Prima guerra mondiale

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   La stessa cosa ma di più: Seconda guerra mondiale.
La Grande Guerra

"Scusi, per Caporetto?"
Luogo: Alpi e Liebe.
Inizio:

In una drogheria di Sarajevo, 1914.

Fine:

In un night di Parigi, 1918.

Esito:

Gli imperi centrali perdono anche le mutande.

Casus belli:

Panino con mortadella troppo caro.

Fazioni in guerra

Cattivi
Me contro Te
Pacifisti
Impero a otto mani

USA
Italia
Franscia
Inghilterra

Russia

Comandanti
«  Cittadini e soldati, siate un esercito solo! Ogni viltà è tradimento, ogni discordia è tradimento, ogni recriminazione è tradimento, ogni buco è trincea. »
(Vittorio Emanuele III cerca delle scuse per uccidere un po' di gente a caso e tradire la regina con una contadina austriaca nana)
« Sei un porco! Un porco, maiale! Non farti rivedere mai più, tra noi è finita! »
(La Germania all'annuncio italiano della relazione con l'Intesa)
« Non è come potrebbe sembrare, posso spiegarti! »
(Il Belpaese cercando di tenere il piede in due scarpe)


La prima guerra mondiale (Sarajevo 1914 - Versailles 1918) è stato uno degli eventi più catastrofici degli ultimi cento anni, secondo solo alla nomina di Minzolini alla direzione del TG1.
Scoppiata per futili motivi e conclusa per ragioni ancora più futili, fu una delusione per tutti gli spettatori, i quali si aspettavano ben altro da un colossal del genere.
E il 3D era fatto malissimo.

Contesto storico

Giugno 1914: ecco come si presentava il mondo prima che iniziassero i conflitti.

Dopo il Congresso di Vienna, che riportò gli equilibri europei allo status pre-napoleonico[senza fonte], l'Europa conobbe un secolo di pace interrotto solo da qualche decina di carneficine minori.
Nella speranza malaugurata e remota ipotesi di una nuova guerra e per divertirsi nei ritagli di tempo, molti paesi si unirono in coalizioni:

La causa del conflitto

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Prima guerra mondiale

La scintilla che fece scoppiare il conflitto fu, come detto[citazione necessaria], piuttosto futile: l'arcimegaduca Francesco Ferdinando d'Austria, in visita di cortesia a Sarajevo, venne truffato da un pizzicagnolo serbo che gli fece pagare due euro e cinquanta un panino con la mortadella. Il papà di F. Ferdinando, re d'Austria, imperatore d'Ungheria e zar di tutte le Russie, non ci vide più dalla fame rabbia e dichiarò guerra alla Serbia, che peraltro nessuno sapeva esistesse.

I primi focolai

La scintilla.

Trovato un pretesto abbastanza valido e risolto il problema austriaco di capire dove diavolo fosse la Serbia, le grandi potenze europee si unirono a casaccio ai due belligeranti adducendo i motivi più svariati.

« Signor professore, la prego voler giustificare l´entrata in guerra della Germania al fianco dell´Austria per motivi familiari. »
(La mamma della Germania.)
« Gentile signor Preside, le comunico che la Svizzera non parteciperà a codesta esimia Guerra per una fastidiosa influenza che ha contagiato un po´ tutti in famiglia. »
(Il papà della Svizzera.)
« Onorevolissimo e Autorevolissimo Professore, si pregi di voler preventivamente scusare eventuali tentennamenti della mia adorata figlia particolarmente sensibile ai cambi di direzione del vento. »
(Suo devotissimo, il padre dell´Italia.)

La Germania si alleò così con l'Austria, i francesi e gli inglesi con la Serbia, il Congo belga e i Ricchi e Poveri con l'impero asburgico, mentre l'Italia fece finta di non aver capito e se ne andò fischiettando. L'impero Ottomano, al primo turno, si rinforzò con tre carrarmati e passò i dadi al generale tedesco Schiefflen, un maestro di tattica militare, che azzardò un attacco "Germania vs. Resto del mondo" pur sapendo che Beckenbauer si era ritirato da un pezzo.

Il Piano Schlieffen

Il piano Schlieffen prese il nome da Schlieffen, che era, prima che un generale, un padre premuroso (e un carpentiere). Consisteva in una rapida mobilitazione al fronte, ai confini dell'Europa, con manovre di tattica offensiva in Russia e in Francia e pausa merenda alle 15.00. I primi attacchi avvennero sul fronte francese: Schlieffen aveva intenzione di conquistare l'Alsazia-Lorena e da lì l'Olanda, il Lussemburgo e l´Argentina se le sue reminescenze geografiche erano corrette. Già la prima battaglia fu una totale disfatta e Schlieffen, ritiratosi in una casupola di campagna tra lussi sfrenati e danzatrici hawaiane, lasciò il comando dell'esercito al generale Milhouse Von Matke. Purtroppo a quel punto l'esercito si era ridotto a dodici tiratori scelti, sette bersaglieri, e una guardia pretoriana avanzata dalle guerre puniche. Nella prima battaglia sulla Marna, anche Von Matke subì una grave sconfitta che lo costrinse a un'umiliante ritirata e al pagamento di duecento dobloni d'oro a Otto Von Tèttete, con il quale aveva scommesso sulla vittoria dei tedeschi.

La battaglia della Marna

La battaglia sulla Marna in un'impressionante sequenza di viuleeeenza.

Come riportano le cronache, fu proprio sulla Marna che il fallimento del piano Schieffel fu definitivo.
Gli scontri avvennero presso il fiume Marna, nella Marnia sud orientale, con gli eserciti schierati sulle sponde opposte. Si fronteggiarono in una sanguinosa battaglia a colpi di offese verbali poiché all'epoca non c'era alcun ponte che collegasse le due sponde. La notte del 12 settembre 1914, il generale Von Motke ebbe un'idea straordinaria e decise di costruire delle trincee dentro il fiume, scavando velocemente nell'acqua.

« Ragazzi, se sarete in grado di scavare più velocemente dell'acqua che si richiude, potremo nasconderci dentro il fiume e prenderli di sorpresa! »
(Von Motke)

I soldati tedeschi ce la misero tutta, ma erano ancora a metà del lavoro quando i nemici si svegliarono: presero tante di quelle randellate che gli scombinarono il DNA modificandoli geneticamente. Gli italiani ebbero la notizia della vittoria mentre si trovavano al bar e festeggiarono con un altro giro di bianchetti. L'unico a salvarsi fra i tedeschi fu il comandante Von Motke, che ritornato in patria fu accolto a manganellate festose.
I tedeschi avevano perso una battaglia, ma non la guerra![risata necessaria]

Il ruolo dell´Italia

Soldato francese al fronte.

Prima dello scoppio della guerra, l´Italia aveva stretto forti legami con le nazioni della Triplice Alleanza e in particolare aveva assicurato tutte le automobili con la loro compagnia. Si era perfino impegnata, a fronte di uno sconto sul versante degli infortuni al conducente, di entrare in guerra a fianco dell´Austria qualora un pizzicagnolo serbo avesse truffato Francesco Ferdinando d´Austria. Anche i rapporti con i paesi dell´Intesa erano più che amichevoli, ed erano frequenti gli scambi commerciali con Francia (export di rane e import di profumi), Inghilterra (export di allenatori di calcio e import di mode stupide) e Russia (export di calze velate e import di mignotte).
Quando arrivò il momento, peraltro non richiesto, di schierarsi da una parte o dall´altra, l´Italia si trovò spaccata tra interventisti, non interventisti e centralinisti. Prevalsero i non interventisti, almeno fino a che non prevalsero gli interventisti e l'Italia decise di entrare in guerra.
Il problema che si poneva a questo punto era con chi schierarsi: tutto sommato, sia da una parte che dall'altra, c'erano degli amici. Giolitti propendeva per allearsi con la Triplice Intesa per via delle maggiori opportunità politiche che ne sarebbero derivate in caso di vittoria, D'Annunzio voleva unirsi, anche carnalmente, con l'Alleanza che dava maggiori soddisfazioni dal punto di vista sessuale. A sbloccare limpasse ci pensò il re Vittorio Emanuele III con un'analisi che metteva insieme sagacia politica e lungimiranza sociale: l'ambarabacicicocò. Dopo aver ripetuto la litania una sessantina di volte perché si sbagliava sempre alle civette sul comò, alla fine spettò di allearsi con l'Intesa e dichiarare guerra all'Austria che, ricevuta la dichiarazione dall'ambasciatore, rispose:

« Sticazzi! »

e si mise in marcia verso l'Italia incazzata come una biscia.

Caporetto

Vostra Maestà Vittorio Emanuele III di Savoia re d'Italia,
mi Kongratulo per la felice scelta di skierarVi kontro la Nostra Gloriosa Cermania, e Vi preko voler inviare un Vostro esercito domani all'alba a Kaporetto, sulle rive del Karso.

Kon kordialità
Kuglielmo II di Sassonia, re di Cermania


Vostra Maestà Guglielmo II di Sassonia re di Germania,
mi scuso per aver infine scelto di dichiarare guerra alla Gloriosa Nazione tedesca e al suo fiero popolo, ma nella vita non si sa mai e ci sto già ripensando: non vorrebbe per caso averci al Vostro fianco? Vabbè, poi ne riparliamo. Intanto, domani all'alba a Caporetto, sulle rive del Carso, manderò il generale Cadorna con un esercito agguerrito.
Con affetto
Vittoriuccio Emanuelino Terzino di Savoietta reuccio d'Italietta.


All'alba del 24 ottobre 1917, mentre tedeschi e austriaci erano già schierati sul campo di Caporetto, il generale Cadorna e tutto il suo esercito erano ancora imbottigliati nel traffico di Udine, pieni come otri della grappa che Cadorna si era fatto portare per la notte prima (e non solo). Il generale tentava invano di creare il panico fra gli automobilisti minacciando di portarli con sé al fronte o, in alternativa, di scrivere sui muri che le loro madri erano zoccole.
Non fosse bastato il traffico, anche il GPS smise di funzionare e per arrivare a Caporetto dovettero seguire un contadino che, a piedi, si recava da quelle parti.
Arrivarono alle due del pomeriggio.
Un milione di soldati italiani da una parte, un milione e uno austro-tedeschi dall'altra, arbitro: il signor Paparesta di Bari. Questa disparità di forze fu fatale alle truppe tricolore e, nonostante il coraggio dimostrato in battaglia, morirono tutti. Tutti meno il generale Cadorna che poco prima del fischio d'inizio disse che si era dimenticato una cosa importante a casa, doveva andare a recuperarla, ma sarebbe tornato subito. I quattro morti che ci furono tra i nemici dimostrarono a imperitura memoria l'orgoglio col quale i nostri si batterono.

Il generale Cadorna in rotta verso Caporetto.

Il Piave e Vittorio Veneto

Il Piave mormorò
Non passa lo straniero!
Zan zan.

Il generale Cadorna fu promosso caporale di giornata e sostituito a capo dell'esercito dalla scuola Armando Diaz di Genova.
Gli undici soldati rimasti si piazzarono orgogliosamente lungo le sponde del Piave, nei pressi di Pavia, decisi a non far passare nessuno. Peccato che la guerra fosse stata da tutt'altra parte, altrimenti sarebbe stata una bellissima vittoria.
La vittoria vera non tardò però ad arrivare: fu a Vittorio Veneto il 4 novembre. Gli avversari, un terrificante reggimento di bambini austriaci in colonia estiva, furono fatti tutti prigionieri.
A Diaz fu assegnata una medaglia d'oro, resi gli onori militari e regalato l'abbonamento per un anno al Corriere dei piccoli.

Armando Diaz

Inebriato dalle vittorie, il generale Diaz non volle credere alla fine della guerra ed elaborò un piano per ottenerne di nuove.
Il Carso gli aveva consegnato il comando, il Piave dato gli onori, convinse i reduci ad appostarsi sulle rive dell'Adige per battersi con eventuali nemici.
Un pullman di turisti tedeschi fu massacrato nel 1958.
Un manipolo di vecchietti vestiti da soldato e guidati da un generale di novant'anni, fu ritrovato nel 1975 sulle rive del Sele e accompagnato in un ospizio.

L'esercito delle guardie svizzere ebbe un ruolo cruciale nella prima guerra mondiale.

L´intervento americano

Con la guerra concentrata in Europa e nessuno che se li filava, gli Stati Uniti decisero che era ora di esportare un po' di democrazia da qualche parte. Il presidente George Bush super senior (nonno di George e padre di George senior), citando un rapporto di Duffy Duck, accusò l'Austria di possedere armi batteriologiche e la Germania di non possederne, e si apprestò a bombardarle entrambe.
Non fu però facile, per gli strateghi americani, scoprire dove si nascondessero quegli stati canaglia. Gli toccò bombardare il Sudamerica, il Portogallo e la Namibia, prima di scovarli proprio al centro dell'Europa, dove nessuno pensava potessero essersi mimetizzati.
L'offensiva statunitense contro la Germania fu tremenda: Berlino fu rasa al suolo, sui raccolti tedeschi vennero sparsi centinaia di galloni di corrosiva barbecue sauce e milioni di bibbie furono piazzate nottetempo nelle camere di tutti gli alberghi.

Gli epic fails dei cugini ritardati dei crucchi di Crante Cermania

Il fronte terrone della guerra si combatteva tra Italia e Impero austriaco. Bella giocata, come precedentemente abbiamo visto l'Italia ha perso a Caporetto. I libri scolastici però nascondono al mondo tre eventi di grande importanza che ci hanno permesso di vincere. Di seguito vengono elencati 1. agosto 1916, sesta battaglia dell'Isonzo: gli austriaci decidono di utilizzare armi chimiche. Lanciano bombe-peto a ridosso della trincea Italiana. Il fail? Erano controvento e si sono gasati da soli... e poi gli zimbelli d'Europa siamo noi. 2. febbraio 1918, Beffa di Buccari: Gabriele D'Annunzio, celebre poeta Italiano (citazione necessaria) decide di fare uno scherzetto agli austriaci. Con tre sottomarini entra nel porto di Buccari, austriaco, la difesa del porto se ne accorge, D'Annunzio, ritenuto spacciato emerge e li saluta, la difesa del porto invece di agire scrive un SMS al governo centrale di Vienna. D'Annunzio distrugge un'imbarcazione austriaca, e la difesa del porto sta a guardare, in attesa di risposta da Vienna, il sommo poeta scrive anche un messaggio, lo imbottiglia, glielo lascia e se ne va. Il messaggio citava testuali parole

« Ihihih scherzetto. Ci vediamo a Vienna. »

.

La risposta da Vienna che consigliava di catturarlo arrivò solo nel 1992, quando furono inventati gli SMS. 3. Agosto 1918, Volo su Vienna: Ancora una volta lui, Gabriele D'Annunzio, decise che era giunto il momento di andare a Vienna, come anticipato dal messaggio in bottiglia lasciato nel porto di Buccari. Con i suoi amichetti prese il suo caccia privato e andò a Vienna. Visto che gli SMS non funzionavano, gli austriaci al fronte decisero di andare fisicamente ad avvertire Vienna. Presero la Jeep e partirono. Evidentemente pensavano che la Jeep era più veloce del caccia di D'Annunzio. Il poeta dopo 5 ore di volo e sganciò su Vienna 50000 bigliettini con scritto:

« Ihihih vi avevo avvertito. Ringraziate che tutti questi bigliettini hanno occupato lo spazio delle bombe. »

La Jeep dal fronte arrivò solo il giorno dopo. Detto ciò vorrei chiedere a te, lettore, è giusto che sia l'Italia lo zimbello d'Europa o è più giusto assegnare il titolo all'Austria?

La guerra si concluse con la sconfitta della Germania, dell'impero Austro-Ungarico e di Wile E. Coyote che ancora una volta precipitò in un burrone beffato da Beep Beep.
Alla Germania furono imposte condizioni durissime quali il pagamento dei danni di guerra e la garanzia che avrebbero recitato la parte dei cattivi anche nella Seconda guerra mondiale.
Nella conferenza stampa di fine guerra, il Presidente degli Stati Uniti Wilson dichiarò

« Il merito è tutto dei ragazzi che anche in settimana hanno lavorato bene. »

Armi utilizzate

Per la prima volta nella storia furono usati gli aeroplani. Erano nella loro fase embrionale e ancora non volavano, ma bastò la loro presenza per terrorizzare i nemici.
Pienamente funzionanti erano invece gli U-boot, gli spettacolari sottomarini tedeschi usati per la pesca della trota che, all'occorrenza, potevano servire anche per bombardare gli allevamenti di storione francesi.
Dei carri armati non erano state ancora scoperte tutte le applicazioni e nella Prima guerra mondiale non vennero utilizzati per sfondare le linee nemiche[fonte wikipedia], ma per schiacciare l'aglio e il prezzemolo nella ricetta del pesto alla genovese.
La storiografia ha in seguito attribuito alla Germania anche l'utilizzo di armi chimiche in Belgio, ma non ci sono prove a supporto, se si eccettuano i bambini belgi con la testa di elefante che ancora oggi si possono vedere negli zoo di tutto il mondo.

Elenco morti

Nella Prima guerra mondiale morirono quasi tutti di vecchiaia.

Preceduto da:
Guerra della pasta
Prima guerra mondiale
1914 - 1918
Succeduto da:
Seconda guerra mondiale

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Nella Prima guerra mondiale ci furono sedici milioni di morti, otto milioni di dispersi, quattro ammoniti e due espulsi.
  • La Cina non vi partecipò perché impegnata al telefono.
  • Mussolini fu uno dei più convinti non interventisti perché non voleva si sprecassero energie per la guerra successiva.
  • La prima guerra mondiale si qualificò per la Champions League.
  • Nella prima guerra mondiale venne usata la mitragliatrice , dato che uccideva più persone in poco tempo ed era figa da usare.

Voci correlate

Note