Questione meridionale

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Re Franceschiello II di Napoli dopo che Garibaldi gli ebbe scippato il regno. Sorride perché adesso la questione meridionale non è più un suo problema.
Rappresentazione socio-culturale dell'ex Regno delle Due Sicilie nel 1870, secondo gli insegnamenti delle scuole piemontesi.

La questione meridionale è un falso problema, come l’agibilità politica di Berlusconi o la disoccupazione. Si tratta di un paradosso logico irrisolvibile, sollevato a seguito dell’espansione a sud dell’Impero Piemontese dell’Unità d’Italia dai politicanti benpensanti di Torino Roma nella storica formulazione:

« Bon, maraman adess nojàutri soma diventèis tut italian, bon neh, nòrd e sud unì, ma anlora bon, përché les meridionalèis restè tut patiss e cuncc teron? Neh? »

Ossia, riformulato in una lingua meno andicappata[1] il paradosso si può esprimere così:

« Ma se adesso tutti noi siamo diventati italiani, unendo nord e sud, perché i meridionali sono restati dei pezzenti terroni? »
( Un europarlamentare ripropone la questione nel 2013 a Bruxelles)

Spiegazione del paradosso

Il paradosso si evidenzia scienziologicamente ricorrendo alla legge della bipolarità geografica che, come per i magneti, impone la distinzione di un nord e di un sud in ogni territorio unificato. Gli abitanti dei due poli si respingeranno con eguale repulsione, come nordisti e sudici-sti in USA, o in Italia come polentoni e esseri umani normali. Questo non è di per se un male, a meno che tu non viva nella parte sud, in questo caso sei nella merda. Nonostante ciò molti statisti hanno tentato di annullare le differenze tra nord e sud, mossi probabilmente da spirito sportivo, più probabilmente da demenza, l’importante è provarci.

Soluzioni proposte per la disinfest... lo sviluppo del meridione

I° tentativo di soluzione: sterminio

La prima sventurata vittima della questione meridionale fu nel 1862 l’imperatore sabaudo il re d’Italia Vittorio Emanuele II. Non sappiamo cosa gli accadde di preciso, ma tutto ebbe inizio quando sbirciò dentro al forziere contenente tutte le tasse versate dai meridionali. Subito sbiancò ed entrò in stato confusionale, vagando di sala in sala con attacchi di persecuzioni paranoidi tipo furto, sentendo crescere dentro di se l'insana idea di essere stato infinocchiato. Non poteva tollerare questo affronto e ordinò di risolvere la questione con la più rapida, dignitosa e indolore delle procedure chirurgiche: la soluzione finale del problema meridionale. Per recuperare i soldi fu inviata un'armata di carabinieri comandata dal generale Cialdini, a cui era stata data carta bianca, che fu soprattutto usata come carta igienica dato che in pochi dell'arma sapevano leggere o scrivere (come anche oggi, del resto). L'armata dei carabinieri non fece più ritorno. Non se ne seppe più nulla per anni finché il generale Cialdini non ricomparve a corte indossando coppola e lupara a tracolla e dicendo Re Vittorio, sono molto onorato e gratissimo che mi avete voluto inviare nelle belle terre di Sicilia, dove la mia vera famiglia ritrovai. Sono tornato per fare a vossignoria un'offerta che non potrà rifiutare. Misteriosamente, il giorno dopo Vittorio Emanuele II perì in un incidente di pesca saltando accidentalmente in aria assieme alla sua barca.

II° tentativo: deportazione

Il fallimento della prima soluzione fu attribuito all’afa tropicale della savana pugliese, alla tarantella, ma più in generale al fatto che il meridione era abitato. Il nuovo re Umberto I decise di mettere via il bastone per passare alla carota. Egli fece spargere la voce che oltre oceano evadere le tasse è legale e si dorme 25 ore al giorno. In realtà si trattava di un'astuta balla governativa per istigare i terroni a deportarsi da soli in America, facendogli pure credere che fosse stata una loro idea e senza doversi sporcare le mani come baffetto. Subito molti partono, ma per una deprecabile svista dell'agenzia di viaggio i terroni invece che in America vengono sbarcati nel Nord Italia, ispirando subito negli aperti e moderni abitanti locali lo stesso sentimento di affetto e di ospitalità che si può avere verso i gremlins.

III° tentativo: delocalizzazione

Agli inizi del ‘900 il meridione si stava diffondendo inesorabilmente verso nord. Le prime avvisaglie del dilagare della peste terronica si ebbero a Milano quando la classe operaia cominciò a lamentarsi del lavoro troppo faticoso, pretendendo prima l’istituzione delle ferie, poi la malattia a casa, arrivando a chiedere addirittura la pausa pranzo per poter mangiare i maccheroni. La situazione era preoccupante, di questo passo sarebbero arrivati a chiedere persino la pensione. Fu a questo punto che i neocapitalisti imperialisti di Torino politici italiani ebbero un’idea elegante. Se non potevano risolvere la questione del meridione, potevano almeno spostare il meridione più a sud, allontanando la minaccia. E fu così che nel 1911, senza nessun motivo, ma proprio zero, il Reichstag Lombardo il Regno d’Italia mosse guerra all’Impero Ottomano spedendo i meridionali a invadere la Libia,[2] annettendo così all’Italia il più inutile buco di beduini sabbiosi del mondo dopo la Calabria, ma comunque più a sud. La questione meridionale fu delocalizzata in Africa, sulla quarta sponda. Ora il problema era quello di italianizzare i terroni libici, che avevano sempre fatto parte della Grande Italia solo che non lo sapevano.

IV° tentativo: appioppamento

Purtroppo la brillante soluzione ebbe fine con la seconda guerra mondiale. Fu in questo periodo che i meridionali deportati negli USA a fine ‘800 tornarono nel sud vestendo i panni dei Marines, riportando in Italia del sud il potere mafioso le ideologie patriottiche. In un colpo di genio il regime fascista non si oppose, ma incoraggiò la transizione verso lo sbolognamento l’autodeterminazione della Sicilia. Nel '43 le truppe italiane si ritirarono dal sud senza opporre la minima resistenza. Con l’occupazione americana in Sicilia nacquero subito movimenti profondamente terroni, fu anche proposto dalla mafia italoamericana da patrioti siciliani di annettere la Sicilia agli USA come 49° stato.[3] Nel ‘45 Pietro Badoglio annunciò fiero che la questione meridionale sarebbe stata finalmente risolta, accollando i terroni agli USA. Inspiegabilmente lo stesso giorno i Marines si disimpegnarono dall'Italia e tornarono a casa. In vano Badoglio gli telefonò per avvertirli che nella fretta si erano dimenticati il Meridione, pronto per l'asporto, già incartato e con la ricevuta fatta, senza però ottenere mai risposta.

V° tentativo: corruzione

Nel dopoguerra lo stato intervenne di nuovo, investendo per lo sviluppo del sud notevoli quantità di capitali, ammodernando le infrastrutture, istituendo la Cassa del Mezzogiorno. Anche questa era una raffinata mossa massonica per corrompere con la ricchezza i meridionali. Si pensava che se il sud si fosse riempito di soldi, si sarebbe sviluppata una primordiale forma di imprenditoria locale, capace di reinvestire i capitali in qualcosa che producesse altra ricchezza instaurando un circolo virtuoso. Malauguratamente, per una inspiegabile sfortuna, proprio in quel periodo il sud fu colpito da una calamità naturale permanente, risucchiato da una variante meno nota del buco nero, ma altrettanto temibile perché invece della materia risucchia la liquidità finanziaria, ovvero da un pozzo senza fondo. Quale mistero si cela dietro questa enigmatica entità priva di fondo? Lo scoprirete alla prossima puntata di Voyager - Ai confini della conoscenza.[4]

VI° tentativo: adattamento

Assumendo che i meridionali sono (e resteranno) irrevocabilmente terroni, le differenze tra nord e sud saranno per sempre incolmabili, giusto? Sbagliato! Si possono sempre terronizzare i settentrionali, strategia molto più pratica, ideata durante gli ultimi decenni e che ha già ottenuto risultati tanto evidenti quanto inquietanti. L’impresa di ripulire la società del nord da qualsivoglia senso civico è resa possibile da molti mezzi: le reti Mediaset, Berlusconi, i sindacati. Ma come è noto i risultati migliori li ha ottenuti la Lega Nord, dimostrando una volta per tutte, e senza alcun dubbio, che anche i cittadini del nord possono essere pessimi come un capraio agrigentino e anche di più, così ottusi, così ignoranti, così grotteschi, che al confronto anche un guardaboschi analfabeta catanzarese si può ritenere un raffinato gentiluomo. I leghisti sono giunti a questo risultato ricorrendo proprio alla legge bipolare geografica: identificando la loro stirpe con quella celtica, che sta al nord, si sono automaticamente posti a sud, quindi, come direbbe Roberto Maroni, si sono autoterronizzati.

La soluzione

La nuova questione meridionale, nell'ambito geopolitico dell'Unione Europea.

Con l’ingresso progressivo in Europa, tutta l’Italia è a sud, quindi tutti gli italiani indistintamente sono ora i negri d’Europa meridionali d’Europa. La questione meridionale non esiste più, ora a Bruxelles si parla infatti solo di questione italiana. Finalmente con l’Europa, con la Lega Nord e con il Cavaliere, a 150 anni dall’unità d’Italia, le differenze si sono colmate e tutti gli italiani affondano nella stessa merda egualmente.

Note

  1. ^ e non finta come il piemontese
  2. ^ e a morire scannandosi coi turchi, meglio
  3. ^ è accaduto sul serio, studia ignorante!
  4. ^ Inspiegabilmente prima di andare in onda Giacobbo fu rapito da un disco volante dal forte accento siciliano

Voci correlate


'O Sud, o com c'chiam'n allu nord, 'a Terronia

« Se nelle regioni meridionali non ci fosse la criminalità organizzata, come mafia, 'ndrangheta e camorra, probabilmente la disoccupazione sarebbe molto più alta. » (Faber)

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