Motozappa

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Dopo l'ennesimo ritiro della patente, l'unico dispositivo a motore permesso a Mario Balotelli è la motozappa.
« Wrooommmm... mm.. m... put put put... »
« Wrooooooommmm... mm.. m... put... mm... put put... »
« Wro... mm... Wro... Wrooooooooooom... put put put... »
« Put... put... puttana maledetta! P... p... parti b... bastarda! »
(Tizio balbuziente alle prese con motozappa.)

La motozappa, in alcune versioni motocoltivatore, in vernacolo MA VUOI PARTIRE, PORCA DI QUELLA MADONNA 'MPESTATA!?, è una macchina agricola motorizzata per la lavorazione superficiale del terreno, talmente superficiale che poi si rende necessario fare il lavoro daccapo.
Questo tipo di apparato ha alleviato la fatica dei contadini, costretti da sempre a zappare la terra a mano, ma ha portato anche qualche problema. Prima bastava la zappa, due sputazzate nelle mani e s'era a posto; ora bisogna controllare l'olio, la benzina, la cinghia, le candele, la pressione delle ruote, lo stato di usura della cordicella di accensione, l'affilatura della fresa e i freni. Se prima si riusciva a piantare due ettari di broccoli in due giorni di lavoro, ora servono tre giorni solo per rendere operativa la motozappa, due per revisionare il mezzo, e uno a bestemmiare perché non si accende, e a chiedersi perché metterci quella maledetta cordicella quando bastava un bottone.
Tutto questo per coltivare un orto di 25 metri quadrati «perché almeno sappiamo cosa mangiamo».
Secondo teorie ampiamente condivise[1], l'invenzione della motozappa è dovuta agli adoratori di Satana, perché l'uso di tale mezzo implica la scomunica per aver bestemmiato tutti i santi del calendario nella sola fase di messa in moto.

Descrizione

La sostanziale differenza tra motozappa e motocoltivatore è data dalla trazione; nel primo caso viene fornita direttamente dalle frese, nel secondo dalle ruote. Se si finisce con un piede sotto l'una o l'altro il risultato è invece identico. Per lavori di piccola entità, o in spazi ristretti, è più diffusa la motozappa. In Basilicata si registra la completa assenza dei motocoltivatori, questo perché gli abitanti di quei luoghi (come risaputo) arrivano a pronunciare parole composte al massimo da quattro sillabe.

Un bizzoso motocoltivatore trattenuto a stento dal proprietario.

La motozappa può eseguire una sola lavorazione, mentre la gamma di attrezzi che può essere utilizzata con un motocoltivatore è vasta. Oltre alla fresa trainata è possibile agganciare aratri, barre falcianti, rimorchi, seminatrici, irroratrici e tagliaerba a lama rotante. Acquistando la gamma completa degli accessori si può ottenere Jeeg robot d'acciaio.
Caratteristiche principali

  • motore a scoppio con accensione a bestemmie;
  • un manubrio a stegole (quindi scoperto[2]) che porta i comandi;
  • lame trancia-alluci;
  • ruote con differenziale (per non confonderle quando si cambiano);
  • santino di San Pietrino (che protegge dai sassi scagliati sugli stinchi);
  • kit medico da due vite[3].

Prima di utilizzare il mezzo è consigliabile fare un testamento biologico, specificando espressamente il consenso alle amputazioni.

Cenni storici

Il prototipo americano

Zappa con la moto, forse è a lui che dobbiamo l'idea.

Stando a fonti attendibili, che preferiamo non rivelare perché alquanto manesche, la motozappa nasce dal tentativo da parte della Ford Motor Company, alla fine degli anni '50, di intaccare il predominio acquisito dalla Fiat Campagnola nel mercato delle "Gippette per contadini che raggiungono la vigna su una strada sterrata piena di buche in paesi dove le tasse sono comunque assai alte".
Durante la fase di collaudo "sul campo"[4] emersero i primi problemi:

  • aver preferito una fresa a pale affilate, al posto di ruote o cingoli, causava (forse anche a causa del motore sovralimentato da 3500 cc) la scomparsa del mezzo nel sottosuolo;
  • l'avviamento a cordicella di spago, pur apprezzabile per il notevole sforzo innovativo[da verificare] e il suo basso impatto ambientale, si rivelò una complicanza stilistica di dubbia utilità. Oramai l'investimento era stato fatto, i vertici della Ford si riunirono per rimediare al disastro e si scatenò il consueto scaricabarile.
Prime versioni della motozappa italiana.



« È colpa dei progettisti! Dovrebbero fare qualche test in più prima di consegnare! »
(Nicholas Brown (direttore marketing))
« È colpa della produzione! Dovrebbero usare materiali migliori! »
(John Anthony DeBrito (ingegnere capo))
« È colpa del marketing, sempre con queste idee sceme! Ma andate a zappare! »
(Clint Donovan (responsabile produzione))

... (attimo di silenzio)

« Donovan, lei è un genio! »
(Amedeo Ford (amministratore delegato))

L'esperienza italiana

Nel frattempo in Italia si stava già lavorando per ovviare alla fatica manuale, cosa nella quale (eccezion fatta per la Lombardia dove "si laüra abbestia") siamo tra i primi al mondo. In quegli anni la manovalanza agricola era composta per il 42% da donne, la percentuale saliva al 58% in Calabria, fattore determinato da una certa riluttanza alla tecnologia da parte dei grossi latifondisti perché, come ebbe a dichiarare uno di essi:

« Le macchine non fanno i pompini! »
(Umberto Bellocchio (capobastone dell'omonima 'ndrina di Rosarno))

Nel resto della penisola si assiste comunque a vari tentativi di realizzare una motozappa.

  • Piemonte: viene utilizzato uno stambecco legato prono su un piccolo rimorchio, ad ogni colpo di frustino sulle palle la bestia pianta le corna nel terreno.
  • Lazio: viene utilizzato un extracomunitario dotato di zappa all'interno di un sidecar.
  • Lombardia: viene utilizzato un extracomunitario trascinato da un sidecar (poi si zappa in seguito in modo tradizionale).
  • Campania: vengono utilizzati molti bengalesi dotati di comuni zappe, si preferisce meccanizzare la frusta.
  • Sicilia: viene utilizzato un pentito legato ad un trattore, finché non si consuma.

Motozappe in cronaca

Purtroppo assistiamo sempre più di frequente ad incidenti legati all'uso incauto della motozappa. La sensazione di onnipotenza provata da chi la guida può dare alla testa e inoltre bisogna tener conto dell'oggetto stesso, che in sé non è cattivo ma tende facilmente ad essere posseduto dal demonio. Le pagine di cronaca sono piene di episodi agghiaccianti.

Mai far incazzare una motozappa.
  1. Turi Cardamone, un anziano contadino di Ragusa colto da temporanea infermità mentale (causata dall'aver mangiato una mela cotogna avariata), lega il suo nipotino ad una motozappa, la mette a piena potenza e toglie il freno, deciso a sacrificare il pargolo al demone Belfagor.
  2. La satanica bestia si manifesta sotto le forme di un gibbone di peluche, prende il controllo del mezzo e, dopo aver triturato il bambino e il padre che tentava di fermare la sua mortale corsa, si da alla fuga.
  3. L'intervento di Carmine Buatta, proprietario del terreno confinante coi Cardamone, armato di zappa e parecchia fede in Cristo, arresta la feroce motozappa.
  4. Un secondo episodio vede coinvolto Kwame Mampoku, un immigrato clandestino impiegato nella raccolta dei pomodori nel comune di San Marzano sul Sarno. Durante il suo lavoro, la motozappa rompe il coperchio di un contenitore radioattivo sepolto poco in profondità. Le radiazioni mandano in tilt il computer di bordo[citazione necessaria] del mezzo, che prende a viaggiare a velocità Mach 2.
  5. La motozappa forza un posto di blocco nei pressi di Nocera Inferiore, si scatena un inseguimento da parte dei Carabinieri che termina dopo sei chilometri, perché nel serbatoio finisce la benzina. È comunque allarme generale, alle ricerche si affiancano le forze di Polizia.
  6. La motozappa viene arrestata nei pressi di Castellammare di Stabia, mentre tenta di scavarsi una via di fuga nel sottosuolo. Di Mampoku non si hanno notizie, probabilmente si è allontanato per sfuggire agli agenti, oppure la motozappa si è "liberata" di uno scomodo testimone.

Ambito sportivo

All'inizio del 1989 i Pink Floyd annunciano che terranno un concerto il 15 luglio a Venezia, gli americani decidono di controbattere col Purple Hull Pea Festival a Emerson (Arkansas). Sono sicuri che un evento sui piselli dal baccello viola oscurerà gli odiati inglesi ma, per non correre rischi, inseriscono nella manifestazione il World Championship Rotary Tiller Race, una corsa con le motozappe di livello mondiale, tanto per andare sul sicuro. Il battage pubblicitario è decisamente convincente:

Il Rotary Tiller Race: il suicidio di massa diventa uno sport entusiasmante.
« Donne, è arrivato l'arr venite a Emerson! Potrete maneggiare tutti i piselli che vorrete! »

Grazie a questa scaltra azione di marketing si prevede una massiccia partecipazione femminile, le motozappe invece attireranno tutti i maschi desiderosi di competere in una corsa con potenti motori, ma troppo deficienti per conseguire una patente di guida.
Il 27 giugno di quel triste anno le donne (giunte da ogni parte degli States) realizzano la fregatura, devono "spippolare" piselli, ma l'idea che si erano fatte è completamente sbagliata. Si forma in meno di venti minuti il "Comitato d'azione contro le prese per il culo da parte dei maschi". Dopo tre ore di snervanti trattative, in cui arrivano alla minaccia di chiudere il parco giochi preferito dagli uomini per sei mesi, ottengono tre importanti concessioni:

  1. potranno partecipare alla gara con le motozappe;
  2. i furbetti che avevano ordito l'inganno dovranno cucinare gli odiosi legumi per tutta la durata dell'evento, vestiti con grembiulini rosa con la scritta "sono un pirla";
  3. un vibratore modello "Black Mamba" a quattro velocità.

Oggi il festival è giunto alla XXVI edizione, gli attuali campioni in carica (nella foto a lato) sono:

  • Amanda Watson da Shankleville (Texas). Dirige un allevamento di armadilli, madre di otto figli, appassionata di gangba eventi mondani che non comportano l'uso di mutande, trekking e teatro Kabuki. Durante una gara nel 2011 si è grattata le cosce fino all'osso, attualmente concorre con due protesi in cartongesso rivestite di pelle di daino. Colleziona fucili a pompa.
  • Ashley Nipper da Cottage Grove (Minnesota). Impiegato in una ditta che produce antifurto, padre di quattro figli (alcuni suoi), coltiva nel tempo libero barbabietole da sale, con le quali produce una pregevole Tequila bum bum. Ha vinto le ultime otto edizioni, ma l'infortunio nell'ultima gara a cui ha partecipato, nella quale si è rotto dodici costole, le braccia, l'anca, una scapola, la gamba destra e ha perso un occhio, induce a pensare gli esperti che sarà l'ultima.

È ipotizzabile che, dopo aver letto questo articolo, qualche scimunito[5] tenti di organizzare una stronzata del genere anche in Italia. Dopo aver fallito con il dialogo, siete pregati di dissuadere tali individui anche con l'uso della violenza, o comunque segnalarlo al Centro di salute mentale della vostra Ulss.

Voci correlate

Note

  1. ^ con mio cuggino
  2. ^ questa potevamo risparmiarcela
  3. ^ se si lavora la vigna
  4. ^ è il caso di dirlo
  5. ^ non di quelli che si incontrano sulla neve
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 10 maggio 2015 col 44.4% di voti (su 9).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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