Richard Wagner

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-"VERDI STOCAZZO"
« Lo adoro quando agita quella bacchetta...  »
(Itolfo Adler su Wagner)
« Mi viene voglia di invadere la Polonia. »
(Otto von Bismark su ascolto di Wagner)

Richard Wagner (nome d'arte di Riccardo Vagabondo) fu un noto scrittore, filosofo e compositore, nonché precoce travisatore dei testi di Nietzsche. Nato in Tedeschia all'inizio di un secolo, dedicò gran parte della sua produzione ad un'etnia precisa, le cui sorti stavano molto a cuore a Riccardo: i molto chiacchierati giudei.

Biografia

Gli inizi

Ebbe un'infanzia infelice, segnata dalla morte prima del padre naturale, e poi anche di tutti gli altri padri sostitutivi che la madre s'affannava a procurargli. Ciò fu la causa dell'incrinamento del rapporto tra il giovane Wagner e la madre, la quale, dovendo decidere fra il benestare dei propri amanti e la compagnia del figlio, non esitò a spedirlo sotto la tutela di oscuri parenti in Polonia. Il piccolo Riccardo, mal adattandosi al materno decreto, si ostinava dapprincipio a tornare a casa per ogni occasione: una volta aveva dimenticato il clarinetto, un'altra volta aveva finito l'inchiostro, a volte aveva perso la merenda o si era scordato di fare la pipì. Quando una volta tornò a piedi a casa dalla Polonia perché gli serviva una tazzina di zucchero per fare le frittelle, la madre decise di sbarazzarsi di lui una volta per tutte. Condottolo al limitare del bosco all’imbrunire, gli bendò gli occhi con la scusa di voler giocare a rimpiattino e, dopo averlo fatto girare su se stesso un numero sufficiente di volte, si dileguò nella folta boscaglia. Il povero Wagner, superato lo stordimento iniziale, raggiunse dopo lungo et confuso peregrinare un convento, dove ricevette asilo. Venne mandato a scuola dai pii confratelli, e passò nel dolce nido gli anni più gai della sua vita. Instaurò ben presto un rapporto di profonda amicizia con un compagnuccio di classe, anch'egli orfano e ospite dei monaci: Itolfo Adler. Dapprincipio il due fanciulli usavano scambiarsi piccole note durante le lezioni. A seguito alcuni frammenti giunti fino a noi:

Wagner: "Hasst du auch Juden?" Traduzione: "Anche a te stanno simpatici gli ebrei?"

Adler: "Ach, Jawohl!!" Trad: Ah, ma certo!

Il comune interesse per quest'affascinante popolo li portò a passare dolci ore nella biblioteca del convento, dove ricercavano informazioni sui loro usi e costumi. Con l'arrivo della pubertà il loro interesse per l'antropologia si acuì ulteriormente, tanto che non di rado passavano nella biblioteca nottate intere, a nutrirsi di sapere. I due fanciulli non erano tuttavia insensibili al fascino dell'arte; mentre uno si dedicava a dipingere ritratti dell'altro, l'altro componeva sonetti in onore del primo. Nacque così, al termine di un felice scambio di idee sulla cultura semita, la prima composizione impegnata di Riccardo, il sonetto "Für Itolfo". Ne riportiamo il testo integrale[1]:

Richard Wagner ritratto da Itolfo.

"Itolfo, dein Penis ist so lang, es könnte fast ein Meter sein

Ich mag kein Wagina, es soll ein großer Wiener sein,

Mein Arsch ist deins, sei du der Herr,

und spritze so viel Sperma wie es rein passen kann."


Trad:

"Itolfo, se solo le tue Pene, lungamente sofferte, io potessi alleviare,

e il Metro del dolore colla dolce arte potessi accorciare,

ebbene lo farei, e testimone sia il Signore,

la Speme nel mio cuore giammai non cederà."

Il dolce idillo finì con il termine degli studi; gli affiatati compagni di gioco vennero separati. Mentre Itolfo intraprese la carriera militare, Ricchio si risolse per il conservatorio. Grande influenza ebbe per Wagner in questi anni l’ascolto dell’opera Fidelio di Beethoven, nella quale una donna si traveste da uomo per poter visitare il marito in carcere. La storia accese grandemente la fantasia del genio della musica, influenzando la sua produzione seguente e distruggendo affatto ogni scrupolo morale rimastogli. Si dice che in quel periodo Wagner vagasse per la città in abiti femminili, affermando furbescamente che "Se può farlo Beethoven posso farlo anch'io".

Le celeberrime composizioni

Durante notti interminabili il giovane compositore si struggeva pensando al suo amico lontano, scrivendo in questo periodo le opere più significative, (quasi) tutte dedicate ai magici momenti passati insieme:

  • Die Hochzeit (Il matrimonio, altrimenti conosciuto come Speranza delusa)
  • Das Liebesverbot (Il divieto d’amarsi)
  • Ankunft bei den schwarzen Schwäne (L’arrivo del cigno nero, composto durante un raro momento di spensieratezza dovuto all’incontro di un nuovo compagno di giochi, che Wagner soprannominò Il Cigno del Congo)
  • Tristano ed Isolda (con Itolf nel ruolo di Tristano e Ricchio nel ruolo di Isolda)
  • Siegfried-Idyll (L’idillo di Siegfried, ispirandosi per il nome del protagonista al celebre motto che rese l'amato Itolf tanto famoso)
  • Das Liebesmahl der Apostel (La cena amorosa dell’apostolo, scritto per commemorare l’ultimo pasto condiviso con Adler, a base di frittelle con sciroppo d'acero)

Der Ring des Nibelungen

Ma il suo più grande capolavoro fu L’anello dei Nibelunghi, un'opera in quattro parti, da svolgersi in quattro giorni, durante i quali gli spettatori dovevano provvedere ai loro bisogni in loco. Ispirandosi non senza apparente contraddizione alle saghe maciste dell’estremo nord, Wagner scelse per la messa in scena dell’apocalittica opera solo i cantanti fisicamente più prestanti, dovendo questi essere in grado di cantare a pieni polmoni più di diciotto ore di musica (il piano ed il pianissimo, considerati non abbastanza virili, non furono mai contemplati nelle composizioni di Wagner, che preferiva optare sempre e comunque per un fortissimo spianato). Furono selezionati solo uomini, con mani e piedi straordinariamente grandi.

In breve riassumiamo le varie parti dell’opera:

L’Oro del Reno: Il malvagio nano Gollum decide di impossessarsi di un tale anello magico che lo renderà padrone del mondo.

La Valchiria: Sieglinde e Sigmund non si lasciano inibire dagli stretti legami di parentela nel manifestarsi il vicendevole amore. (Incredibilmente non vietato ai minori di 18 anni)

Sigfrido: Qui il prestante protagonista, novello Bilbo Baggins, si appresta ad uccidere un’innocente esemplare di drago per rubargli il suo oro. Ciò non prima di aver risposto correttamente a tre domande postagli da un vagabondo di passaggio, nell’ordine:

  • Il nome della razza più cara ad un certo Wotan (nome di fantasia sotto cui si cela un ben più celebre personaggio, il cui nome inizia per A e finisce con olfo) e da lui trattata più duramente; quesito fin troppo semplice, l’eroe non ha difficoltà a fornirgli la risposta corretta.
  • Il nome della spada che può distruggere Fafner (altro pseudonimo che si riferisce ad un “personaggio” wagneriano); altro quesito cui Sigfrido non esita a rispondere
  • Il nome della persona che può forgiarla; e qui la sicurezza di Siegfried si incrina; temendo un possibile malinteso, preferisce non rispondere e vince solo il premio di consolazione.

Il crepuscolo degli dei: Wagner dà il meglio di se: una grande quantità di accoppiamenti, tradimenti, vicendevoli maledizioni e scambi di coppia voluti e non per i primi due atti, morte di tutti i protagonisti nell’ultimo atto. Il tutto accompagnato da roboanti melodie dal sapore epico, sottofondo di trombe onnipresente e una gran quantità di voci maschili e femminili lanciati in acuti a pieni polmoni: una festa per l’orecchio[citazione necessaria].

Curosità

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  • Wagner amava definirsi "il più tedesco di tutti i tedeschi" ed era convinto di essere l'incarnazione dello spirito teutonico. Per questo motivo pagava anche le tasse che non doveva pagare, fermava i ciclisti che andavano contromano (o sul marciapiede) per fargli notare l'errore e si autodenunciava in questura se attraversava la strada con il rosso. L'eccessiva germanicità nel suo DNA lo disturbava d'altronde in molte attività collegate alla sfera creativa ed emozionale. Non solo era completamente incapace di inventarsi una storiella qualsiasi, motivo per cui prendeva come trama delle sue opere esclusivamente storie già scritte, ma gli riusciva incredibilmente difficile inserirci un qualsivoglia spessore sentimentale. Particolarmente dolente di questa menomazione fu la moglie di Wagner, che veniva sempre messa al corrente dal marito stesso delle sue frequenti scappatelle, spesso ancor prima che queste avessero luogo. Il giorno del matrimonio, Wagner dovette lottare duramente per riuscire a pronunciare correttamente le parole "ti amo". Avendole pronunciate, una settimana dopo il termine della cerimonia e sottovoce, cadde in uno stato di catalessi da cui non si risvegliò prima di un mese. Wagner nascose sempre alla critica questo suo imbarazzante difetto, affermando argutamente di disprezzare la melense storielle della scuola operistica italiana e francese, a suo parere mancanti di sufficiente virilità e spina dorsale.
  • Wagner sapeva a malapena suonare il pianoforte, per non parlare di tutti gli altri strumenti che sapeva sì e no impugnare correttamente. Questa, per gli esperti del settore, potrebbe essere la ragione di alcune peculiarità nell'ars componendi di Wagner, quali l'abuso del leitmotiv e lo sdegnoso disprezzo del pianissimo.

Note

  1. ^ ACHTUNG: DEUTSCH