Tool

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« Questo deve essere un porno moooolto sperimentale... »
(Chiunque, scaricando per errore un qualsiasi video dei Tool.)
« Perché non possiamo non essere sobri? Voglio solo ricominciare da capo... »
(Maynard James Keenan, cantando Sober e pentendosi di non aver scelto la più fortunata carriera di ginecologo alcolizzato.)
« Tra cinque o dieci anni saranno annoverati tra le pietre miliari del rock. »
(Qualcuno, sui Pink Floyd. Ops...)
« Mi sembrano interessanti... »
(Tutti, al primo minuto della prima traccia di ogni album dei Tool.)
« Figlio di puttana, sai che tu sei un pezzo di merda? »
(Message to Harry Manback)
Il batterista Daniele Carrillon, oggi riconosciuto come uno dei percussionisti più talentuosi al mondo, agli albori della sua carriera.

Per comprendere adeguatamente cosa si celi sotto il fuorviante nome di Tool, bisogna necessariamente:

  • intraprendere un viaggio in India e recarsi da un asceta a farsi aprire il Terzo Occhio;
  • ove non si trovi un volo low cost di Ryanair o l'asceta fallisca nel compito, procedere nella modalità "fai da te" con un trapano elettrico;
  • rinunziare a tutti i beni terreni (ovviamente ad esclusione di album, dvd e merchandising della band);

Fatto? Bene. Ora siete calmi, in pace con voi stessi. La vostra energia scorre in ogni parte del vostro corpo (beh, a chi più, a chi meno...). Siete rilassati e in armonia con l'universo. In questo stato di lucidità e vicinanza al divino, si presentano tre opzioni:

  1. la vostra mano scivolerà verso l'iPod più vicino e selezionerà una playlist molto introspettiva;
  2. la vostra mano scivolerà verso chakra segreti muovendosi al ritmo di una canzone dei Tool (e quindi provocando un certo numero di danni);
  3. sarete talmente strafatti che la vostra mano sarà scivolata dentro un Bravo Simac assai incazzato e bramoso di carne umana.

Ora:

  • per coloro che rientrano nel primo gruppo di persone, i Tool saranno una band piuttosto tecnica e dalle liriche difficilmente comprensibili, con la passione per le espressioni algebriche, la geometria non euclidea e il bondage;
  • per quelli a cui si sia verificata la seconda ipotesi, i Tool rappresentano la scienza esatta, una banda di apostoli non proprio ortodossi, scampati alle persecuzioni del capitalismo moderno e dell'industria musicale, atterrati su questo pianeta per indicarci la via per la redenzione e sfatare i tabù imposti dalla società;

A coloro che saranno andati incontro al triste destino descritto nella terza ipotesi, il vero fan toolico guarderà con gli occhi di un padre che prenda a cinghiate il figliol prodigo: essi saranno inevitabilmente tacciati di stupidità e condannati alla deportazione in qualche posto di merda, tipo Bollate.
Gang musicale o setta satanica, che dir si voglia, si formano nel 1990, da qualche parte tra l'Area 51 e Los Angeles, probabilmente a seguito di un terremoto o di un fallito esperimento nucleare del governo americano. Melodie e liriche del gruppo scaturiscono dalla mente perversa e malefica del loro fondatore, Maynard James "Bondi" Keenan.

Biografia

Gli inizi e l'EP Oppiacei

Maynard mentre muta colore durante un'esibizione: per mimetizzarsi con lo sfondo dopo una stonatura o una reazione allergica alla musica della band?

I Tool sono considerati uno dei gruppi sperimentali più interessanti e originali dei nostri giorni, titolo loro tributato da almeno quattro persone, tra le quali i membri dei Tool.
La loro storia ha inizio quando il futuro leader MJK, dopo anni trascorsi sotto i colori dell'esercito americano lucidando testate nucleari, inizia a prendere coscienza della futilità di quella vita di violenza e cieco obbedire agli ordini. Taluni sostengono che tale voltafaccia sia stato dovuto agli orrori assistiti nelle docce delle caserme del Sud Ovest americano, nelle quali entrò in profondo contatto col suo lato femminile. Altri invece riconducono questo cambiamento nei rapporti avuti con soggetti come Tom Morello e le sue posizioni politiche, o la Dana Scully di X-Files e le sue posizioni ben più ben più interessanti. Tutto questo porterà il cantante ad abbandonare la carriera militare, con l'intenzione di diffondere il proprio pensiero attraverso la musica. Beh sì, anche per fare un mucchio di soldi sfruttando una buona dose di fantasia, l'acquisita familiarità con la teoria del complotto e l'ingenuità dei fans.
Dopo alcuni anni passati da anacoreta, coltivando la passione per il feng shui e applicando concetti di design spaziale nella sistemazione di cucce per cani nel deserto del Mojave, ritorna alla civiltà e inizia a predicare la sua lieta novella, raccogliendo attorno a sé i primi discepoli:

  • Adamo "Indiana" Jones, il quale lavorava come scultore e designer di effetti speciali di film porno; seguace di Tom Morello, non gli parve vero di trovare qualcuno che gli chiedesse di formare un gruppo, visto che invece di cimentarsi in furibondi assoli, scale esatoniche e scala 40, era solito armeggiare con caterve di pedalini di dubbia utilità;
  • Paolo Of Love, un nervoso carpentiere di Seattle con un passato da black bloc, un futuro molto incerto e un presente assai incazzoso, che lanciò la sua sfida al basso elettrico, vincendola per KO tecnico alla prima ripresa;
  • la formazione venne completata dall'arrivo di Daniele Carrillon, giovane promessa della batteria con la segreta passione per il satanismo, allora impiegato come compattatore di rifiuti dalla contea di Kansas City, forse per il suo fisico gracile.

Completata la line-up, i quattro si propongono al grande pubblico sotto l'appellativo di Tool (traduzione: attrezzo), la cui interpretazione è assolutamente opinabile: i fan iniziati ai gradi più alti dei loro misteri lo considerano un rimando al messaggio principale della band, ossia di pensare con la propria testa e non con quella di qualcun altro opportunamente decapitato. Nel 1992 realizzano il primo EP, Oppiacei, un'interessante raccolta di note buttate giù veramente alla cazzo, prima e durante un coca party a casa di Maynard. Già da questi tenebrosi inizi si possono intuire le tematiche del gruppo: un mix vincente di religiosità e campagne populistiche a favore del libero accesso alla gnocca. Qui si notano interessanti rimandi alle famose filastrocche di Karl Marx:

« La religione è l'Oppio dei Popoli... ma per la proprietà commutativa possiamo dire che l'Oppio è la religione dei Popoli. Procediamo quindi con la comunione... »
(Maynard Keenan, durante un comizio alla Love Parade di Duisburg del 2010, poi rivelatasi uno schiacciante successo politico.)

Undertow

Vecchia foto del gruppo, si noti l'espressione corrucciata di Paolo d'Amore prima di essere calciorotato fuori dal gruppo...

Con l'album Undertow (Uragano, evidente tributo a particolari abilità dei quattro a seguito di una cena a base di peperonata) il songwriting inizia a farsi decisamente più complesso: Adamo, Paolo e Daniele iniziano ad andare quasi alla stessa velocità e, ove questo non succede, sostengono di aver inserito un complicato cambio di tempo (5/4, 7/16. 19/32 o giù di lì) che solo pochi potrebbero capire:

« Le nostre canzoni sono un po' come gli anni bisestili... »
(I Tool sui misteriosi sedicesimi infilati a muzzo ogni tre battute nelle loro canzoni.)

Anche le tematiche diventano più elaborate e toccanti, come in Prison Sex, allegorica interpretazione delle goliardiche feste di Arcore, di cui viene proposto anche un video. I contenuti espliciti dell'album porteranno però il gruppo a scontrarsi per la prima volta con l'ipocrisia puritana: l'emittente pedopornografica MTV li giudica troppo blasfemi e sostituisce i loro video con quelli ben più casti di Madonna e Britney Spears, o più impegnati, come quelli dei Finley.
Nonostante le critiche, i video dei Tool vengono apprezzati per la totale mancanza di senso e per il montaggio ai limiti dell'oscenità, a cura di Adamo Jones, con la partecipazione del cameramen cocainomane di Lucignolo. Gli omini-Tool, ossia puffi e nani da giardino schiavizzati per risparmiare sulla sceneggiatura, diventano una vera mania, tanto da mettere in discussione il dominio dei Pokémon, forse perché, invece di saltellare per ore come i pippottini giapponesi senza combinare una mazza, questi si cimentano in ogni sorta di rituale orgiastico, il che piace molto a grandi e piccini.
In ogni caso la band reagisce prontamente alla censura e riesce a dimostrare che i personaggi dei loro video sono tutti maggiorenni.

L'arrivo di Cancelliere e Ænima

Giustino Cancelliere mentre compone una linea di basso. Si noti Flea (quello giallo), che dà consigli, forte del terzo occhio apertogli di Maynard tramite un cacciavite elettrico.

Dopo Undertow, Paolo d'Amore entra in contrasto con il resto della band, infastidito dalla crescente commercializzazione del gruppo, e decide di cercare nuove esperienze sessuali altrove. Merita un plauso la disinteressata scelta dell'ex bassista, visto che da questo momento in poi la band farà un sacco di soldoni, mentre lui scomparirà dalla faccia della Terra.
Le selezioni per il prestigioso posto di bassista vedranno impegnati musicisti del calibro di:

  • Krist Novoselic - "È troppo tecnico... ... ... pffff... AHAHAHAH!";
  • Katy Perry - "A noi serve un bassista, non due gemelle siames... uh.";
  • Flea - "Guarda, devi scusarci, ma sei davvero troppo fattone anche per noi...".

La scelta ricade su Giustino Cancelliere, un normanno capitato sulle coste californiane a seguito di una scorreria. Cancelliere soddisfaceva tutti gli standard della band: profonda religiosità, uso di droghe esclusivamente off-stage e soprattutto l'utilizzo di una quantità inverosimile di effetti e amplificatori, tanto che il nuovo bassista durante i tour è solito viaggiare su un pullman a parte con tutto il relativo armamentario.
Nel 1996 esce Anima Mia, in cui i temi si fanno più giocosi e solari, come si può ben notare dai brani Hooker With a Penis (traduzione: Puttana con un pene -solo?-), riferito alla doppia natura del cantante, o Message to Harry Manback, un affettuoso messaggio lasciato a Maynard da parte di un amico italiano, da cui possiamo comprendere la simpatia che i Tool provano per l'Itaglia, il che li spinge a fare concerti nella Repubblica delle Banane ogni qualvolta un politico italiano dice una cosa intelligente.
Segue la raccolta Saliva, dove vengono proposte cover, canzoni rare, ruvide, luride e live, al modico e popolare prezzo di € 186,65.

Fallus Lateralus e Diecimila(Happy)days

A questo punto i Tool hanno ormai raggiunto una fama che arriva quasi ai confini del Wyoming, isole comprese. Le liriche di facile approccio e comprensione, unite alle melodie frizzanti ed orecchiabili proiettano la band verso i palcoscenici più ambiti: Amici di Maria de Filippi e naturalmente il classico italiano dell'intermezzo musicale di Quelli che... il calcio, dove Simona Ventura li presenta al pubblico come il superprogetto di Emma Marrone, Ambra Marie, Pupo e Burzum.
Nel 2001 viene composto l'album (Fallus) Lateralus, accolto come una Bibbia da dagli aderenti alla comune di Maynard, o come il Malleus maleficarum, per quanto riguarda la Guardia Pretoriana di fanatici che protegge i Tool da ogni critica. Attraverso pippe mentali infinite, il gruppo ha composto un Cubo di Rubik musicale, pieno di collegamenti nascosti e passaggi segreti, i quali, se correttamente interpretati, porterebbero l'ascoltatore a giocare una partita a dadi con Satana. Questo provoca un'immensa caccia al tesoro che coinvolge tutti i fan dei Tool, alcuni dei quali tentano di aprirsi il Terzo Occhio col trapano.
Il successo però non sembra turbare il quieto vivere della band, né il loro atteggiamento umile e disponibile, anzi:

  • durante i concerti è severamente vietato guardarli suonare. Potrebbero essere indotti a sbagliare qualche armonica;
  • Maynard canta dando le spalle al pubblico esattamente come ai primi tempi, per timidezza e senso del pudore;
  • le esibizioni cominciano puntualmente mezz'ora prima dell'orario stabilito, questo per non caricare di responsabilità i giovani gruppi emergenti di spalla (ad esempio i King Crimson);
  • inutile dire che per montare tutta la strumentazione, nonché gli effetti utilizzati dal bassista (che occupano più o meno tutto il palco, parterre, parcheggio e bagnasciuga anche quando suonano in Arizona) ci vogliono 3/4 settimane. I gruppi spalla quindi si esibiscono il mese prima;
  • il numero delle canzoni proposte diminuisce regolarmente e viene dato sempre più spazio alle canzoni più insignificanti e vittime di discriminazione.

Una tipica scaletta dei Tool di questo periodo:

Un estratto dallo spartito dei Diecimilagiorni.
  • Ambient Intro;
  • Lateralus (Intro);
  • Lateralus (Reprise-Intro) (Extended Version);
  • Intro of Mantra (Schism Intro);
  • ...pausa cannetta;
  • Schism (Outro);
  • mumble, mumble...
  • Maynard lapdance;
  • Intro di una canzone a caso;
  • DJ-set;
  • Outro (ma di cosa????).
Grigliata a casa Maynard: una delle sedute di alto spessore culturale durante le quali creano i loro capolavori.

Serviranno cinque anni affinché la nefasta influenza di Fallus Lateralus abbia termine. A quel punto Maynard giudica i suoi discepoli sufficientemente pronti per il nuovo capitolo, 10,000 Days (in inglese: Ten Thousand (Happy)days; in italiano: Diecimila Giorni (di pippe), oppure Diecimila Seghe Mentali; in bimbominkiese: Diecimiladeis), una sequenza di bestemmie in tempi dispari composta seguendo la Sequenza di Fibonacci, la Legge dei Grandi Numeri e il Trimetro Giambico, il cui tema centrale rimane ovviamente il consumo e l'eventuale spaccio (visti i soggetti, difficile che ne rimanga qualcosa...) di eroina.
In questo album la band raggiunge l'apice dell'arroganza, sperimentando ogni soluzione tecnica sperimentabile senza incorrere in sanzioni Onu: il 4/4 tanto caro a grandi artisti quali Marco Carta e Cristina D'Avena viene bandito e sostituito dal più originale e fotogenico 67/27, irrobustito da simpatiche variazioni ritmiche, una ogni sette secondi esatti. La durata media delle canzoni è quindi di quarantaquattro minuti di delirio, in fila per sei, col resto di due. Adamo Jones ovviamente NON SUONA assolutamente la sua chitarra, ma si limita a giocare coi pedalini che, assemblati a quelli di Giustino nel giusto ordine, vanno a formare Megazord o un altro dei rottami ambulanti dei Power Rangers.
Dall'uscita dell'album, nel 2006, si è osservato un aumento dei casi di schizofrenia e scorbuto, nonché di richieste di intervento per la vasectomia; lo stesso Maynard, riascoltando il lavoro finito per valutarne la malvagità, finalmente si autoconvinse di essere la reincarnazione di Gesù.
Dopo diversi successi interplanetari, i Tool si sono decisi a ritornare alla realtà per dedicarsi ad una serie di progetti paralleli di cui a nessuno è mai fregato nulla. Nel 2011 arriva l'annuncio: minacciati dal Governo Italiano di essere messi sotto contratto per un musical diretto dal fratello malvagio di Maynard, Sandro Bondi, si sono subito lanciati nella composizione di un concept sul quinto Mistero di Fatima: i bene informati dicono che se le previsioni dei Maya sono corrette, forse l'umanità riuscirà ad avere una fine più caritatevole prima dell'uscita dell'album.

Chi li ascolta: ci è, ci fa o si fa?

I Tool sono più infidi di un criceto, ti colpiscono silenziosamente e quando meno te l'aspetti, come un Ananas malefico omicida e ti soggiogano alla loro volontà come Avril Lavigne. I più accaniti fan dei Tool finiscono per estraniarsi dal contesto dei soliti seguaci del solito progressive metal, tant'è che sono considerati un pochino arroganti e megalomani. Amano smembrare cadaveri, fotografarli e usare le immagini come sfondo desktop per esempio e sostengono con fermezza la Teoria del complotto universale persino nel caso non funzioni il loro Bravo Simac. Le tipiche espressioni:

L'ascolto di questa band può avere le controindicazioni più disparate, ecco qualcuno che indaga sulla spirale...
  • Il nuovo album dei Tool? Uscirà nei primi mesi del nuovo anno.
  • Ehi...guarda che io ascolto i Tool, non puoi certo fregarmi e farmi credere che questo ponte sta crollandooooOOOOOOooooOOOOHHH....
  • Prof. mi scusi, mi permetto di confutare Einstein, perché considerando questa formula vista mediante visione laterale del mio io che non c'è, tutto questo non esiste....eh?!.
  • Il nuovo album? Prima dell'estate. È quasi sicuro.
  • Se fossi non sarei, ma siccome sono, non posso esserlo.
  • L'uscita del nuovo album è stata posticipata per evitare il traffico del rientro. Ottobre, massimo i primi di novembre... Vedrai.
  • Gli alieni ci stanno sostituendo...ehi! Non mi toccare, sei certamente un prodotto delle macchinazioni del governo! Ma io ascolto i Tool...ah, scusa mamma..
  • Dove ho messo l'LSD??
  • Il 25 dicembre. Vogliono solo essere sicuri di aver fatto un buon lavoro.
  • Devo aprire il mio terzo occhio per raggiungere l'esatta percezione della realtà. Un trapano andrà benissimo...
  • Il loro messaggio è che dobbiamo pensare con la nostra testa, senza farci condizionare! Io lo faccio. Perché me l'hanno detto i Tool.
  • Ma non sai che c'è Qualcuno che dice che Qualcuno ha fatto su Qualcuno Qualcosa che non si può dire, perché potrebbe causare la fine di...Qualcosa. E quando non lo so.
  • Il nuovo album dei Tool? Uscirà nei primi mesi del nuovo anno. Non mi credi?

Curiosità

Tutte le canzoni dei Tool in realtà rimandano a qualcosa che c'è lì in basso..
  • È stato calcolato che si potrebbe compiere la traversata dell'Oceano Pacifico a piedi semplicemente mettendo i pedalini di Giustino in fila su dei galleggianti e camminandoci sopra;
  • I loro video sono spesso oggetto di censura per via dei contenuti espliciti in essi proposti. Il gruppo è riuscito a difendersi in tribunale presentando le immagini di una puntata tipo di Studio Aperto.
  • A qualcuno che lo aveva interpellato su Facebook, confidando di aspettare un suo assolo dai tempi di Oppiacei, Adamo Jones rispose scrivendo che il suo è uno stile particolare. Pronto il mi piace di Richard Benson.
  • Esiste una violenta faida tra Daniele Carrillon e Mike Portnoy per stabilire chi abbia lo strumento più grosso. La batteria, sì.
  • Per comporre una canzone utilizzano l'Acceleratore di Particelle del CERN di Zurigo.
  • Rob Halford, leader dei virili Judas Priest, li definì i Duran Duran in lingerie, forse con una nota di invidia.
  • Non è stato mai chiarito perché i Tool scrivano un album una volta ogni cinque anni: la teoria che attualmente riscuote più credito è che vogliano essere certi della totale di crisi d'astinenza dei supporters all'uscita del nuovo lavoro, confidando nel coma e in possibili danni cerebrali. Questo li rende immuni da possibili critiche, tanto che Giustino, parlando a nome della band durante un'intervista, pare abbia confidato:
« Vogliamo che ogni nostro nuovo album sia per l'ascoltatore come il primo che abbia mai ascoltato. Meglio ancora se l'ultimo: non potrà più fare paragoni con altri gruppi migliori di noi. »
(I Tool)

Voci correlate


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