Surrogato

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia biologica a km 0.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
È buono come quello vero.
« La cicoria è sempre stata la risposta a tutto. »
(Il produttore di caffè surrogato Luzio Crastan.)

Il surrogato, chiamato comunemente "puah che schifo", è un sostituto di un bene di consumo prodotto in condizioni di necessità, ossia quando non è possibile procurare il vero bene come tipicamente accade in caso di guerra o embargo.
All'inizio degli anni '90, le Guerre jugoslave causarono l'interruzione dei traffici commerciali diretti nei Balcani; fu inevitabile la scomparsa dai mercati di alcune materie prime di vitale importanza: il rame diretto in Romania e le puttane ucraine dirette in Italia. Per le due nazioni fu necessario ricorrere ai surrogati, la prima finì quindi per rubare nichel in Grecia, la seconda fu invece costretta ad importare le nigeriane.
Al surrogato si associa spesso una connotazione negativa, legata fondamentalmente alla bassa qualità e al prezzo economico. Ad essi, infatti, si ricorre anche nei seguenti casi:

La bistecca di soia rappresenta invece un paradosso: come surrogato fa schifo lo stesso, ma costa il triplo di una fiorentina.
Il termine è stato in seguito usato al di fuori del contesto economico, la maternità surrogata ne è un esempio.

Casi storici

  • Nel 1832 l'Impero austriaco non aveva più accesso alle zone caraibiche. Sebastian Stroh, un ricco importatore di rum refrattario al fallimento, ricavò - da una mistura di barbabietole, crescione e ravanelli - l'Inländer-Rum (rum domestico) con una gradazione alcolica pari a 80. Secondo alcuni studiosi, la messa in commercio dello Stroh 80 diede grande impulso al Programma spaziale austro-ungarico, di contro segnò la fine dell'impero stesso.
  • Durante la prima guerra mondiale, la flotta della Triplice intesa impediva l'arrivo di trasporti via mare in Germania; come se non bastasse il fatto che i crucchi hanno sì il mare, ma sta in Culonia. Nacquero quindi surrogati come la Buna, una gomma sintetica ottenuta dal petrolio che faceva cagare, e il Kaffee Ersatz, un caffè ricavato dai fagioli arrostiti che faceva scoreggiare.
  • In Italia, durante la seconda guerra mondiale, a causa dell'embargo si cercò di produrre una serie di surrogati. I più apprezzati erano il carcadè (un che sapeva di segatura al lampone), il caffè d'orzo (ottimo per accoppare le tarme) e quello di cicoria (favoloso ripassato in padella). Era inoltre incoraggiato il consumo del pesce al posto della carne, del riso al posto della pasta e dei cornetti al posto dei maritozzi con la panna. Poi si accorsero che a parte il coraggio tutto il resto mancava.
  • Nello stesso periodo la Svezia ottenne un tipo di gas bollendo il legno, il gengas, e venne usato al posto del gasolio. Allo stesso scopo la Francia mise a bollire le lumache, ne ricavò solo una zuppa maleodorante e forti dolori addominali.

Ambiti diversi

Maternità surrogata.

In genere si può parlare di surrogato in tutti i casi che prevedono l'utilizzo di qualcosa in sostituzione di qualcos'altro, il denominatore comune è che ci si deve accontentare. Non è pensabile che un Andreotti possa essere sostituito da un Brunetta e andarci in pari: il primo conosceva la Costituzione a memoria, il secondo non è nemmeno di sana e robusta costituzione fisica. Sarebbe come prendere Raoul Bova per Il padrino e dargli la parte di Robert De Niro, il film alla fine si gira lo stesso, poi è normale che nei cinema girino le palle ai presenti.
Nel mondo animale si parla di madre surrogata in due casi:

  1. quando un gattino abbandonato crede che il pitbull di casa sia sua madre, mentre il cane pensa di lui che fossero meglio i croccantini;
  2. quando - all'interno di una coppia - la femmina è più sterile del Salar de Uyuni, un deserto di sale boliviano famoso per ospitare una sola forma di vita, gli idioti che tentano di attraversarlo rimettendoci la pelle.

Se ad essere sterile è invece il maschio si ricorre al padre surrogato, tramite inseminazione artificiale oppure adulterina.
Qualora la procreazione fosse ritenuta di secondaria importanza, ma si fosse comunque interessati alla fase che la precede senza tuttavia disporre dell'occorrente, in alcuni negozi è possibile acquistare dei validi surrogati. La donna potrà procurarsi un facsimile dell'attributo maschile[1], senza però avere la possibilità di provarlo come farebbe con un paio di scarpe. L'uomo non avrà probabilmente l'imbarazzo della misura, dovrà solo scegliere il materiale in base alla piacevolezza al tatto.
Entrambi possono comunque rivolgersi al mercato dei surrogati reali a noleggio, pagando discrete cifre in contanti. Per tutto il resto c'è Mastercard[2].

Note

  1. ^ ma sarebbe più corretto fucksimile
  2. ^ ci sta

Voci correlate