Napoletano (insetto)

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia destinata a un pubblico di soli adulti.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Blatta Partenopeis

Un esemplare, nella variante "con croce dorata"
Classificazione scientifica
Regno Animalia
Phylum Arthropoda
Classe Insecta
Famiglia Camorrista
Genere Terronis genericus

I Napoletani (Blattodea Partenopeis) sono una specie di insetti eterometaboli appartenenti all'ordine delle blatte o scarafaggi, comprendente centinaia di migliaia di famiglie e svariati milioni di esemplari. Sono insetti cosmopoliti, diffusi ovunque, tranne che al Polo Nord, al Polo Sud e alle altitudini superiori ai 2500 metri, stante la loro scarsa capacità di resistere alle basse temperature.

Descrizione

Morfologia

I Napoletani sono insetti dal corpo depresso in senso dorso-ventrale, ma dai colori piuttosto appariscenti in quanto amano vestirsi in modo sgargiante e indossare monili, croci, anelli, orecchini di dubbio gusto[citazione necessaria].

Il capo è ipognato, talvolta rivolto con le appendici boccali all'indietro. È sprovvisto di antenne, ma nella generalità degli individui, sin dalla nascita, si riscontra la presenza di folti peli neri posti in corrispondenza dell'intersezione tra il labbro superiore ed il naso, detti baffi. L'apparato boccale è masticatore tipico, le mandibole sono corte ma molto robuste. Possiedono corde vocali ben sviluppate che utilizzano per comunicare tra loro anche a grandi distanze con inconfondibili e fastidiosi suoni, oppure per cantare strimpellando il tradizionale mandolino.

Il torace talvolta è espanso anteriormente fino quasi a ricoprire il capo, con margine anteriore marcatamente prominente e margini laterali laminari; in alcuni esemplari può invece avere conformazioni bizzarre e presentarsi convesso. Le zampe sono sottili ma robuste, adattate alla funzione cursoria. I pretarsi mostrano unghie ben sviluppate. Sono pessimi volatori ma in compenso ottimi corridori, poiché sin dalla nascita imparano l'arte del borseggio, che richiede notevole velocità di fuga e resistenza motoria per sfuggire alle Forze dell'ordine.

Anatomia

L'apparato digerente ha un discreto grado di differenziazione, con specializzazioni tipiche della funzione masticatoria e adattate a specifici regimi dietetici, con una spiccata tendenza, in molte famiglie, all'onnivoria. La base alimentare della blatta partenopeis è rappresentata principalmente da carboidrati e zuccheri, rendendo particolarmente gravi le infestazioni a carico delle derrate alimentari umane[citazione necessaria]. Spaghetti, frittura di alici, parmigiana di melanzane, timballi, pastiera, casatielli, friarielli, pizza, babà e sfogliatelle rappresentano i cibi di cui si nutrono solitamente.

L'apparato secretore è caratterizzato principalmente per la presenza di ghiandole repugnatorie e ghiandole odorifere attrattive. Le prime di trovano al fondo del dorso, nella regione anale tre le chiappe; le seconde sono invece poste sotto gli arti anteriori. Le ghiandole repugnatorie emettono sostanze maleodoranti e hanno un effetto repellente, quelle odorifere svolgono un ruolo nella vita di relazione in quanto la loro emissione, da parte dei maschi, precede l'accoppiamento. Le femmine della specie, infatti, interpretano come profumo afrodiasiaco l'odore ascellare del maschio napoletano. L'apparato respiratorio comprende 8 paia di stigmi, di cui due nel torace e sei nell'addome.

Biologia

Riproduzione

Giovane esemplare, appena uscito dall'uovo al termine della gestazione

La generalità dell'ordine è rappresentata da specie ovipare. Le femmine depongono le uova, in numero variabile ma comunque nell'ordine di diverse decine, all'interno di ooteche. L'ooteca è una capsula suddivisa in cellette verticali, ciascuna contenente un uovo. L'ooteca viene depositata un po' prima della schiusa in un ambiente adatto, in genere rappresentato da un luogo riparato, umido e oscuro, spesso vicino all'immondizia. Dopo alcuni giorni le uova si schiudono e fuoriescono i piccoli napoletani, già provvisti di baffi e mandolino. Proprio a causa del sistema riproduttivo i napoletani incutono timore[citazione necessaria]: possono infatti invadere ed infestare intere città in poco tempo. Uno se ne va beato a dormire e la mattina dopo, terminata la schiusa, si ritrova sotto casa decine e decine di napoletani in miniatura, urlanti e mandolinanti sin dalle prime luci del giorno.

Habitat, adattabilità e resistenza all'ambiente circostante

Le blattodee Partenopeis colonizzano svariati ambienti, ma in generale prediligono i luoghi umidi e poco illuminati. Vivono all'aperto, nei boschi e nelle campagne, riparandosi nella lettiera o sotto i sassi o in anfratti vari, oppure all'interno di edifici. Le famiglie commensali dell'uomo prediligono invece in modo particolare abitare in mezzo all'immondizia: detestano infatti la raccolta differenziata dei rifiuti, preferendo invece ammassare i sacconi della monnezza proprio sotto casa, in modo da poterne disporre, in caso di necessità, in qualsiasi momento.

I napoletani sono insetti estremamente resistenti, capaci di divincolarsi e sgusciare via anche se li si afferra strettamente per il collo nel tentativo di strangolarli. Non sono idrosolubili, a patto di non immergerli nell'acqua gelida o di tenerli con la testa nell'acqua per più di 3-5 minuti (una decina è meglio, per sicurezza). Sopportano bene l'alcool, poiché sin da bambini si ingozzano di babà al rhum. Sono solubili nell'acido solforico, nell'acqua ragia e nei composti contenenti forti quantità di benzene. Odiano il sapone.

Rapporti con l'uomo

La reazione di una blatta partenopeis alla parola "lavoro".

Nell'immaginario collettivo, i napoletani sono percepiti come insetti immondi che incutono ribrezzo e disagio. Gli stessi media enfatizzano questa percezione associando la figura della blatta partenopeis alla sporcizia, agli ambienti malsani, all'immondizia[citazione necessaria]. Va precisato che, in generale, i napoletani sono insetti poco dannosi: degli svariati milioni che popolano il pianeta, quasi tutti hanno abitudini che interferiscono con le attività dell'uomo in modo marginale, anche perché odiano il lavoro. Infatti, la sola prospettiva di dover faticare li fa cadere in una sorta di ibernazione, da cui si risvegliano soltanto al termine della giornata, giunta l'ora di rientrare in famiglia. Le stesse specie potenzialmente dannose, sono responsabili di danni in realtà irrilevanti sotto l'aspetto economico, limitandosi a borseggi e furtarelli di scarso valore monetario[citazione necessaria].

Diversa è invece l'importanza dei napoletani emigrati ed urbanizzati negli edifici. A questi si attribuiscono due tipi di dannosità:

  1. Danni economici causati alle derrate alimentari, rese inservibili dal punto di vista commerciale.
  2. Danni alla salute per la trasmissione di organismi patogeni.

Sul primo aspetto va detto che il danno materiale diretto è limitato in quanto i livelli di infestazione non sono tali da provocare ingenti distruzioni delle derrate attaccate. Sotto questo aspetto la Blattadea Partenopeis è tra gli insetti meno dannosi[citazione necessaria]. Va tuttavia specificato che il danno indiretto è di rilevante entità: i napoletani amano gli ambienti malsani, come ad esempio fognature e discariche, per spostarsi in ambienti domestici; a causa dell'abitudine di rigurgitare parte del cibo ingerito precedentemente sul substrato e di defecare durante l'alimentazione, anche un basso livello di infestazione può rendere inservibile una partita a causa dei cattivi odori trasmessi e, soprattutto, dei rischi igienici derivanti dall'infestazione. Gli ambienti che possono essere frequentati sono tutti quelli che possono contenere derrate alimentari di qualsiasi natura, perciò sono suscettibili di infestazioni da napoletani e, di conseguenza, di contaminazioni, le abitazioni civili, i magazzini di derrate, le aziende agrarie, le industrie e i laboratori artigianali di trasformazione agroalimentare, gli esercizi di ristorazione (alberghi, ristoranti, bar, mense, ecc.), gli ospedali, le scuole, gli uffici.

I rischi alla salute sono di una certa entità, in quanto responsabili della trasmissione di alcune fra le più importanti malattie del mondo. La blatta partenopeis è infatti possibile vettore di virus, batteri, protozoi, nematodi, cestodi, a loro volta responsabili di affezioni più o meno gravi. Fra le possibili affezioni trasmesse attraverso la contaminazione degli alimenti sono citate la dissenteria, la salmonellosi, l'epatite A, la poliomielite, la legionella.

Metodi di lotta

La difesa dai napoletani si attua attraverso tre tipi di intervento:

  • Prevenzione
  • Trattamento con esche
  • Disinfestazione o deblattizzazione
Esca per napoletani:letale al 92,37%

La prevenzione è l'intervento di maggiore rilievo, in quanto elimina alla fonte la possibilità di infestazioni. I napoletani sono infatti attirati da ogni possibile fonte alimentare e favoriti da condizioni che ne permettono l'ingresso e l'insediamento e il rifugio. In generale vanno adottate tutte le ordinarie misure d'igiene, quali la pulizia dei locali e degli arredi, lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti organici in adatti contenitori a chiusura, la conservazione degli alimenti in contenitori chiusi e in ambienti puliti. La manutenzione degli edifici è un altro fattore di prevenzione, in quanto vanno sistematicamente rimosse le fessure nel pavimento e nella muratura, gli interstizi fra muratura e tubazioni e, in generale, tutti quelli che favoriscono l'ingresso, il passaggio o il rifugio degli insetti. Scopi preventivi ha anche l'irrorazione degli esterni con insetticidi per usi civili. Si tratta di prodotti attivi per contatto e ad alto potere abbattente, a base perciò di piretroidi di sintesi, eventualmente miscelati con clorpirifos.

Il trattamento con esche consiste nella disposizione di trappole, innescate con attrattivi alimentari, di varia natura (trappole meccaniche, a vischio, esche avvelenate). Vanno disposte e ricambiate periodicamente nei possibili punti di passaggio quando si sospetta o si ritiene probabile l'ingresso di uno o più napoletani. Questa soluzione si presta generalmente per gli usi domestici.

La deblattizzazione è l'intervento curativo più drastico e consiste nell'irrorazione per mezzo di nebulizzatori e atomizzatori di insetticidi, spesso combinati con un attrattivo, oppure con la fumigazione. Fondamentale è l'adozione degli accorgimenti necessari a prevenire rischi di intossicazione di persone e animali[citazione necessaria], per quanto i prodotti impiegati siano a bassa tossicità. In genere un intervento di disinfestazione si attua in più fasi che prevedono l'ispezione, il trattamento, il successivo monitoraggio (con l'uso di trappole) e, infine, un secondo trattamento eradicante, a distanza di 3 settimane, per colpire le neanidi nate dalle ovature.

In generale un insetticida da usarsi contro i napoletani, deve presentare le seguenti caratteristiche: lunga persistenza, alto potere abbattente, duplice azione per contatto e per ingestione: fatta qualche eccezione, l'insetticida ha effetto sulle blatte partenopeis che transitano nei siti irrorati, perciò l'insetticida deve persistere per tempi relativamente lunghi (alcune settimane), agire anche con il semplice contatto dei tarsi e dell'addome con le molecole disperse sulla superficie, agire in tempi rapidi, data la velocità con cui si muovono questi insetti.

Voci correlate

Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 24 settembre 2017 con 100% di voti (su 3).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

Proponi un contenuto da votare  ·  Votazioni in corso  ·  Controlla se puoi votare  ·  Discussioni