Storia dell'Inghilterra

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God seiv d quin.

La Storia dell'Inghilterra è un insieme di invenzioni per giustificare la superiorità anglosassone sul resto del mondo. Per smentire tali fandonie se ne traccerà qui la vera cronologia.

Origini (versione inglese)

L'Inghilterra ha origine nel 3012 avanti Cristo per volere dei Grandi Savi Antichi che comunicavano con Dio tramite complessi cerchi nel grano ed elaborati circoli di pietre sacre.

Origini (versione reale)

L’Inghilterra ha inizio nel 2012 avanti Cristo, quando finisce il terzo ciclo mestruale della Terra e, per festeggiare, alcuni scimmioni alti sei metri e mezzo conficcano nell’erba le loro bambole di pietra e ricominciano a chiavarsi la terra. Nasce in questo modo Stonehenge.

I celti secondo la versione inglese.

I Celti (versione inglese)

Verso il VI secolo a.C. gli antichi saggi druidi trasportano sull'isola migliaia di schiavi europei per utilizzarli nella raccolta dell'uva: i Celti. Così un giorno gli anziani decidono di mandare a chiamare un uomo del ventre molle dell'Europa, il Mediterraneo, per mostrargli quanto la cultura dell'isola sia molto più evoluta della sua.

I celti secondo la versione reale.

I Celti (versione reale)

Estintisi gli abitanti originali per infertilità del suolo – la sola cosa che nasceva erano piante di luppolo – l’Inghilterra viene occupata da mute di Celti e cani sciolti che per prima cosa si mettono a cacciare volpi e per seconda ad accoppiarsi tra loro, assumendo ben presto il caratteristico aspetto inglese da bulldog. È la prima invasione dell'isola.

Questa storia durerà per almeno cinquecento anni, finché con le barche non arriva un omosessuale di carnagione olivastra che incomincia a prendere a mazzate qualunque cosa gli capiti a tiro e ad esigere il pagamento della tassa di circolazione: Giulio Cesare. Chi non paga non può uscire di casa. Ma non conoscendo ancora l’uso del denaro, i celti non possono pagare, cosicché rimarranno chiusi nelle stalle con le vacche e i maiali per un altro secolo, nonostante i romani se ne siano andati subito. È comunque la seconda invasione dell'isola.

La conquista romana (versione inglese)

I Romani vengono cacciati dai celti e non ritorneranno più se non cent'anni dopo, richiamati solo per fargli costruire le strade. Finché un britanno doc non se ne libera per sempre: re Artù, l'inglese[1] per antonomasia.

La conquista romana (versione reale)

I Romani, impegnati in alcune risse a casa loro, per un po' non si fanno più vedere, ma continuano a riscuotere tributi tramite corrieri di fiducia.

Quindi, dopo l’operazione farsa di Caligola, che davanti alle scogliere di Dover mostra tutta la potenza di Roma lanciando degli abbacchi incendiari sulla costa, più o meno nel 44 d.C. arriva a liberarli Claudio, che con i suoi elefanti da sbarco calpesta catapecchie di fango e stalle e devasta le piantagioni di luppolo, che i celti, non conoscendo la birra, mangiavano come insalata. I celti gliene sono riconoscenti e accettano di farsi chiamare d’ora in poi Britanni e di ubbidire a qualsiasi cazzata gli venga d’ora in poi ordinata di fare, purché li faccia uscire dai porcili. Trattasi della terza invasione dell'isola.

Vespasiano insegna ai Britanni l'uso del pitale.

In un paio di giorni viene conquistato tutto il sud dell’isola, compresi Stonehenge, Canterbury e Gela, e massacrati senza pietà tutti i picciotti e capicosca recalcitranti. Sotto Nerone l’Inghilterra è ridotta alla latrina intasata di un pub, mentre si fanno a pezzi gli ultimi cornovaglieschi sotto le note di lira dell’imperatore, filodiffuse con un passaparola direttamente da Roma. L’avanzata verso nord riprende con Vespasiano, non prima di aver stanato gli ultimi gallesi dalle loro tane pisciandogli dentro fino ad affogarli. Il Galles sarà difatti l’unica regione dell’impero priva di gabinetti pubblici, essendoci già le case dei gallesi. Nella furibonda campagna, per non perdere troppo tempo, il generale Agricola attacca l’isola sacra di Anglesey con una coorte di ausiliari a cavallo che, dopo aver attraversato il mare a nuoto, incominciano a distribuire multe per divieto di sosta a destra e manca finché i druidi combattenti non si arrendono e vengono rimossi forzatamente con i carri attrezzi.

Morto Vespasiano, Agricola, per conto di suo figlio Domiziano, arresta e incarcera i Briganti delle Midlands e dà l’assalto alla Scozia perché gli stanno sul cazzo gli ubriaconi e soprattutto i tirchi. Ma dopo l’infernale battaglia del monte Grappo dove Pitti e Scoti vengono orrendamente trasformati in tanti Pino Scotto, si ritira all’istmo di Bonnie e Clyde e abbandona le Highlands un quarto d’ora dopo esserci entrato, si dice perché non avrebbe sopportato di vedere altri genitali maschili in bella mostra per un minuto di più.

Da questo momento la Britannia diventa una provincia romana a tutti gli effetti, con tanto di targa sui carri e sui deretani dei cavalli. Vengono finalmente costruite strade, città, acquedotti, teatri, gabinetti e acciaierie, gli inglesi smettono di balbettare e lanciare schizzi di saliva in gaelico arcaico e abbracciano il dotto latino.

Al pub : Aoh! Ho ddetto ’na rossa, li mortacci tua!

Al lupanare : Aoh! Ho ddetto ’na bbionda, te possino ammazzatte!

Il Vallo di Adriano.

Quindi Adriano costruisce il suo Vallo perché non c’ha voglia di combattere di nuovo contro gli scozzesi, anche se a differenza di Agricola apprezza molto le loro parti intime, mentre Antonino Pio lo sposta più avanti di venti metri, la sua unica conquista territoriale in vent’anni di regno. Infine ad occupare la Scozia ci prova Settimio Severo. Ma ci riesce per poco perché muore subito di coma etilico.

Siamo circa nel 205 d.C. Da questo momento per l’Inghilterra finisce la storia, finché nel 410 l’ultima legione di Valerio Massimo Nino Manfredi non se ne va fuori dai coglioni perché molto più utile altrove e l’isola rimane in mano a un tizio di nome Artù, ex-sarmato al soldo di Roma ed ex amico di Lancillotto, che era invece al soldo di sua moglie Ginevra.

Artù e moglie.

Angli, Sassoni e Juti (versione inglese)

Re Artù accoglie a braccia aperte alcuni immigrati tedeschi per farli lavorare nelle miniere, ma è costretto a soffocare con la forza un loro sciopero non concordato con i sindacati autoctoni. Diventata l'Inghilterra ormai troppo plebea e marxista, decide così di ritirarsi a vita privata.

Angli, Sassoni e Juti (versione reale)

Ma a un certo punto, tramite l’operazione “dattero di mare”, arrivano dalla Germania con le V3 (vasche da bagno di pino, olmo e palissandro) Angli, Sassoni e Juti, anche se lo sbarco di questi ultimi è tuttora soltanto congetturale, non esistendo ancora nel V Secolo la juta. Ad ogni modo questi qua cominciano a menare come forsennati e a colpi di badile sotterrano re Artù e tutta la tavola rotonda e ricacciano i britanni originali nelle tane del Galles, nelle paludi della Scozia e nelle torbiere irlandesi. Alcuni preferiscono buttarsi a mare e raggiungere a nuoto l’Armonica francese, che da allora si chiamerà Piccola Bretagna. È la quarta invasione dell'isola.

I Sassoni si piazzano a sud, nei regni del Wessex, dell’Essex, del Sussex e dell’Omossex, gli Angli al centro e gli Juti, forse, dentro i sacchi. Questi tre popoli germanici daranno vita a un nuovo idioma ibrido che diventerà l’inglese moderno: l’anglosassonjuto, parlato da circa tre persone. Nel frattempo distruggono tutto ciò che di romano era rimasto perché hanno bisogno di pietre per fare wurstel al barbecue, conservando a malapena qualche termine latino perché utile per definire cose di cui non conoscevano nemmeno l’esistenza, tipo il cesso.

Nel VII Secolo l’intera isola viene cristianizzata dai testimoni di Geova nell’arco di una domenica mattina. A pranzo poi i testimoni vengono fatti alla brace, ma comunque il loro insegnamento resta, soprattutto le norme riguardanti l'astenersi dal sangue (proprio) e il rompere le balle (altrui).

I Danesi (versione inglese)

Danesi esportano un po' di marcio in Inghilterra.

Visto che al tempo in Europa andava di moda ospitare dei vichinghi qualsiasi sul proprio territorio, ed essendosi già piazzati alcuni in Russia, altri in Francia, altri ancora a Caltanissetta, gli anglosassoni non vogliono essere fuori trend e quindi invitano a casa loro alcuni danesi, con i quali convivono pacificamente ma con un senso di superiorità, fino all'arrivo di quello che diventerà uno dei più grandi eroi inglesi, che in quel momento si spacciava per francese: Guglielmo il Conquistatore.

I Danesi (versione reale)

Circa nel IX Secolo, al suono spaventoso dei pifferi da guerra, sbarcano dei nuovi pezzenti vestiti di corna e pelli di daino che mettono a ferro e fuoco l’isola, asciugano le macchine e si mangiano tutte le salamelle rimaste: i Danesi, popolo di sgrammaticati dal vago aspetto canino comandati da un certo Erik il Osso. Si parla qui di quinta invasione dell'isola.

Ma poi gli invasori se ne vanno via perché devono scoprire l’Islanda, la Groenlandia, gli Stati Uniti e forse il Belize. Gli anglosassoni allora ne approfittano per riprendere il potere. Rimontano tutti i barbecue, accalappiano tutti i danesi rimasti, li caricano sui carri e li abbandonano in autostrada a farsi investire. Ma poi i Danesi, delusi dall’America e schifati dalla temperatura della Groenlandia, decidono di tornare e di comandare in pianta stabile, lasciando stronzi di cane un po’ dappertutto.

Danesi e Anglosassoni si prendono a botte per duecento anni finché i rispettivi re Canuto figlio di Cane e Etelredo figlio di Cerebroledo non muoiono di cimurro e lasciano il trono dell'isola a un certo Edoardo il Confessore, figlio di Fesso, il quale in punto di morte confessa che il vero re era Aroldo Diovincefigliodueazero. Costui, circa nel 1066, deve così affrontare l'ennesima invasione di clandestini: quella dei Normanni di Guglielmo, lontano parente sia di Canuto che di Etelredo, quindi un bastardo. Sarà la sesta e terzultima invasione dell'Inghilterra, seguita da quella volante nazista e da quella indopakistana attuale.

La Battaglia di Hastings (versione inglese)

Il britannico normanno di adozione Guglielmo il Conquistatore combatte e vince gli usurpatori anglosassoni in questa epica e terribile battaglia e pone fine per sempre alla presenza straniera sull'isola.

La battaglia di Hastings (versione reale)

Guglielmo il Conquistatore incoronato "Paggetto di Sto Gran Cazzo".

In mezzo a una palude gli anglosassoni tentano disperatamente di difendere la libertà del paese con delle fionde, ma ancora prima che la battaglia abbia inizio Diovincefigliodueazero viene ammazzato come un cane da una biglia amica e muore affogato nella melma. Il vichingo Guglielmo diventa così re d'Inghilterra.

Nel 1066 pertanto la popolazione dell'isola è costituita da:

  • normanni franco-vichinghi: 41 %
  • anglosassoni: 37 %
  • juti: 2 % (forse)
  • danesi: 12 % (ma tutti nei canili)
  • romani: 1 % (tutti i preti)
  • britanni di origine celtica: 4 % (nelle grotte)
  • clandestini vari: 2,5 %
  • scimmioni di Stonehenge: 0,5 % (allo stato fossile)

A questo punto bisogna stabilire chi cazzo sono gli inglesi.

La Magna Charta

La Guerra dei Cent'anni

La Guerra delle due rose

Dinastia Tudor

Rivoluzione inglese

Con la fine della rivoluzione termina la storia dell'Inghilterra e comincia la ben più noiosa Storia della Gran Bretagna.

Voci correlate

Note

  1. ^ Leggasi cornuto.