Tales of Phantasia

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In Tales of Phantasia, l'ospitalità delle locande è pari solo a quella di Napoli.
« Il mio incantesimo preferito in assoluto! »
« E con questi finalmente potrò sfidare la Lega Dahos e diventare il campione del mondo! »
(Claus e i suoi spiriti-Pokémon.)
« Per l'ultima volta: no, non conosco Naruto e no, io e Arche non abbiamo una relazione. »
(Suzu risponde ad alcune domande dei fan.)

Tales of Phantasia è il primissimo titolo dell'altalenante serie videoludica creata dalla Namco per imporsi nel settore dei titoli di ruolo a turno: fatto inizialmente per SNES, il gioco ebbe così successo che i suoi produttori originali presero baracca e burattini e se ne andarono a creare una serie tutta loro, lasciando la Namco a doversi cercare nuova gente per i titoli successivi. Questo però non ha impedito ai genitori di Pac-man di fare porting di questo primo capitolo per ogni console esistente, inclusi il Commodore 64 e l'Amiga.

Trama

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Gli spoiler rendono il testo più aerodinamico aumentandone la velocità, quindi attenzione ai colpi d'aria.

I contenuti del gioco targati PEGI 3+ servono come fini citazioni a opere simili come Sex and the City.

Nel magico regno di Phantasia, tutto va bene e niente può andare storto: l'erba cresce, il sole splende, gli uccellini cinguettano e improvvisamente un overlord dimenticato da tutti decide bene di portare un po' di caos quotidiano. Per fermarlo vengono radunati quattro barboni che passavano di lì per caso e che sigillano il malvagio essere letteralmente con la forza dell'indignazione.

Passano gli anni, e sorpresa delle sorprese, il cattivone riesce a resuscitare mentre nel frattempo i quattro barboni sono morti o sono andati a vivere di rendita in videogiochi di ruolo più produttivi. Le prime due-tre persone trovate che avevano un minimo di interesse quindi diventano automaticamente i nuovi e attuali protagonisti, costretti a dover mettere a tacere una volta per tutte la minaccia. Peccato solo che le persone scelte stavolta siano delle vere seghe, al punto che uno di loro ci resta secco, e quindi bisogna mandarle nel passato a fare un simpatico viaggio nel tempo perché si allenino evitando nel frattempo di alterare il continuum spazio-temporale: cosa di cui il gruppo se ne frega subito rivelando a tutti da dove vengono e raccattando due compagni extra per la loro allegra scampagnata.

Infine, i quattro riescono nella loro impresa tornando nel presente, salvando il quinto membro e credendo di poter andare in vacanza anche loro, ma...

Il cattivo resuscita di nuovo e scappa nel futuro.

Dopo essersi ripresi dalla depressione istantanea acquisita alla scoperta della notizia, gli ora cinque avventurieri ripartono di nuovo per farsi una nuova gita negli stessi posti ma in un'epoca differente, già che ci sono raccattando una ninja loli di passaggio e convincendola pacatamente[citazione necessaria] a unirsi a loro.

Infine si giunge allo scontro decisivo, dove il cattivo non può più scappare o sottrarsi al suo destino; ma, colpo di scena tra i colpi di scena, si scopre che in realtà il cattivo era solo un incompreso attivista di Legambiente che voleva proteggere a tutti i costi un alberello dagli umani brutti e cattivi. Chiarito il banale e leggerissimo equivoco, tutti possono tornasene a casa. Tranne i due eroi all'inizio della storia, visto che la loro è stata bruciata nel processo: perdite accettabili dopo tutto.

La trama è finita, leggete in pace.


Personaggi

Curiosità

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  • Non si capisce bene con che logica, ma nel gioco sono ficcati a caso gente e oggetti del pantheon vichingo. E il meglio è che Cress sfrutta entrambi alla grande.
  • Durante i migliaia di passaggi tra una console e l'altra del gioco, ai personaggi sono state applicate le peggiori distorsioni dei nomi immaginabili, tra cui Jareth per Dahos.
  • Nonostante Dahos abbia un nobile scopo e sia in fondo in fondo buono, non esita un attimo a circondarsi di demoni creati da H.R.Giger e a usare una risata malvagia chiassosa.
  • Legami con questo gioco e La storia infinita sono stati smentiti quando Michael Ende ha dichiarato di essere allergico al sushi.