Sacrilegio

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« SACRILEGIO!!! »
« SACRILEGIO!!! Tu, tu sarai condannato a partorire con dolore. Questa è la parola di Pdor! »
(Pdor, figlio di Kmer, della tribù di Istar, della terra desolata di Cfinir.)

Sacrilegio è una profanazione, o un oltraggio, recato a ciò che è sacro (almeno per chi ce lo fa notare gridando isterico).
Il termine può essere inteso con accezioni più o meno vaste (anche tanto così), arrivando a comprendere, nelle interpretazioni più estensive, qualunque trasgressione alle leggi religiose. Esistono comunque alcune incongruenze, se trombi una suora commetti atto sacrilego perché ella è consacrata al Signore, se un prete decide di approfittare sessualmente di un bambino invece va bene, perché il furbo prelato è consapevole che finché il pargolo non ha fatto la comunione non ha ancora il Signore dentro di sé, quindi il vuoto lo colma lui e il reato religioso non si configura. Nel caso in cui il prete si ponga passivamente (magari con uno già cresimato) si decide con calma, nel frattempo stiamo commettendo sacrilegio da almeno quattro righe, per il solo fatto di parlarne. In realtà, quando la mancanza di rispetto è manifestata verbalmente si parla di blasfemia (bestemmia), nel caso sia espressa col solo pene diventa atti osceni in luogo pubblico.
Il problema è complesso, ogni religione ha i suoi elementi sacri ed è facilissimo cadere in errore, infatti:

Se stiri[1] una gazzella invece si altera il leone, ma questo non è comunque definibile come atto sacrilego, piuttosto come un'avventata leggerezza che può costare la vita, perché per il felino era ora di pranzo.

Cenni storici

Il termine deriva dal latino sacrilegium (se fosse derivato da domus sarebbe stato parecchio strano) e significa "colui che porta via (legere) oggetti sacri". Si riferiva in particolare al furto di oggetti religiosi, o del contenuto delle tombe. All'epoca di Cicerone aveva assunto già un valore più ampio, che comprendeva anche l'atto di "urinare sulla tomba di qualcuno", anche se in vita era stato un'emerita testa di cazzo.
Concezioni analoghe a quella di sacrilegio si ritrovano anche in gran parte delle religioni antiche, spesso nell'ambito delle credenze relative ai tabù, che in particolare vietavano ai negri di toccare le sacre liquirizie senza guanti, e affermiamo questo supportati da prove inconfutabili.
Il furto di oggetti sacri veniva punito soprattutto in presenza di una potente casta sacerdotale, che considerava sacre tutte le sue proprietà (comprese le patate dell'orto e le terga dei nuovi adepti).
Con l'affermarsi del Cristianesimo come religione ufficiale del Sacro Romano Impero, si giunse a sanzionare le offese verbali alla religione e la profanazione di oggetti sacri, tipo usare sulla spiaggia un ostensorio al posto del racchettone. Nel'897 fu riesumato e processato il cadavere di Papa Formoso, colpevole sostanzialmente di essere un "ciccione che aveva gettato discredito sull'immagine umile e caritatevole della Chiesa", infangando così le sacre vesti papali (senza contare il fatto che dovettero essere allargate di sei taglie).
Nell'Inghilterra del dopo riforma il sacrilegio rimase per secoli un delitto penale, ossia che se venivi beccato a rubare oggetti dalle chiese "erano cazzi".
Ai nostri giorni, la maggior parte degli Stati hanno abbandonato questo tipo di leggi, nel quadro del rispetto della libertà di espressione, fatti salvi i casi di religione vilipesa, reato che viene punito di norma con sanzioni amministrative, ma in alcuni casi, di cui uno avvenuto recentemente in Francia, ti piomba in casa un commando armato di AK-47 che spara alla "n'do cojo cojo"[2].

Religione che vai, sacrilegio che trovi.

Dottrina cattolica

La donna non dovrebbe toccare il corpo di Cristo, e nemmeno fare battute allusive.
« Un trattamento indegno dell'eucarestia è il peggiore dei sacrilegi. »
« Quindi evitate di inzupparla nel Tavernello, meglio un Chianti. »
(San Tommaso.)
« No, ma quale pubblicità?! Era per spiegare. »
(San Tommaso.)

La definizione tomistica di sacrilegio è la profanazione di persone, luoghi o cose religiose. San Tommaso condannava l'atto di maneggiare l'eucarestia ad opera di pubblici peccatori (anche perché chissà dove avevano messo le mani prima). Persino il riceverla poteva essere considerato sacrilegio, ma solo se la bocca aveva indugiato in azioni che avevano poco a che fare col nutrirsi. La conferma ci giunge attraverso le parole di San Cirillo, che affermava:

« Coloro che fanno una comunione sacrilega ricevono Satana e Gesù Cristo nei loro cuori, consegnando al primo il potere, e il secondo come vittima sacrificale. »

Quindi il messaggio è chiaro: è ora di finirla di comportarsi come i ragazzini che mettono tutto in bocca, e tenete a freno la lingua[3].
Nel medioevo, la punizione per aver rubato i soldi dalla cassetta delle elemosine era il taglio nella mano destra, oggi è considerato solo un grosso peccato, specialmente se non si riesce a svuotarla del tutto. Bisogna inoltre tener presente che in chiesa non è possibile entrare con vesti inappropriate, ci sono regole che vanno rispettate:

Beh, "tecnicamente" hanno rispettato il cartello.
  1. è vietato avere le spalle scoperte, perché si prende freddo e si inizia a starnutire bacilli ovunque;
  2. alle donne non è permesso indossare minigonne, perché la mutandina (magari umidiccia[4]) potrebbe entrare in contatto con la sacra panca;
  3. gli uomini non possono indossare canottiere, specialmente se appena usciti dal cantiere, perché non ci sarebbe alcuna opposizione al rilascio di afrori peccaminosi (come la puzza di montone selvatico tipica dell'ascella troppo pelosa);
  4. in linea di massima non ci si veste da prostituta nigeriana;
  5. non ci si veste da Pupazzo Gnappo e nemmeno da Gabibbo, perché il rosso è da comunista;
  6. non ci si veste da Zorro, i fedeli si confondono e si finisce per dover confessare qualcuno;
  7. non ci si veste da chierichetto, perché poi si confonde il prete e si corrono rischi inutili.

Sacrilegi imperdonabili

Note

  1. ^ nel caso specifico: mettere sotto con la jeep
  2. ^ senza badare alla precisione
  3. ^ non fate i furbi, ci siamo capiti
  4. ^ in questo caso "magari" non è un auspicio, anche se...

Voci correlate