che per andare a Calcutta si passava proprio da Qaanaaq, gli venne il dubbio che forse non aveva chiuso il gas e dovette tornare di corsa a Lisbona per controllare.
Vasco da Gama al timone della San Rafael.

Per fortuna l'aveva chiuso, così poté ripartire tranquillo in direzione dell'India.
Questa volta lasciò perdere le sue idee e si apprestò a navigare come tutti gli altri sotto costa. Prima di essere arrivato a Gibilterra era già andato a sbattere contro due fari, aveva investito tre sub e finito tutte le scorte di cibo, che per la precisione erano costituite solo da wafer e nutella. L'equipaggio lo "pregò" di sbarcare e proseguire a piedi.

« Se vedemu a Calcutta, comandante »
(L'equipaggio)

Ci volle tutta la sua abilità diplomatica rafforzata da una telefonata in piena notte di Berlusconi, che assicurava Vasco de Gama fosse il nipote di Mubarak, perché l'ammutinamento rientrasse e a Vasco fosse riconsegnato il timone che, tra l'altro, non sapeva nemmeno da che parte andasse impugnato.
Con la buona sorte che aiuta gli audaci e, nel nostro caso, anche gli incapaci, le tre caravelle poterono proseguire senza intoppi significativi, se si eccettua che dovevano fermarsi ogni cinque minuti perché Vasco da Gama voleva fare pipì.

« No, no e no! Farla nei cessi delle navi mi ha sempre fatto schifo. »
(Vasco da Gama)
La reazione di Vasco de Gama appena scoperto di essere sbarcato all'autogrill di Roncobilaccio.

Finalmente, dopo tre mesi di navigazione, toccarono terra.

Vasco de Gama : Nel nome di Manuele I, re del Portogallo e di tutte le Indie, prendo possesso di questa terra, la chiamo modestamente India de Gama, e vi ordino di consegnarmi tutto il tè che avete.
Barista : A parte che queste non sono le Indie ma l'autogrill di Roncobilaccio, il tè costa un euro e sessanta la tazza.

Insomma, ci vollero un altro paio di mesi, ma alla fine, a rimorchio di una nave Costa Crociere, Vasco da Gama arrivò in India.
Andò nel supermercato più vicino e, astutamente, barattò con gli ingenui indigeni cinquanta confezioni di tè con una sola banconota da 50 . Quando stava tornando a bordo della San Rafael, gli sembrò di aver fatto un affare troppo vantaggioso e tornò indietro per lasciare agli indigeni altri 20 [citazione necessaria].
Soddisfatto per il successo della missione, fece vela verso il Portogallo dove certamente lo avrebbero accolto con gli onori riservati ai grandi eroi.
Un po' perché non gli piacevano le cose semplici e un po' perché lesse la carta nautica al contrario, per tornare a casa passò dal Giappone che, rinvangando tra le sue conoscenze, era convinto si trovasse a metà strada tra il Corno d'Africa e lo stadio del Manchester City.

La rivoluzione nelle conoscenze geografiche a seguito dei viaggi di Vasco da Gama

In verde il mare. Almeno secondo quanto ha capito Vasco da Gama.
Prima di Vasco da Gama la Geografia era una materia secondaria, tipo Educazione fisica o Religione; dopo l’immenso patrimonio portato in dote dal navigatore portoghese[come no] ha raggiunto il rango di Musica e Condotta.
Durante il Medioevo si era creduto che la terra fosse piatta e che al di là delle Colonne d’Ercole, che ognuno situava un po' dove cazzo gli pareva, ci fosse la fine del mondo, e quindi il vuoto.
Vasco da Gama dimostrò, sperimentalmente e senza possibilità di dubbio, che a lui non gliene importava un accidente di andare a controllare ed era molto meglio fidarsi e navigare in direzione opposta dove magari non c'erano ricchezze, ma perlomeno non si rischiava di cadere nel nulla.
D'altronde, sosteneva da Gama,
« Quello là, come si chiama, quello col cappello a punta, Crisquocolo Colomfobo, Pristiforo Polombolo, Crismofono Cobombolo, con le sue stronzate di andare a cercare l'India dalla parte opposta è riuscito solo a coprirsi di ridicolo andando a sbattere contro uno scoglio in mezzo al mare »

Un vero grande contributo Vasco lo fornì alla Teoria della Navigazione, per il sapiente uso che seppe fare degli scarsi mezzi che l'epoca metteva a disposizione. È assodato che non sia mai riuscito a capire a cosa servissero, non dico la bussola o l'ottante, ma nemmeno le vele o il timone (anche la distinzione tra prua e poppa gli risultava incomprensibile) ; ciononostante fu il precursore della Navigazione alla Sperindìo che ancora oggi trova applicazione nella navi della Tirrenia.

Curiosità

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  • Il Vasco da Gama è anche una squadra di calcio brasiliana che, come il personaggio a cui si ispira, conta come il due di coppe quando a briscola c'è bastoni.

Voci correlate

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