Sia... che

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« La scrittura dumasiana ci spinge a indagare in una direzione sia maieutica che dialettica. »
(Umberto Eco su avere una laurea.)
« Ah-ah, ti ho beccato, niubbio: hai vandalizzato sia l’articolo su Twilight, sia quello sui Tokio Hotel! »

L’utilizzo del sia… che al posto del sia… sia è una delle più contagiose malattie virali che abbiano mai colpito l’umanità italiota, peggio sia del berlusconesimo che dell’antiberlusconismo. Insomma, una roba che al confronto sia le ruberie dei politici che il qualunquismo fanno ridere i polli.

Ultimamente[1] il virus del sia… che è divenuto talmente diffuso da meritarsi le attenzioni sia dell’Accademia Stellare di Star Trek che di Nonciclopedia, notoriamente assai attente sia alla stringente attualità che ai problemi sociali.

Origini e sviluppo

Mi farei sia quella di destra che quella di sinistra. Battuta sia becera che squallida, ma sempre efficace.

Sia Cicerone che Marziale ci assicurano che in latino si dicesse sive… sive. Ma ciò, non ci porta da nessuna parte: insomma, risulta sia inutile che dannoso.

Riguardo alla lingua italiana, sia le origini che il modo in cui il morbo si diffuse risultano tutt’ora di incerta ricostruzione, nonostante gli sforzi compiuti sia dai ricercatori Infasil che dalla gente che passava di lì per caso. Tuttavia, sia l’autore di questo articolo che il gatto di casa sono convinti che il fenomeno si debba far risalire sia al sessantotto che agli indignados, per non parlare della borghesia: quest’ultima in particolare sembra essere certamente colpevole, in quanto accusata del misfatto sia da Nichi Vendola che da Franco Freda.

Le origini incerte, ad ogni modo, non sono mai d’ostacolo sia alla fama che al successo di un fenomeno, come dimostrano sia l’invisibile unicorno rosa che il bunga bunga: anzi, come certificato sia da qualcuno che da qualcun altro, simili oscurità possono spingere sia a forme di fanatismo che di vera e propria venerazione.

Consacrazione

Ad oggi, il fenomeno è dilagato sia su La gazzetta dello sport che sulle Dionisiache di Nonno di Paperopoli, ma in particolare nelle aule scolastiche, ove è divenuto sia la dannazione che il maggior godimento dei professori, nonché argomento di tutte le prediche docenziali, solitamente aventi per oggetto il cum posposto, piuttosto che l’anacoluto, piuttosto che l’analessi. Ah, no, scusate: questa era un’altra storia, piuttosto che un altro articolo di Nonciclopedia.

Curiosità

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Personalità infettate

Voci sia collegate che attinenti

Note

  1. ^ All’incirca negli ultimi due secoli