Rush

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« You don't get something for nothing »
(Puttana a Neil Peart)
« If you choose not to decide, you still have made a choice »
(Rush su Ponzio Pilato)

I Rush sono una band hard-prog-indie-Star Trek-Biagio Antonacci rock canadese, nonché uno dei gruppi più noti a sé stessi. La formazione è composta da:


Nascita e primi anni

I Rush in tournée sulla loro Simca 1100. Alla guida c'è la batteria di Peart.

La formazione del gruppo risale al 1968, allorché in piena i giovani Geddy Lee e Alex Lifeson s'incontrano alla sagra della porchetta di Toronto. Lee, giovane artista poliedrico scartato a dispetto della sua voce suadente e della sua tecnica impeccabile dai Pooh per aver spalleggiato Riccardo Fogli, si trovò subito in perfetta sintonia con Lifeson, chitarrista tecnicamente valido ma con una verve a metà tra quella di John Myung e di un fermacarte.

Nei primi anni i Rush si caratterizzavano per un sound e delle tematiche liriche in cui erano chiaramente riconoscibili le influenze di alcuni dei gruppi emergenti dell'epoca, quali ad esempio Led Zeppelin, King Crimson, Vomitory e Fausto Leali. Il primo album, omonimo, presentava dei temi lirici che spaziavano dalla dura vita dei portuali della loro zona, frustrati dalla mancanza del mare in un raggio di 2000 km, fu accolto piuttosto tiepidamente dal pubblico. Seguì un periodo di stasi nel gruppo, fino all'arrivo di Neil Peart, che fino ad allora si esibiva con un'orchestra di liscio ed era noto, oltre che per essere un militante dell'MSI, anche per le contenute dimensioni del suo strumento, tanto esigue da obbligare gli organizzatori delle feste nelle quali si esibiva a farle arrivare via chiatta su un canale appositamente costruito per l'occasione.

L'arrivo di Neil Peart e la svolta progressive

Neil Peart in partenza verso il futuro, mentre sta per fare il pieno di ispirazione.

Dal punto di vista musicale, Peart impresse al gruppo un deciso cambio di stile verso il progressive, con canzoni che raramente scendevano sotto i dieci minuti e continui cambi di tempo, modo e coniugazione, e nei dischi immediatamente successivi al suo arrivo il nuovo stile si mostrò in tutta la sua coinvolgente complessità. Tuttavia, in principio Lee e Lifeson mal digerirono la nuova direzione intrapresa dal gruppo, dal momento che le continue e improvvise divagazioni di Peart, ovvia conseguenza delle sostanze di cui faceva uso, finivano inevitabilmente per spaesare Lee e Lifeson, conducendo fatalmente a una sovrapposizione di suoni completamente slegati tra loro.

Non sorprende dunque che in seguito al modesto successo commerciale del loro concept album "Caress of Steel", interamente incentrato sui viaggi onirici di un metalmeccanico, la Caponata Records che li produceva li invitò caldamente a tagliare la durata delle loro canzoni, in maniera da risultare ascoltabili almeno per chi doveva curare il lancio dei loro lavori.

Intenzionato a recepire scrupolosamente le direttive della casa discografica, Peart guardando una puntata di Star Trek:Deep Space Nine ebbe l'illuminazione che avrebbe finalmente consacrato i Rush. Pensò infatti di trasporre in un futuro fantascientifico la storia di un artista perseguitato dall'egemonia culturale di sinistra, chiamò i due sodali in saletta, e in pochi giorni vide la luce il loro pezzo più famoso, "2112", così intitolato per via del numero di Unicum che furono necessari a Lee e Lifeson per star dietro alle bizzarrie ritmiche del loro batterista.

Malgrado i problemi al fegato seguiti alla sua registrazione, la suite riuscì a trainare in maniera prodigiosa le vendite dell'album, portando la popolarità dei Rush ben oltre i ristretti confini regionali con il loro memorabile sold-out alla festa del calamaro di Crotone. Convinto di aver trovato la formula giusta, e affascinato da altri illustri personaggi della letteratura fantascientifica quali Ralph supermaxieroe e l'alieno Alf, Peart continuò a essere influenzato da temi onirici e futuristici, come si evince dagli album successivi. I Rush, forti di un successo in continua espansione e di un'intesa che ormai andava ben oltre i reciproci vaffanculo degli inizi, pubblicarono quindi in pochi mesi l'album dal vivo "Exit, Stage Left", che reca nel titolo la frase che erano soliti sentirsi dire quando iniziavano i lanci di sampietrini dal pubblico e "Moving Pictures", che rappresenta un'aspra critica del trio nei confronti della selvaggia e vile pratica degli autovelox.

Tuttavia, dopo la crisi dell'LSD dei primi anni '80, i tre dovettero cercare altrove le loro fonti di ispirazione, e fu per questo motivo che in quel periodo maturò un profondo cambiamento nel suono del gruppo.

Evoluzione, sperimentazione, cazzi e mazzi

Uno dei più evoluti sintetizzatori che i Rush usano nei loro arrangiamenti.

Con l’arrivo degli anni ’80, e in particolare con la conclusione delle trasmissioni di "Ai confini della realtà", Peart optò per un cambio radicale nella direzione artistica del trio. Inizialmente, memore delle sue prime esperienze da musicista, provò a introdurre fisarmoniche e armonica a bocca nel tentativo di produrre uno stile più vicino al liscio, ma abbandonò il proposito in seguito alla reazione non proprio entusiasta degli altri membri, che per sottolineare la loro anima squisitamente progressive sacrificarono il cane del batterista, riducendolo in 2112 pezzi con un decespugliatore.

Comprensibilmente scosso per l’accaduto, Peart decise di rivalersi sul capro espiatorio del gruppo, Lifeson, spaccandogli la chitarra sulla schiena e immergendogli la mano destra nel catrame bollente. Privo del suo strumento e dei mezzi per suonarlo, il chitarrista dovette ripiegare per un certo periodo sui sintetizzatori, e fu in questo modo che nel nuovo decennio i Rush mutarono in maniera evidente il loro stile, sulla scia di altri artisti di qualità di quel periodo musicalmente fervido, quali ad esempio Spandau Ballet, Scialpi e Modern Talking. Tra gli album di quel periodo si segnala in particolare "Signals", album ispirato a un'opera letteraria particolarmente cara a Peart, ovvero il Codice della strada.


Per diverso tempo Peart si sentì soddisfatto della nuova direzione intrapresa dal gruppo, e perciò rese ripetutamente inservibile la mano destra di Lifeson, che dopo qualche tempo mostrava cicatrici simili a quelle di Padre Pio. Dopo lunghe sofferenze, tuttavia, il povero chitarrista riuscì infine a convincere l'indiscusso leader a tornare a valorizzare la chitarra. Si tornò quindi a uno stile più vicino a quello di "2112", ancorché con canzoni più brevi per pietà nei confronti del martoriato arto del chitarrista, come si evince da album quali "Roll The Bones", dedicato alla volta in cui Peart chiuse benevolmente Lifeson dentro a un cesso chimico per poi farlo rotolare giù da un pendio, o "Test For Echo", quest'ultimo piuttosto impegnativo per la voce di Lee, costretto a urlare per lunghi minuti sul ciglio di un burrone, eseguendo nel contempo impegnative scale in 13/16. Il processo di ritorno al passato è continuato anche con l'ultimo lavoro, dal titolo carico di richiami fantasy, "Serpenti e frecce", che ha fatto nascere da più parti il sospetto di un ritorno in auge nel gruppo anche del carburante lirico senza il quale tanti dei vecchi lavori non sarebbero mai stati concepiti.


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