Storia della Russia

Da Nonciclopedia, cioè, 'sti cazzi.
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Orchi russi comunisti.
« Piacere, io sono Dimitri. Vengo dal Kazakistan. »
(Matricola kazaka all'università di Leningrado)
« Sei kazako? Strano, parli normale. »
(Uno studente russo qualsiasi)

La storia della Russia è la storia di una santa, grande madre e moglie ubriaca. La Russia non è una nazione, è una donna, quindi questa è una biografia.

Origini

La Grande Madre Russia.
Conan il Cimmero.

Il primo russo della storia fu Conan il Cimmero - poi divenuto Conan il Barbaro per venire incontro a Schwarzenegger - della tribù caucasica dei Cimmeri, popolazione di protocosacchi che abitavano le steppe depresse del Mar Caspio e che per vincere la noia e il freddo, ubriachi di vodka (acquavite a base di cherosene - del quale Conan il Cimmero possedeva il segreto - di origine antidiluviana, forse scoperta da Caino) inventarono il “pogrom”, ovvero lo spingersi, il calpestarsi con violenza e il darsi fuoco l'un l'altro fino a che qualcuno non decideva di emigrare, mantenendo in questo modo costante il livello demografico, indispensabile per sopravvivere nella steppa caspica.

La grande madre cimmera.

I Cimmeri purtroppo lasciarono solo poche tracce archeologiche, delle bottiglie vuote, per cui è sempre risultato piuttosto difficile ricostruire la loro vera storia, pur se conosciamo tutte le loro risse, in particolare quelle con i Turchi. Grazie al carbonio 14 si è comunque stabilito che le bottiglie più antiche risalgono alla fine del secondo millennio a.C. (cultura presta, cosiddetta “delle bottiglie affioranti”) mentre le ultime sembrano non arrivare oltre il terzo secolo a.C. (cultura tarda, “delle bottiglie inumate”) naturalmente grazie ai residui organici di cherosene ritrovati nei fondi.

Scheda: vodka cimmera

  • acqua: 5 %
  • distillato di grano cimmero: 4 %
  • alcool: 80 %
  • cherosene: 9 %
  • aromi naturali cimmeri (letame): 2 %

Sciti e Sarmati

Sciti e Sarmati ubriachi si prendono a botte tra loro.

A soppiantare i trogloditi cimmeri nella genealogia russa e nella schifosa depressione caspica furono le popolazioni iraniche degli Sciti e dei Sarmati, tra loro incestuosamente imparentate, con i quali i predecessori ebbero un confronto sulla falsariga del conflitto uomo di Neanderthal-uomo di Cro-Magnon, che vide appunto trionfare gli ultimi arrivati, padroni del segreto della nafta, con la quale perfezionarono la distillazione del brodo primordiale cimmero. Grazie al nuovo tipo di sbronza, molto più sofisticata rispetto alla primitiva ubriacatura cimmera, Sciti della Scizia (Crimea e dintorni della Crimea) e Sarmati della Sarmazia (Ucraina, Moldavia, Romania, Transdnestria) raffinarono anche la tecnica del pogrom, adottata più e più volte dai primi contro i Goti e dai secondi contro i Romani (con scarsi risultati) ma soprattutto gli uni contro gli altri fino alla totale estinzione di entrambi, avvenuta all'incirca tra il II e il IV secolo d.c.

Sarmati ubriachi prendono botte dai romani.

Dei Sarmati sopravvissero soltanto un paio di tribù, gli Alani e i Chihuahua, dall'altezza media leggermente più bassa. Le due popolazioni ci hanno però lasciato molte più testimonianze, quali bracciali, collane, orecchini in osso di scito per i Sarmati e in osso di sarmato per gli Sciti, elmi e spade d'acciaio temprato e soprattutto bottiglie bruciate (cultura tardissima detta “delle bottiglie incinerite”).

Scheda: vodka scita

  • acqua: 4 %
  • distillato di buccia di patate: 6 %
  • alcool: 79 %
  • nafta: 10 %
  • aromi naturali sciti (muschio): 1 %

Scheda: vodka sarmata

La Transdnestria oggi.
  • acqua: 3 %
  • distillato di patate e carrube: 5 %
  • alcool: 77 %
  • nafta: 6 %
  • petrolio greggio: 8 %
  • aromi naturali sarmati (torba): 1 %

Gli Ostrogoti

A un certo punto, dei Goti sbandati che invece di andare a ovest come tutti gli altri andarono a ost (ostrogoti) passarono di lì per caso e, non trovando anima viva, decisero di impadronirsi illegalmente di tutta la Russia dal Mar Nero al Mar Baltico, ma solo perché dovevano lasciarci la versione ostrogota della vodka.

Scheda: vodka ostrogota

Ostrogoti.
  • acqua: 20 %
  • distillato di segale: 4 %
  • distillato di avena: 4 %
  • distillato di biada: 14 %
  • alcool: 55 %
  • aromi naturali di qualcun altro (sconosciuti): 3 %

Gli Unni e gli Alltri

Unno arrogante.

L'inizio dell'alto medioevo russo coincise con la colata orrenda degli Unni dalle steppe asiatiche, i quali sparpagliarono gli ostrogoti un po' ovunque e riversarono tonnellate di sudore per tutta la Russia. Ma essendo una specie nomade, gli Unni non si trattennero più di qualche giorno e, dopo aver compiuto qualche veloce massacro e rapito qualche migliaio di bambini ostrogoti, andarono a fondare l'Ungheria, non prima di aver lasciato tracce della loro vodka, ad ogni modo.

Il posto (sporco) lasciato dagli Unni fu occupato timorosamente dai turco-mongoloidi Bulgari, sciccosa popolazione euroasiatica che inventò i gioielli di lusso falsi e che combatté più volte contro l'Impero bizantino, in particolare contro Giustiniano, onestamente intenzionato a derubarli. Il Cannato di Kazzan’, vale a dire il loro regno russo, con capitale l'odierna Kazan’, si distinse per il suo pacifismo e per la sua stabilità interna, tanto che alle elezioni il khan otteneva sempre il 99,99 % dei voti - lo 0,01 % veniva solitamente lasciato ai repubblicani per dimostrare che il regno non era una dittatura, che vi era libertà di espressione ma che evidentemente gli oppositori non erano mai più di quattro - consuetudine dalla quale nacque l'espressione “elezioni del kazzan”, o “elezioni bulgare”. Ad ogni modo, i Bulgari verranno poi cacciati a loro volta dai Variaghi, così che, dopo aver creato la loro vodka, dovettero andare a fondare la Bulgheria, o a fondere la Bulgaria.

Bimba variaga.

I Variaghi non erano altro che la versione orientale, terricola e pezzente dei vichinghi scandinavi, tanto che erano soliti navigare lungo i fiumi e trasportare le loro navi a spalle da un fiume all'altro quando nel fiume non ci stavano più. Sembrerà strano che degli idioti simili possano aver dato vita al primo stato coerente e di una certa durata della Russia - oppure no - ma la vera origine della Madre Russia va rintracciata qui.

Scheda: vodka unna

  • acqua: assente
  • distillato di erba: tracce
  • alcool: 40 %
  • urina: 50 %
  • aromi naturali unni (sudore): 9,99 %

Scheda: vodka bulgara

  • acqua: ragia
  • distillato di orzo: q.b.
  • alcool: q.b.
  • aromi naturali bulgari (schede favorevoli al khan): 99,99 %

Scheda: vodka variaga

Tiro di vodka.
  • acqua di fiume: 60 %
  • distillato di pigne: 10 %
  • alcool: 15 %
  • aromi naturali variaghi (merluzzo): 15 %

(da più parti ci si è in effetti domandati se questa sia ancora vodka, e se debba di conseguenza rientrare nella presente classificazione, ma non essendoci ancora riscontri certi in contrario la voce vodka variaga è stata normalmente mantenuta)

Il Principato di Kijev

Roulette russa con semiautomatica (probabilità di schiattare: 100 %, a meno che s'inceppi).

Questo aborto di stato fu chiamato principato proprio perché era più bello degli altri e venne sputato fuori dalla steppa più o meno a Kijev nel IX secolo. Ma se Kijev era più dinamo, la nordica città di Novgorod era più dinamica e rappresentava il vero centro commerciale, la periferia industriale e il sobborgo degradato dello stato. In duecento anni circa di vita il principato di Kijev riuscì a partorire soltanto una conversione di massa degli ex vichinghi al cristianesimo greco-ortodosso - grazie al principe Vladimiro detto Vlad l'Apostata - un numero impressionante di chiese e la vodka sopramenzionata, utilizzata nella messa. La vodka variaga era troppo annacquata per avere un utilizzo migliore: è difatti risaputo che il russo dà il meglio di sé e non ha più mezze misure quando è ubriaco, come alla Beresina, a Stalingrado e in Cecenia - in Afghanistan all'Armata Rossa venne effettivamente distribuita una partita di vodka variaga, e ciò spiega l'esito.

I due secoli oscuri

Poi, per duecento anni - il Medioevo russo - andò via la luce e quindi non si sa assolutamente cosa cazzo successe, anche se leggende metropolitane e fiabe slave posteriori raccontano di steppe abbandonate battute da orchi mangiatori di bambini e comunisti ubriachi, figure della mitologia russa poi condensate in epoca tarda. Purtroppo non si hanno nemmeno notizie di possibili versioni medievali di vodka.

I Mongoli

Giangi Cane bevuto.

A un certo punto del XIII secolo arrivò di corsa un tizio che si faceva chiamare Giangi Cane, che, dopo aver azzannato e attaccato la rabbia a tutti gli abitanti ancora in vita della zona, rendendoli, oltre che cannibali, anche idrofobi, si piazzò con la tenda da qualche parte in mezzo alle praterie e dalla sua canadese di pelle umana russa compì fastidiose scorrerie per le steppe e le foreste depredando, scannando, stuprando, inculando, gridando come un mongolo per circa cento anni, per poi levarsi dalle palle quando in piedi non c'era più niente di normale. La cosiddetta Corda d'Oro, con la quale fu impiccato Jordy, lasciò solo macerie, anche se le città di Kijev e Novgorod avevano miracolosamente resistito perché, si racconta, i loro abitanti, assediati dai Mongoli, costretti a mangiare vermi avevano trovato sottoterra ingenti quantitativi di bottiglie di vodka cimmera.

Scheda: vodka mongola

  • acqua: quando piove
  • distillato di qualsiasi cosa: assente
  • alcool: dipende
  • aromi naturali mongoli (piscio di cavallo): 100 %

Il Ducato di Moscovia

Finalmente, più o meno nell'anno della grande sbronza 1350 d.C., vede la luce il primo vero bambino russo di Russia: il tenero Ducato della Moscovia, nato il 25 dicembre del calendario russo nei pressi della Moscova in un'isba del villaggio di isbe di Mosca, ma soprattutto viene messa definitivamente a punto la versione ufficiale e finale (D.O.C.G., di origine cimmera garantita) della vodka russa, che resterà tale per sempre e che quindi passo subito a schedare:

Scheda: vodka russa

  • acqua russa: 43 %
  • distillato di grano fermentato russo: 5 %
  • alcool russo: 44 %
  • aromi naturali russi (segreti, ma le malelingue dicono sia la grappa friulana): 8 %

Prime espansioni

I primi russi propriamente detti, che d'ora in poi chiamerò semplicemente russi, iniziarono ad ingrandire il territorio fin da subito perché ce l'avevano nel sangue pieno di vodka. Per cui i vari Ivan (Giovanni) e Basilio (Basilio) che si susseguirono occuparono di volta in volta un'isba, una steppa, uno stagno, una dacia, un porcile e una foresta fino a quando Ivan III Il Grande arrivò agli Urali, davanti ai quali dovette momentaneamente arrestarsi perché, non avendo mai visto nulla di più alto di un cumulo di letame, non sapeva da che parte prenderli. Questo Ivan fondò comunque la Russia indipendente, primo nucleo del futuro impero, intorno al 1500 d.C., e i russi gliene furono sempre riconoscenti, un po' meno tutti gli altri abitanti non russi dell'impero.

Russia

La storia della prima Russia è relativamente noiosa perché impostata su un progetto finalistico - che deve ancora compiersi ma che probabilmente non si compierà mai - ragione per cui finché non si fossero raggiunte delle dimensioni accettabili i russi non sarebbero entrati a pieno diritto nella storia.

Ivan IV il Teribbile.

Ivan IV Il Teribbile

Costui, essendo schifato dal resto d'Europa perché considerato un russo, vale a dire un sudicio barbaro mongolo, pensò di schifare il resto d'Europa espandendosi ancora fino al Caucaso, dove si fermò perché non aveva mai visto niente di più alto degli Urali, e fino al Mar Caspio, dove si arrestò perché non aveva mai visto niente di più basso e puzzolente di un cosacco. Non solo, rifiutandosi di considerarsi alla pari con tutti gli altri re europei, scelse come titolo quello di cesare, o czar, o ZAR! La Russia fu difatti sempre una monarchia, a parte una breve parentesi tra febbraio e ottobre, ma sul suo trono non ci fu mai un re, essendo questo titolo troppo riconducibile agli sporchi barbari occidentali.

Comunque Ivan fu chiamato il Teribbile perché prendeva a calci i boiari - aristocratici dediti all'omicidio politico - e rubava le caramelle ai Polacchi, i quali per vendetta gli sottrassero il segreto della vodka.

Scheda: vodka polacca (non D.O.C.G.)

  • acqua benedetta: 40 %
  • distillato di ostie: 3 %
  • vino bianco consacrato: 10 %
  • alcool: 38 %
  • aromi naturali polacchi (cavoli): 9 %

In Siberia!

La conquista della Siberia.

Morto il Teribbile di una malattia terribile (il delirium tremens) circa nel 1584, il successore, nella persona ma non nelle piene facoltà mentali di Fëdor I, decise che era ora di conquistare la Siberia, inutile distesa semidisabitata di venti milioni di verste quadrate [1] zeppa di alci, mammuth, popolazioni asiatiche varie, come gli jakuzi e i kamchatki, paludi mefitiche, zanzare, taighe, tundre e soprattutto ghiaccio, ottimo però per la vodka se non si ha un frigorifero. Fëdor, detto Dostoevskij, era però una personalità troppo complessa e combattuta per cui si fermò a metà strada perché nel 1598 doveva morire.

Boris Godunov

Boris Godunov o Boris Godonov o Boris Gudonov (si veda Puškin).

I Romanov

A un certo punto della santa storia russa salì però al trono il primo Romanov, lo zar! Michail III Romanov, latinizzato in Cesare Michele III Romano, che ebbe soltanto il merito di essere il primo Romano e quindi venne soprannominato Romolo. Per tutto il XVII secolo gli zar! pensarono solo ad ingrandirsi, perché un territorio grande una volta e mezza l'Europa non gli bastava, non essendo sufficiente per piantarci il grano necessario per farci la vodka. Ma per fare questo entrarono in eterno conflitto con i boiari, i quali furono ben presto relegati al semplice ruolo di boia.

Pietro I Il Grande

La graduale espansione russa.

Circa alla fine del Seicento, all'età di dieci anni divenne zar! Pietro, detto il Grande, il Piccolo Padre e il Dito Medio, che, disgustato dalla miseria in cui versava la sua corte, dal freddo bestia di Mosca e dal fatto di doversi sempre fare duemila verste [2] a cavallo per andare al mare, decise di farsi costruire da dei muratori bergamaschi una città nuova di zecca e soprattutto senza zecche: Pietroburgo, o Pietrogrado, o Leningrado, o San Pietroburgo a seconda delle circostanze storiche e di chi si stava menando, comunque al mare. Ma al di là di ciò, Pietro divenne il primo vero imperatore di tutte le Russie - anche se non si è mai capito cosa questo significasse, visto che per i veri russi di Russia ce n'è una e tutti gli altri sono negri - arrivò con l'intera Russia fino allo Stretto di Bering prima che Bering lo scoprisse con le navi, chiamandolo poi Largo di Bering perché più russo, e combatté una cinquina di volte contro gli Svedesi, una decina contro i Polacchi e una ventina contro gli odiati Turchi, odiati dal tempo dei Cimmeri, utilizzando per la prima volta nella storia conosciuta dell'uomo i gas venefici, le cosiddette bombole di Pietro.

Quando morì, non trovando nessuno alla sua altezza, essendo alto circa due metri, si dovette ricorrere a una serie di zarine! interpolate da imbecilli, e allora la Santa Madre Russia divenne a tutti gli effetti Madre, pure se poco Santa, e il Settecento russo il Secolo Rosa.

Caterina I, imbecille, Anna, imbecille, Elisabetta, imbecille, Caterina II

La fine di Pugacëv.

Il XVIII secolo vide un'ulteriore penetrazione russa al di sotto del Caucaso, oltre il Kazakistan, sopra la Mongolia, a ridosso della Cina, dentro l'Alaska, minacciosamente alle spalle della California - si disse che i russi arrivarono a vedere la scritta “Hollywood” a occhio nudo - e in culo ai lupi.

Caterina II gioca alla roulette russa con un giovane amante.

Ma non andava tutto bene perché, a un certo punto negli anni settanta, anni di contestazione giovanile, un giovane cosacco di nome Pugacëv decise di impadronirsi della fetentissima depressione caspica (di più non ce la faceva) e in compagnia di altri cosacchi, salse tartare e insalate russe, dovette infine essere fatto in tanti minuscoli pezzi da Caterina II sulla Piazza rossa, rossa di sangue pugaccesco, e mangiati tutti gli altri. Caterina che, essendo Tedesca e quindi interiormente dibattuta tra le sue due appartenenze, d'accordo con i cugini Prussiani decise di spartire con loro l'inutile Polonia, che stava in mezzo. Non contenta, decise di spartirla poi altre due volte, tanto era solo la Polonia.

« Maestà, cosa ne pensa dei polacchi? »
(Le chiese Federico II il Grande di Prussia)
« I polacchi sono... dei polacchi »
(Rispose Caterina)

Ma oltre a essere Tedesca e spietata, le malelingue asserivano essere anche dissoluta, ninfomane, pedofila e, ma questo sarebbe da verificare, saltuariamente zoofila - si diceva che, insoddisfatta dai suoi numerosi giovani amanti, amasse farsi montare da tori e mammuth ancora all'età di sessant'anni, ma la cosa sembrerebbe improbabile, almeno per quanto riguarda i tori.

Il secolo XIX (XVIII e mezzo secondo il calendario russo)

Napoleone torna dalla Russia.

Dopo l'inutile zar! Paolo, divenne imperatore di tutte le Russie e della maggior parte dell'emisfero boreale Alessandro I, il più grande zar! dell'emisfero boreale, appunto, il quale, dopo che il Grande Nano Francese aveva cercato di internarlo ad Austerschwitz e lo aveva poi costretto a dare alle fiamme la sua dacia di Mosca, non sapendo che la capitale era Pietroburgo, massacrò di botte quest'ultimo, affogò la maggior parte dei suoi scagnozzi nella Beresina e quindi, per ripicca, andò a bruciare tutti i boudoir e le garçonniere di Parigi. Non solo, per spregio venne spartita per la quarta volta la Polonia, che il Nano aveva pensato bene di ricostruire dal nulla. Per questa ragione Alessandro fu poi chiamato il Santo.

Ad Alessandro il Santo subentrò San Nicola, lo zar! di Bari, che non lasciò tracce se non un paio di denti in Crimea, dove morì poi dissanguato. Quindi seguì Gogol', che scrisse “Il cappotto” e “Le anime morte”, e Alessandro II, che vendette l'Alaska agli americani per un cappotto e liberò le anime morte, vale a dire gli ultimi schiavi o servi della gleba dell'emisfero boreale, esclusi soltanto quelli dei Sudisti. Quindi, per aver fatto questo, venne barbaramente dilaniato da una bomba di gelatina a forma di torta pasquale più o meno a Pasqua del 1881, da Prima Linea, gruppo terrorista anarchico-rivoluzionario-nichilista guidato da Bakunin e ispirato da Nietzsche.

Nicola II e la Rivoluzione russa

Rasputin benedice i Romanov.
Nicola II Romanov, in famiglia, si tocca le palle.

Il successore, Alessandro III, servì solo per passare corona e scettro allo zar! Nicola II, ultimo zar! di tutte le Russie non sovietiche. Costui perse una guerra contro i negri giapponesi, subì una prima rivoluzione e il malocchio di un certo Rasputin (monaco taumaturgo ed ex agente del KGB), dovette concedere una costituzione e una duma (parola russa traducibile con “parlamento non convocato”), combatté nella Prima guerra mondiale rischiando di perdere cinque o sei Russie, subì una seconda rivoluzione che lo annullò come zar! e infine una terza rivoluzione che lo annullò come essere vivente, insieme alla moglie, al figlio, alle figlie, al cane e al corpo di Rasputin, che nonostante fosse stato ucciso già tre volte era ancora vivo, nel 1918.

L'U.R.S.S.

Con la Rivoluzione di Ottobre/Novembre/Settembre, a seconda dei calendari dei rispettivi rivoluzionari, i bolscevichi-marxisti-leninisti di Lenin presero il potere e mandarono affanculo lo zar!, tutte le Russie, tutte le dume, tutti i menscevichi e tutti i russi bianchi fedeli al cadavere dello zar! ancora in vita, insediandosi a Mosca, nuova capitale della nuova Unione delle Repubbliche Sarmate Sovietiche (URSS, o CCCP, “Col Cazzo Che Perdoniamo”, in cirillico).

Ben presto Lenin morì di nostalgia per la cara vecchia Madre Russia, non sopportando la nuova compagna Russia, per cui diventò dittatore unico il compagno Stalin, o piccolo padre sovietico, o uomo medio, o grande stronzo. Sotto costui l'Unione Sovietica divenne il paese più triste del mondo, ragione per la quale i russi furono costretti a inventarsi un nuovo tipo di vodka e a ubriacarsi tutte le sere e anche tutti i pomeriggi.

La propaganda comunista, pur essendo atea, diceva in giro che i sovietici erano i veri discendenti di Adamo ed Eva, in quanto come i progenitori dormivano all'aperto, giravano nudi, mangiavano erba tutto il giorno e stavano in un paradiso. Ma i russi, essendo agnostici, credevano a tutto tranne che alla parte su Adamo ed Eva, e questo poteva essere pericoloso, in quanto si rischiava un soggiorno a tempo indeterminato nei villaggi vacanze delle isole siberiane, il cosiddetto “Arcipelago del Gulag”. In realtà se si ubbidiva al capo non succedeva nulla. Il vero problema era essere sempre al corrente di tutti i suoi nuovi ordini e di tutte le sue nuove idee, per cui circa venti milioni di persone non aggiornate si trovarono costrette a perdere la vita per mezzo di overdose di lassativi.

Stalin alla tredicesima vodka.

Una delle idee di Stalin di cui la maggior parte dei comunisti sovietici e del resto del mondo non era a conoscenza era l'innaturale e blasfemo accordo segreto con la Germania nazista per spartirsi la Polonia (quinta spartizione della Polonia tra Russia/URSS e Prussia/Germania) firmato a Mosca circa nel 1939, il cosiddetto patto Ribbentrop-Molotov dal nome dei rispettivi ministri degli esteri, del quale riporto le fasi salienti.

- Molotov: “Noi ci prendiamo la Polonia orientale”
- Stalin, alzando in alto il bicchiere di vodka: “Brindiamo alla nostra Polonia orientale!”
- Ribbentrop: “E noi ci prendiamo la Polonia occidentale”
- Stalin, alzando il secondo bicchiere di vodka: “Brindiamo alla vostra Polonia occidentale!”
- Molotov: “E la Polonia centrale?”
- Stalin, alzando il terzo bicchiere: “Brindiamo alla Polonia centrale!”
- Ribbentrop: “Facciamo finta di lasciarla ai polacchi, in realtà ci facciamo quello che vogliamo”
- Stalin, al quarto bicchiere: “Brindiamo a quello che vogliamo!”
- Molotov: “Da, mi sembra un'ottima idea, kamerad”
- Stalin, al quinto bicchiere: “Brindiamo al camerata!”
I russi in culo al mondo.
- Ribbentrop: “Ja, tovarish”
- Stalin al sesto bicchiere: “Brindiamo al compagno!”
- Ribbentrop: “Sarà il caso di dirlo a qualcuno?”
- Stalin al settimo bicchiere: “Brindiamo a qualcuno!”
- Molotov: “Forse è meglio di no”
- Stalin, all'ottavo bicchiere: “Brindiamo all'è meglio di no!”
- Ribbentrop: “Forse è meglio smettere con la vodka”
- Stalin alla nona vodka: “Brindiamo alla vodka!”
- Molotov: “Cosa?”
- Stalin, alla decima vodka: “Brindiamo a cosa!”
- Ribbentrop: “Non capisco più un cazzo”
- Stalin, all'undicesima vodka: “Brindiamo al cazzo!”
- Molotov: “Sei un coglione”
- Stalin, al dodicesimo brindisi: “Brindiamo al sei un coglione!”
- Ribbentrop: “La puttana di mia madre”
- Stalin alla tredicesima vodka: “Brindiamo alla puttana di tua madre!”
Esplode la guerra fredda.

Ma nonostante il patto due anni dopo Hitler invase l'URSS e Stalin, incazzato dal fatto che non l'avesse avvertito, si ubriacò di vodka cimmera e prese a bastonate Hitler appena prima che Hitler trasformasse l'emisfero boreale in un lager.

Solo che la vittoria fece montare la testa a Stalin, per cui decise di dichiarare guerra fredda agli americani. Guerra talmente fredda che nessuno riusciva a schiacciare il cazzo di pulsante del detonatore nucleare.

Breznev passa il potere ad Andropov.

Alla morte del piccolo padre seguì tuttavia un po' di distensione con gli USA, nelle persone di Malenkov e Kruscev, il quale, gridando “Niet! Niet! Niet!” a caso, minacciò di tirare da Cuba una bomba H su Hollywood e una bomba W su Washington, limitandosi poi a tirare una scarpa all'ONU. Per questa ragione gli yankee definirono l'URSS Impero del male e il Cremlino la “Casa del Diavolo”, dove venivano appunto uccisi e mangiati i bambini.

Ma in Russia si stava sempre peggio, soprattutto sotto il successore Breznev, perché si erano spesi troppi rubli in testate nucleari, scarpe e inutili spedizioni su Venere alla ricerca di donne, dimenticando involontariamente di pensare alla popolazione, rifornita soltanto di vodka (si veda la scheda successiva). Per questa ragione, dopo il cadavere di Andropov e la mummia di Cernenko, diventò segretario del PCUS (Partito Cimmero dell'Unione Sovietica) un certo Gorbacëv, realmente intenzionato a mandare all'inferno l'Unione Sovietica così come la conosciamo. A colpi di perestrojka (rinnovamento e liberalizzazione tramite meretricio) e glasnost (maggiore trasparenza della vodka) ce la fece nel giro di cinque anni.

Soldato russo moderno con kalashnikov.

Scheda: vodka sovietica

  • acqua: pesante
  • distillato di segatura: 10 %
  • alcool di stato: 60 %
  • gasolio: 20 %
  • aromi naturali sovietici (plutonio): 5 %

Russia II

Vlad Ras Putin in una foto segnaletica del KGB.

Nell'anno della vodka 1991 quindi, dopo un breve colpo di stato, l'URSS cessò di essere il mostro mangiabambini dell'immaginario collettivo occidentale e divenne prima una C.S.I. (Confederazione di Sciti Indipendenti) dove le antiche repubbliche inesistenti di Ucraina, Biellarussia, Giorgia, Amenia, Lituania, Lattonia, Lordonia, Moldavia, Transdnestria, Cecenia, 'Nazerdajan, Kazzatastan, Usberghistan, Andokazzostan, Bazookistan, e degli ebrei circondarono la Grande Russia di sempre, quindi una democratica repubblica presidenziale fondata sulla mafia, con a capo lo zar! Boris Eltsin, che negò che la Cecenia fosse mai esistita e quindi, ormai sbronzo, dopo aver toccato il culo a una segretaria la cancellò giustamente dalla cartina del Caucaso. Allo zar! fece seguito la spia KGB Vlad Ras Putin che, tra una tigre siberiana inculata e una puttana buriata strangolata, cacciò per sempre dal cinema russo tutti i terroristi ceceni che non avevano pagato il biglietto e tutti i giornalisti che non avevano ben recensito il suo film. Infine venne eletta presidente, tramite elezione del kazzan, la matrioska russa Medvedev, all'interno della quale si trovano prima Putin, che ha ricordato ai giorgiani che in realtà non esistono, poi Breznev, quindi Stalin, Nicola II, Alessandro I, Caterina II, Pietro I, Ivan IV il Teribbile e Conan il Cimmero, o il Barbaro, tutti dentro la grande santa madre ubriaca Russia. Dasvidania.

Pagine russe

Bacio alla russa.

Link russi

Note

  1. ^ 20 milioni di km².
  2. ^ duemila chilometri


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